Introduzione

A Emma e Federico che mi ricordano ogni giorno la magia della vita,
a Gianna e Raffaele,
a M. G. che mi ha indicato la strada,
a tutti i bambini e ai loro bellissimi racconti
da cui ogni giorno imparo nuove cose.
Magnifica è la serenità del dialogo, ci lascia la pace, ci dona la sua pace. Oltre le frontiere, non produce scissioni, ma prende il largo, estende i mondi. Nei valloni fa scaturire le sorgenti. Il dialogo al suo principio è come una fonte la cui acqua mai si esaurisce, una luce nelle tenebre che rende il paese abitabile.

Françis Jacques

Il linguaggio è una dimensione essenziale della persona. L’individuo ha naturalmente bisogno di esprimersi e manifestarsi attraverso il linguaggio, ovvero di tradurre la sua intelligenza e il suo mondo interiore mediante un sistema di simboli.


In tal senso, la parola è un canale di espressione non solo del pensiero razionale, ma anche delle emozioni e più in generale della vita interiore di ciascun individuo. Essa fa da mediatrice tra ciò che sperimentiamo della realtà e il nostro pensiero. Il linguaggio consente di elaborare e amplificare le percezioni che abbiamo del mondo attraverso i sensi; arricchisce il nostro pensiero, aumenta il bagaglio concettuale con il quale interpretiamo e diamo significato alla realtà, permettendo in tal modo di elaborarne una visione sempre più complessa, più ricca e più ampia. Attraverso il linguaggio articoliamo e raccontiamo all’altro le nostre idee, i nostri progetti, i nostri desideri, intrattenendo un dialogo con la comunità in cui viviamo e, nel contempo, raccontandoli a noi stessi, entriamo in contatto con la nostra più profonda e intima umanità.


Il bambino, sin dall’inizio del suo cammino, partecipa di questa immensa ricchezza, ascolta la lingua parlata nel suo ambiente di vita e, a un certo punto del suo sviluppo, inizia a comprendere il significato dei suoni ascoltati e a utilizzarli per comunicare con gli altri individui e con se stesso. Questa prima comunicazione è un ponte gettato verso l’altro, attraverso cui il bambino intrattiene una relazione e si mette in contatto con altri individui, lungo il cammino di conquista della propria umanità. Essa rappresenta un prezioso bagaglio con il quale il bambino nasce, frutto dell’evoluzione della specie umana, che portiamo con noi sin dall’inizio della nostra esistenza.

Si tratta di una capacità posseduta naturalmente, che viene però sviluppata con gradualità attraverso l’interazione personale con il mondo.

La capacità linguistica può essere più o meno favorita dal contesto in cui si vive, in funzione degli stimoli che si incontrano quotidianamente. Se le esperienze nell’ambiente di vita non favoriscono questo dono innato, sarà più difficile e faticoso farne uso. La capacità di ascolto che il bambino incontra, l’accoglienza e la comprensione che riceve all’interno del suo spazio di vita e la libertà che gli viene concessa di esprimere se stesso, le proprie idee e le proprie emozioni influenzano fortemente la sua capacità linguistica e il suo desiderio di comunicare.

Il ruolo dell’ambiente è quindi di fondamentale importanza; esso rappresenta una dimensione essenziale e determinante per lo sviluppo di ogni essere umano.

In questa prospettiva, lo sviluppo del linguaggio che vive il bambino nei suoi primissimi anni di vita non può essere unicamente considerato come apprendimento tecnico, ovvero come acquisizione di parole e di strutture sintattiche che avviene grazie a un apprendimento meccanico e avulso dal contesto di vita, ma piuttosto come un cammino ricco e articolato che lo coinvolge appieno e che non può prescindere dal suo mondo quotidiano e dalla rete di relazioni in cui vive. Lo sviluppo del linguaggio fa parte quindi di un lungo e graduale processo di costruzione ed espressione della propria umanità che deve essere favorito al meglio, affinché possa realizzarsi nel modo più pieno e completo.

Nel processo di sviluppo individuale del bambino l’ambiente possiede un ruolo centrale e determinante, riconosciuto e messo in evidenza da Maria Montessori nel suo pensiero pedagogico. Medico e scienziata, formulò con limpidezza e profondità una nuova visione del bambino, rivelandolo come individuo non meramente passivo nei confronti dell’adulto sapiente, ma dotato sin dalla nascita di precise competenze, ancora inattuate e immature, che egli riesce a sviluppare in modo armonico e spontaneo attraverso l’interazione con un ambiente favorevole.

La spontaneità dello sviluppo del bambino si fonda sull’esistenza in lui di una guida naturale che lo orienta nell’acquisizione di specifiche abilità attraverso il suo personale agire nel mondo. Egli possiede la capacità di adattarsi al suo contesto storico, culturale e sociale e di acquisirne e interiorizzarne le specificità, costruendo in tal modo la propria individualità e le caratteristiche di uomo del suo tempo, capace a sua volta di trasformare la società con il proprio contributo personale. La crescita e la formazione personale di ciascun essere umano non sono quindi processi univoci e unidirezionali, nei quali l’adulto plasma integralmente e a suo piacere il bambino, ma sono piuttosto processi complessi e diversificati, attraverso i quali il bambino potenzia le proprie capacità naturali, tra cui il linguaggio, grazie all’interazione personale con l’ambiente e con l’adulto che lo affianca.

