CAPITOLO 33

S come SALUTE

La salute del corpo dipende da quella dello spirito. La soddisfazione della vita interiore, la possibilità, la possibilità di esprimere le proprie potenzialità, è senza dubbio il segreto della salute, anche di quella fisica.

Lo spirito sano rende il corpo sano, vale a dire che il corpo, per essere sano, deve rimanere unito a uno spirito la cui radiosità è normale.

La salute è un tutto.1

Parole profetiche, parole rivoluzionarie…


Maria Montessori era un medico, una delle prime donne ammesse a frequentare una facoltà fino ad allora di pertinenza esclusivamente maschile, laureata in psichiatria con una tesi sulle allucinazioni, ma era anche docente di Igiene e Antropologia all’Università di Roma.


Aveva dunque tutte le carte in regola per essere definita una scienziata, ma a lei i ristretti confini accademici non bastavano e a un certo punto della sua vita saltò dall’altra parte della barricata: rinunciò a tutte le esaltanti prospettive professionali istituzionali, alle sue cattedre universitarie, per dedicarsi alla ricerca sperimentale sui bambini. Ne nacque un metodo educativo (anche se lei non volle mai definirlo tale) che scosse il mondo e cambiò la vita di intere generazioni.


Lei medico, divenne la più grande e geniale educatrice di tutti i tempi, perché riuscì a tirare fuori l’anima del bambino, sepolta da strati di condizionamenti culturali e sociali, e ne studiò la fisiologia, cioè il funzionamento, scoprendo quello che definì “il segreto dell’infanzia”.


Oggi la si definirebbe una terapeuta “olistica” perché aveva compreso che l’essere umano è qualcosa di più di un corpo, di un aggregato di cellule studiabili al microscopio: “è un tutto”, e “vita psichica e vita fisica sono collegate insieme”2. Allora, ai primi del ’900, quando le neuroscienze non esistevano ancora, scrisse con grande coraggio qualcosa su cui a mio avviso dovrebbero meditare a lungo tutti i medici, gli educatori, i genitori, e cioè che “la salute del corpo dipende da quella dello spirito”: affermazione veramente ardita! Eppure è proprio così: è da lì, da quel piano, da quel livello, che tutto ha origine.


E ancora diceva:

La malattia è talvolta una pura apparenza, che ha cause esclusivamente psichiche, come fosse un’immagine anziché una realtà. Le fughe nella malattia non sono simulazioni, ma rappresentano sintomi reali, alterazioni febbrili della temperatura e veri disturbi funzionali che qualche volta hanno grave apparenza. Eppure sono malattie inesistenti, collegate nel subconscio a fatti psichici che riescono a dominare le leggi fisiologiche.3

I saggi guaritori e gli sciamani di tutti i popoli tradizionali del mondo lo sanno da sempre, ma la scienza occidentale l’ha scoperto da poco. Ne aveva parlato un altro medico, suo contemporaneo, Edward Bach, a cui si deve la scoperta della floriterapia. Anche lui sosteneva che la malattia parte dall’alto, cioè da uno squilibrio a livello spirituale (o della Coscienza, come diremmo oggi), che si trasmette poi, con un meccanismo a cascata, a tutti gli altri livelli dell’Essere, come quello emotivo e più strettamente fisico. Bach, medico omeopata, ha utilizzato i semplici fiori raccolti nelle campagne del Galles come strumenti terapeutici, Maria Montessori si è servita invece dell’educazione come terapia. Perché ha scoperto i segreti dell’anima del bambino e ha capito che “fargli dono di essere compreso, di ricevere ciò che corrisponde ai suoi bisogni profondi, significa aprirgli le porte della salute”4.

Ecco perché la scuola Montessori (nella sua accezione di Casa dei Bambini) è per me una delle migliori misure di pediatria preventiva che io conosca: “Oggi i nostri pediatri riconoscono le nostre scuole come Case della Salute, ove si inviano bambini che hanno malattie funzionali resistenti alle cure comuni e si ottengono sorprendenti risultati di guarigione”5. Che grande e pionieristica realizzazione! Maria si era accorta che il benessere psicofisico del bambino dipende in grandissima parte dall’ambiente in cui egli si trova a vivere e nella sua scuola aveva inserito all’interno un pediatra, affinché potesse seguire e valutare la salute dei bambini che la frequentavano. Per ogni bambino veniva compilata addirittura una sorta di cartella clinica: “Nelle nostre scuole si tengono schede biologiche di ogni alunno, in modo da poter conoscere i disturbi dei diversi periodi e stabilire di conseguenza il trattamento necessario”6. Ai genitori venivano chieste informazioni non solo su possibili malattie familiari, ma anche sulla gestazione e sulla nascita del bambino e i suoi primi anni di vita per sapere se vi erano stati traumi o difficoltà “che devono essere individuate e comprese per essere curate”7. Un progetto d’avanguardia quindi, con una finalità prettamente terapeutica, che sto cercando, nel mio piccolo, di riportare in auge… Sarebbe infatti, io credo, un interessante filone di ricerca quello di studiare le connessioni tra educazione e salute, e cioè le ripercussioni che possono avere sullo stato di salute globale del bambino le condizioni “scolastiche”, legate per esempio alla bellezza dell’ambiente, all’atmosfera di calore e di accoglienza, all’atteggiamento empatico dell’insegnante, al clima di libertà e all’interesse delle proposte educative. Sono convinta che ci aspetterebbero piacevoli sorprese…


Io, come pediatra, vedo ogni giorno bambini annoiati, che non amano andare a scuola, e che da quando questa apre i battenti a settembre incominciano ad ammalarsi: tossi, raffreddori, bronchiti, sono tutti sintomi del loro disagio, una sorta di brontolio dell’anima che sussurra il suo sconforto… “Se sono annoiati e scontenti languono da un punto di vista fisico”8, diceva Maria. E allora a cosa serve riempirli di farmaci (o anche solo rimedi naturali) per zittire questa voce? Non sarebbe meglio prevenire che curare? Non converrebbe creare le condizioni più adatte alla loro crescita, offrendo a questi “piccoli prigionieri di un ambiente artificiale” un luogo a loro misura che appaghi le esigenze della loro anima, del loro spirito? “Dobbiamo guarire le ferite inconsce, le malattie spirituali”9 che li affliggono, come ci ricorda Maria, piuttosto che incerottare e mettere a tacere i sintomi del loro corpo che grida per essere compreso nella sua interezza e globalità.

