CAPITOLO 17

I come INTERESSE

La nostra attenzione non si porta su tutte le cose indifferentemente ma su quelle “simpatizzanti” con i nostri gusti. Ci destano interesse le cose utili all’intimità della nostra vita.1


Tutte le nostre energie dovrebbero andare lungo il cammino verso il quale l’interesse dell’anima conduce.2


Se il bambino non è interessato, il suo corpo è presente ma il suo spirito è assente.3

L’interesse è la molla, la leva che apre nuove finestre e nuovi paesaggi nel mondo del bambino, prima sconosciuti.

Non è così del resto anche per noi adulti? Ciò che desta il nostro interesse più profondo non ci annoia e non ci stanca mai, anzi rinnova le nostre energie sopite.


La sostanza chimica responsabile dell’interesse, della curiosità, della motivazione e dell’entusiasmo è la dopamina: quando siamo coinvolti in attività che ci piacciono, i livelli di questo neurotrasmettitore salgono vertiginosamente e noi proviamo un senso di euforia e di appagamento e ci sentiamo pieni di forza e traboccanti di vitalità. Quando invece la nostra vita è piatta e noiosa, priva di esperienze entusiasmanti, ecco che la dopamina cala e insorgono la depressione e la stanchezza.


L’interesse per qualcosa o per qualcuno viene dall’anima, ne è un richiamo, che ci conduce proprio là dove siamo chiamati ad avventurarci e andare. Ecco perché andrebbe ascoltato, sempre.


Ma la scuola, ahimè, dimentica troppo spesso di coltivare l’interesse e spegne così lo spirito dei bambini, quella luce che arde in loro, che fa brillare gli occhi e li spinge irresistibilmente verso un oggetto, un’azione o una persona. A volte addirittura un’attrazione spiccata verso un argomento o un gioco viene etichettata come “fissazione” e perfino repressa o proibita! Mentre è proprio da lì che bisogna partire: da quella peculiarità, da quel richiamo che come un accendino può far scattare una piccola scintilla che poi si trasforma in fuoco.

La scuola dovrebbe suscitare interessi, entusiasmi, passioni: altrimenti imparare è cosa morta. La maggior parte dei bambini che vedo ogni giorno alla fatidica domanda “Ti piace andare a scuola?” mi risponde “No”, e il più delle volte la motivazione è “perché mi annoio”. Un dato allarmante questo, che non può non destare preoccupazione.


L’interesse, ci ha insegnato Maria, conduce all’azione e al lavoro e questo a sua volta alla concentrazione: non avete mai notato che anche i bambini più turbolenti quando trovano nell’ambiente qualcosa che li attrae e li interessa intensamente diventano all’improvviso calmi e silenziosi? Non ha importanza quale sia l’attività a cui si dedicano (che sia lavorare con i materiali Montessori o impilare i panni da stirare o costruire aeroplanini di carta o raccogliere conchiglie sulla spiaggia), ciò che conta è che si concentrino in ciò che fanno e vi si perdano.

Qualunque sia il lavoro che il bambino sceglie, purché vi persista, è la stessa cosa. Poiché ciò che ha valore non è il lavoro in sé ma il lavoro come mezzo per la costruzione dell’uomo interiore.4

A condizione che sia liberamente scelto dal bambino e che lui vi si possa applicare con persistenza. Ecco perché è così importante non disturbare mai un bambino quando è concentrato in un’attività. “Mai interferire quando un bambino sta lavorando da solo”5, diceva Maria Montessori, ed è un suggerimento che dovremmo cercare di non dimenticare mai.


“Date loro motivi di attività, attraeteli con la dolcezza”6, scriveva ancora Maria: ecco quale dovrebbe essere il compito della scuola e di ogni educatore. Presentare il mondo al bambino e lasciare che lui lo esplori e lo scopra seguendo la pista dei suoi interessi: questo è il vero aiuto che noi adulti possiamo offrirgli. Accompagnarlo in questa avventura dandogli la possibilità di cercare, creare, stabilire connessioni e produrre, perché questo è ciò che nutre veramente la sua anima. E dare l’esempio. Perché solo genitori e adulti appassionati, che credono in ciò che fanno, possono “contagiare” il bambino e trasmettergli l’entusiasmo per la scoperta e la voglia di fare e di sperimentare, in prima persona, sporcandosi le mani e investendo il cuore.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.