prima parte

Dormire

Possiamo applicare i principi Montessori quando è il momento di andare a dormire, sia che scegliamo di far dormire nostro figlio nella sua stanza, sia che dorma nel suo letto in camera nostra o nel lettone di famiglia. Durante la formazione Montessori si raccomanda di tenere il bambino nella sua stanza, ma dormire è davvero una scelta personale, perciò trovate una sistemazione che funzioni bene per la vostra famiglia.

Fra i 12 e i 16 mesi di solito il bambino passa a un solo sonnellino durante il giorno e poi dorme la notte per dieci-dodici ore. Se vostro figlio dorme di meno o di più potete capire se dorme a sufficienza se si sveglia felice e resta abbastanza allegro più o meno per tutto il giorno.

Dove dormire
Il luogo in cui il bambino dorme dovrebbe essere davvero rilassante; fate in modo che la zona del riposo sia sicura e libera da troppe distrazioni e disordine visivo. Cercate di far in modo che il bambino possa salire e scendere dal letto in autonomia. Verso i 14 mesi potrebbe avere un lettino con una sponda bassa su cui salire da solo, oppure usare un materasso da pavimento.

È consigliabile una lucina notturna. Nel suo articolo One Simple Way to Improve Your Baby or Child’s Sleep Today!, Sarah Ockwell-Smith consiglia di evitare luci bianche e blu e di cercare quelle rosse, che non alterano la produzione di melatonina.

Si può avere un bicchiere d’acqua a portata di mano se al bambino dovesse venire sete di notte.

Possiamo anche scegliere un letto grande per tutta la famiglia o consentire al bambino di venire nel nostro durante la notte. Dipende dalle scelte familiari.

L’importante è sapere con chiarezza cosa fa per noi. Se ci lamentiamo del sonno del bambino è possibile che una parte della sistemazione scelta non funzioni per noi e richieda un cambiamento.
Andare a dormire
Ho parlato molto dell’importanza di offrire al bambino l’aiuto strettamente necessario.
Lo incoraggiamo, interveniamo per aiutarlo e ci facciamo di nuovo da parte. Lo stesso per il sonno.

Stabiliamo una sequenza chiara e regolare per quando si va a dormire. Consideriamo circa un’ora per fare il bagno, lavarsi i denti, leggere qualche libro e parlare di tutte le cose che sono successe durante il giorno. Poi offriamo solo l’aiuto che serve per addormentarsi.

Alcuni bambini hanno una buona relazione con il sonno sin dalla nascita e si metteranno a letto quando sono stanchi (spesso su un materasso da pavimento, sin dalla nascita). Questi bambini hanno spesso associazioni chiare col sonno sin da subito e routine coerenti per il momento di coricarsi; vanno a letto assonnati ma svegli, non hanno bisogno di appigli psicologici per dormire e il momento di mangiare e quello di dormire restano separati.

Alcuni bambini saranno felici di leggere libri e addormentarsi da soli, mentre altri potrebbero piangere al momento di andare a dormire. Se sappiamo che hanno mangiato bene, hanno il pannolino asciutto e hanno giocato bene, allora il pianto indica che sono pronti per dormire, ma non raccomando di lasciarli piangere da soli.

Una buona tecnica dolce per aiutare il bambino ad addormentarsi da solo è quella di mettere una sedia accanto al suo letto. Una volta terminata la routine della sera, sedetevi tranquilli sulla sedia (magari leggendo un libro). Se il piccolo piange, ogni tanto massaggiategli la schiena e dite qualcosa di calmante, anziché prenderlo in braccio.
Potete stenderlo di nuovo nel letto se si alza in piedi e non iniziare una conversazione o stabilire troppo contatto oculare.

Una volta che il piccolo si sia abituato ad addormentarsi in questo modo, la sedia può essere spostata più lontana dal letto per qualche notte e dopo qualche altro giorno avvicinata ancora di più alla porta; dopo due settimane possiamo sederci sulla sedia fuori dalla porta dove il bambino può ancora vederci. Dopo un altro paio di notti di solito non avrà più bisogno di noi.

