capitolo 3

L’educazione montessoriana
e la psicologia moderna

Dal momento che il metodo Montessori è nato da un’indagine scientifica, sembra opportuno domandarsi se tale metodo soddisfa le esigenze che la scienza moderna, e in particolare la psicologia, ha nei confronti dell’educazione. Per fare ciò, è necessario esporre la concezione della Dottoressa sull’uomo e i principi su cui ha basato il resto del suo lavoro, così da confrontarli con le scoperte della psicologia moderna.


Certo, il termine “psicologia moderna” comporta una prospettiva unitaria che di fatto non esiste. Punti di vista contrastanti, controversie sul piano teorico e reciproche critiche sono il risultato della grande diffusione e dello sviluppo che questa scienza recente ha sperimentato in così breve tempo. In più, è ancora lontana dal suo obiettivo finale, forse proprio perché il suo oggetto di studio – il comportamento umano – è estremamente complesso. Di sicuro per noi questo è molto più difficile da comprendere rispetto a qualcosa in cui siamo meno direttamente coinvolti. Ciononostante, e a dispetto delle controverse opinioni sostenute dai singoli psicologi, si è abbastanza d’accordo su certi punti chiave, tanto da riuscire a delineare una idea complessiva dell’uomo. Ecco alcune delle sue caratteristiche fondamentali:

  • L’uomo è prima di tutto un essere sociale. Ciò significa che dipende dal suo ambiente sociale non solo per la sua sopravvivenza fisica, ma anche per lo sviluppo psichico e spirituale. Tra tutte le creature viventi, è il solo a possedere il linguaggio. Il linguaggio non è il prodotto e il possesso di un singolo individuo, ma dell’intera società.

  • Le eredità culturali, impensabili senza una società, danno forma e contenuto all’esistenza umana; indicano le strade attraverso cui l’uomo può compiere il proprio destino. Dato che il destino viene interpretato in modo diverso da ciascuna cultura, gli esseri umani hanno bisogno gli uni degli altri per realizzare, collettivamente, le possibilità dell’umanità. I valori umani più importanti come la fede, la giustizia, la bellezza e la verità vengono creati e sostenuti dalla comunità. Al suo interno, essi hanno validità generale in quanto obiettivi legati indissolubilmente al talento umano. Hanno una natura sovrapersonale e sovraindividuale, e perciò non possono essere compresi o spiegati prendendo in considerazione il singolo individuo.

  • L’individuo è umano solo in potenza. È, per così dire, una promessa che può essere mantenuta soltanto dalla società. Ben diverso quindi dall’animale, che raggiunge i limiti del suo sviluppo poco dopo la nascita e può pertanto considerarsi completo.

  • La continuità nella storia umana è una continuità di tipo culturale, mentre la continuità nel mondo animale risiede nel principio biologico. L’unità psicosomatica è un altro principio che è emerso con forza nella psicologia contemporanea.

  • L’uomo trova nel suo organismo la fonte della propria attività, che guida verso l’ambiente attraverso il comportamento, lottando o resistendo.

  • Il comportamento è il termine usato per descrivere l’attività significativa con cui l’uomo entra in relazione con l’ambiente. Dato che ci sono delle alternative in merito a ciò, il comportamento umano è la manifestazione fisica di una scelta.

  • Il comportamento umano è solo in parte determinato dalle leggi della natura. Proprio perché ha delle alternative, deve operare delle scelte. È in possesso del più vasto repertorio di possibili scelte di tutti gli esseri viventi, poiché è capace di creare delle alternative che in quanto tali non esistono in natura. D’altra parte, un’alternativa presente all’inizio può andare perduta ed è lì che si attiva un automatismo. Quindi, ogni dipendenza e ogni rigidità sono in un certo senso una mancanza quando vengono misurate secondo il parametro delle possibilità umane.

  • Il comportamento si riferisce sempre a qualcosa e ha sempre un significato. Stabilire degli obiettivi e sforzarsi per conseguirli è un aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Ancora prima che un bambino sappia parlare, o del resto ancor prima che chiunque gli spieghi cosa sia un obiettivo, egli ha già un obiettivo prefissato. Poiché l’uomo percepisce se stesso come origine dell’attività, è anche ben consapevole dell’intenzionalità; e lo è fin da piccolo.