Secondo Maria Montessori, solo un ambiente “a misura” ovvero calibrato sulle esigenze del bambino, nella specifica fase di sviluppo in cui si trova, può favorire in modo positivo una crescita piena ed equilibrata e il conseguente sviluppo delle potenzialità che egli, in quanto essere umano, possiede.

Nel grande e privilegiato lavoro di supporto che ciascun adulto compie nei confronti del bambino dovrà quindi essere prestata illuminata, grande e amorevole cura nei confronti dell’ambiente che lo accoglie e nei confronti della relazione che viene costruita e vissuta con lui.

Questo libro si ispira, senza la pretesa di farsene interprete, al pensiero Montessori, pedagogia più che mai viva e attuale, che propone la visione di un bambino capace, che per crescere non ha bisogno che l’adulto faccia le cose al suo posto, ma che lo supporti affinché riesca a farle da solo; visione che è al contempo un prezioso richiamo al suo diritto di essere rispettato nella sua dignità personale.

Ogni istante che il bambino vive, se accolto e favorito con amore e sapiente incoraggiamento, rappresenta un piccolo passo compiuto verso la ricerca e la costruzione di sé.

Insieme al pensiero Montessori, questo testo accoglie anche il contributo di altri pensatori su alcuni temi che vengono affrontati inerentemente al linguaggio.

Le seguenti pagine si rivolgono a tutti gli adulti che hanno il prezioso e importante compito di accompagnare chi è ancora agli albori della propria esistenza e sta affrontando la meravigliosa e impegnativa avventura del diventare donne e uomini nel mondo. Non pretendono di esporre scientificamente e in modo esaustivo il processo di apprendimento linguistico del bambino, né hanno l’intenzione di proporre rigide linee guida da seguire, ma piuttosto di offrire qualche spunto di riflessione riguardante la pratica che può essere seguita nell’accompagnare il proprio bambino lungo questo cammino.

La speranza che anima questo breve scritto è che in queste piccole donne e in questi piccoli uomini non venga spento, ma alimentato con amore e pazienza, il desiderio di dare voce alle proprie idee e ai propri sentimenti, per partecipare con slancio e gioia alla vita che scorre intorno a loro.

Il linguaggio del bambino piccolo e il pensiero Montessori
Il linguaggio del bambino piccolo e il pensiero Montessori
Isabella Micheletti
Come favorire l’uso della parola nei primi anni di vita.Un piccolo libro che suggerisce idee pratiche per sviluppare il linguaggio, partendo dal pensiero di Maria Montessori e di altri rinomati studiosi dell’infanzia. L’apprendimento del linguaggio avviene nei primissimi anni di vita del bambino, grazie all’utilizzo di competenze innate che necessitano di essere esercitate quotidianamente. Per favorire questo ricco processo di sviluppo, è importante predisporre un ambiente che consenta esperienze di qualità, ma è altresì essenziale che l’adulto instauri una relazione di comprensione e rispetto con il bambino: imparare a parlare, infatti, non equivale solo ad apprendere parole nuove o a costruire frasi, ma significa porsi in relazione con l’altro, donando una parte di sé. È consigliabile, dunque, offrire al bambino non solo un linguaggio chiaro e corretto, ma anche la propria attenta presenza, sapendo regalargli momenti di ascolto, senza scordarsi che anche il silenzio rappresenta un prezioso tempo di raccoglimento e di costruzione personale. Isabella Micheletti nel suo libro Il linguaggio del bambino piccolo e il pensiero Montessori (ma non solo!) affronta questi temi con chiarezza e semplicità, suggerendo idee pratiche da sperimentare in famiglia. Seguire nel bambino lo sviluppo del linguaggio è studio di un immenso interesse e tutti coloro che vi si sono dedicati concordano nel riconoscere che l’uso di parole e nomi, dei primi elementi del linguaggio, cade in un determinato periodo della vita come se una precisa regola di tempo sovrintendesse a questa manifestazione dell’attività infantile. Il bambino sembra seguire fedelmente un severo programma imposto dalla natura, e con tale puntuale esattezza che nessuna scuola, per quanto sapientemente diretta, reggerebbe al confronto.Maria Montessori Conosci l’autore Isabella Micheletti è educatrice Montessori e formatrice nei corsi dell’Opera Nazionale Montessori. Specializzata nel metodo Montessori, lavora da anni in questo ambito educativo con esperienza sia in Italia che all’estero.È co-fondatrice del progetto educativo e sociale “Spazio Montessori, uno spazio per la famiglia”, rivolto ai bambini della prima infanzia e alle loro famiglie.Scrive articoli di settore ed è appassionata ricercatrice nell’ambito del pensiero pedagogico.