prima parte

Incoraggiare la curiosità

Come già visto nel capitolo 2, gli insegnanti Montessori non credono che il bambino sia un vaso da riempire di fatti. Il bambino ama davvero imparare, fare scoperte da solo e trovare soluzioni creative.

Come genitori possiamo incoraggiare la sua curiosità anche a casa con cinque ingredienti.

CINQUE INGREDIENTI PER LA CURIOSITÀ

1. Fiducia nel bambino
Montessori ci sprona ad avere fiducia nel fatto che il bambino voglia imparare e crescere (e sappia intrinsecamente su cosa debba lavorare per svilupparsi a dovere).

Il che significa che se gli forniamo un ricco ambiente da esplorare non è necessario costringerlo a imparare o preoccuparsi se si sviluppa in modo “diverso” rispetto ai coetanei.

Possiamo aver fiducia che sceglierà un proprio e originale percorso di sviluppo, da percorrere in modo unico e con i suoi tempi.

Possiamo anche aver fiducia nel fatto che impari da solo quali sono i limiti del suo corpo.
I bambini piccoli sono curiosi e vogliono esplorare il mondo che li circonda e imparare.

Potrebbero esserci degli incidenti di percorso che non possiamo prevenire (e a cui forse dovremmo permettere di accadere), dopo tutto, non è così che si impara? E noi saremo lì se vorranno essere sostenuti: “Oh, che spavento! È dura vedere che ti sei fatto male, ma sono così felice che il tuo corpo sappia come fare per guarire! Non è straordinario?!”.
Ci preoccupiamo costantemente dello sviluppo di nostro figlio o del fatto che possa farsi male? Riusciamo a mettere da parte queste preoccupazioni sul futuro e a godere del momento in cui si trova oggi, nel suo viaggio unico e irripetibile?

2. Un ricco ambiente di apprendimento
Perché il bambino sviluppi la curiosità verso il mondo che lo circonda e un desiderio di imparare, dobbiamo offrirgli un ricco ambiente di apprendimento e tempo per esplorarlo.

L’ambiente in cui imparare non deve essere pieno di materiali costosi. L’esplorazione nella natura può essere del tutto libera, far cadere una catenina o un cordino in un tubo di cartone non costa nulla e selezionare fagioli secchi costa ben poco.

Nel capitolo 3, a proposito delle attività, abbiamo imparato che è importante continuare a osservare il bambino e offrirgli opportunità di mettere in pratica ciò in cui si sta destreggiando in quel momento.

Che aspetto ha l’ambiente in cui si muove il bambino? L’ambiente fisico, sociale, e persino gli adulti che lo circondano? Gli forniscono ricche occasioni di esplorazione?
3. Tempo
Perché i bambini sviluppino e seguano la loro brama di scoprire, esplorare e provare meraviglia, il tempo è un elemento essenziale. Tempo non strutturato, senza fretta, persino il tempo di sentirsi annoiati.

Concedete tempo all’esplorazione del bambino, al suo movimento, al linguaggio e alla conversazione, alla costruzione di legami, alla curiosità e alla meraviglia.
Sia che lavoriamo o che trascorriamo tutto il nostro tempo con il bambino, pensiamo in modo creativo alle nostre settimane e giorni. Riusciamo a ritagliare dai 15 ai 30 minuti ogni giorno di tempo libero, non strutturato? Forse un’ora o due nei fine settimana?
A quali impegni possiamo rinunciare?
4. Una base sicura e solida
Come genitori possiamo fornire sicurezza e protezione fisica ed emotiva. Tenere il bambino al sicuro dalle prese elettriche, dalle strade trafficate e da altri pericoli fisici. Rendere a prova di bambino le nostre case, o almeno parte di esse, così che egli possa esplorare in libertà.

Anche da un punto di vista emotivo possiamo offrire sicurezza. Possiamo accettarlo per ciò che è, e lui avrà fiducia nel nostro aiuto, anche quando passerà dei momenti difficili.

