prima parte

Mangiare

I pasti sono un altro momento di unione; i piccoli imparano che sono occasioni sociali e momenti per nutrire il nostro corpo.

A volte attorno ai pasti rischia di crearsi molto stress. Noi genitori vorremmo essere sicuri che il bambino mangi a sufficienza per restare in salute e magari non svegliarsi affamato nel cuore della notte. Forse abbiamo lasciato che si abituasse ad andare in giro per casa con le cose da mangiare, oppure gli diamo da mangiare mentre gioca per essere sicuri che ingerisca cibo a sufficienza. Talvolta è il contrario, temiamo che mangi troppo.

L’approccio Montessori al cibo è molto diverso. Si crea un ambiente bello, magari con dei fiori sul tavolo; il bambino può aiutare a preparare il pasto e ad apparecchiare (all’inizio aiutato da noi) e appena possibile ci sediamo tutti insieme per un pasto in famiglia.

Il ruolo dell’adulto
Stiamo gettando le fondamenta per il rapporto del bambino con il cibo e per buone abitudini alimentari. L’adulto decide dove, quando e cosa mangerà. Anziché imboccarlo, si sistemano le cose in modo che il bambino riesca a mangiare da solo e scelga quanto mangiare e a quale ritmo. Niente aeroplani che volano, niente dolci che fanno da esca, niente televisione o iPad per distrarlo.
Stabilire una regola come sedersi a tavola durante i pasti aiuta a capire che:
  • i pasti sono occasioni sociali e un momento di unione

  • sedere a tavola è più sicuro che camminare in giro per casa con il cibo in bocca

  • si fa una cosa per volta (mangiare o giocare, non entrambe)

  • il cibo resta sulla tavola

Come abbiamo visto nel capitolo 4, possiamo organizzare la cucina in modo che il bambino sia indipendente e coinvolto nella preparazione dei pasti. Spesso i bambini si interessano di più al cibo se sono coinvolti nella sua preparazione, e possono imparare a bere quando hanno sete se riescono a raggiungere da soli una fonte cui approvvigionarsi.
Dove si mangia
So che i bambini mangiano spesso presto la sera e che i ritmi serali rischiano di diventare travolgenti quando bisogna conciliare lavoro e bambini. Comunque noi restiamo sempre i migliori esempi da cui imparare le buone maniere e la natura sociale dei pasti. Perciò può essere un’ottima cosa sedersi a mangiare insieme al bambino.
Se non si vuole mangiare un pasto completo tanto presto, noi grandi potremmo limitarci a una scodella di minestra.

Personalmente adoro consumare i pasti sul tavolo di cucina dove cena tutta la famiglia, perciò è utile trovare una seduta sulla quale il bambino possa salire in modo indipendente, e non un seggiolone alto con fibbie e cinture e un vassoio anteriore, che lo terrebbe lontano dal tavolo e su cui dovremmo aiutarlo a salire.

Potremmo avere anche un tavolino basso dove il bambino siede su una seggiolina con i piedi ben distesi a contatto del pavimento. Mi piace unirmi ai bambini usando un cuscino o una seggiolina durante la merenda. Alcuni adottano questa soluzione per tutti i pasti, dipende da ciò che è meglio per ciascuna famiglia.

Non mi aspetterei che i bambini piccoli siedano a tavola finché tutti abbiano finito. A casa nostra, quando hanno finito di mangiare riportano il piatto in cucina e vanno a giocare.
Man mano che crescono resteranno più a lungo per unirsi con gioia alla conversazione.

