capitolo 3

Quali sono queste
“nuove tecnologie”?

Finora abbiamo citato varie volte le nuove tecnologie, ma non abbiamo ancora definito di che cosa stiamo parlando.


L’Enciclopedia Treccani definisce tecnologia come parola composta derivante dal greco “tékhne-loghìa”, letteralmente “discorso (o ragionamento) sull’arte”, dove con arte si intendeva sino al diciottesimo secolo il saper fare, quello che oggi indichiamo con il termine tecnica. La tecnologia ha quindi come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia tutto ciò che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, proprio come le conoscenze matematiche, informatiche e scientifiche.


Durante una delle mie lezioni ai corsi di formazione ONM, una ragazza ha proposto la lavatrice come nuova tecnologia. A parte strapparci un sorriso, la proposta mi ha portato a formulare due considerazioni. Primo, sembra indispensabile definire nuovo rispetto a cosa. A questo posso rispondere subito, perché oggi le nuove tecnologie sono per antonomasia le applicazioni dell’informatica e della telematica alle diverse attività umane. Secondo, a rigor di logica tecnologie nella scuola Montessori ce ne sono sempre state: le forbici, per esempio, sono una tecnologia perché sono l’applicazione di conoscenze scientifiche, come quelle di meccanica, alla soluzione di un problema pratico. La stessa cosa si può dire della penna biro, del libro e, perché no, della lavatrice. Dobbiamo, quindi, cercare di capire quale sia la differenza essenziale fra queste e le tecnologie che andremo a considerare.

Un primo indizio ci viene fornito, scherzando ma non troppo, da Douglas Adams, autore della “Guida galattica per gli autostoppisti”, che già nel 1999 ci proponeva le sue regole per definire che cosa s’intende per nuova tecnologia:

  1. Tutto ciò che è nel mondo quando sei nato, è normale e ordinario ed è solo una parte naturale del modo in cui funziona il mondo.

  2. Tutto ciò che è stato inventato tra i tuoi quindici anni e i trentacinque è nuovo ed emozionante e rivoluzionario e probabilmente può diventare il tuo lavoro.

  3. Qualsiasi cosa inventata dopo i trentacinque è contro l’ordine naturale delle cose.


Douglas Adams, How to Stop Worrying

and Learn to Love the Internet12

Seguendo questi consigli, per definire quali sono le tecnologie di cui parleremo, basterà quindi guardare che cosa hanno tra le mani i bambini e i ragazzi d’oggi. Nel farlo teniamo presente che molte tecnologie sono con preoccupante frequenza nuove tecnologie solo per noi, mentre per loro sono la normalità, perché sono cresciuti con esse. Allo stesso tempo non dimentichiamo il fascino esotico che spesso esercita l’altrettanto ampio campo di tecnologie che erano la normalità per noi e invece sono aliene per loro, come il telefono con il disco combinatore o il mangianastri.


Per stilare un elenco di tecnologie che possano interessare la scuola, partiamo da quelle più gettonate dai partecipanti ai corsi che ho tenuto:

  • Computer, laptop, tablet, smartphone: i tuttofare.
  • Il web (o, meno correttamente, internet13): l’immensa rete di connessioni e informazioni.
  • Macchine fotografiche digitali, telecamere, scanner, proiettori: acquisizione e utilizzo delle immagini.
  • Lettori MP3, amplificatori: per servirsi di suoni, musica e parole.
  • Software e App14 (didattiche e non): quello che fa funzionare i computer e di cui regolarmente ci dimentichiamo.
  • Reti sociali (Facebook, Twitter, Instagram, ecc.): interazione e condivisione tra individui.
  • Comunicazione (Skype, WhatsApp): connessione e messaggistica in tempo reale.
  • Lavagna interattiva (LIM): tecnologia “obbligatoria” a scuola15.
  • E-book: alternativa al libro cartaceo.

Questa lista è di un’ovvietà sconcertante. Dovremmo invece mettere in moto la fantasia per immaginare qualcosa di diverso dalle tecnologie più tradizionali e conosciute. Per iniziare, proviamo ad ampliarla con alcune proposte che non sono tra le prime cui penseremmo associandole alla scuola:

  • Le tavolette grafiche o i tablet con lo stilo (è lo stilo che fa la differenza).
  • Le stampanti 3D (tralascio però tutto il movimento dei “Maker”, che è l’estensione su base tecnologica del tradizionale mondo del bricolage, che credo riguardi i ragazzi più grandi).
  • La robotica.
  • I videogiochi (non solo quelli classificati come “educativi”).
  • I droni.
  • Le action cam come la famosa GoPro16.
  • I programmi di simulazione17.
  • La realtà virtuale e aumentata18.
  • I mondi virtuali (come lo storico Second Life19).
  • Makey Makey20 (trasforma oggetti di uso quotidiano in touchpad e li combina col web).
  • Gli esperimenti scientifici o i telescopi controllati da remoto21.
  • La tecnologia indossabile, gli activity tracker e gli health monitor.
  • I linguaggi di programmazione visivi (Scratch22, Blockly23 e il recentissimo Project Bloks24).
  • Gli strumenti scientifici da collegare allo smartphone25, oppure le App che ne sfruttano i sensori26 o che contribuiscono a un qualche progetto scientifico27.
  • Le interfacce che permettono d’inviare comandi utilizzando la mente28.

