CAPITOLO 2

A come AMBIENTE

Il nostro metodo di educazione del bambino è caratterizzato appunto dall’importanza centrale che in esso si dà all’ambiente.1


Il bambino assorbe l’ambiente, prende tutto dall’ambiente, lo incarna in sé stesso ... il bambino si costruisce a spese dell’ambiente.2

Uno dei pilastri su cui si basa la pedagogia Montessori è la preparazione dell’ambiente, che dev’essere a misura di bambino, bello, accogliente, ordinato e funzionale. Un ambiente sapientemente predisposto, fin nei minimi dettagli, che consenta anche ai più piccoli la possibilità di muoversi e di lavorare in piena libertà, autonomamente. Perché secondo Maria Montessori è proprio l’ambiente che educa indirettamente il bambino, in quanto il bambino lo incarna, cioè lo fa suo, risucchiandolo come una spugna, grazie alle proprietà peculiari della sua mente “assorbente”.


Questa geniale intuizione di Maria, veramente innovativa e pionieristica per i primi decenni del ’900, è stata oggi confermata dalle più recenti scoperte della Nuova Biologia3 e dalle ricerche nell’ambito dell’epigenetica. Bruce Lipton, biologo molecolare americano ed ex professore all’Università del Wisconsin, ci spiega nei suoi libri la grande, rivoluzionaria, scoperta che ha sconvolto la sua vita e che può cambiare anche la nostra: “Improvvisamente mi balenò l’idea che la vita della cellula è controllata dal suo ambiente fisico ed energetico e non dai suoi geni. ... Così come avviene per una cellula individuale, il carattere della nostra vita non è determinato dai nostri geni, ma dalle risposte agli stimoli ambientali che azionano la vita”4. Questo è il nuovo sconvolgente paradigma, che ci rende non più vittime passive dell’ereditarietà ma i protagonisti principali delle nostre vite. E affida ai genitori il ruolo – come dice Lipton – di veri e propri “ingegneri genetici” nei confronti dei loro figli.


Ecco, in estrema sintesi e semplificando il più possibile, ciò che avviene. I protagonisti della storia sono tre: l’ambiente, la mente e le cellule. La mente (ovvero il sistema nervoso) fa da ponte tra l’ambiente e le cellule del nostro organismo, mandando a queste ultime le informazioni su ciò che accade nell’ambiente in modo tale che possano modificare la loro biochimica per adattarvisi. Ma il problema è che la mente non invia alle cellule informazioni realistiche sull’ambiente, in quanto le filtra attraverso le lenti della sua percezione, dettata dalla memoria delle esperienze passate.


Ciò significa che la mente interpreta la realtà e fornisce alle cellule la sua visione della questione. Facciamo un esempio per capire meglio: se un bambino si trova in un ambiente scolastico non adatto alle sue esigenze, la mente invia alle cellule del suo organismo informazioni di disagio e paura, che si traducono in reazioni come pianto, ansia e calo delle difese immunitarie. Se invece quello stesso bambino si trova in un ambiente idoneo e appagante, ma la madre non riesce a staccarsi da lui e quindi gli invia inconsciamente segnali di non accettazione, la sua mente interpreterà quell’ambiente (di per sé sano) come pericoloso, e il suo sistema nervoso manderà informazioni alle cellule del suo organismo tali da indurre una reazione di stress. Questo è il potere delle credenze, ovvero di quel pilota automatico che è la mente subconscia, che registra, proprio come su un nastro magnetico, tutte le esperienze e i dati che le giungono dall’ambiente nei primi sette anni di vita e che appartengono per la maggior parte dei casi ai genitori. In poche parole: la nostra personale interpretazione della vita determina la composizione chimica del nostro sangue e, attraverso di esso, dei nostri geni.


Sconvolgente, non vi pare?


Ma tutto questo Maria in qualche modo l’aveva già capito. Ecco perché insisteva tanto sulla preparazione dell’ambiente e sulle caratteristiche che esso deve possedere: esse non consistono soltanto, come si tende a credere, nella presenza di oggetti a misura di bambino, proporzionati cioè alle sue piccole membra. La base, il fondamento del lavoro di costruzione dell’ambiente è, come diceva lei, riuscire a creare per il bambino “un ambiente d’amore”. “Bisogna creare intorno al bambino un ambiente che risponda, non solo dal lato igienico, ma soprattutto dal lato spirituale, alle sue esigenze”5 e che sia “un centro di vita felice”6.

Il nostro compito è veramente spirituale, dobbiamo preparare nell’ambiente l’alimento dello spirito, che è occulto come forza e che cerca le cose intime e nascoste all’esterno.7

Tutti nel mondo conoscono il “metodo” Montessori per il mobilio e gli oggetti a misura di bambino: se nelle nostre scuole dell’infanzia ci sono oggi seggioline e tavolini bassi è per merito di Maria (anche se non lo dice mai nessuno). Ma ciò che è stato dimenticato è che per lei l’ambiente-scuola non deve rispondere solo a criteri igienici o didattici, ma alle esigenze “spirituali” del bambino, ovvero ai bisogni incompresi della sua anima.


Un ambiente, dunque, in cui non basta che siano presenti e ben disposti tutti i materiali di sviluppo, o che i mobili e gli oggetti siano in proporzioni adatte al piccolo corpo dei bambini, ma in cui si respiri anche bellezza, pace, armonia, in una parola amore. Non quello falso e appiccicoso fatto di moine non richieste, ma quell’“intelletto d’amore” che è l’energia che tiene insieme l’universo.


Un ambiente caldo d’amore: ecco cosa si è perso di vista per strada, ecco cosa si è scordato (nel senso di “non più in accordo con il cuore”)! Nient’altro che il punto cardine della visione Montessori…


Se un bambino cresce in un ambiente sano, accogliente, rispettoso, che gli offre gli strumenti per autoeducarsi, che gli permette di far sbocciare tutte le sue meravigliose e infinite potenzialità, vicino ad adulti che lo comprendono e lo guidano con saggezza, diventa un adulto che può cambiare il mondo, perlomeno un pezzettino… Perché ha cambiato i suoi geni, il suo DNA: quei due filamenti proteici in cui è scritto in codice, come ha scoperto Gregg Braden, nientemeno che il nome del Creatore!8 Portiamo dentro di noi una scintilla del Divino, ma per poterla fare brillare in tutta la sua luce dobbiamo prima di tutto esserne consapevoli e poi accoglierla e offrirle l’ambiente più adatto perché essa possa crescere ed espandersi sempre di più intorno a noi.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.