Se vanno via con del cibo o una forchetta in mano, possiamo dire: “La forchetta/Il cibo resta a tavola, tu puoi andare!”. Lo dico molto in classe quando i bambini stanno imparando a stare seduti al tavolo della merenda; se vogliono continuare a mangiare si risiedono con il cibo, altrimenti faccio vedere loro che si sparecchia per far capire che alzandosi da tavola scelgono di aver finito di mangiare.
Quando mangiare
Osservando i ritmi giornalieri discussi in precedenza, mi piace offrire i pasti a orari regolari anziché avere la cucina aperta a tutte le ore. Tre pasti al giorno (colazione, pranzo e cena) e una piccola merenda al mattino e/o nel pomeriggio. Questo dà tempo al corpo di digerire e aiuta a evitare di riempirsi troppo con gli spuntini.
Cosa mangiare
Noi adulti decidiamo che tipo di cibi vorremmo far mangiare in famiglia; se vogliamo offrire una scelta potremmo dare due opzioni entrambe accettabili per noi. Il bambino non è ancora in grado del tutto di compiere da solo delle scelte, ma si farà un’idea delle opportunità grazie al cibo che gli offriamo e alle conversazioni che facciamo.

Dai 12 mesi un bambino non ha più bisogno del biberon e può bere il latte usando un normale bicchiere ai pasti. Iniziate con piccole quantità in un piccolo bicchiere, riempito solo quel tanto che siamo disposti a pulire. Col tempo diventeranno più abili e non ci sarà bisogno di una tazza col beccuccio o di un biberon. Potremmo anche offrire il seno, di solito in momenti stabiliti della giornata.

Ai miei figli è stato concesso dello zucchero di tanto in tanto, applicando l’approccio “Si mangia tutto in quantità moderate”. Tutt’ora mangiano zuccheri ogni tanto, ma sono molto autodisciplinati. Si tratta, ancora una volta, di una decisione personale (solo siate coerenti).
Quanto mangiare - sceglie il bambino
Per fortuna, i giorni in cui si diceva di finire tutto quello che era nel piatto sono finiti da tempo. Vogliamo che il bambino impari ad ascoltare il suo corpo per capire quando è sazio. Anziché riempire il piatto di un bambino piccolo (cosa che può farlo sentire sopraffatto o per cui si corre il rischio che il cibo finisca sul pavimento), possiamo iniziare con una piccola quantità e lasciare che si serva ancora se ne ha voglia.

Lasciate che sia una responsabilità del bambino. Abbiate fiducia che mangerà abbastanza, è difficile che a quest’età si lasci morire di fame. Mangerà quanto serve se rimuoviamo il controllo sul tema del cibo e confidiamo che ascolti il suo corpo.

Se vostro figlio non è un gran mangiatore, osserveremo spesso che il suo appetito oscilla, sembrerà che talvolta non finisca nulla di ciò che ha nel piatto e tuttavia durante gli scatti di crescita potrà capitare che mangi tre pasti al giorno, più le merende, e avere ancora fame. Il suo corpo sa esattamente ciò di cui ha bisogno.

Un bambino piccolo può anche imparare a usare le posate per mangiare da solo. All’inizio la forchetta è più facile da usare del cucchiaio, possiamo fargli vedere come infilare un pezzetto di cibo e poi lasciargli la forchetta di fronte in modo che la porti alla bocca per conto suo. Poi affronterà sempre più passaggi da solo. Per imparare a usare il cucchiaio possiamo offrirgli cibi più densi come la farina d’avena finché non sarà più esperto.
Battaglie sul cibo
Se ci ritroviamo ad aver bisogno di imboccarlo, allettarlo o distrarlo con libri e TV per farlo mangiare, allora ecco che ha trasformato il pasto in un nostro problema.
È il momento di ristabilire buone abitudini alimentari.

Possiamo spiegare semplicemente al bambino che abbiamo cambiato idea sul momento dei pasti e che vogliamo goderci il pasto insieme a lui, che è importante che impari ad ascoltare il proprio corpo per decidere da solo quanto deve mangiare.

Cominciate dalla colazione, offritegli cibo nutriente e poi sedetevi con lui e fate colazione anche voi, parlando di altro, non di cibo! Se non dovesse mangiare nulla, chiedete solo se ha finito, senza fare prediche, e aiutatelo a portare il piatto in cucina.
Potremmo dire: “Hai ascoltato il tuo corpo e ti ha detto che era a posto così!”.

Se torna a chiedere altro cibo possiamo essere comprensivi, ma chiarire che il pasto ormai è finito e che ci sarà ancora da mangiare al prossimo.

