CAPITOLO 19

L come LAVORO

Un lavoro interessante, scelto liberamente, che abbia virtù di concentrare, anziché di stancare, aumenta le energie e le capacità mentali e dà padronanza in se stessi.1

Lavoro = dovere, fatica, stanchezza: ecco l’equazione che compare in genere nella mente di noi adulti, abituati a svolgere con noia e svogliatezza le routine quotidiane. Ma il bambino ha rivelato a Maria qualcosa di ben diverso: il lavoro non stanca se nasce dall’interesse; al contrario, è un nutrimento che rende più forti. Può sembrare incredibile ma è vero… Lo sa chi ha avuto la fortuna di sperimentarlo: chi ama il suo lavoro e lo fa con passione ne esce rigenerato.


Personalmente vivo questa magia con la scrittura e lo studio dell’astrologia: entrambe mi danno una gioia profonda e sono per me anche una fonte di divertimento e di relax, a cui dedico parte del mio tempo libero. Per me hanno addirittura una valenza terapeutica: quando mi sento triste o scoraggiata mi metto a scrivere o mi tuffo nel mondo misterioso e affascinante dei pianeti e delle costellazioni e lì mi perdo e insieme mi ritrovo. Forse quando ci arrovelliamo per capire quale potrebbe essere il lavoro che fa per noi dovremmo provare a chiederci cos’è che faremmo anche gratuitamente e per puro divertimento: sono convinta che avremmo, come risposte, delle piacevoli sorprese… È là dove si dirige il nostro più autentico interesse che si cela infatti il nostro maggiore talento e la nostra più grande passione.


“Il lavoro è amor fatto visibile” ha scritto il poeta libanese Gibran e sono, a mio avviso, parole che sintetizzano in maniera incredibilmente efficace il pensiero montessoriano.


Ed ecco allora l’appello di Maria: “Lavora e interessati a qualcosa!2 Metti tutte le tue energie in qualcosa; così troverai forza e pace…”. Una ricetta efficace e che a volte si rivela addirittura miracolosa. Per chi è triste o depresso, per esempio, è importante trovare una motivazione, un interesse che lo assorba e che gli permetta di staccare la mente dai suoi pensieri cupi e assillanti.


Il lavoro è una necessità vitale per l’essere umano, non è qualcosa da evitare o ridurre al minimo indispensabile. Il bambino lo sa bene: tutta la sua vita è lavoro, un continuo, meticoloso lavoro per crescere e formare l’uomo.


È come se il bambino volesse dirci: “È con il lavoro che io cresco ricco, non in senso materiale: in realtà io posseggo ricchezze che nessuno può togliermi e che io posso dare agli altri senza per questo impoverirmi”3. È attraverso il lavoro che il bambino conquista l’indipendenza, del corpo e della mente, è per mezzo dell’instancabile lavoro delle sue piccole mani che giunge “non solo alla libertà ma alla forza e all’auto-perfezione”4. È solo grazie alla profonda concentrazione in un lavoro che il bambino si “normalizza”, cioè ritrova pace, calma interiore, armonia e gioia vera.


Non si tratta quindi, pedagogicamente parlando, di dover ridurre gli orari scolastici per non affaticare troppo il bambino, ma di trasformare la scuola per farne un vero centro di interesse per lui, una vera e propria “Casa della Gioia”, e allora vedremo che vi correrà felice e ci chiederà perché è chiusa la domenica mattina.


C’è un altro punto che spesso dimentichiamo: contrariamente a quanto possiamo pensare noi adulti, ciò che interessa maggiormente al bambino “è di finire il suo lavoro, non di saperlo ammirato, né di tesorizzarlo come sua proprietà”5. A lui non servono elogi e apprezzamenti, lui non ha bisogno dei nostri commenti entusiastici, ma solo di portare a compimento ciò verso cui si sente chiamato. E non è forse questo il vero anelito di ogni essere umano? Non è questo forse il senso più vero del nostro viaggio terreno?


Credo non ci sia sconforto più grande che doversene andare, alla fine della vita, con una sensazione di rimpianto, di non essere riusciti cioè a portare a termine la nostra missione. Impariamo dunque dal bambino a non farci interrompere, a persistere nello sforzo del lavoro, a farlo con devozione, a metterci tutto il nostro amore e prima o poi raccoglieremo i frutti di quanto abbiamo seminato: è una promessa e insieme una certezza.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.