  • La psicologia moderna inizia con la convinzione secondo cui il comportamento umano non è puramente accidentale, ma è determinato da qualcosa. In altre parole, avviene in un contesto di fattori determinanti.

  • L’insieme dei rapporti da cui l’uomo determina il proprio comportamento viene chiamato situazione. L’uomo non smette mai di trovarsi in situazioni. Con l’avanzare del suo sviluppo, queste situazioni diventano più ricche e di conseguenza il comportamento si fa più differenziato. In ogni caso questa differenziazione varia da persona a persona secondo gli interessi, le abilità e le circostanze individuali.

In che modo questa breve panoramica sull’uomo, offerta dalla letteratura psicologica, può essere messa a confronto con le idee di Maria Montessori? Ella sosteneva che:

  • L’uomo comparve nella scena evolutiva come un nuovo essere. Nonostante la somiglianza biologica con gli animali superiori, se ne discosta profondamente. La differenza non è di generale superiorità. L’uomo in quanto individuo è più debole rispetto a molti altri animali, e di certo più debole rispetto a quegli animali che si suppone abbiano abitato la terra quando lui comparve per la prima volta. Si afferma che la sua arma sia l’intelligenza. Tuttavia, l’intelligenza dell’individuo ha ben poco valore quando vive in isolamento.

  • Negli animali, la capacità di adattamento è limitata. La loro coscienza si limita ai bisogni e allo sforzo impiegato per soddisfarli. Sono vincolati agli schemi ereditari di comportamento da cui possono deviare solo di poco e in circostanze particolari. Ma l’uomo è diverso: è molto più flessibile; anche lui possiede certi istinti, ma sono meno strutturati rispetto a quelli degli animali e non determinano gli schemi comportamentali che danno forma e contenuto alla sua esistenza; deve costruirsi da solo questi schemi e può farlo soltanto insieme ai suoi compagni.

  • L’uomo non può essere compreso come individuo. È solo all’interno di una comunità che egli riesce a diventare umano e che le sue potenzialità possono realizzarsi.

  • La biosfera animale ha un’organizzazione che sembra più o meno statica. L’uomo vive invece in una psicosfera dinamica e variabile e dal momento che il comportamento non è determinato dall’ereditarietà, egli ricerca l’autorealizzazione. Nel corso di questa ricerca, l’uomo ha imparato a cambiare il proprio ambiente naturale e ha fatto diverse scoperte che hanno portato gradualmente alle presenti condizioni di civiltà. Ciò che comunemente definiamo come ambiente sociale – un ambiente che nel corso della storia ha acquisito la forma attuale – non è più qualcosa di naturale, ma una creazione sopra-naturale.

  • Il lavoro fa parte dell’esistenza umana. Perciò, gran parte delle persone lavorano e molti scoprono cose nuove; eppure, le scoperte individuali acquistano un valore solo quando vengono accettate e utilizzate da un gruppo più grande.

  • Sebbene qualcuno possa essere convinto di lavorare solo per se stesso, in realtà sta lavorando per l’intera comunità e solo i risultati di questa attività comunitaria, che noi chiamiamo civiltà, mostrano continuità e progresso.

  • Il collegamento che rende possibile tale continuità è il bambino con le sue specifiche potenzialità.

  • Le persone non rimangono unite attaccandosi le une alle altre. Le mani devono essere libere per compiere l’attività tramite la quale l’individuo cerca di realizzare il proprio destino in maniera indipendente, grazie alle proprie capacità e possibilità.

  • Il legame tra gli esseri umani è costituito dalla loro intelligenza comune, e il linguaggio è il mezzo che rende possibile l’intelligenza astratta di una comunità. È solo in quanto membro di un gruppo che l’individuo riesce a svolgere il proprio compito come essere umano. Tuttavia, l’esistenza dell’uomo dentro un gruppo deve anche essere protetta da un accordo sulle norme generali di condotta, dal momento che gli schemi comportamentali non sono determinati dalle leggi di natura.

  • I valori più elevati che in genere vengono accettati da una comunità costituiscono il polo spirituale secondo cui l’individuo dirige i propri sforzi verso l’autorealizzazione, e, così facendo, sacrifica di continuo alcuni dei propri interessi personali. Contenuti e interpretazioni variano da una cultura all’altra e anche tra diversi gruppi compresi in una comunità più grande, ma il bisogno di religione e di norme è una caratteristica essenziale della natura umana.

