capitolo 7

La nuova educazione
del movimento

Come sono smaniosi i bambini!”, quanto spesso ho sentito madri preoccupate lamentarsi che i loro bambini sembra non siano mai capaci di stare fermi per due minuti di fila. E io rispondo sempre: “Certo i bambini non possono stare fermi a comando, non è naturale. Ma in quanto ad essere smaniosi, questa è un’altra faccenda. È abbastanza facile da risolvere!

Agitarsi e smaniare è muoversi senza uno scopo, e un bambino sano non si muove di norma senza uno scopo, a meno che non venga ostacolato in qualche modo. Quello che così tanti genitori non capiscono è che il movimento continuo è naturale per i bambini, e che essi si sviluppano grazie all’azione.


È naturale che ci siano dei momenti in cui è necessario che il bambino debba fermarsi – per esempio avete appena vestito vostra figlia per uscire, e non potete certo permetterle di scappare in giardino a fare torte di fango. Bene, esiste un’alternativa al farla sedere e chiederle di stare ferma finché non sarete pronti.


L’avete osservata con attenzione? Qual è stato, allora, l’ultimo suo interesse in un’attività tranquilla? Forse solo mezz’ora prima l’avete vista assorta nell’infilare la chiave nella porta e girare la serratura. Se avete una piccola scatola con una chiave e una serratura, allora è il momento di dargliela. Se la prende con interesse e inizia subito a infilare la chiave e far scattare la serratura, vi sorprenderà vedere quanto a lungo si terrà occupata. Non vi è agitazione e smania alcuna in un bambino assorto in qualche attività, non vi saranno scene e capricci ancor prima che usciate di casa.


Avrete notato tantissime volte come i bambini diventino agitati e difficili quando facciamo le cose al posto loro. La madre ha fretta perciò non permette al suo bambino piccolo di combattere con calze e scarpe, ma è lei che gliele infila. Lui si ribella apertamente o forse si agita e basta, e questo è il segno che è stato intralciato.


Non pensate neppure per un istante che io affermi che un bambino debba sempre fare ciò che vuole. Non è ciò che intendo quando dico che è sbagliato ostacolare i bambini. Esistono tuttavia due modi per cercare di insegnare l’obbedienza. Nel vecchio modo sbagliato non si fa altro che dire loro di fare questo e quello, e non c’è altro da sapere; vengono puniti se disobbediscono.


Esiste poi l’altro modo su cui si fonda l’intero sistema educativo. Chiedete a vostro figlio solo ciò che è in grado di darvi; ossia chiedete obbedienza nei modi in cui lui sarà felice di darla, e imparerà con facilità l’abitudine all’obbedienza perché l’avrà imparata in modo naturale.

Non molto tempo fa, quando il bambino era a scuola ci si aspettava che restasse seduto perfettamente fermo mentre l’insegnante gli parlava. Non c’è da meravigliarsi che i bambini fossero inquieti, disobbedienti, e trovassero difficile imparare; anzi, è sorprendente che imparassero comunque tanto, ma immagino che per forza, dopo molte ripetizioni, prima o poi qualcosa dovesse fissarsi nella mente.


Inoltre, come ricreazione dopo il silenzio e l’immobilità innaturali, ai bambini venivano fatti eseguire una serie di esercizi – e anche i loro piccoli corpi costretti ne avevano bisogno; non dubito che questi esercizi non implicassero da parte del bambino alcun pensiero o perseveranza, non erano altro che semplici movimenti fatti per obbedire a un comando.


Ma oggi insegniamo ai bambini in modo diverso. Quando arrivano al mattino, ci sono molte cose di cui occuparsi. I bambini devono pensare alla classe, spazzano con le loro piccole scope, spolverano, strofinano e lucidano. Poi è la volta della pulizia personale: se le mani di un bambino sono sporche, non lo portiamo al lavabo e gliele laviamo, né gli teniamo il viso mentre lo sciacquiamo. I bambini imparano a fare da soli queste cose come parte di una normale routine, e persino i piccoli di due e tre anni possono trasportare oggetti, lavarsi da soli e apparecchiare la tavola.

