capitolo 8

I bambini che restano indietro
non sono senza speranza

È un grave errore credere che i bambini rimasti indietro siano diversi dai bambini normali. Di solito, vivono in famiglie con fratelli e sorelle normali e genitori normali; se viene innalzata una barriera di “differenza” attorno a loro, diventa davvero troppo dura per chi è rimasto indietro. Dovrà, infatti, anche superare questo pregiudizio, oltre a dover recuperare il proprio sviluppo.


È anche un pregiudizio credere che sia diverso. Il bambino rimasto indietro è indietro nella corsa, ma non sta correndo su un percorso diverso da quello degli altri. Sebbene abbia bisogno di cure particolari, se deve raggiungere gli altri dovrà essere allenato nello stesso modo.


Vi sarà forse più facile capire se vi raccontassi una piccola parte della mia storia. Molti anni fa, prima di iniziare a lavorare con i bambini normali, studiai i bambini deficienti, tentando di scoprire un modo migliore per insegnar loro9. A quel tempo si credeva che i bambini normali dovessero essere capaci di apprendere ricordando quello che veniva detto loro e imparando delle regole – ed era appunto ciò che facevano, sebbene fosse difficile e i bambini odiassero le lezioni. Ma non era possibile insegnare in questo stesso modo anche ai bambini ritardati.

Con pazienza, osservavo i bambini che mi erano affidati e sperimentavo insieme a loro, finché non trovai alcune cose particolari che catturavano il loro interesse. Se si trattava anche solo di infilarsi le scarpe e poi togliersele, glielo lasciavo fare finché volevano, e quando si stancavano cercavo qualcos’altro che risvegliasse il loro interesse. Alla maggior parte delle persone questo sembrerà un modo futile di tenere occupati i bambini, qualcosa che non ha nulla a che vedere con l’intelligenza – ma con questo sistema ho scoperto il principio su cui è fondato il mio intero metodo educativo. I bambini, normali o tardi che siano, sviluppano la propria intelligenza attraverso l’azione.


Eccone un esempio. Nel vecchio metodo educativo, prima si davano le regole e poi si applicavano, e per questo la lettura era insegnata sempre prima della scrittura. Ma abbiamo scoperto che i bambini ritardati non potevano imparare le regole, sebbene amassero compiere delle piccole azioni. Abbiamo perciò invertito l’ordine e insegnato loro a scrivere prima che sapessero leggere.

È così che abbiamo insegnato a questi bambini. Avevamo lettere sagomate di legno e loro adoravano seguirne i contorni con le dita. Ho visto bambini deficienti che non erano in grado di riconoscere le lettere a vista, tuttavia quando le toccavano iniziavano a pronunciare i suoni appropriati.


E così ho fatto la prova con i bambini normali, pensando che anche loro potessero trovare più semplice imparare dalle azioni anziché dalla pagina stampata, e ho avuto bambini di tre anni e mezzo o quattro che hanno imparato a scrivere in questo modo, e bambini di quattro anni e mezzo che riuscivano a scrivere davvero bene. Ho scoperto che il bambino che impara a scrivere in questo modo adora la sua scrittura e la lettura segue in modo naturale senza difficoltà alcuna.


È stato così che il principio scoperto quando mi occupavo dei bambini deficienti è diventato il fondamento di un metodo di insegnamento che può essere applicato a tutti i bambini. È stato utilizzato con grande successo in istituti dove i bambini deficienti sono stati portati a livelli normali grazie alla comprensione di questo principio attivo dell’intelligenza infantile.


A casa, i bambini normali non sono sempre trattati con considerazione, ma possono adattarsi, sebbene sia spesso necessaria una notevole dose di energia che sarebbe spesa meglio in altre attività più idonee. Ma i bambini rimasti indietro trovano molto più difficile adattarsi alla durezza o alle interferenze, e rimproverarli anziché aiutarli potrebbe con facilità renderli timidi e bugiardi e farli restare ancora più indietro.


Tutti i bambini dovrebbero essere lasciati molto a se stessi, per giocare, come diciamo noi adulti – sebbene in realtà stiano portando avanti importanti attività che rafforzano la loro intelligenza – e in particolare i bambini che sono più indietro non dovrebbero essere interrotti quando trovano qualche occupazione che li assorbe. Anche se questa consistesse semplicemente nell’infilare un tappo di sughero in una bottiglia e tirarlo via di nuovo, il bambino starebbe imparando il controllo muscolare e l’accuratezza mentale. La sua attenzione è concentrata, e quando sarà pronto per qualcosa di più complicato, questa piccola attività smetterà di interessarlo.


In questo modo, il bambino sviluppa la sua intelligenza – un metodo di gran lunga più efficace che non la noiosa difficoltà del cercare di gravare il suo piccolo cervello con regole senza senso. Per il bambino che è indietro questo è il modo più sicuro per raggiungere gli standard di normalità. L’interesse del bambino è catturato dagli oggetti e dalle attività che più si adattano alle necessità del suo sviluppo, e la madre accorta si renderà conto di come il bambino venga sempre tenuto occupato dai suoi piccoli interessi personali.

Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori
Il pensiero montessoriano spiegato alle famiglie.Scritti di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori per sostenere il loro ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino. Maria Montessori parla ai genitori riunisce undici conferenze e articoli di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori, scritti apparsi in inglese e mai tradotti in italiano.In essi si chiariscono i punti essenziali del suo pensiero riguardo al ruolo fondamentale dei genitori nello sviluppo del bambino. Il libro include anche una breve biografia della celebre pedagogista.Un testo indispensabile per chiunque si interessi del metodo montessoriano. Rispetto alla questione sociale del bambino, gli errori sono dovuti a uno sbaglio di fondo. Si tratta di riformare i riformatori: noi tutti dobbiamo cambiare. Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato.Maria Montessori Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.