  • La mescolanza di valori spirituali e materiali che definiamo con il termine civiltà e che determina il clima culturale di una comunità non è un’entità statica. Viene continuamente modificata e rivista. Gli schemi dominanti cambiano e si evolvono col passare del tempo, influenzando il comportamento dell’uomo.

Le somiglianze tra la concezione dell’uomo della Montessori e quella della psicologia moderna sono davvero sorprendenti. Il personale contributo della Dottoressa è l’identificazione dei bambini come collegamento capace di garantire la continuità dell’evoluzione umana, che è un’evoluzione culturale. È grazie allo stretto legame emotivo instaurato con coloro a cui sono affidati che i bambini, con le loro speciali sensibilità e potenzialità, diventano adulti. Ed è da quelli che assimilano inconsciamente gli schemi principali su cui basano il proprio comportamento durante l’infanzia. Le loro menti assorbono ed elaborano le impressioni dell’ambiente sociale mentre percorrono la strada verso il loro destino all’interno della società.


Un esempio significativo delle capacità del bambino ci viene offerto da Marie-Yvonne Vellard, una bambina appartenente agli Indiani Guayaki, una tribù nomade sudamericana, ferma all’età della pietra. Nel 1932 venne abbandonata nella foresta da due donne della tribù che erano state sorprese dai membri di una spedizione guidata dal dott. Jean Albert Vellard, direttore dell’Istituto Francese di Studi Indiani di Lima.

Aveva circa due anni quando venne adottata, e successivamente allevata, da Vellard. È diventata una donna istruita che parla molte lingue e che, ad eccezione dell’aspetto fisico, non si discosta dagli amici latinoamericani con cui ha condiviso la sua infanzia17 . Durante una conferenza dell’Unesco organizzata a Parigi che verteva su problemi di tipo razziale, il suo caso venne citato come prova del fatto che tutti gli uomini sono uguali alla nascita. Ai nostri antenati ci sono voluti duecento secoli per passare dall’età della pietra all’era atomica. A questa ragazza bastò un solo salto temporale. Un membro adulto della tribù, anche il più intelligente, non sarebbe mai stato capace di adattarsi al mondo moderno in questo modo. Qualche indicazione su ciò che si sarebbe potuto raggiungere è rintracciabile in un toccante documento relativo al breve incontro con la civiltà del XX secolo da parte di Ishi, l’ultimo sopravvissuto di una tribù di indiani californiani. Ishi passò dall’età della pietra al mondo moderno nel 1911, ma dato che era un uomo adulto, per quanto fosse intelligente e sensibile, la parte culturale del suo essere restò invariata18 . Solo i bambini possiedono l’abilità spirituale (la mente assorbente) necessaria per la formazione dell’uomo del futuro.

Finora abbiamo esaminato soltanto la concezione globale dell’uomo di Maria Montessori e i principi che stanno alla base del suo metodo. Anche se tale visione è conforme alla psicologia moderna, non significa che le sue applicazioni pratiche lo siano. Una breve sintesi delle argomentazioni della Montessori e di quelle della psicologia potranno dimostrare se di fatto lo sono. Un’analisi delle varie tendenze e delle scuole di pensiero in campo psicologico mostra che esiste un accordo su diversi punti fondamentali, che pertanto possono essere considerati rappresentativi della psicologia moderna:

  • Un evento psichico acquista significato solo quando è relazionato con una totalità superiore; in ultima analisi, alla personalità nel suo complesso.

  • Il principio organizzativo più rilevante non è la legge, ma il carattere. L’individuo dovrebbe essere studiato nella sua totalità e la sua struttura psicologica dovrebbe essere confrontata con le strutture psicologiche di altri individui in modo che possa essere determinato il suo carattere.

  • Tutta la personalità si rivolge alla realizzazione di certi obiettivi e valori. È importante capire gli sforzi interiori della vita psichica fatti per raggiungere gli obiettivi e prendere in considerazione l’attività psichica dal punto di vista della finalità.

  • I fenomeni e le funzioni assumono un significato nella vita dell’individuo, che non è un meccanismo passivo, ma un essere attivo che si impegna.