Questa protezione e il senso di sicurezza gli garantiranno la libertà di essere curioso nel mondo.
Ci sono modi per dimostrare al bambino che siamo al suo fianco, anche e soprattutto nei momenti più difficili? Siamo in grado di guardarlo negli occhi e convalidare i forti sentimenti che prova per cose che a noi sembrano insignificanti?
5. Favorire un senso di meraviglia
Possiamo fare al bambino domande sul mondo che vediamo, invitarlo a esplorare con tutti i sensi e andare nella natura il più spesso possibile.
Diamo l’esempio provando meraviglia a nostra volta? Gli permettiamo di esplorare con tutti i sensi? Usiamo la natura per ispirare un senso di meraviglia in nostro figlio?

SETTE PRINCIPI PER ESSERI UMANI CURIOSI

Quando assicuriamo al bambino la disponibilità di questi cinque ingredienti, ecco che egli ha una base forte da cui partire per sviluppare una curiosità verso il mondo che lo circonda e l’abilità di pensare e fare cose da solo.
Fondandoci sui cinque ingredienti di base, possiamo applicare sette principi che aiutino il bambino a diventare un essere umano curioso.
  1. Seguire il bambino - lasciate che sia lui a guidare.
  2. Incoraggiare l’apprendimento pratico - lasciatelo esplorare.
  3. Coinvolgere il bambino nella vita quotidiana - permettetegli di coinvolgersi.
  4. Andare piano - rispettate i suoi ritmi.
  5. Aiutami a fare da solo - concedetegli indipendenza e responsabilità.
  6. Incoraggiare la creatività - salvaguardate il suo stupore.
  7. Osservare - lasciate che vi mostri le sue cose.
Vediamone uno per volta e cerchiamo di capire come possano aiutarci a portare l’approccio Montessori nella nostra vita di tutti i giorni.
1. Seguire il bambino
È il modo di apprendere del bambino. Questa è la strada che segue.
Impara tutto senza sapere di imparare… percorrendo sempre le vie 
della gioia e dell’amore.


Dr. Maria Montessori, La mente assorbente


Abbiamo già detto quanto sia importante per il bambino guidare, non essere interrotto quando è profondamente concentrato su qualcosa (almeno il più possibile) e seguire i propri interessi. Ma non credo che ripeterlo sia di troppo, questo è infatti il cuore dell’approccio Montessori.

Il che potrebbe voler dire scegliere di andare a fare una passeggiata e lasciare che sia il bambino a dare il ritmo: ci fermiamo e proseguiamo seguendo il suo passo.

Potrebbe voler significare parlare tanto di fari, andare a vederli, leggere libri che ne trattano e creare modellini di fari con nostro figlio se questo è il suo interesse del momento.

Potrebbe voler dire preparare le cose la sera se non è mattiniero.

Seguire il bambino vuol dire seguire la sua personale tabella di marcia, capire dove si trova oggi e non imporre le nostre idee su cosa dovrebbe imparare e quando.

Voglio essere chiara: seguire il bambino non vuol dire essere permissivi e lasciargli fare tutto ciò che vuole. Stabiliremo i limiti necessari, garantendo la sicurezza e la cura di sé, dell’ambiente e degli altri.

Ma non significa neppure essere direttivi; quando ci ascoltiamo a impartire comandi, fare prediche o fornire troppe informazioni, potremmo ricordare:
Ah, già, come posso trovare il modo di fare un passo indietro e permettergli di condurre?
Ma si devono pur fare certe cose! Penseremo spesso. Bisogna vestirsi, andare al nido, preparare la cena, fare il bagno!
Continueremo a fare in modo che le cose accadano, ma in un modo che ci consenta di “seguire il bambino”. Possiamo imparare a lavorare con lui anziché fargli delle cose, seducendo, minacciando, stabilendo punizioni. Nel capitolo 6 cercheremo modi per stabilire limiti e coltivare la collaborazione con i bambini piccoli.
2. Incoraggiare l’apprendimento pratico
I piccoli imparano meglio quando toccano gli oggetti, sentono l’odore delle cose, assaggiano e vedono. Per crescere apprendisti curiosi cercate di far vivere loro esperienze dirette e pratiche.

