Ma quando introdurle?
In linea generale prenderei in considerazione la tecnologia a scuola non prima dei 6-8 anni. Maria Montessori sosteneva con molta chiarezza che i primi sei anni di vita sono il momento in cui i bambini esplorano il mondo che li circonda sviluppando una comprensione del loro ambiente attraverso esperienze concrete, sporcandosi le mani, con oggetti reali e utilizzando i sensi per interiorizzarle creando così le basi dell’intelligenza30. Perché non solo l’intelligenza, ma l’intera sua personalità dipende dalle esperienze vissute e Maria Montessori ci tiene a ricordarlo appena dopo aver parlato di tecnologie nella scuola:
Il bambino impara attraverso la sua attività e se gli viene data la possibilità di imparare attivamente sviluppa il suo carattere e la sua personalità.
Maria Montessori, Introduction on the Use of Mechanical Aids, p. 7
È in questi anni e soprattutto nei “mille giorni che contano”, i primi tre anni di vita, che si gettano i presupposti della personalità, per cui qualsiasi cosa riduca l’attività concreta del bambino, non ne aiuta lo sviluppo. Ad esempio, che cosa imparerà del mondo un bambino in passeggino che, invece di guardarsi attorno, ha il viso incollato a uno smartphone?
Più in dettaglio, che cosa succede in questi primi sei anni? Fino ai 3-4 anni il bambino usa, appunto, gli oggetti che ha attorno per conoscere il mondo in rapporto a se stesso e solo più tardi rielaborerà con l’immaginazione le proprie esperienze. Ne consegue che fino a 4-5 anni a volte non riesce a distinguere la realtà dalla fantasia. Poi conquisterà poco alla volta la capacità di differenziare questi due piani acquisendo una sempre maggiore capacità di astrazione. In questa fase è aiutato dalla potenza dell’immaginazione e dalla progressiva capacità di ragionamento, dai materiali montessoriani che “materializzano le astrazioni” e dal suo bisogno di esplorare che si manifesta come una vera e propria fame intellettuale. Questa fase terminerà solo verso i 5-6 anni quando avrà sviluppato in modo completo il senso di realtà. Invece dai sei ai dodici anni il bambino vuole uscire da questo mondo, vuole esplorare ambiti fisici, intellettuali, relazionali e spirituali che vanno oltre la sua dimensione concreta. È il periodo in cui il bambino organizza il piano speculativo dello spirito umano, ossia acquisisce la capacità di ragionare su concetti astratti e di riconoscere le sue costruzioni mentali come separate dal reale31.