  • Il significato di un fenomeno non può essere compreso dal semplice studio del processo a se stante, ma solo dall’analisi dell’insieme significativo di cui fa parte.

  • L’uomo è un essere spirituale e si impegna per certi valori culturali.

  • Tutti i processi psicologici riguardano il soggetto, che è attivo. L’ego è il centro che guida questi processi psicologici.

  • Viene messo in luce non solo il contenuto dell’esperienza ma anche la funzione attiva dell’ego.

  • La vita emotiva e volitiva dell’uomo è importante, così come il suo aspetto sociale.

  • L’unità psicosomatica dell’uomo è fondamentale.

  • Il comportamento è la manifestazione fisica di una scelta; nasce da un’alternativa.

Ora consideriamo alcuni principi dell’educazione montessoriana:

  • L’educazione deve aiutare il bambino a sviluppare la propria personalità secondo la sua natura e le sue possibilità, e con i suoi ritmi, in modo da riuscire a svolgere il compito come essere umano indipendente ed equilibrato nella comunità degli adulti. L’obiettivo quindi è sempre la formazione della personalità nel suo complesso e non quella di funzioni o processi indipendenti.

  • Rapporti ottimali tra bambini e adulti e un ambiente ideale stimolano e forniscono un sostegno positivo a questo spontaneo sviluppo interiore. Quando ciò avviene, si manifesta un cambiamento nel bambino che viene chiamato normalizzazione.

  • I bambini vogliono diventare adulti e, spinti dai loro bisogni interiori, si impegnano a raggiungere questo obiettivo in maniera indipendente. L’educazione deve assisterli in questo compito di sviluppo interiore. Per offrire loro un aiuto adeguato è necessario comprendere l’attività psichica dal punto di vista dell’obiettivo finale.

  • Molte attività dei bambini piccoli appaiono prive di significato. Se ci soffermiamo sulla concentrazione dedicata a tali attività notiamo però quanto siano importanti per loro. Quando i bambini sono così impegnati, l’insegnante di formazione montessoriana deve ritirarsi e permettere loro di continuare le attività senza interruzioni. Gran parte del materiale sensoriale Montessori sullo sviluppo è stato elaborato per promuovere questo tipo di preparazione indiretta per quelle funzioni che si manifesteranno solo in un secondo momento.

  • Solo in questo caso il significato di un singolo fenomeno può essere compreso e interpretato nel suo contesto più corretto. Perciò, nell’educazione montessoriana l’attività autogestita del bambino viene rispettata e qualsiasi tentativo di penetrare i segreti dell’infanzia deve essere fatto tramite le manifestazioni spontanee del bambino. Le insegnanti montessoriane vengono formate in modo da imparare a osservare il bambino e riferire le loro osservazioni. Così, il comportamento del bambino può essere studiato nel contesto significativo di tutta la personalità che agisce nella situazione pedagogica.

  • La scuola deve essere un ambiente culturale, in modo che i bambini abbiano la possibilità di familiarizzarsi con gli aspetti base della loro cultura. Durante i primi cinque anni di vita la mente assorbente del bambino gli consente di incorporare gli schemi fondamentali della cultura con cui è entrato in contatto attraverso il rapporto con gli adulti. Procede poi a dare forma e contenuto in maniera personale. Le scuole hanno il compito di offrire ai bambini la possibilità di avere a disposizione un ambiente culturale e di ampliare il proprio orizzonte culturale cosicché avvenga non solo uno sviluppo intellettuale, ma anche spirituale. Il nucleo spirituale dell’uomo è già presente nei bambini; guida il loro sviluppo psichico dall’interiorità mediante speciali sensibilità e bisogni che, se viene data l’opportunità, stimolano l’ego cosciente del bambino verso specifiche attività.