Quando iniziano a porre domande, anziché limitarsi a fornire delle risposte, potremmo dire: “Non lo so, scopriamolo insieme!”. Poi potremmo decidere di fare un piccolo esperimento o di esplorare insieme, come tirare fuori una lente di ingrandimento per dare un’occhiata più da vicino, oppure visitare lo zoo, andare in biblioteca a cercare qualche libro, o chiedere a un vicino che ne sappia di più sull’argomento.

I nostri bambini imparano che se non conoscono qualcosa possono attivare le proprie risorse e scoprirlo, spesso in modo pratico e concreto.

A casa esplorano l’ambiente, toccando e palpando le cose; anziché dire: “No, non toccare!”, possiamo osservare le abilità in cui si esercitano e cercare un modo per reindirizzarle verso un’attività più appropriata. Se stanno togliendo i libri dallo scaffale, potremmo rimetterli a posto così che abbiano l’occasione di toglierli di nuovo ed esercitarsi ancora e ancora. Oppure, se non siamo in vena di fare quel gioco, possiamo pensare ad altre cose da svuotare, come una collezione di sciarpe in un cestino. Quando li troviamo intenti a esplorare il nostro portafogli e a tirare fuori tutte le carte e i soldi, potremmo predisporre qualche altro contenitore in un cestino, che si apra e chiuda e nasconda cose al suo interno. Nella nostra classe abbiamo anche un vecchio portafogli con alcune mie vecchie carte fedeltà e tessere della biblioteca.

Ancora, la natura è un luogo meraviglioso per l’apprendimento sensoriale e pratico, a partire dal vento e dal sole sul viso, dalla sabbia o dalla terra fra le dita, fino al suono delle onde o allo scricchiolio delle foglie, dall’odore del mare a quello delle foglie nei boschi.
3. Coinvolgere il bambino nella vita quotidiana
Il bambino piccolo è curioso di capire cosa stiamo facendo, vuole essere un membro significativo della famiglia, non sta solo cercando di farci diventare matti avvinghiandosi alle nostre gambe.

Nel capitolo 3 abbiamo visto molte attività pratiche quotidiane nelle quali coinvolgere i nostri figli.

Potremmo magari farci aiutare con la preparazione del cibo. Li inviteremo dicendo:
“Stiamo preparando la cena, a te quale parte piacerebbe fare?”. Potrebbero passarci le cose, o si potrebbe mettere una scaletta per farli stare accanto a noi in cucina, tenere un grembiule su un gancio apposta per loro, fargli lavare le mani, spezzare qualche foglia di lattuga per l’insalata, sciacquare le foglie. Se perdono interesse lasciateli andare.

Anziché pensare, devo fare la lavatrice! Potremmo immaginarla come un’attività da fare insieme. Ricordo che quando mio figlio era piccolo lo sollevavo così poteva spingere i pulsanti della lavatrice. Mi aiutava spesso a svuotarla e poi giocava con le mollette mentre io stendevo i panni (potreste anche disporre un filo più basso dove i bambini possono stendere i panni). Per fortuna in Australia, dove vivevamo all’epoca, avevamo spazio per uno stendibiancheria esterno. Mia figlia restava distesa su un materassino e scalciava e ci guardava mentre chiacchieravamo fra noi. A volte sembrava proprio un paradiso domestico, il più delle volte appariva come una sorta di caos organizzato, ma era sempre molto divertente.

