SECONDA PARTE - L'introduzione di cibi solidi e semisolidi

18. Alimentazione vegetariana
e vegana nella prima infanzia

di Angela Giusti e Francesca Zambri

L’alimentazione vegana è in aumento nei Paesi industrializzati, per ragioni etiche, filosofiche, di salute, socio-economiche e religiose. Questo fenomeno interessa anche l’Italia dove, secondo i dati Eurispes, le persone che dichiarano di seguire questo stile alimentare sono passate dall’1% al 3%1. L’alimentazione vegetariana è suddivisa in diverse categorie sulla base degli alimenti previsti:

  • latto-ovo-vegetariana (LOV): include latticini e uova, esclude carne e pesce;
  • latto-vegetariana (LV): include latticini, esclude carne, pesce, uova e derivati;
  • vegana (Veg): esclude tutti gli alimenti di origine animale (uova e derivati, latte e derivati, in alcuni casi miele).

Esistono altre tipologie di alimentazione vegetariana, come la crudista e la fruttariana, e diverse varianti come la macrobiotica e quelle che includono, ad esempio, il pesce.

Cosa sappiamo oggi?

Ai neogenitori che hanno adottato uno stile alimentare vegetariano o vegano può capitare di imbattersi in informazioni diverse e a volte discordanti sull’alimentazione complementare dei bambini piccoli (il periodo che va dai 6 mesi circa fino al termine dell’allattamento materno), informazioni che a volte acquisiscono i toni di veri e propri scontri tra diverse “scuole di pensiero”. Queste comunicazioni contrastanti non facilitano le scelte dei genitori per la salute dei propri bambini e bambine: talvolta il risultato è che essi tenderanno da un lato ad aderire alle posizioni che confermano le proprie convinzioni (secondo un fenomeno psicologico noto come bias di conferma), dall’altro, spinti da una forte motivazione, a pianificare una dieta “fai da te”.


Questo non accade nei Paesi in cui vegetarianesimo e veganesimo sono molto diffusi, come il Regno Unito, dove il National Health System offre sul proprio sito una serie di informazioni utili ai genitori per pianificare l’alimentazione della propria famiglia.2


Gli studi empirici disponibili ci permettono una prima considerazione: la dieta vegana negli adulti ha un effetto protettivo sull’incidenza e sulla mortalità per malattie cardio-vascolari e, in misura minore, anche sull’incidenza totale di tumori. Recenti studi sul microbioma umano riferiscono di effetti positivi dell’alimentazione vegetariana e vegana per un certo numero di malattie croniche, mentre le diete vegane possono addirittura conferire benefici protettivi oltre a quelli delle diete vegetariane, mostrando effetti positivi contro le malattie metaboliche e infiammatorie.3


Relativamente ai bambini di 0-6 anni, la letteratura disponibile è scarsa e poco omogenea e questo rende difficile produrre raccomandazioni conclusive sugli effetti sulla salute, positivi o negativi, dell’alimentazione vegana nei bambini che vivono nei Paesi industrializzati.4

I lattanti, i bambini e gli adolescenti presentano particolari esigenze nutrizionali per il rapido sviluppo che caratterizza queste fasi della vita; un’alimentazione inadeguata, per qualità, per difetto o per eccesso, può avere effetti permanenti sul loro sviluppo e sulla loro salute. Alcuni case report hanno dimostrato conseguenze gravi dell’alimentazione vegana, non adeguatamente bilanciata e corretta dalle necessarie integrazioni di nutrienti, nella fase dello svezzamento. Tali segnalazioni, fortunatamente, sono rare e isolate.


Le principali Società Scientifiche e Associazioni internazionali che si occupano di alimentazione infantile concordano sul fatto che i lattanti e i bambini piccoli che adottano uno stile alimentare vegetariano o vegano assumono alimenti qualitativamente sufficienti a coprire il proprio fabbisogno energetico e la maggior parte dei nutrienti necessari a crescere in salute. Per tali bambini sono raccomandate alcune integrazioni per le quali è utile fare riferimento a un professionista competente che aiuti i genitori a fare un piano alimentare e di supplementazione condiviso5.