Non voglio affermare che tutte le tecnologie qui proposte possano interessare o essere d’aiuto a scuola o che siano adatte alle età che stiamo analizzando o che possano trovare posto tra i materiali Montessori o che permangano e non spariscano tra qualche anno, sostituite da altre. Voglio solo farvi notare che c’è un immenso ventaglio di tecnologie che toccano la nostra vita e quella dei nostri piccoli e che serve la vostra acuta osservazione e fantasia per valutare che cosa possa essere utile nel vostro lavoro scolastico e cosa valga la pena analizzare e capire. Per questo sono convinto che un simile elenco non sia né completo, né definitivo.


L’esercizio che abbiamo completato ora, il raccogliere potenziali “nuove tecnologie” per la scuola, ci offre una possibile risposta alla domanda posta all’inizio: le “nuove tecnologie” sono differenti da quelle tradizionali perché inglobano una certa dose d’intelligenza e forniscono una visione più o meno astratta della realtà materiale. Queste considerazioni ci portano a studiare per prima cosa quando è il momento corretto per far entrare la tecnologia nella vita dei bambini in modo che sia un aiuto – o perlomeno non un intralcio – al loro sviluppo.

3.1 Ricapitolando

  1. Non limitatevi all’ovvio pensando a quali tecnologie possano essere d’aiuto ai ragazzi. Provate a domandarvi: “Che cosa succederebbe se portassi la tecnologia X a scuola? La potrei utilizzare in maniera costruttiva per la formazione dei miei bambini?”

  2. Osserviamo che cosa hanno in mano e immaginiamo cosa sognano di possedere i nostri allievi o figli.

  3. C’è qualche tecnologia “antica” che possiamo presentare e magari far smontare ai ragazzi? Possiamo utilizzarla per raccontare una storia?

  4. Siamo circondati da parole d’ordine tanto in voga oggi: “internet delle cose”, “intelligenza artificiale”, “maker” per citarne solo alcune. Ma sappiamo che cosa significano?

La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie
La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie
Mario Valle
Un’integrazione possibile?Un’analisi fresca e attuale dell’impatto delle nuove tecnologie (PC, tablet, videogiochi) nell’ambiente scolastico, da una prospettiva montessoriana. Il pensiero comune sostiene che il mondo Montessori disdegni le nuove tecnologie e che non ne ammetta l’uso nelle scuole o in famiglia. Ma non è così: Montessori stessa credeva che l’introduzione di “ausili meccanici” sarebbe diventata una necessità nelle scuole del futuro.Come comportarsi allora?Mario Valle nel suo libro La pedagogia Montessori e le nuove tecnologie affronta la questione da un punto di vista particolare: esperto di super computer (è impiegato al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano) e affascinato dall’approccio Montessori, mostra come le tecnologie possano essere utilizzate nelle scuole.Il risultato è un libro interessantissimo, che è insieme un’ottima esposizione del pensiero di Maria Montessori e un’utile guida pratica per insegnanti curiosi e desiderosi di introdurre in classe (con “spirito montessoriano”) le nuove tecnologie. Credo […] che l’introduzione di ausili meccanici diventerà una necessità generale nelle scuole del futuro. […] Vorrei, però, sottolineare che questi ausili meccanici non sono sufficienti per realizzare la totalità dell’educazione.Maria Montessori, Introduction on the Use of Mechanical Aids L’ebook di questo libro è certificato dalla Fondazione Libri Italiani Accessibili (LIA) come accessibili da parte di persone cieche e ipovedenti. Conosci l’autore Mario Valle lavora da oltre trent’anni nei campi più disparati della scienza e dal 2003 è al Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS) di Lugano, a stretto contatto con scienziati e ricercatori, utilizzando quotidianamente supercomputer e tecnologie di punta.Tramite suo figlio, che ha frequentato una scuola Montessori, si è avvicinato a questo mondo e si è appassionato alla concreta scientificità delle idee della Dottoressa Montessori. Ora studia e approfondisce questi temi e condivide le sue riflessioni in pubblicazioni, corsi e presentazioni pubbliche.