  • Il materiale Montessori è stato elaborato appositamente per far leva su questi bisogni interiori. Inoltre, offre ai bambini l’opportunità di lavorare in maniera indipendente e di fare un’esperienza personale. Dato che per maneggiarlo serve la coordinazione di diverse funzioni, è tutta la personalità a essere coinvolta. Tuttavia, in ogni suddivisione del materiale viene evidenziata una singola proprietà, perciò il bambino è invitato a incanalare la propria attenzione verso una speciale qualità oggettiva. Quest’ultima è scelta con il fine di armonizzarsi con una specifica attività psichica e, allo stesso tempo, richiede delle azioni specifiche nel momento in cui si maneggia il materiale. Quando c’è qualcosa che non va, è lo stesso materiale a rendere il bambino consapevole dell’errore così da mettere alla prova la sua intelligenza per poter trovare una soluzione migliore. Così le funzioni dell’ego sono differenziate, addestrate e integrate senza stress, in modo giocoso, mentre si incoraggia il bambino a eseguire azioni dotate di significato.

  • Ciò è possibile perché il materiale prende in considerazione i bisogni interiori del bambino nel corso del suo sviluppo. È per questo che ha un aspetto allettante e un’attrattiva di tipo emotivo. Suscita l’interesse del bambino e lo stimola sia a svolgere le attività che a concentrarsi. Il motto dell’educazione montessoriana, che deriva dall’esclamazione di un bambino, “Aiutami a fare da solo”, comporta un riconoscimento dello stesso come essere che lotta per raggiungere i propri obiettivi e bisogni. Questi ultimi vengono indicati con ciò che noi chiamiamo periodi sensitivi.

  • Lo sviluppo sociale, di cui ho parlato nel Capitolo 2, è una delle caratteristiche fondamentali dell’educazione montessoriana.

  • Per quanto riguarda l’insegnamento, Montessori riteneva che fosse assolutamente sbagliato porre l’accento sull’aspetto intellettuale dell’apprendimento. Il ruolo della personalità in quanto unità psicosomatica nel processo di apprendimento deve essere pienamente riconosciuto. Non si richiede un assorbimento passivo, ma bensì un’azione intelligente giacché l’apprendimento è un processo dinamico in cui tutta la personalità del bambino deve partecipare in maniera attiva. È questo ciò su cui cerca di puntare il materiale Montessori. La coordinazione dei movimenti, l’attività autonoma e la libertà di movimento all’interno della classe, uno degli aspetti più tipici dell’educazione montessoriana, sono una diretta applicazione di questo principio.

  • Per concludere, si può affermare che la libera scelta dell’attività, che mette il bambino di fronte alle alternative e che quindi gli insegna a diventare indipendente, è un principio montessoriano per eccellenza. Il classico, formale approccio educativo esclude per definizione la possibilità di considerare questo aspetto fondamentale dell’esistenza umana. Imporre lo stesso compito a un intero gruppo trasforma un’alternativa in una mera necessità.

Da questa breve descrizione dei principi presi in considerazione nell’applicazione del metodo Montessori è evidente che essi sono compatibili con quelli della psicologia moderna. Ora esaminiamo il metodo scientifico usato nelle scuole Montessori per vedere come si rapporta con gli altri metodi impiegati nella psicologia moderna. Il metodo è la caratteristica più importante di tutte le scienze. L’unica differenza tra un’opinione non scientifica e una valutazione scientifica è che quest’ultima è basata su un metodo. Usare un metodo di fatto significa lavorare in modo sistematico. È un tipo di disciplina o di autocontrollo che prevede il domandarsi costantemente se e fino a che punto ciò che si afferma si basa davvero sull’esperienza o trova supporto in essa. La sperimentazione è senza dubbio il metodo di indagine ideale per le scienze empiriche. Nessun altro metodo offre gli stessi vantaggi. Eppure, anche la sperimentazione di laboratorio ha limiti pratici. Ecco perché si cerca di mantenere i vantaggi del metodo sperimentale quando si tratta di studiare in maniera sistematica quei fenomeni che non possono essere studiati in laboratorio. Uno dei modi più significativi è attraverso esperimenti sul campo, realizzati in un ambiente normale, per esempio una scuola. Ancora più vicina all’esperienza quotidiana è la cosiddetta ricerca-azione in cui una comunità (come una scuola) collabora con esperti nel programma di ricerca. Questi esperti non solo indagano le condizioni attuali, ma cercano di migliorarle; tale ricerca ha perciò carattere normativo. Un altro metodo d’indagine effettuata al di fuori del laboratorio è quello di rendere l’osservatore o il ricercatore un membro del gruppo sotto osservazione. Tuttavia, bisogna ricordare che fare e registrare osservazioni è un compito estremamente difficile per la maggior parte delle persone. Se gli insegnanti sono tenuti a farlo, è importante prestare molta attenzione a tali questioni durante la loro formazione altrimenti si rischia di rendere la situazione meccanica e artificiosa. È proprio perché un atteggiamento scientifico necessita di osservazioni costanti che il metodo Montessori richiede un forte impegno da parte degli insegnanti che desiderano applicarlo. Tutti i metodi scientifici descritti finora sono compatibili con l’educazione montessoriana, anche se ci saranno delle differenze nel modo in cui verranno applicate nella pratica.


