seconda parte

Gestire i capricci

CAPIRE COSA FA INNERVOSIRE IL BAMBINO E CERCARE DI EVITARLO

  • La frustrazione

  • La rabbia e il nervoso quando le cose non vanno come vorrebbe

  • Il desiderio di comandare

  • Problemi di comunicazione, se le abilità linguistiche sono ancora limitate


AIUTARLO A CALMARSI
  • Coccolatelo: fategli un massaggio sulla schiena, tenetelo in braccio, cantategli mentre attraversa tutta la gamma delle emozioni, dalla rabbia alla frustrazione intensa, alla tristezza e talvolta al pentimento.

  • Se vi spinge via, assicuratevi che la sua incolumità non sia a rischio, né che possa far male ad altri o rompere oggetti. Restate nei pressi e continuate a offrirgli il vostro aiuto: “Sono qui se hai bisogno di essere aiutato a calmarti, oppure posso farti le coccole quando sei pronto!”

  • Se lancia i giocattoli ai fratelli o cerca di colpirvi, portatelo via così tutti sono al sicuro: “Non posso permetterti di colpirmi, la mia sicurezza è importante, vorresti colpire un cuscino invece?”.


BAMBINI PIÙ GRANDI
  • Per un bambino che abbia più di 3 anni si può allestire un “angolo della calma” da usare quando è sconvolto, come una tenda con dei cuscini e le sue cose preferite.

  • Potete chiedere se ha voglia di andare nel suo posticino della calma e, se torna ancora arrabbiato, con gentilezza potreste fargli notare che vi sembra abbia ancora bisogno di calmarsi e può tornare quando si sentirà pronto.


FARSI PERDONARE - NON SALTARE QUESTO PASSAGGIO
Quando il bambino è calmo, lo aiuto a farsi perdonare. Per esempio, se ha disegnato sulle pareti, mi aiuterà a pulire; se ha rotto un gioco del fratello, può contribuire ad aggiustarlo.

In questo modo, imparerà a prendersi la responsabilità quando le cose vanno per il verso sbagliato.
Come farsi perdonare
Se il nostro bambino ha colpito qualcuno e ora è di nuovo calmo, possiamo invitarlo a vedere se l’altro bambino sta bene, a portargli un fazzoletto, possiamo vedere se vuole chiedere scusa, o una combinazione di cose simili.

Faccio spesso ricorso a un esempio di quando i miei figli erano più grandi per dimostrare che i bambini col tempo imparano a fare ammenda da soli. Mia figlia aveva un’amica che quella sera sarebbe venuta a dormire da noi e mio figlio, che si sentiva un po’ escluso, aveva messo la sveglia nella loro stanza per le 4 di mattina. Il giorno dopo erano furibonde perché la suoneria le aveva svegliate nel cuore della notte. Sono intervenuta per offrire un piccolo aiuto, dando riconoscimento sia ai sentimenti di mio figlio che si era sentito escluso, sia alla rabbia delle bambine che erano state svegliate. Alla fine, hanno stabilito che avrebbe preparato la colazione e lui era molto contento di se stesso mentre cucinava per loro. Inutile dire che quando l’amica è tornata a dormire da noi e io ho chiesto a mio figlio se le avrebbe svegliate di nuovo, si è affrettato a dirmi che non lo avrebbe fatto, e infatti non è mai più successo.

Far vedere al bambino come ci si fa perdonare
Se il bambino è ancora piccolo, possiamo dare noi un esempio di come farsi perdonare: “Andiamo a vedere se il tuo amico sta bene!”, “Mi dispiace che mio figlio ti abbia fatto male, ti senti bene?”. Far vedere come si fa è più efficace che costringerlo a chiedere scusa se non vuole o fargli mormorare “scusa” a denti stretti.

Possiamo far vedere che si chiede scusa quando ci si dimenticano le cose, se si delude qualcuno, o se andiamo a sbattere accidentalmente contro un’altra persona. Possiamo offrire un esempio quando gli chiediamo scusa per aver gestito male un conflitto con lui.
Crescendo, nostro figlio imparerà a scusarsi in modo sincero.

Per me, aiutare il bambino a prendersi la responsabilità di qualche errore rappresenta il compito più arduo. Tuttavia è una delle parti più essenziali per aiutare questi semi a crescere e diventare esseri umani rispettosi.

SUGGERIMENTI PER STABILIRE L IMITI

Stabilirli senza perdere tempo
È difficile essere rispettosi con i nostri figli se permettiamo loro di oltrepassare i nostri limiti, se diamo troppo o se cerchiamo di essere accomodanti e gli concediamo troppa libertà. Finiamo per perdere la pazienza e arrabbiarci.

Se iniziamo e sentirci a disagio per qualcosa che nostro figlio sta facendo, possiamo intervenire senza perdere tempo per stabilire con gentilezza un limite chiaro senza perdere la pazienza o gridare.

Magari all’inizio non ci dà problemi quello che sta facendo, ma dopo un po’ notiamo che iniziamo a sentirci irritati. Non è troppo tardi, possiamo dire: “Mi dispiace, credevo si potesse fare ma ora ho cambiato idea, non posso lasciarti lanciare la sabbia!” (se si arrabbia, si veda pag. 125 per consigli sul riconoscimento dei sentimenti negativi e la gestione dei capricci).
Se ci arrabbiamo
Ricordate che siamo noi la guida di nostro figlio; non possiamo essere davvero una buona guida o un leader quando a nostra volta ci sentiamo sconvolti. Il bambino guarda a noi per avere una direzione da seguire, se noi ci sentiamo sconvolti da una situazione difficile, è probabile che nostro figlio abbia un problema che finirà per diventare un nostro problema.

