CAPITOLO 21

M come MOVIMENTO

Io non considero nell’educazione la parte che riguarda il movimento come un inizio oppure come un’integrazione, ma la considero come la parte fondamentale. La questione del movimento è la chiave di tutta la costruzione della personalità.1


Il movimento è fattore essenziale per la costruzione dell’intelligenza ... è il fattore che lega lo spirito al mondo.2

Il movimento è vita. La vita del bambino inizia col movimento, in primis quello per venire al mondo, per nascere.


Tutte le storie del resto iniziano con un’azione: perché l’Eroe possa trovare il tesoro o il Principe possa sposare la Principessa è necessario mettersi in cammino, altrimenti non avvengono il cambiamento e la trasformazione. Ma noi cresciamo con ben altre informazioni.


Nelle scuole tradizionali il movimento è pressoché vietato: i “bravi” bambini sono quelli che stanno fermi e zitti. Costretti per otto ore al giorno su una sedia dietro a un banco, hanno sorte poco diversa da quella degli operai in fabbrica. Poi si concede loro un quarto d’ora di libertà aprendo il cancello del cortile dove si riversano a frotte urlanti, come uccellini fuori dalle gabbie, o si propone un’ora di ginnastica o di sport per calmare i bollenti spiriti e far sfogare l’energia repressa.


Nelle scuole Montessori tutto questo non succede perché i bambini hanno sempre libertà di movimento e nell’ambiente si muovono in modo silenzioso e ordinato come piccole api operose. Si alzano e si siedono a loro piacimento, per lavorare o leggere si sdraiano anche a terra su tappetini e stuoie, vanno e vengono da una stanza all’altra per trasportare oggetti o materiali, per aiutare compagni in difficoltà, per riparare danni, per pulire e riordinare, per apparecchiare o sparecchiare. Il movimento fa parte dell’attività quotidiana.

“Noi siamo abituati a concepire il movimento nell’educazione quasi come un riposo alla fatica mentale” ed è per questo motivo “che si è introdotto il movimento obbligatorio nelle scuole con lo strano concetto che questa fatica muscolare, separata, riposerà (i bambini) dalla fatica mentale. E perché una fatica deve riposare un’altra? La fatica risiede in un fatto solo: è che la mente e il movimento che sono una unità, debbono agire separatamente. Se l’individuo non può diventare un tutto unito in modo che la sua mente lavori insieme al movimento, ricevendo le due cose di reciproco aiuto, ogni sforzo è sentito come fatica”3.

Per andare ad una vita superiore occorre prima compiere una sintesi della vita del pensiero e della vita motrice, senza di che si rimane spezzati.4

Maria Montessori si era resa conto che per arrivare allo spirito bisogna partire dal corpo: occorre integrare i diversi livelli dell’essere umano e giungere all’unità. Dalla padronanza dei movimenti, acquisita attraverso l’instancabile ripetizione dell’esercizio, nasce la calma e una sorta di stato di “grazia”, che è il segno della raggiunta integrazione tra corpo e anima. I bambini che camminano sul filo per esempio “badando di appoggiare il piede esattamente sopra la linea disegnata sul pavimento” e portando “in mano ceri accesi o bicchieri pieni d’acqua”5 appaiono “beati nell’eseguire quelle processioni, semplicissime cose, che non hanno scopo apparente e non lasciano traccia alcuna”6.


Questa è la gioia del movimento, “quella gioia silenziosa e compiaciuta del movimento sensato e guidato”7 che conduce alla libertà interiore. Quando si unisce al senso dell’equilibrio ecco che si manifesta come uno stato di perfetta quiete.


Credo che a questo proposito alcune parole di Steiner possano aiutarci a far luce su questi aspetti e, chissà, forse a gettare un ponte tra la sua visione e quella di Maria Montessori: “Il senso del movimento, ciò che si svolge in noi, quando percepiamo attraverso un accorciamento o un allungamento dei nostri muscoli, se camminiamo o stiamo fermi, saltiamo o balliamo, tramite il quale dunque percepiamo, se e come siamo in movimento, ciò dona all’uomo, se irradia verso l’anima, quella sensazione di libertà, che gli permette di sperimentare se stesso come un’anima. Che voi vi sperimentiate come delle anime libere, questo è l’irradiare del senso motorio”8.


Ai bambini che soffrono di un disturbo del senso motorio manca la sicurezza di fondo che questo senso è solito trasmettere: essi sono tristi e timorosi, poco capaci di adattarsi a ciò che accade intorno a loro e vivono come spettatori una realtà che li spaventa e da cui si tengono in disparte non facendosi coinvolgere (per esempio nei giochi). Per questo motivo si sentono anche terribilmente soli. Sono bambini che hanno sempre freddo, che si chiudono in se stessi, come a difendersi da un fuori che sentono ostile e minaccioso, e per questo hanno bisogno di tante premure e delicatezza.


Dicono gli antroposofi che il movimento si compie nel calore: non per nulla Marte, simbolo archetipico dell’azione e del movimento, è un segno di fuoco. Del resto è esperienza comune che il movimento riscaldi, mentre l’immobilità e la rigidità sappiamo bene che fanno diventare pezzi di ghiaccio.


Offriamo quindi ai bambini innanzitutto un nido caldo in cui crescere e in cui mettere radici e poi lasciamoli liberi di muoversi e sperimentare con il corpo e con le loro piccole mani: avremo dato loro la possibilità di diventare individui integri, cioè interi e connessi, capaci di portare un pezzo di Cielo sulla Terra. Ce n’è tanto bisogno…

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.