Coinvolgere i bambini piccoli significa più confusione e maggiore lentezza, ma stiamo creando legami e ricordi che dureranno tutta la vita. Chi, in questo momento, sta facendo i conti con il tentativo di conciliare questo desiderio di coinvolgimento con il lavoro e gli impegni della vita potrebbe iniziare in quei momenti in cui avanza un po’ di tempo. Magari ritagliarsi un’ora o due durante i fine settimana, quando si resta a casa e si fa la lavatrice tutti insieme, o si decide di cuocere qualcosa in forno, o ancora di curare le piante o il giardino. Riconosciamo il fatto che durante la settimana non abbiamo il tempo o la pazienza per lasciarci aiutare in cucina, ma immaginiamo di invitare il bambino ad apparecchiare la tavola, a versarsi da solo da bere durante i pasti, a riportare il piatto in cucina dopo mangiato. Possiamo iniziare con le cose che ci piacciono di più e che vorremmo fare insieme ai nostri figli.

Per altre idee, riguardate la lista delle “attività di vita pratica”, nel capitolo 3, oppure le attività elencate in appendice.
4. Andare piano
Andate veloci quando ha senso farlo, e andate piano quando è necessaria la lentezza. Cercate di vivere, come dicono i musicisti, al tempo giusto, alla giusta velocità.

Carl Honoré, Elogio della lentezza


Con i bambini piccoli il “tempo giusto” sarà spesso molto più lento di quello abituale.

Ai bambini non piace andare di corsa (tranne quando vedono ampi spazi aperti e allora sentono il bisogno di correre).

Fermatevi e osservate insieme le crepe dell’asfalto, cercate di godere del processo anziché del risultato. Andare piano darà a vostro figlio il tempo di esplorare ed essere curioso.

Faremmo bene anche noi a imparare dai bambini, perché ci ricordano di rallentare ed essere presenti; lasciamo andare le liste mentali di cose da fare e le preoccupazioni per il passato e il futuro.

Se vogliamo la cooperazione del bambino, il miglior consiglio è quello di andare piano.

Questo vuol dire esercitarsi a non dire: “Anche oggi siamo in ritardo!”, tutte le mattine.

Li stresseremmo e loro opporrebbero resistenza, finiremmo per fare ancora più tardi (alcune idee su come evitare i ritardi si trovano a pag. 142).

Vivendo con calma, nelle situazioni occasionali in cui è necessario correre (per esempio per prendere un autobus o se la sveglia non suona) il nostro bambino sarà molto più accomodante. Quando viene pressato tutti i giorni il rischio è che non ascolti più le nostre richieste, neanche quando abbiamo davvero bisogno del suo aiuto.
5. Aiutami a fare da solo
“Aiutami a fare da solo” è un’espressione spesso usata nel mondo Montessori. Significa:
  • sistemare le cose in modo che il bambino riesca a fare bene da solo

  • intervenire il meno possibile e solo quando è necessario, poi ritrarsi e lasciare che il bambino continui a provare

  • concedergli tempo per esercitarsi

  • mostrare accettazione e offrire sostegno


Come insegnare le abilità al bambino
Suddividete il compito in piccole fasi e mostratele al bambino con molta lentezza.
Le assimilerà più velocemente se evitiamo di parlare mentre mostriamo il compito da eseguire. Diciamo solo: “Guarda!” e facciamo la nostra dimostrazione con movimenti lenti e chiari.

Strategie di supporto
Amo il modo in cui in classe i materiali Montessori si innestano gli uni sugli altri, mentre il bambino li utilizza e passa dal più semplice al più complesso, con ciascuna abilità che fa da supporto alla successiva.

Possiamo applicare lo stesso principio per insegnare al bambino a fare le cose da solo a casa. Un’abilità sostiene l’altra mentre il piccolo acquisisce competenza e maturità. Le abilità saranno via via più difficili o avranno più passaggi, oppure verrà richiesto al bambino di seguire istruzioni in più fasi.

Per esempio, all’inizio possiamo fargli vedere come infilare il piede nella scarpa, poi, in un secondo momento, mostrargli come si tira il velcro per stringere. Una volta che sappiano padroneggiare queste abilità gli insegneremo a spingere il velcro per chiudere; dopodiché lo inviteremo a infilarsi le scarpe da solo.

