capitolo 2

Il nuovo metodo educativo

Comprendere i bisogni del bambino e soddisfarli in modo che la sua vita si sviluppi appieno, ecco lo scopo che è sotteso al mio metodo.


Diamo al bambino cibo nutriente perché il suo piccolo corpo possa crescere, e proprio nello stesso modo dobbiamo garantirgli un nutrimento adeguato alla sua crescita mentale e morale. Così come non possiamo in modo diretto aiutare il suo corpo a crescere e diventare adulto, così non possiamo forgiare la sua mente o il suo carattere in sua vece.

Possiamo invece soddisfare i suoi bisogni mentali così come soddisfiamo quelli fisici – ed entrambi dovrebbero essere trattati con lo stesso approccio scientifico.
Nel corso di molti anni di esperimenti e osservazione, ho scoperto che i bambini imparano in modo naturale attraverso l’azione, e che il loro carattere si sviluppa grazie alla libertà. Ma si tratta di princìpi generali, che richiedono un’applicazione pratica, e i materiali Montessori sono stati sviluppati per venire incontro a questa necessità. Questi princìpi sono in opposizione diretta alla vecchia idea secondo cui un bambino dovrebbe restare seduto fermo mentre gli viene impartita la lezione, e che tutti i suoi movimenti dovrebbero essere sotto la supervisione di un insegnante. E non hanno neppure nulla in comune con le scuole in cui tutto viene fatto al posto del bambino, gli viene lavata la faccia, gli si mette il grembiule, si pulisce il cibo fatto cadere, l’ora di riposo è stabilita dall’orologio e le lezioni e i giochi organizzati secondo un orario fisso prestabilito.

Comprendere i bisogni del bambino e soddisfarli in modo che la sua vita si sviluppi appieno, ecco lo scopo che è sotteso al mio metodo.

Diamo al bambino cibo nutriente perché il suo piccolo corpo possa crescere, e proprio nello stesso modo dobbiamo garantirgli un nutrimento adeguato alla sua crescita mentale e morale. Così come non possiamo in modo diretto aiutare il suo corpo a crescere e diventare adulto, così non possiamo forgiare la sua mente o il suo carattere in sua vece.

Possiamo invece soddisfare i suoi bisogni mentali così come soddisfiamo quelli fisici – ed entrambi dovrebbero essere trattati con lo stesso approccio scientifico.

Nel corso di molti anni di esperimenti e osservazione, ho scoperto che i bambini imparano in modo naturale attraverso l’azione, e che il loro carattere si sviluppa grazie alla libertà. Ma si tratta di princìpi generali, che richiedono un’applicazione pratica, e i materiali Montessori sono stati sviluppati per venire incontro a questa necessità. Questi princìpi sono in opposizione diretta alla vecchia idea secondo cui un bambino dovrebbe restare seduto fermo mentre gli viene impartita la lezione, e che tutti i suoi movimenti dovrebbero essere sotto la supervisione di un insegnante. E non hanno neppure nulla in comune con le scuole in cui tutto viene fatto al posto del bambino, gli viene lavata la faccia, gli si mette il grembiule, si pulisce il cibo fatto cadere, l’ora di riposo è stabilita dall’orologio e le lezioni e i giochi organizzati secondo un orario fisso prestabilito.


Nelle scuole Montessori sono i bambini che fanno queste cose da sé. Non viene loro insegnato nel senso comune del termine – il maestro è più un osservatore che un aiutante. Mostra al bambino come si utilizzano i materiali, come lavarsi, ma è il bambino che maneggia il materiale, che si perfeziona con l’esercizio, e tiene la faccia pulita di propria spontanea volontà. In questo modo è sia attivo sia libero, e da entrambi questi fattori scaturisce quella qualità vitale tipica di un carattere forte: la disciplina interiore.

Supponiamo che un bambino di tre o quattro anni giunga in una delle nostre scuole quando non ha ancora raggiunto questa qualità. Vi sono segnali dai quali è facile dedurlo. In primo luogo i suoi movimenti sono impacciati – manca la coordinazione muscolare essenziale. E non sarà di minimo aiuto provare a contrastare questa mancanza con correzioni minuziose. Avrà bisogno di un’educazione che con delicatezza coordini la motricità più fine. È proprio per soddisfare questa necessità che nelle nostre scuole il mobilio è a misura di bambino, leggero da spostare e con colori brillanti. Se il bambino è goffo rovescerà le cose, farà rumore e insudicerà la bella pittura. Il che lo indurrà a stare più attento e presto imparerà a spostare la sedia senza fare il minimo rumore, a pulire attentamente la pittura con acqua e sapone. Man mano che imparerà a maneggiare i materiali con cura, il suo piacere aumenterà, e infine gli potrà essere affidato il compito di spolverare la credenza che contiene i fragili bicchieri di vetro. Non è necessario preoccuparsi adesso dei suoi movimenti sgraziati, del suo gridare e della sua goffaggine: svaniranno in modo spontaneo.