Se consideriamo il rapporto tra l’educazione montessoriana e la psicologia moderna nel suo complesso, si nota come fino alla Seconda Guerra Mondiale la psicologia applicata era soprattutto sperimentale. L’educazione montessoriana, che è basata su un esperimento empirico con i bambini in situazioni di vita reale, se ne servì ben poco. Come ho detto, la stessa Maria Montessori era così affascinata e coinvolta da ciò che lei chiamava la scoperta del bambino che non sentì mai il bisogno di costruire un sistema teorico. Per lei non era importante la teoria, ma il bambino. Le scoperte sul comportamento spontaneo la colpirono così nel profondo che consacrò il resto della sua vita ad agire per conto dei bambini. Non è un caso se si autodefinì una “ambasciatrice della causa del bambino”.


A partire dalla Seconda Guerra Mondiale la psicologia si è sviluppata rapidamente ed è accresciuto l’interesse verso il comportamento concreto dell’uomo nelle situazioni ordinarie e quotidiane. Di conseguenza, le differenze tra l’educazione montessoriana e la psicologia sono diminuite e la possibilità di colmare tale divario sembra esistere per davvero. Mi auguro che i miei pensieri possano essere uno stimolo per accrescere gli sforzi in tale direzione.

L'educazione come aiuto alla vita
L'educazione come aiuto alla vita
Mario M. Montessori Jr.
Comprendere Maria Montessori.Un affascinante sguardo sulla personalità di Maria Montessori, sulla sua filosofia educativa e sul ruolo dell’educazione nella formazione della personalità. L’educazione come aiuto alla vita offre un affascinante sguardo sulla personalità di Maria Montessori e sulla sua filosofia educativa relativa alle tematiche della crescita e dello sviluppo del bambino.  Un’opera indispensabile per chiunque desideri comprendere appieno la visione che la pedagogista aveva del bambino e la portata delle sue idee in un mondo in continua trasformazione. Mario M. Montessori Jr. esamina le idee di Maria Montessori sul lavoro a scuola e, allo stesso tempo, espone il significato profondo e il corretto uso dei materiali di sviluppo; espone le idee sul ruolo dell’educazione nella formazione della personalità e la relazione degli uomini con il cosmo. Di particolare rilievanza, infine, è l’accostamento del metodo Montessori con la psicanalisi e, più in generale, con la psicologia moderna. Forse il risultato più straordinario del suo approccio [di Maria Montessori] è stata l’intensità con cui i bambini partecipavano alle attività. Veniva coinvolta tutta la loro personalità, ed era evidente che provavano quel genere di piacere e soddisfazione che si prova solo quando vengono appagati i bisogni primari. L’obiettivo delle attività non poteva trovarsi nel mondo esterno, ma nei bambini stessi. Stavano formando la loro personalità, costruendo gli uomini e le donne che un giorno sarebbero diventati…Mario M. Montessori Jr. Conosci l’autore Mario M. Montessori Jr., figlio di Mario M. Montessori Sr., è uno dei quattro nipoti di Maria Montessori.Psicoanalista, visse in Olanda e ricoprì la carica di Vicepresidente dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale. Fin dalla nascita assorbì le idee educative di sua nonna, fungendo spesso lui stesso da oggetto delle sue osservazioni.Una volta laureato in Psicologia, lavorò non solo con gli adulti, ma anche con i bambini e gli adolescenti; queste esperienze lo convinsero che la filosofia sull’educazione alla pace propugnata da sua nonna avrebbe potuto contribuire in maniera significativa alla costruzione di un mondo più pacifico, in cui l’uomo avrebbe vissuto in armonia con il suo ambiente.