In medicina si sa che i sintomi più diversi possono provenire da una sola causa centrale, capace di determinare innumerevoli fenomeni, che sarebbe vano tentare di combattere ad uno ad uno. ... Quando, sondando il subcosciente, si è trovato il motivo nascosto, tutto diventa comprensibile e i fenomeni svaniscono o restano senza importanza. I problemi dell’educazione possono essere paragonati ai fenomeni esteriori, in se stessi irriducibili, perché derivano da una causa centrale non percepita. ... La nostra opera pedagogica è rimasta al di fuori del procedimento sintomatico dell’educazione attuale ed ha seguito un cammino proprio di ricerche, che le ha permesso di trovare la causa centrale dalla quale derivano questi effetti finora irriducibili. E vinta questa causa, tutti i problemi sono scomparsi.10

Proprio come Bach, anche Maria Montessori si era resa conto che per curare in profondità bisogna andare all’origine del problema ed estirparne le radici: non basta eliminare i sintomi multiformi che da quel nucleo centrale derivano (come fa la medicina allopatica con i farmaci chimici). Come a dire che se c’è un tubo rotto che perde acqua non è sufficiente dare una mano di bianco sul muro per togliere la macchia, bisogna riparare il guasto che è all’origine del danno!


Attraverso l’osservazione attenta dei bambini, Maria comprese di cosa essi avevano bisogno per ritrovare la salute e con essa la gioia e l’appagamento interiore: un ambiente adatto e la possibilità di applicarsi in un lavoro spinti dall’interesse e dall’entusiasmo.


È proprio grazie a questi elementi (un interesse totale, un grande amore per la sua missione, una finalità precisa) che Bach era riuscito a guarire da una grave condizione di salute che a detta dei medici gli avrebbe lasciato solo tre mesi di vita.


Un’indicazione importante che ci fa riflettere: di fronte a un problema che ci assilla e ci fa soffrire, perché non dedicarci a qualcosa che ci appassiona a tal punto da farci dimenticare tutto il resto?

Ma c’è ancora qualcos’altro che ci sfugge…


Tutti i grandi Iniziati hanno compreso che in realtà esiste un’unica malattia, che prende nomi scientifici diversi, ed è la dimenticanza della vera natura dell’uomo, della sua essenza divina. È proprio questa che i bambini possono aiutarci a ritrovare… Ed è proprio questa la dimensione che interessava maggiormente a Maria.11


È interessante notare come grandi mistici e Maestri (per esempio Yogananda, Krishnamurti, Aïvanhov), che potremmo definire “medici dell’anima”, a cui stava a cuore la salute dello spirito dell’essere umano, abbiano dedicato parte delle loro energie proprio a progetti educativi: del resto il significato etimologico della parola medico è connesso alla funzione dell’insegnare, per cui potremmo dire che sostanzialmente la parola medico e la parola maestro sono intercambiabili.


Essi sapevano, come Maria, che è dal bambino che bisogna cominciare per creare un mondo nuovo, in cui il Cielo possa scendere sulla Terra e fecondarla con la forza del suo Spirito. Solo così il nostro pianeta potrà guarire. Sì, solo attingendo dall’Alto e portando in basso l’energia dei piani più sottili è possibile trasmutare la materia, il piombo in oro.


Allora, di fronte a un problema che crea una zona di buio nella nostra vita perché non provare ad accendere la luce?


Osservate i bambini: quando sono felici e appagati nei loro bisogni il loro sguardo è luminoso… Coltiviamo dunque la radiosità, in noi e nei bambini che ci stanno accanto: come ci ricorda Benjamin Zander, direttore della Philharmonic Orchestra di Boston, dovremmo sempre chiederci “come mi sto comportando se i loro occhi non brillano?”12. Sì, perché il successo, come educatori o genitori, dipende da quanti occhi che brillano abbiamo attorno… Vegliamo dunque affinché la luce che risplende negli occhi dei bambini non abbia a spegnersi mai.

Alfabeto Montessori
Alfabeto Montessori
Elena Balsamo
Le parole che possono cambiare il mondo.Dialogo a due voci e riflessioni per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori. Un dialogo a due voci, in cui il registro poetico di Elena Balsamo si alterna a quello più tecnico-pedagogico di Maria Montessori.Alfabeto Montessori è un libro di riflessioni, quasi “meditazioni quotidiane”, per comprendere gli aspetti più importanti, innovativi e meno conosciuti del pensiero e della visione di Maria Montessori, ma soprattutto per riuscire a stabilire con lei quel contatto spirituale che era solita realizzare con il bambino e il suo auditorio. I genitori non sono i costruttori del bambino, ma i suoi custodi. Essi devono proteggerlo e curarlo in un senso profondo, come chi assume una missione sacra.Maria Montessori, Il segreto dell’infanzia L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.