Se è malato o sta mettendo i denti avrà bisogno di un maggiore sostegno da parte nostra, il che potrebbe alterare la routine quotidiana del sonno, con la possibilità di ristabilirla una volta che il bambino stia meglio.
Risvegli notturni e aiuti per dormire
Tutti noi usciamo ed entriamo dal sonno leggero durante la notte, ci muoviamo un poco e poi ci risistemiamo, di solito talmente in fretta che non ricordiamo di esserci svegliati.
Se le condizioni cambiano, per esempio se il cuscino è caduto dal letto, comunque ci svegliamo, ci guardiamo attorno finché non lo troviamo, e poi torniamo a dormire.

Lo stesso accade ai neonati e ai bambini piccoli: se si addormentano mentre vengono cullati o allattati, si sveglieranno dal sonno leggero durante il pisolino o il sonno notturno e cercheranno l’adulto, incapaci di riprendere sonno finché le stesse condizioni non siano ristabilite. Saremo noi il loro aiuto per dormire.

Con il mio primo figlio ero entrata in un circolo vizioso: l’ho cullato per mesi per farlo addormentare e sovente lo allattavo e lui si svegliava spesso di notte per cercare il seno.
Lo allattavo di nuovo e qualche volta gli faceva male il pancino (col senno di poi ho capito che forse non aveva il tempo di digerire) e si svegliava di nuovo.

Ho imparato la lezione. Con il secondo bambino abbiamo avuto un ritmo quotidiano chiaro fin dalla nascita. Mangiare, giocare, dormire. Era molto più chiaro per noi, e per lui, quando era il momento di riposare. Si stendeva sul letto assonnato ma sveglio prima di addormentarsi, amava dormire nel suo letto, e aveva bisogno di pochissimo aiuto per addormentarsi (sebbene non dormisse quando eravamo in giro, forse per le troppe cose da vedere).

Imparare dagli errori e rimuovere gli aiuti al sonno.

Se il bambino si sveglia di notte per essere allattato e noi vogliamo distoglierlo da questo bisogno, possiamo cercare il modo di ridurre l’allattamento notturno. Conosco una madre che per sbaglio una notte si era addormentata sul divano. Addormentato nell’altra stanza, il figlio non si era svegliato. Lei dormì sul divano in soggiorno per una settimana e il figlio smise di svegliarsi per essere allattato.

Se il bambino si sveglia di notte per essere coccolato o per bere, perché gli sistemiate le coperte o troviate il suo giocattolo morbido preferito, ne parlerei con lui di giorno, in un momento neutrale: “Ti ricordi che ti sei svegliato la notte scorsa e non sei riuscito a riaddormentarti perché ti eri scoperto? Pensiamo a un modo perché tu possa prenderti cura di te durante la notte. Hai delle idee? Forse potremmo rincalzarle meglio di traverso nel letto o magari esercitarci a ritirarle su”.

Se il bambino continua ad avere difficoltà di sonno che influiscono sul benessere suo e della famiglia, è necessario consultare un pediatra.

IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
Simone Davies
Crescere un essere umano curioso e responsabile.La guida per trasformare la vita con i bambini piccoli in momenti ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche. È ora di cambiare il modo in cui guardiamo ai bambini piccoli.Utilizzando i principi educativi di Maria Montessori, Simone Davies ci mostra come trasformare la vita con i vivacissimi bambini piccoli in momenti appaganti per tutti e ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche per ogni aspetto della vita con i piccoli, il libro Il bambino piccolo Montessori vi spiegherà come: mantenere la compostezza quando vostro figlio non ci riesce e stabilire limiti con amore e rispetto; organizzare la casa e liberarsi del caos; creare attività Montessori adatte a bambini da uno a tre anni; crescere bambini curiosi e desiderosi di imparare, che amino esplorare il mondo che li circonda; vedere il mondo attraverso gli occhi del bambino piccolo e restarne sorpresi e deliziati. Spero che gli insegnamenti della mia bisnonna trovino il modo di entrare in ogni famiglia attraverso questo bellissimo libro, fonte di ispirazione e ricco di consigli pratici.Carolina Montessori Conosci l’autore Simone Davies è un’insegnante Montessori dell’AMI (Association Montessori Internationale), ed è anche autrice di The Montessori Notebook, il popolare blog e profilo Instagram in cui offre consigli, risponde a domande e organizza laboratori online per i genitori di tutto il mondo.Nata in Australia, vive ad Amsterdam con la sua famiglia, dove organizza corsi genitori-figli nella sua scuola Montessori, la Jacaranda Tree.