I bambini adorano fare queste cose da soli e imparano ad essere attenti e precisi nei movimenti.


È sia un’educazione al movimento, perché quando il lavoro viene svolto con attenzione si perfeziona la coordinazione muscolare, sia un’educazione attraverso il movimento, perché queste attività richiedono volontà e giudizio, autodisciplina, e un apprezzamento dell’ordine. Non insegniamo queste cose ai bambini per farne piccoli servitori, ma perché abbiamo osservato che hanno davvero, in modo del tutto spontaneo, un grandissimo interesse nel perfezionare tutti i movimenti della vita quotidiana.

Fra i materiali scolastici che i bambini apprezzano di più vi sono telai con due pezzi di stoffa – alcuni hanno asole e bottoni, altri fiocchi, ganci e occhielli, chiusure di scarpe – ed è una delizia osservare i più piccoli che chiudono bottoni e allacciano nastri con la massima concentrazione. Inoltre, sono ansiosi di utilizzare le conoscenze appena acquisite, vogliono vestirsi – e le madri sagge li lasceranno fare, semplicemente restando loro accanto e dando una mano se viene chiesto aiuto.


Questa educazione del movimento va dritta alle radici del mio sistema pedagogico. Per esempio, i bambini imparavano prima a leggere e poi a scrivere – ora avviene l’inverso. Prima di tutto, maneggiano grandi lettere dell’alfabeto con superfici smerigliate. Un bambino di tre anni ne traccerà i contorni con il dito e imparerà a dire il nome delle lettere molto prima di saperle riconoscere a vista. Poi prenderà una matita e traccerà la linea da solo, ed è già un grande passo avanti. Dopo di che imparerà a combinare i suoni e a scrivere le parole – la lettura seguirà con naturalezza e senza il minimo sforzo.

È lo stesso con l’aritmetica. Nel vecchio modo l’insegnante faceva imparare le tabelline a memoria e poi insegnava a fare le somme. Oggi i bambini maneggiano aste di lunghezze diverse e imparano le proporzioni degli uni rispetto agli altri sistemandoli con cura. Questo metodo li porta in modo naturale dalla pratica al principio.


Ne segue che se impariamo prima attraverso la pratica, vi è movimento in tutte le nostre lezioni – ma è un movimento controllato perché i bambini lavorano sempre con lo scopo di padroneggiare una serie di movimenti. Pertanto, si comportano nel modo attivo che è naturale per i bambini e al contempo imparano.


È questa la nuova educazione del movimento, e lo stesso principio andrebbe applicato alla vita in casa del bambino. Dover restare seduto fermo ad ascoltare un insegnante è la condizione mentale e fisica peggiore possibile per l’apprendimento. In modo analogo, il bambino la cui vita a casa sia ordinata rigidamente secondo la convenienza degli adulti, senza che si conoscano o si considerino i movimenti naturali e gli interessi attivi dell’infanzia, è nello stato mentale e fisico peggiore possibile, che si tratti di obbedire o di imparare le buone maniere.

Il bambino che a scuola maneggia materiali progettati in modo specifico, il bambino che a casa può vestirsi da solo, aiutare ad apparecchiare, è colui che di fatto porta avanti le cento e una attività che lo interessano e non fanno male a nessuno; è, in realtà, impegnato a lavorare al suo sviluppo – e il metodo del suo apprendimento è attraverso il movimento.

Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori
Il pensiero montessoriano spiegato alle famiglie.Scritti di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori per sostenere il loro ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino. Maria Montessori parla ai genitori riunisce undici conferenze e articoli di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori, scritti apparsi in inglese e mai tradotti in italiano.In essi si chiariscono i punti essenziali del suo pensiero riguardo al ruolo fondamentale dei genitori nello sviluppo del bambino. Il libro include anche una breve biografia della celebre pedagogista.Un testo indispensabile per chiunque si interessi del metodo montessoriano. Rispetto alla questione sociale del bambino, gli errori sono dovuti a uno sbaglio di fondo. Si tratta di riformare i riformatori: noi tutti dobbiamo cambiare. Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato.Maria Montessori Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.