di Marja Mahs129

Bambini sani e con difficoltà insieme
nella stessa classe: l’esperienza della scuola
Montessori a Monaco di Baviera

Nella Repubblica Federale tedesca e in particolare a Monaco di Baviera il nome di Theodor Hellbrügge130 è da anni strettamente legato alla pedagogia montessoriana. Una serie di coincidenze ha condotto questo pediatra a conoscere le idee della Montessori e a fondare una scuola che accoglie anche bambini svantaggiati, in sintonia con essi.


Nei primi anni ’60 Hellbrügge aveva cercato metodi validi per aiutare bambini con difficoltà più o meno gravi, considerando negative le scuole speciali per sordi, per ciechi, per spastici e così via. Con le sue ricerche aveva constatato come perfino bambini normali, immessi in istituti scolastici, manifestassero disturbi massicci nel linguaggio e nello sviluppo sociale, dovuti all’assenza di docenti stabili, alla povertà degli ambienti e all’impedimento di relazioni positive tra i bambini. La situazione era ancora più grave per chi, portatore di handicap, finiva per trovarsi sempre e solo con altri come lui. Le osservazioni portarono Hellbrügge ad affermare che erano le scuole speciali ad aggravare le difficoltà nei bambini. Alla fine, in cerca di una soluzione, decise insieme a un gruppo di funzionari del Consiglio per l’Educazione Prescolare, di visitare, unico pediatra, tutte le istituzioni esistenti in Germania.

Il viaggio lo portò anche nella scuola Montessori di Francoforte diretta da Anna Schmidt e frequentata da bambini “normali” dai tre anni in poi.


Hellbrügge vi andò con scarso interesse: non conosceva la pedagogia della Montessori che, a detta dei colleghi, era “superata”.

Viceversa questa visita risultò l’esperienza-chiave.


Una delle maggiori preoccupazioni di Hellbrügge era il fatto che molti bambini che presentavano ritardi o difficoltà avevano in realtà uno sviluppo fisico normale, ma erano bloccati sul piano della comunicazione verbale e relazionale. Ad esempio un bambino di dodici mesi, bene sviluppato fisicamente, può trovarsi a un livello linguistico del quinto o del sesto mese. Il problema non è nel linguaggio, ma nel fatto che è stato bloccato in qualche modo nel suo sviluppo sociale, ad esempio a causa di una separazione traumatica dalla madre o perché isolato dai coetanei.


Se il bambino non può sperimentare contatti stabili e positivi con altri e quindi acquistare fiducia in se stesso, si ammala di una vera e propria malattia da lui chiamata sociosi, i cui sintomi principali sono l’aggressività, la distruttività, l’irrequietezza.


Fu proprio per risolvere la sociosi che Hellbrügge colse il valore intrinseco della pedagogia Montessori che, non essendo basata sulla competizione e sul giudizio, considera la diversità come un pregio di alto valore sociale.

Per realizzare il suo progetto trovò aiuto determinante in Margarete Aurin. Questa signora, diplomatasi al corso Montessori di Barcellona nel 1933, aveva successivamente aperto una Casa dei Bambini a Garmisch nella Germania meridionale131 . Nel ’54 era stata assistente di Mario Sr. nel corso da lui tenuto a Francoforte. Malgrado avesse all’epoca settant’anni circa, non esitò ad aderire ad “Azione Raggio di Sole” (Action Sonnenschein), il progetto del pediatra tedesco (morì vent’anni dopo, nel novembre 1989, dopo aver visto gli straordinari risultati della sua collaborazione). Margarete aveva idee molto chiare sul valore della diversità: solo una scuola senza classi, né divisioni per età o per meriti può favorire davvero lo sviluppo sociale. La prima classe venne aperta nel 1969: decisa ad attenersi ai principi Montessori, basati su un rigoroso rispetto dei bambini, fece comprare materiale per 30-40 bambini (l’attrezzatura di una “Casa”), ma procedette per gradi perché l’esperienza era totalmente nuova anche per lei.


Quando questi attraverso l’attività cominciarono a stabilire tra loro i primi contatti ne ammise altri otto di cui uno con deficit. In principio i bambini, tutti di scuola infantile, frequentarono solo al mattino, poi si aumentarono i tempi e si stabilì che ogni classe non dovesse avere più di 25 bambini e che di questi al massimo 5, dunque un quinto del gruppo, potevano essere con difficoltà.


La seconda regola stabilì che gli handicap fossero diversi tra loro, al fine di evitare che bambini con lo stesso tipo di incapacità si isolassero insieme all’interno della sezione (criterio della massima eterogeneità possibile).