Ripetete la stessa cosa a pranzo e a cena. È una buona idea evitare gli spuntini per qualche giorno così che non si riempia mentre state cercando di migliorare il momento dei pasti principali. Se non mangia molto, è probabile che a fine giornata sia affamato e mangi qualcosa a cena. Includete qualcuno dei suoi cibi preferiti, ma non cucinate cibi diversi se ve lo chiede. Sta anche imparando a mangiare quello che mangia tutta la famiglia.

Continuate così per una settimana e tenete un diario di quello che mangia il bambino.
Scrivetelo, attaccate la lista al frigorifero e mantenete un atteggiamento distaccato nei confronti del risultato. Non date troppa importanza al cibo e non menzionatelo affatto.
Abbiate fiducia. Potrebbero volerci solo pochi giorni prima che le battaglie sul cibo siano sostituite da un bambino che sta seduto a tavola e mangia da solo.

Nota: assicuratevi che non ci siano ragioni mediche per non mangiare, o altri problemi legati al cibo. Se non vedete un miglioramento dopo una settimana o se avete delle preoccupazioni, consultate un medico. È possibile che ci sia anche un cambiamento nell’attività intestinale del bambino quando la digestione si adatta alle nuove abitudini.
Lanciare il cibo
I bambini piccoli devono esplorare il mondo che li circonda. Lanciare il cibo dal piatto può essere un esperimento per vedere cosa succede quando cade. Di solito iniziano a lanciare il cibo quando hanno mangiato abbastanza: ci stanno dicendo che hanno finito. Possiamo chiedergli: “Mi stai dicendo che basta così?” e possiamo mostrargli un segnale con entrambe le mani e i palmi alzati: “Puoi farmi capire che hai finito in questo modo, basta così, e ora riportiamo il piatto in cucina, hai bisogno di aiuto?”.

Se non ha finito di mangiare ma continua a lanciare il cibo, possiamo essere gentili e chiari e dirgli che lo aiutiamo a riportare il piatto in cucina. Non con un tono di voce minaccioso, ma solo stabilendo in modo chiaro un limite. Di solito il lancio del cibo è solo una fase, restate calmi e (sì) coerenti, passerà.

Lo stesso se rovesciano l’acqua di proposito, toglierei il bicchiere: “Metto il bicchiere qui, fammi sapere quando vuoi usarlo per bere!”. Se lo chiedono per bere ma poi rovesciano di nuovo l’acqua sul tavolo, con calma togliete il bicchiere per il resto del pasto.

IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
Simone Davies
Crescere un essere umano curioso e responsabile.La guida per trasformare la vita con i bambini piccoli in momenti ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche. È ora di cambiare il modo in cui guardiamo ai bambini piccoli.Utilizzando i principi educativi di Maria Montessori, Simone Davies ci mostra come trasformare la vita con i vivacissimi bambini piccoli in momenti appaganti per tutti e ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche per ogni aspetto della vita con i piccoli, il libro Il bambino piccolo Montessori vi spiegherà come: mantenere la compostezza quando vostro figlio non ci riesce e stabilire limiti con amore e rispetto; organizzare la casa e liberarsi del caos; creare attività Montessori adatte a bambini da uno a tre anni; crescere bambini curiosi e desiderosi di imparare, che amino esplorare il mondo che li circonda; vedere il mondo attraverso gli occhi del bambino piccolo e restarne sorpresi e deliziati. Spero che gli insegnamenti della mia bisnonna trovino il modo di entrare in ogni famiglia attraverso questo bellissimo libro, fonte di ispirazione e ricco di consigli pratici.Carolina Montessori Conosci l’autore Simone Davies è un’insegnante Montessori dell’AMI (Association Montessori Internationale), ed è anche autrice di The Montessori Notebook, il popolare blog e profilo Instagram in cui offre consigli, risponde a domande e organizza laboratori online per i genitori di tutto il mondo.Nata in Australia, vive ad Amsterdam con la sua famiglia, dove organizza corsi genitori-figli nella sua scuola Montessori, la Jacaranda Tree.