CAPITOLO 3

B come BELLEZZA

È la bellezza in tutte le sue forme che aiuta l’uomo interiore a crescere.1


La bellezza ispira insieme il raccoglimento e porge riposo allo spirito affaticato.2

Lasciate che sulla Bellezza vi racconti innanzitutto una storia.


Quando, all’inizio dei tempi, il Grande Spirito decise di creare il mondo, si chiese quali ingredienti scegliere per modellarlo, proprio come fa una mamma quando impasta il pane per i suoi bambini.


Fra tutte le materie prime a sua disposizione, scelse la Bellezza, perché racchiudeva in sé tutte le altre: l’ordine, l’esattezza, l’armonia, la pace, la gentilezza, l’accoglienza.


Prese un po’ di polvere di stelle e la mescolò a gocce di rugiada, vi soffiò sopra ed ecco che la materia si sollevò in un vortice e si mise a roteare come una girandola da cui partivano piccole scintille di luce.


La Bellezza si andava spargendo dappertutto: sopra, sotto, davanti e dietro, in alto, in basso e in ogni luogo. Ogni foglia, ogni fiore, ogni conchiglia, ogni insetto, ogni uccello, ogni angolo di mondo che nasceva ne racchiudeva un po’, ne portava in sé qualche pezzetto, qualche piccola briciola.


Il Grande Spirito era soddisfatto del suo lavoro. Quando si incantava a osservare le acque luccicanti del mare o quelle scintillanti e fresche delle cascate, quando si soffermava a contemplare le cime innevate delle montagne che parevano toccare il cielo o le verdi praterie o i profumati boschi di larici e abeti, o quando guardava anche solo una minuscola coccinella o un semplice fiocco di neve – un cristallo di ghiaccio dalla forma perfetta – o il volto sorridente di un bambino o gli occhi luminosi di due giovani innamorati, andava dicendo a se stesso che sì, aveva fatto proprio la scelta giusta. Attraverso la Bellezza infatti gli esseri umani possono ricordarsi chi sono e da dove vengono. Già, perché essere nella Bellezza vuol dire essere a casa.


La bellezza nutre l’anima affamata. E per questo ci cura: la via della bellezza, così cara ai pastori navajo, è risorsa terapeutica tra le più preziose. Dona riposo allo spirito affaticato e favorisce la crescita interiore perché ci riporta dentro, al centro, in quel nucleo indissolubile che è Origine.3


La bellezza guarisce perché indirizza l’anima verso un piano più elevato, dove l’energia viene rigenerata con maggior facilità.


La via della bellezza è la via degli artisti, che attraverso la musica, la pittura, la danza, la poesia, raggiungono le vette dello spirito e, una volta scesi, portano nel mondo l’aria che hanno respirato lassù, in cima.


Che vita sarebbe senza chi sa vedere oltre? Senza quegli esseri che vivono sospesi tra due mondi, un piede qua e uno là, a tradurre per gli altri il linguaggio delle divine sfere? A ricordarci la bellezza, a rimembrarci l’altro che esiste al di là del noto, dell’ordinario, del comune…


Che vita sarebbe senza una canzone o una musica che ci scalda il cuore, senza i colori su una tela o parole cucite insieme su un foglio di carta a creare una favola, una storia?


Grato è il mio cuore a chi ci dona il privilegio di condividere le vette della sua visione, a chi ci rallegra con il suo canto, la sua danza, il suo disegno o la sua scrittura.


Grato è il mio cuore a chi, con il suo talento, aggiunge ogni giorno un po’ di bellezza al mondo.