Esiste poi un generale accordo sul fatto che l’alimentazione vegana, accuratamente bilanciata e integrata, sia adeguata alle esigenze nutrizionali anche delle donne in gravidanza e delle madri che allattano, oltre che dei bambini durante l’allattamento e l’alimentazione complementare, dei bambini più grandicelli e degli adolescenti. In ogni caso, è raccomandato l’allattamento esclusivo per 6 mesi e successivamente per 1-2 anni e oltre, secondo il desiderio di mamma e bimbo, integrando la propria alimentazione e quella complementare del bambino sulla base di quanto concordato con il professionista sanitario di fiducia. Nel caso in cui il latte materno non sia disponibile, è necessario nutrire il bambino con una formula sostitutiva per lattanti a base di soia, in quanto altre bevande vegetali (ad esempio, mandorla e riso) non apportano l’energia e le proteine necessarie per una corretta crescita.


È importante che i genitori siano consapevoli della necessità di combinare in modo appropriato i diversi alimenti, per garantire il miglior apporto calorico di proteine e di nutrienti essenziali. Sono poi necessarie integrazioni di alcuni micronutrienti per assicurare l’adeguata assunzione di vitamina B12, vitamina D, ferro, zinco, folati, acidi grassi omega-3 e calcio.

Aiutami a mangiare da solo!
Aiutami a mangiare da solo!
Centro Nascita Montessori
L’alimentazione dei bambini da 0 a 3 anni.Quali preziosi consigli darebbe Maria Montessori sull’alimentazione dei bambini?Una guida per rendere il momento del pasto un’occasione per aiutare i più piccoli a “fare da soli”. Quali preziosi consigli darebbe Maria Montessori a genitori e operatori della prima infanzia sull’alimentazione dei bambini?Quali suggerimenti per facilitare l’introduzione del cibo complementare e far sì che i più piccoli vivano questo momento come un piacere, piuttosto che un dovere?L’osservazione e il rispetto delle competenze e dei tempi di ciascun bambino dovrebbe essere la norma anche a tavola. Aiutami a mangiare da solo!, curato dal pediatra Franco De Luca, partendo dalle linee guida dell’OMS e dalle raccomandazioni delle più importanti società scientifiche pediatriche, raccoglie i contributi degli operatori del Centro Nascita Montessori e vuole essere una guida per tutti coloro che credono che il momento del pasto sia un’occasione per aiutare il bambino a “fare da solo” e scoprire il piacere dell’esperienza sensoriale che deriva dal gusto e dal piacere di mangiare. La madre che imbocca il bambino senza compiere lo sforzo per insegnargli a tenere il cucchiaio non lo sta educando, lo tratta come un fantoccio. Insegnare a mangiare, a lavarsi, a vestirsi è un lavoro ben più difficile che imboccarlo, lavarlo e vestirlo.Maria Montessori, Educazione alla libertà Conosci l’autore Il Centro Nascita Montessori di Roma si occupa di ricerca sullo sviluppo e sul mondo relazionale del bambino nei primi anni di vita, organizza corsi di formazione per operatori della prima infanzia e promuove la cultura di una buona nascita, accompagnando le coppie verso il nuovo ruolo genitoriale. L’operato del Centro è guidato dal pensiero montessoriano, in un costante confronto di idee, eventi ed esperienze a livello nazionale e internazionale. Franco De Luca ha svolto l’attività di Pediatra di Comunità dal 1978 presso il consultorio familiare di Campagnano di Roma, dove, dal 2012 al 2016, è stato Direttore dell’Unità Operativa Complessa “Tutela Salute della Donna e Medicina Preventiva in età evolutiva”.Attualmente in pensione, affianca alla libera professione l’impegno nella promozione, protezione e sostegno dell’allattamento al seno, come formatore e tutor valutatore per l’UNICEF delle iniziative Comunità e ospedali Amici dei bambini. Dal 2003 è presidente del Centro Nascita Montessori.