La gamma dei deficit era ed è tuttora molto ampia: disturbi sensoriali (cecità, sordità), problemi di linguaggio, sindrome di Down, crisi cerebrali di varia origine, paralisi spastiche, autismo, ma non c’è stato bambino con la propria storia più o meno difficile che non abbia potuto ambientarsi nel suo gruppo. Dal 1976 si cominciò ad avviare, prima con i bambini di sette anni, poi via via con gli altri, la scuola elementare, fino agli adolescenti.


Ogni classe ha un docente e un assistente che lavorano alla pari con tutti i bambini. Molti gli insegnanti di sesso maschile. La prima collaboratrice di Margarete Aurin fu Maria Roth, oggi responsabile dei corsi AMI presso il Kinderzentrum132 , particolarmente centrati sui problemi di ambientamento dei soggetti con handicap e sulla ricerca degli adattamenti nell’ambiente e nei materiali messi a disposizione – inclusi quelli sensoriali o gli apprendimenti scolastici per consentire anche ai bambini con difficoltà il massimo della libera scelta e dei tempi personali di uso133 .


Il progetto “Azione Raggio di Sole” in principio venne fortemente osteggiato dalle autorità scolastiche, ma Hellbrügge, ben determinato, riuscì a vincerla sulle ottuse reazioni burocratiche e su chi evidentemente aveva paura di un confronto così clamoroso. Dopo le Olimpiadi del 1972, per creare una grande scuola Montessori dalla Casa dei Bambini alle Secondarie, riuscì a ottenere i locali dell’ex-Villaggio Olimpico e da allora la scuola di straordinario interesse è là134 .


Ci sono comunque voluti vent’anni di lotte amministrative per convincere l’Oberbayern (il governo della Baviera) della bontà dell’iniziativa, ma il progetto non sarebbe stato completo se, come già accennato sopra, non ci si fosse occupati anche della formazione degli adulti.


Dicono al Centro:

“Quando qualcuno afferma che la presenza di bambini con deficit ritarderebbe i sani, noi possiamo dire che non è vero: abbiamo numerosi casi che indicano il contrario.

Ad esempio: nella Casa dei Bambini mettiamo le lettere in Braille attaccate alle smerigliate135. Il bambino che non vede, impara con il tatto entrambe, ma egualmente fa il bambino sano. È un apprendimento in più che lo avvicina al compagno e che non ferma minimamente la sua capacità di assimilare la base della scrittura.”

MONTESSORI: PERCHÉ NO?
MONTESSORI: PERCHÉ NO?
Grazia Honegger Fresco
Una pedagogia per la crescita.Che cosa ne è oggi della proposta di Maria Montessori in Italia e nel mondo? Un testo fondamentale, corretto, ampliato e riproposto a distanza di anni, per chiunque si interessi alla vita e alle opere di Maria Montessori. Montessori: perché no? è un testo fondamentale per chiunque si interessi alla vita e alle opere della celebre pedagogista. Sull’onda del recente rinnovato interesse per la figura e il pensiero di Maria Montessori, il testo, già edito da Franco Angeli in 7 edizioni ed esaurito da anni, è stato curato da Grazia Honegger Fresco, corretto e ampliato con uno scritto della stessa Montessori relativo all’Educazione Cosmica e uno sull’apprendimento della nostra lingua per adulti migranti. Il bambino che ha sentito fortemente l’amore all’ambiente e agli esseri viventi, che ha trovato gioia ed entusiasmo nel lavoro, ci fa sperare che l’umanità possa svilupparsi in un senso nuovo. La nostra speranza per la pace futura non risiede negli insegnamenti che l’adulto può dare al bambino, ma nello sviluppo normale dell’uomo nuovo.Maria Montessori Conosci l’autore Grazia Honegger Fresco (Roma, 6 Gennaio 1929 - Castellanza, 30 Settembre 2020), allieva di Maria Montessori, ha sperimentato a lungo la forza innovativa delle sue proposte nelle maternità, nei nidi, nelle Case dei Bambini e nelle Scuole elementari. Sulla base delle esperienze realizzate con i bambini e i loro genitori, ha dedicato molte delle sue energie alla formazione degli educatori in Italia e all'estero.È stata presidente del Centro Nascita Montessori di Roma dal 1981 al 2003 e ne è stata Presidente onorario. È stata consulente pedagogica di AMITE (Associazioni Montessori Italia Europa) e nel 2008 ha ricevuto il premio UNICEF-dalla parte dei bambini.Ha pubblicato numerosi testi di carattere divulgativo.