Concedere tempo
Quando nella nostra routine quotidiana prevediamo tempo a sufficienza, possiamo aiutare il bambino a fare da solo. Per esempio, potrà vestirsi con i suoi tempi, il che non vuol dire un tempo illimitato ma magari quei dieci-quindici minuti mentre noi restiamo seduti accanto a lui sul pavimento con una tazza di tè. Per noi è rilassante e apprezziamo il fatto di aiutare nostro figlio a imparare a vestirsi.

Anche nei giorni di pioggia ci si può esercitare, per esempio, a far togliere le calze e rimetterle, toglierle e rimetterle.

Queste attività quotidiane offrono momenti di unione e opportunità di apprendimento, quando il bambino impara a fare le cose da solo e acquista fiducia nelle proprie capacità.

Appena iniziamo a sentirci frustrati perché il tempo impiegato è troppo, anziché irritarci possiamo dire a noi stessi che per questa volta lo aiuteremo noi e riproveremo domani.

Essere positivi quando il bambino sbaglia
Non c’è nulla che sottragga l’iniziativa tanto in fretta quanto il rifare una cosa che hanno già fatto.

Jean K. Miller/Marianne White Dunlap, The Power of Conscious Parenting

Gli errori non sono altro che opportunità di apprendimento. I nostri figli faranno errori, romperanno e rovesceranno cose, capiterà persino che talvolta facciano male a qualcuno. Oppure, quando ci offrono il loro aiuto, capiterà che il compito non sarà fatto bene come lo avremmo fatto noi.

Anziché punire, impartire una lezione o correggere, proviamo così:
  1. se pronunciano il nome sbagliato di qualcosa possiamo farci una nota mentale del fatto che non lo conoscono ancora. Possiamo insegnarlo di nuovo in un altro momento (neutrale). Saranno più disposti a impararlo più tardi che se li correggessimo ora. Nel mondo Montessori abbiamo un detto per questo: Insegna insegnando, non correggendo”; se rompono o rovesciano, teniamo a portata di mano strumenti per farci aiutare a pulire;
  2. possiamo incoraggiarli mentre chiedono scusa a qualcuno a cui hanno fatto male;
  3. possiamo dare l’esempio non prendendoci troppo sul serio quando commettiamo degli errori, e far vedere che chiediamo scusa. “Mi dispiace, quello che avrei dovuto dire è…” o “quello che avrei dovuto fare è…”.

Offrire aiuto
Anziché precipitarsi in soccorso del bambino, aspettiamo per vedere se riesce a cavarsela da solo. Se resta bloccato oppure il compito è troppo difficile o nuovo, possiamo offrire il nostro aiuto.

“Vorresti che io o qualcun altro ti aiutasse a farlo?”
“Ti va di vedere come lo faccio io?”
“Hai provato a…?”
Dopodiché, aiutiamolo solo se lui vuole.
6. Incoraggiare la creatività
Più un bambino sperimenterà attività reali che abbiano un obiettivo preciso e più si cimenterà con la risoluzione di problemi, più la sua immaginazione diventerà utile, creativa ed efficace.

Susan Stephenson, The Joyful Child


Esiste un equivoco diffuso secondo il quale l’approccio Montessori non incoraggerebbe e non darebbe sostegno alla creatività e all’immaginazione del bambino. Le ragioni vengono ricondotte al fatto che i materiali Montessori mirano alla realizzazione di un preciso compito anziché essere più aperti, al fatto che nelle classi non si abbia un angolo per il gioco simbolico, e che non si incoraggi la fantasia in bambini sotto i 6 anni (ma ci si concentri piuttosto sul mondo concreto che li circonda).