La scuola spirituale non pone limiti alla bellezza del suo ambiente altro che i limiti economici.4

Maria Montessori diceva che il bambino deve vivere in un ambiente di bellezza e aveva perfettamente ragione! Perché i bambini amano la bellezza, fin da neonati: l’armonia delle forme, dei colori, il senso di pace che offre osservare un cielo intensamente azzurro o una foglia che ondeggia al vento… Amano l’arte anche da piccolini: si incantano a guardare i dettagli di un quadro cogliendo particolari che sfuggono agli adulti. Ma noi, ignari di tutto ciò, continuiamo a riempirli di immagini piatte e stereotipate, stile cartoni animati, pensando siano più adatte alla loro tenera età…


Un ambiente per essere bello dev’essere anche caldo e accogliente. Eppure in quante case o scuole dell’infanzia ancora trionfa per esempio l’uso della plastica! Un materiale totalmente freddo e vuoto da un punto di vista energetico (o “animico” come direbbero gli steineriani), che non produce vibrazioni e diffonde uno spiacevole senso del nulla e quindi assolutamente da bandire dalle stanze dei bambini.5 Insomma i luoghi per l’infanzia sono ancora lontani dall’essere adatti e rispondenti alle esigenze dei piccoli.


I bambini hanno bisogno di bellezza per crescere bene, ma il più delle volte noi ce ne dimentichiamo: gli ambienti scolastici che offriamo loro sono spesso squallidi, freddi e poco accoglienti (Maria diceva che le aule scolastiche sono “più disadorne di una stanza mortuaria”6 e le scuole sembrano “tombe”!). Mi spiace dirlo, ma a volte anche quelli di molte scuole Montessori non hanno le caratteristiche che lei raccomandava.


Ecco qualche accorgimento che si potrebbe adottare: un pavimento in parquet, anziché anonime e fredde piastrelle, mobili e materiali in legno già offrono un senso di calore, qualche pianta verde, alcuni fiori o una vaschetta con due pesciolini rossi rallegrano la vista, un angolo per la lettura con un tappeto, una poltroncina e qualche morbido cuscino dai toni tenui e rilassanti favorisce la calma e la concentrazione. Nulla di eccessivamente costoso, non servono mobili o oggetti di design, ciò che occorre è qualcosa che solo alla vista riscaldi il cuore. Se ci fosse la possibilità, sarebbe indicato anche un piccolo giardino con magari una casetta sull’albero o un piccolo ruscello come proponeva Maria…7


Va ricordato a questo proposito però, contrariamente a certa opinione corrente, che al bambino non servono spazi sconfinati ma piuttosto luoghi protetti e raccolti: la Montessori ne parla nel Metodo della pedagogia scientifica in un capitolo dedicato alla natura. Ella scrive: “È comune l’idea che sia desiderabile dare ai bambini uno spazio infinito. Ciò è dovuto al fatto che si considera il bambino solo da un punto di vista fisico”, in base cioè “all’agilità delle sue gambe che corrono”, ma si è visto piuttosto che “in un terreno immenso i bambini giocano e corrono sempre in un certo luogo, in un certo angolo, in uno spazio ridotto. Tutti gli esseri viventi cercano di localizzarsi, di darsi dei limiti”. Ecco perché “per mettere il bambino in grado di manifestare liberamente i suoi bisogni” occorre “limitare il campo o il giardino ai suoi bisogni spirituali”8, che sono anche relativi al contenimento e al senso di protezione.


Per concludere, ricordiamo che bellezza non significa lusso, ma armonia: “I bisogni del bambino sono semplici e un’infanzia felice necessita solo di un ambiente semplice”9. Un ambiente che il bambino deve poter amare così tanto da essere invogliato a lavorarvi, cioè che lo interessi e lo entusiasmi a tal punto da aver voglia di conoscerlo sempre più in profondità, di scoprire in esso ciò che è nascosto alla vista, di trovare le relazioni e i collegamenti tra le cose: “Perché la mente dell’uomo si soddisfa col cercare, scoprire, creare e non solo contemplare”10.


Per Maria Montessori la Casa dei Bambini è una “scuola spirituale”, che educa all’interiorità e quindi anche alla bellezza, che alla vita interiore è così saldamente legata.


Ma, come diceva Plotino, solo chi possiede il bello dentro di sé sa riconoscere e accogliere la bellezza fuori: perché il fuori non è altro che uno specchio che riflette la nostra più intima realtà. Di sicuro noi adulti abbiamo molto su cui riflettere.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.