9.2 Rifiuto filosofico
Le scuole Waldorf-Steiner sono contrarie all’uso da parte dei bambini della televisione, del computer e di altri strumenti tecnologici. Coloro che approvano quest’approccio ritengono che il computer inibisca il pensiero creativo, il movimento, l’interazione umana e la capacità di attenzione. Prima di queste motivazioni pedagogiche condivisibili in tutto e per tutto, vengono però le motivazioni filosofiche propugnate da Rudolf Steiner, che era un filosofo e un esoterista. A mio avviso una motivazione filosofica è però piuttosto fragile se confrontata con un perché scientifico e Maria Montessori sostiene questa critica:
Poiché questa non è una opinione, non potrà essere un filosofo, né un pensatore, né uno sperimentatore di laboratorio a dettare o suggerire questo o quel metodo di educazione. Solo la natura, che ha stabilito talune leggi e ha determinato alcuni bisogni nell’uomo in via di sviluppo, può dettare il metodo educativo determinato dal fine, che è quello di soddisfare i bisogni e le leggi della vita177.
Non è poi costruttivo incolpare la tecnologia di ogni guasto, perché allora dovremmo accusare anche la tecnologia del libro, che ha fatto morire l’andare a bottega, dove s’imparava dal maestro artigiano attraverso esperienze dirette. Lo stesso vale per tutte le tecnologie che in quelle scuole sono a servizio delle attività più creative: i ferri da maglia, le forbici, i colori. Insomma, credo che con il rifiuto a priori non si arrivi da nessuna parte.
Il dibattito sul ruolo della tecnologia nell’istruzione e su questa filosofia educativa in particolare si è scaldato quando è uscito un articolo che parlava della Waldorf School of the Peninsula a Los Altos in California178, che accoglie i figli dell’élite dell’industria dei computer. Nei commenti all’articolo c’è chi ha bollato questi genitori come ipocriti e chi ne ha lodata la lungimiranza; tutti però concordano che serve qualcosa di diverso nella scuola per formare e far crescere i ragazzi.