L’immaginazione è diversa dalla fantasia
Fantasia significa inventare qualcosa che non esiste nella realtà. I bambini sotto i 6 anni non percepiscono con facilità la differenza fra l’invenzione e la realtà. In una ricerca di Tanya Sharon e Jacqueline D. Woolley (I mostri sognano? La comprensione della distinzione tra fantasia e realtà nel bambino piccolo), ai bambini piccoli venivano mostrate immagini di animali fantastici e naturali: i bambini di 3 anni facevano fatica a distinguere le scene reali da quelle fantastiche.

Possiamo rendercene conto quando il bambino si spaventa per qualcosa che ha visto in un libro o in altri media, dai draghi ai mostri, fino alle immagini dei telegiornali.
Per loro tutto è molto reale.

L’immaginazione, d’altro canto, si usa quando la mente prende le informazioni raccolte ed elabora possibilità creative. Nel contesto Montessori, nei primi anni si gettano le fondamenta sulla realtà, piantando i semi affinché i bambini da grandi vivano la loro vita come cittadini del mondo pieni di immaginazione e creatività. Per costruire fondamenta solide possiamo offrire al bambino, sin dai primi anni, esperienze concrete nel mondo reale. Verso i due anni e mezzo si nota l’inizio del gioco simbolico, è il segno che il bambino sta elaborando quello che vede attorno a sé (immaginazione).
Giocano alla famiglia, a cuocere biscotti, fanno finta di essere maestri. Iniziano a vivere la creatività senza essere sopraffatti dall’idea di draghi, mostri o altre cose che non possono vedere o esperire in via diretta (fantasia).

Quando offriamo materiali per un gioco simile, possiamo scegliere oggetti che siano il meno prescrittivi possibile; sciarpe e altri oggetti possono essere usati in molti modi, mentre una divisa da pompiere si può usare in un modo solo.

Concentrarsi sulla realtà non limita la creatività del bambino: la esalterà invece!
Vediamo le fioriture di questo lavoro preparatorio durante l’adolescenza, quando l’immaginazione diventa particolarmente forte e inizia a manifestarsi con soluzioni creative per i problemi che affliggono il nostro mondo e per il cambiamento sociale.
E la creatività artistica?
Come già visto nel capitolo 4, possiamo allestire un’area ricca e invitante per la creatività artistica. Possiamo:
  • sistemare bei materiali ad altezza del bambino;

  • invitare alla creatività (bei vassoi con materiali tutti da esplorare e adatti all’età);

  • rendere la bellezza parte della casa, includere l’arte e le piante, da cui il bambino si lascerà ispirare assimilandone la bellezza;

  • preferire la qualità alla quantità quando si tratta dei materiali.

Inoltre, ecco dei principi chiave che possiamo praticare per sostenere lo sviluppo di nostro figlio e della sua creatività artistica.
  • Invitare a un uso aperto dei materiali (usare meno libri da colorare e kit già predisposti perché sono prescrittivi).

  • Prepariamoci per incoraggiare la creatività: concediamo tempo, permettiamo l’esplorazione e il disordine, predisponiamo uno spazio in cui si possa sporcare, rilassiamoci, uniamoci alle attività e creiamo insieme!

  • Chiediamo, non ordiniamo. Anziché istruire è meglio incoraggiare l’esplorazione.

  • Consentiamo la noia. Quando abbiamo del tempo senza impegni o obblighi e ci sediamo senza aver pianificato alcuna attività (e senza la tecnologia a intrattenerci), i nostri figli hanno la possibilità di annoiarsi. La loro mente può viaggiare e sognare a occhi aperti, possono sorgere nuove idee e nuovi collegamenti. Quando la mente è annoiata cerca degli stimoli e diventa sempre più creativa.

  • Guardate al processo, non al risultato. Concentratevi sugli sforzi del bambino descrivendoli: “Hai fatto dei grandi cerchi!”, “Vedo che hai mescolato questi due colori!”.

  • Mostrate al bambino che non ci sono errori in questo lavoro. Possiamo sperimentare e imparare quando le cose non riescono come ci aspettavamo.

