CAPITOLO 5

C come CONTATTO

Mi è stato chiesto non di impartirvi un insegnamento ma di profittare di questo nostro incontro per stabilire un contatto spirituale con voi e per dirvi quello che io sento, vicina al bambino.1


Si tratta di una piccola cosa, ma quante grandi cose possono derivare da una piccola se questa ha un’importanza centrale. Per esempio: in questa sala ci sono 200 lampade elettriche, eppure è buio, ma se giriamo una chiavetta si vede subito una gran luce; che cosa abbiamo fatto? Abbiamo messo un contatto. Ma qualche volta mettere un contatto è una cosa essenziale. Fu girata una chiavetta, una piccola cosa dunque, che è facile da maneggiare, ma che ha un’importanza profonda, perché pur richiedendo solo un piccolo tocco, produce meraviglie.2

In quanto umani, siamo esseri di contatto. Un bambino non potrebbe vivere senza, ma il contatto non è fatto solo di pelle e carne. Il contatto è molto di più: è fatto di suoni, di parole o anche di silenzi. La musica per esempio è una sorta di abbraccio sonoro, che avviluppa e che contiene.


Il contatto è fatto soprattutto di presenza. Perché ci sia contatto non basta che ci sia un tocco, magari freddo e frettoloso o indifferente. Dev’esserci amore, interesse, apprezzamento. Una mano che stringe la tua, un abbraccio che ti avvolge o una spalla su cui posare il capo sono gioie grandi e spesso rare, ma a volte basta uno sguardo, basta un sorriso o una parola a toccare il cuore. E dare calore. Uno sguardo per scaldare dev’essere però colmo di interesse, dev’essere uno sguardo d’apprezzamento, di accettazione, di empatia, non di critica o di giudizio alcuno. Così come del resto una parola. Quest’ultima ha la grande proprietà di poter essere Luce. Come disse alla zia il nipotino di Freud, che aveva paura del buio, così potrebbe dire ogni bambino all’adulto che gli sta vicino: “Se mi parli c’è la luce”. Sì, questa è la magia della parola che è in grado di illuminare anche le tenebre. E costa così poco pronunciare ogni tanto una parola buona…


Anche la bellezza, in tutte le sue forme, ci nutre e ci scalda l’anima. La sintonia può creare ponti e stabilire connessioni. Quando risuoniamo con un’altra persona ecco che si crea un contatto anche se siamo a mille miglia di distanza da lei.


Quando ascoltiamo un discorso che ci entusiasma, quando leggiamo un libro che ci commuove o ci apre porte sconosciute, si stabilisce un contatto “spirituale” tra l’emittente e il ricevente che può accendere, come diceva Maria, duecento lampadine!


Altre volte invece basta un piccolo contatto, piccolissimo, come un dito da stringere per un neonato prematuro o una parola sussurrata nell’orecchio per chi si sta preparando per l’ultimo viaggio.


Non si può vivere senza alcun contatto: ne sono stati prova gli orfani chiusi negli istituti.


“Se non mi tocchi, io non esisto”, sembra dirci il neonato che senza il contatto dell’altro non riesce a percepire i suoi confini perché per lui è “Se tu sei, io sono”.


Senza l’esperienza del tatto non può nascere il senso della vita (ci ricordano gli antroposofi) e formarsi quella sensazione di sicurezza e fiducia di base così importante per aprirsi al mondo. Ne sanno qualcosa i bambini nati prematuri, che tanta fatica fanno a costruirsi un’immagine corporea e ad abitare il proprio corpo, perché, per l’appunto, non ne sentono i limiti e i confini.


Ma quando si cresce si impara che la vita è resiliente e il germoglio si sviluppa nonostante tutto, anche in condizioni avverse, anche se il contatto è stato poco o poco buono. Perché, fortunatamente, ci sono altre forze, energie luminose, che proteggono dall’Alto il piccolo seme, che diversamente, lasciato a se stesso, perirebbe.


Soprattutto l’adulto sa che il vero contatto a cui ambire è quello con se stessi, con il proprio Sé, la nostra essenza più profonda, la nostra anima collegata al Tutto. Questa è la meta ultima, irrinunciabile, del nostro pellegrinaggio di esseri pienamente umani.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.