CAPITOLO 14

G come GENITORI

I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.1

Essere genitori è mestiere difficile.


Nessuna scuola lo insegna, nessun corso di formazione. Eppure esiste mestiere più importante di questo? Creare e mettere al mondo esseri umani è impresa senza pari. Custodirli e accompagnarli mentre si fanno grandi è un’arte da funamboli: l’arte scomoda e misteriosa della presenza.


Essere genitori insegna ad aprire il cuore. A trasformare il piccolo Io in un Sé più grande.


È il bambino l’unico maestro: un maestro difficile, esigente, che reclama senza sosta, che non si può zittire. Che ci fa da specchio. E allora nei suoi occhi vediamo un riflesso di noi, di qualcosa che ci appartiene. Il suo pianto ci ricorda il nostro, quello che non vorremmo più sentire; le sue lacrime ci rammentano le nostre che non vorremmo più vedere. Ma non si può scappare, bisogna restare lì a guardare l’Ombra che tanto spaventa, ad affrontarla anche, con la spada se occorre, proprio come si farebbe con un drago. E allora si scopre che proteggendo il cucciolo impaurito, si protegge se stessi, amando senza condizioni la propria creatura indifesa, si accende la fiamma dell’amore in se stessi.


Un amore senza se e senza ma, che tutto dà e nulla chiede in cambio.


Un amore fragile e potente, che resiste al tempo e alle intemperie, che scavalca i confini dello spazio e delle ere.


Essere genitori è mestiere difficile, che richiede coraggio. Coraggio nel mettere al mondo, oltrepassando la soglia che divide la vita dalla morte, la morte dalla vita. Coraggio nel difendere i piccoli dai soprusi, dalla zizzania, dai parassiti che infestano le foglie dei teneri germogli. Coraggio nel riparare i semi dal rigore del freddo dell’inverno, o dal calore del solleone. Coraggio nel lasciare che si spargano nel terreno e affondino le radici dove par loro più opportuno. Coraggio nel lasciar andare i passerotti dal nido quando è arrivato il momento di volare.


Essere genitori è mestiere importante, senza pari. Ma anche umile, come di artigiano che forgia il metallo col calore, che intaglia il legno con gesto netto e chiaro. Lavoro di tutti i giorni, non solo delle feste, opera quotidiana. Che non ha compenso, perlomeno umano. Che non ha fine, ma solo un continuo ricominciare mattutino. Lavoro che sporca le mani, che fiacca le membra, ma che riscalda il cuore e illumina gli occhi. Che nutre l’anima.


Perché basta un sorriso, una parola o un gesto, un traguardo o una conquista del cucciolo che si fa uomo per ricompensare ogni stanchezza, ogni fatica. E allora si scopre che il tesoro non è fatto d’oro ma di polvere di stelle mescolate a fango, è fatto di bricioline di biscotto, di foglie e di erbe impacchettate insieme, di castelli di sabbia sulla spiaggia…

Essere genitori è una chiamata. Vocazione, si potrebbe dire.

Significa votarsi all’apprendistato duro e difficile della Presenza.


Essere genitori vuol dire esserci, sempre, ma in modo delicato e discreto, e solo quando richiesto. Come un regista che osserva lo spettacolo che ha ideato da dietro le quinte. Significa essere sempre pronti a intervenire ma anche sempre pronti a ritirarsi.


Essere genitori vuol dire essere qui e ora per se stessi e per i propri figli. Non domani, adesso.

Non basta e non è necessaria una procreazione biologica per essere genitori. Occorre più che altro la disponibilità a farsi capiente. Ad aprirsi e accogliere. Come una ciotola con l’acqua. Essere ciotola ed essere acqua: contenere, proteggere, scorrere, fluire e al tempo stesso mettere confini. Ecco perché essere genitori è un mestiere difficile, il più difficile di tutti i mestieri.


Perché significa essere vuoti per essere pieni. Significa accettare la debolezza per sentirsi forti, accettare la fragilità e l’imperfezione per sentirsi vivi. Significa sacrificare il fare all’altare dell’Essere. E sentirsi semplicemente custodi della Vita che nasce, cresce e si rinnova, sotto ai nostri occhi, giorno dopo giorno.


Essere genitori è una missione sacra.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.