Il nostro compito è quello di sostenerlo durante i momenti difficili, non c’è bisogno di risolvere le situazioni al suo posto.
  • Quando ce la mettiamo davvero tutta per far mangiare nostro figlio, ecco che il problema è diventato nostro.

  • Quando fatichiamo da morire per farlo vestire, ecco che il problema è diventato nostro.

  • Quando è immane lo sforzo per andare via dal parco giochi, ecco che il problema è nostro.


Lasciamo che sia lui a trovare una soluzione, con il nostro sostegno.
  • Preparate pasti nutrienti per vostro figlio, ma lasciate che sia lui a controllare quanto mangiare.

  • Usate una lista per aiutarvi a stabilire un sistema con il bambino sui passi da seguire quando deve vestirsi, ma se non vuole cooperare lasciatelo in pigiama.

  • Fategli sapere che lascerete il parco fra cinque minuti, non cambiate i programmi e smettete di parlare con altri genitori, andate quando è ora e aiutatelo a venire via se necessario.

Coerenza
Un’ultima annotazione sulla coerenza. I bambini piccoli cercano di capire il mondo che li circonda; testeranno i limiti per vedere se sono gli stessi ogni giorno (spesso più volte al giorno). Li aiuta moltissimo il fatto che noi sappiamo bene quali siano i nostri limiti.
Imparano che quando diciamo “no” intendiamo “no”. Siamo affidabili, degni di fede, e agiamo nel loro interesse migliore.

Se diciamo “no” ma poi cambiamo idea perché loro continuano a lamentarsi e ad assillarci, impareranno presto che questo sistema funziona. È quello che gli psicologi chiamano rinforzo intermittente: se per una volta si ottiene una risposta diversa, si continua a provare.

Se non siamo sicuri, possiamo dire “Non so!”, o “Vediamo”.

Nota: possiamo prima di tutto chiederci perché diciamo di no. Se finiamo per comprargli il gelato dopo che ci hanno assillato, sarebbe forse stato meglio dire subito di sì ed evitare l’incoerenza.
IN PRATICA
  1. 1. In che modo possiamo coltivare la cooperazione di nostro figlio?
    - C’è un modo per risolvere insieme il problema?
    - C’è un modo per lasciargli una scelta?
    - Potremmo parlare in modo diverso?
    - Dobbiamo gestire le nostre aspettative o le loro?
    - È il caso di scrivere una nota da mettere in evidenza?
  2. Quando stabiliamo dei limiti siamo gentili e chiari?
    - Abbiamo in casa regole fondamentali chiare?
    - Il bambino impara qualcosa?
  3. Diamo valore e riconoscimento ai suoi sentimenti negativi per aiutarlo a elaborare le emozioni?
  4. Lo aiutiamo a farsi perdonare una volta che si è calmato?
I bambini hanno bisogno di genitori che dimostrino di amarli:
  • accettandoli al cento per cento per come sono

  • dandogli la libertà di esplorare ed essere curiosi

  • lavorando con loro per coltivare la cooperazione

  • stabilendo limiti così che restino al sicuro e imparino a diventare esseri umani rispettosi e responsabili

Siamo la guida dei nostri figli, a loro non serve né un capo né un servo.

La libertà del bambino deve avere come limite l’interesse collettivo: come forma ciò che noi chiamiamo educazione delle maniere e degli atti. Dobbiamo quindi impedire al fanciullo tutto quanto può offendere o nuocere agli altri, o quanto ha significato di atto indecoroso o sgarbato. Ma tutto il resto (ogni manifestazione avente uno scopo utile qualunque essa sia e sotto qualsiasi forma esplicata) deve essergli non solo permesso, ma deve venire osservato dal maestro: ecco il punto essenziale.


Dr. Maria Montessori, La scoperta del bambino

IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
IL BAMBINO PICCOLO MONTESSORI
Simone Davies
Crescere un essere umano curioso e responsabile.La guida per trasformare la vita con i bambini piccoli in momenti ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche. È ora di cambiare il modo in cui guardiamo ai bambini piccoli.Utilizzando i principi educativi di Maria Montessori, Simone Davies ci mostra come trasformare la vita con i vivacissimi bambini piccoli in momenti appaganti per tutti e ricchi di curiosità, apprendimento, rispetto e scoperta.Con centinaia di idee pratiche per ogni aspetto della vita con i piccoli, il libro Il bambino piccolo Montessori vi spiegherà come: mantenere la compostezza quando vostro figlio non ci riesce e stabilire limiti con amore e rispetto; organizzare la casa e liberarsi del caos; creare attività Montessori adatte a bambini da uno a tre anni; crescere bambini curiosi e desiderosi di imparare, che amino esplorare il mondo che li circonda; vedere il mondo attraverso gli occhi del bambino piccolo e restarne sorpresi e deliziati. Spero che gli insegnamenti della mia bisnonna trovino il modo di entrare in ogni famiglia attraverso questo bellissimo libro, fonte di ispirazione e ricco di consigli pratici.Carolina Montessori Conosci l’autore Simone Davies è un’insegnante Montessori dell’AMI (Association Montessori Internationale), ed è anche autrice di The Montessori Notebook, il popolare blog e profilo Instagram in cui offre consigli, risponde a domande e organizza laboratori online per i genitori di tutto il mondo.Nata in Australia, vive ad Amsterdam con la sua famiglia, dove organizza corsi genitori-figli nella sua scuola Montessori, la Jacaranda Tree.