Una seconda caratteristica che sempre accompagna questa mancanza di coordinazione muscolare è la difficoltà, e talvolta completa incapacità, mostrata dal bambino nel focalizzare la propria attenzione sulle cose reali. Preferisce vivere nel mondo della propria immaginazione e piuttosto che esplorare l’ambiente che lo circonda, preferirà imbandire un banchetto da favola con poche foglie e qualche sassolino


Purtroppo, spesso i genitori fraintendono questa caratteristica e credono sia il segno di una notevole immaginazione, lo sbocciare, persino, di un genio artistico. Al contrario, è un modo per sfuggire alla realtà, qualcosa che disintegra il carattere. Quando il bambino con entusiasmo fissa la propria attenzione sul mondo che lo circonda, solo allora la sua immaginazione avrà un fondamento sicuro. L’insegnante che riesca a interessare il bambino, per esempio nell’apparecchiare un vero tavolo, servire un vero pasto, richiamerà la mente divagante. E la coordinazione della motricità fine, insieme al richiamo alla realtà dell’attenzione distratta, sarà il solo rimedio necessario. Una volta acquisita la capacità di concentrare la mente sulle cose reali, quest’ultima tornerà in salute e funzionerà normalmente.


La terza caratteristica è una tendenza all’imitazione. Nei bambini con più di due anni rappresenta un segno di grande debolezza. Indica una volontà che non ha predisposto i suoi strumenti o trovato la sua strada, ma che segue gli altri. È qui che soprattutto i materiali designati giocano un ruolo importante. Dai tre ai sei anni i bambini hanno una vera “fame sensoriale”, adorano toccare ogni cosa, accostare forme diverse, classificare colori e suoni musicali. Il materiale viene classificato con attenzione per soddisfare ciascun bisogno del bambino, e una volta che egli abbia fissato la propria attenzione, diventerà un piccolo individuo, non più un imitatore. I bambini di tre o quattro anni si concentrano per un’ora alla volta senza sforzo e bisogna stare attenti a non distruggere questa nuova capacità con le richieste arbitrarie di tempi e orari predefiniti.

Grazie a questa attenzione si sviluppano importanti qualità del carattere. Quando la concentrazione si esaurisce il bambino è soddisfatto intimamente, diviene consapevole dei propri compagni e mostra per essi un interesse vivace ed empatico. È la sua soddisfazione spirituale a renderlo gentile, affettuoso e molto sensibile alle cose belle.


Dall’assorbimento nel suo lavoro sviluppa la perseveranza, la capacità di lavorare con continuità, impara l’obbedienza in modo del tutto naturale, senza la minima pressione, perché è lui stesso a voler fare ciò che è giusto, a voler utilizzare il materiale nel modo più appropriato. Al termine è ansioso di condividere la propria gioia, di aiutare i piccoli, e poiché gli altri hanno rispettato il suo lavoro non pensa mai di interferire con chi è ancora intento al proprio.

Sono certo qualità morali e sociali inestimabili. Nelle nostre scuole non esistono punizioni o ricompense che interferiscano con la gioia del lavoro fatto per se stesso. La sola ricompensa è nel completamento del lavoro – è allora che la disciplina interiore viene edificata e si gettano le fondamenta del carattere.


Vorrei davvero potervi dire molto di più sui bambini e il loro lavoro; di come, crescendo, inizino a usare una quantità sempre maggiore di materiali, e imparino i numeri, a scrivere e a leggere, tutto con la stessa gioia e facilità.


E, soprattutto, ci sono tantissimi bambini che erano indietro e sono stati riportati a livelli normali grazie a questo metodo con cui si comprendono i bisogni del bambino e gli si forniscono i mezzi per sviluppare la sua mente e il suo carattere.


Ma ho detto abbastanza se sono riuscita a persuadervi a intraprendere voi stessi l’interessante esperimento di una visita a una delle nostre scuole, per osservare i piccoli felici al lavoro.

Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori parla ai genitori
Maria Montessori
Il pensiero montessoriano spiegato alle famiglie.Scritti di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori per sostenere il loro ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino. Maria Montessori parla ai genitori riunisce undici conferenze e articoli di Maria Montessori specificamente rivolti a un pubblico di genitori, scritti apparsi in inglese e mai tradotti in italiano.In essi si chiariscono i punti essenziali del suo pensiero riguardo al ruolo fondamentale dei genitori nello sviluppo del bambino. Il libro include anche una breve biografia della celebre pedagogista.Un testo indispensabile per chiunque si interessi del metodo montessoriano. Rispetto alla questione sociale del bambino, gli errori sono dovuti a uno sbaglio di fondo. Si tratta di riformare i riformatori: noi tutti dobbiamo cambiare. Noi siamo gli adulti e il bambino dipende da noi; le sue sofferenze, a dispetto delle nostre buone intenzioni, provengono da noi. Se, per un errore da parte nostra, questi mali si producono, allora è necessario che l’atteggiamento dell’adulto sia riformato.Maria Montessori Conosci l’autore Maria Montessori è stata un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo.