CAPITOLO 10

E come EDUCAZIONE

Desidero mettere in rilievo che con il termine usuale di “educazione” intendo riferirmi all’aiuto che l’educazione deve dare perché il bambino possa realizzare entro se stesso le sue energie vitali.1


Se l’educazione serve per dare aiuto alla vita, allora l’educazione non può iniziare all’età di tre anni; deve iniziare alla nascita, quando il bambino viene al mondo ed anche prima della nascita: dovrebbe iniziare fin dal momento del concepimento.2

Educazione, dal latino e-ducere, che vuol dire “tirare fuori”: ecco il significato etimologico di questa bellissima parola. Educare è mestiere da levatrice (od ostetrica, come si dice oggi). Non si tratta di mettere o di riempire un vaso che si suppone vuoto ma di estrarre l’oro dal greto del fiume del Klondike… Che siano pagliuzze o pepite non importa. “Educare” è parola ben diversa da “insegnare”.


Ecco perché, diceva Maria Montessori, l’educazione è un “aiuto alla vita” affinché essa possa nascere e compiersi in tutta la sua meravigliosa bellezza, in tutta la sua pienezza. Affinché le energie vitali che scorrono dentro al bambino possano fluire in armonia, così che egli possa realizzare il suo progetto di vita, il suo mandato celeste (come direbbero gli antichi taoisti). Altro fine non c’è.


E se tale è il suo compito, allora l’educazione deve cominciare fin dal momento del concepimento, quando la Coscienza fa la sua comparsa agli albori dei tempi, quando tutto ha inizio. Deve cominciare preparando i genitori all’arrivo dell’ospite tanto atteso, così che egli possa trovare degna accoglienza, dopo il suo lungo viaggio. Non c’è impresa più grande che quella di creare la vita e custodirla e vale la pena investire tutte le proprie risorse sulla preparazione a questa straordinaria avventura. Perché le basi si mettono lì, in quei nove mesi di trepida attesa. È lì che tutto ha inizio, è lì che comincia un cammino che richiederà anni di paziente accompagnamento, perché questa è in realtà la vera funzione dell’educare: stare a fianco del bambino per aiutarlo a educarsi da solo.

Ciò che noi dobbiamo fare è offrire al bambino i mezzi per istruirsi e conservargli pure le sorgenti della vita intellettuale e della vita del sentimento. Il resto viene da sé.3

“Aiutami a fare da solo!” è la richiesta del bambino all’adulto.


L’autentica educazione, per Montessori, non può essere altro che autoeducazione: “I migliori maestri per i bambini sono i bambini stessi”4, diceva Maria.


Ho avuto la fortuna nella mia vita di incontrare sul mio cammino Manitonquat, un anziano story-teller nativo americano, ai cui Cerchi ho più volte partecipato. Quando una volta gli fu posta la domanda sul come possiamo insegnare, lui disse: “La risposta è molto semplice, non è che dobbiamo insegnare molto. Dobbiamo solo connetterci con i bambini, il resto viene da sé”. Un approccio il suo molto montessoriano, come del resto quello dell’educazione tradizionale dei popoli nativi americani. Sì, dobbiamo riconnetterci con i bambini. Ed entrare in connessione con i bambini vuol dire stabilire un contatto profondo con loro, un contatto empatico, da anima ad anima: allora verrà un giorno in cui il loro spirito sentirà il nostro spirito, diceva Maria. Ma per poterci connettere con i bambini dobbiamo prima entrare in connessione con il nostro bambino interiore, con la sua vulnerabilità, con le sue paure, con la sua rabbia repressa, con i suoi sogni e i suoi desideri più segreti. Perché non è possibile accogliere e comprendere il bambino che incontriamo fuori, se prima non si è accolto e compreso il bambino che alberga dentro di noi. Il che richiede un grande lavoro di alchimia interiore.


Ecco allora che l’educazione non può essere intesa che come “formazione del cuore”, come ci ricorda Köhler5: nel senso di una formazione all’interiorità, sia per l’adulto che per il bambino.


Oggi più che mai, come affermava Steiner, bisogna che alla pedagogia venga restituito il cuore. La tecnica non basta, è sufficiente per le macchine sì, ma non per esseri umani fatti di anima e spirito: loro hanno bisogno di luce e calore. Ed è proprio questo che abbiamo perso per strada: l’educazione è rimasta orfana dei suoi valori più importanti, senza i quali tutto il resto è un castello di sabbia destinato a sciogliersi alla prima onda che si infrange sul bagnasciuga…

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.