Soprattutto possiamo divertirci ispirandolo, esplorando e creando insieme al nostro bambino.
7. Osservazione
Spesso gli insegnanti Montessori dicono ai genitori: “Osservate vostro figlio!”. Osservare che cosa? Perché? E come?

Osservare è vedere o percepire senza alcun giudizio o analisi. Significa essere proprio come una videocamera, che in modo oggettivo registra la situazione e non analizza ciò che vede.

Per esempio, un insegnante Montessori potrebbe fare la seguente osservazione a proposito di uno studente: “John lascia la presa della mano destra sulla matita, la matita cade per terra, lui guarda fuori dalla finestra, trasferisce il peso dal piede sinistro al destro, piega le ginocchia, raccoglie la matita usando il pollice e l’indice della mano destra”.

Osservando, registriamo in modo scientifico quello che vediamo, anziché aver fretta di reagire o di fare supposizioni. Con le informazioni, possiamo rispondere anziché reagire.

Vediamo maggiori dettagli, notiamo quando qualcosa cambia, e ci esercitiamo a tenere il giudizio lontano da ciò che vediamo. Ci permette di vedere il bambino con occhi nuovi ogni giorno.

Cosa farne di queste osservazioni?
Le osservazioni ci aiuteranno in molti modi.

Impariamo a vedere che nostro figlio si sta sviluppando in un suo modo unico, siamo in grado di seguire i suoi interessi e di sollecitare la sua curiosità nei confronti del mondo che lo circonda.

Potremmo trattenerci dall’intervenire, riconoscere opportunità anziché limitare la sua curiosità o creatività. E riconosceremmo anche quelle occasioni in cui dobbiamo intervenire con calma per garantire la sicurezza.

Quando osserviamo per un certo tempo, iniziamo a vedere delle differenze sottili che altrimenti ci sarebbero sfuggite.

Possiamo anche identificare fattori ambientali o nella relazione con gli adulti che favoriscono o inibiscono l’indipendenza, il movimento, la comunicazione o altre aree di sviluppo.

Osservare ci aiuta nell’incoraggiare il bambino ad essere il curioso scopritore che è. Ci rende capaci di guardarlo con chiarezza e senza giudizio o idee preconcette a proposito di cosa sia in grado di fare.

Il bambino piccolo Montessori
Il bambino piccolo Montessori
Simone Davies
Crescere un essere umano curioso e responsabile.La guida per trasformare la vita con i bambini piccoli in momenti ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche. È ora di cambiare il modo in cui guardiamo ai bambini piccoli.Utilizzando i principi educativi di Maria Montessori, Simone Davies ci mostra come trasformare la vita con i vivacissimi bambini piccoli in momenti appaganti per tutti e ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche per ogni aspetto della vita con i piccoli, il libro Il bambino piccolo Montessori vi spiegherà come: mantenere la compostezza quando vostro figlio non ci riesce e stabilire limiti con amore e rispetto; organizzare la casa e liberarsi del caos; creare attività Montessori adatte a bambini da uno a tre anni; crescere bambini curiosi e desiderosi di imparare, che amino esplorare il mondo che li circonda; vedere il mondo attraverso gli occhi del bambino piccolo e restarne sorpresi e deliziati. Spero che gli insegnamenti della mia bisnonna trovino il modo di entrare in ogni famiglia attraverso questo bellissimo libro, fonte di ispirazione e ricco di consigli pratici.Carolina Montessori Conosci l’autore Simone Davies è un’insegnante Montessori dell’AMI (Association Montessori Internationale), ed è anche autrice di The Montessori Notebook, il popolare blog e profilo Instagram in cui offre consigli, risponde a domande e organizza laboratori online per i genitori di tutto il mondo.Nata in Australia, vive ad Amsterdam con la sua famiglia, dove organizza corsi genitori-figli nella sua scuola Montessori, la Jacaranda Tree.