di Maria Montessori

Che cos’è l’educazione cosmica (1949)

Il testo che segue70 è scritto a mano, su un quaderno di appunti con la data autografa: ottobre 1949. Un breve documento che testimonia la consapevolezza della Montessori circa il degrado epocale, ma anche la sua fiducia (sogno? utopia?) in un mondo nuovo “salvato dai ragazzini”.
“Per Educazione Cosmica intendiamo una preparazione effettiva delle nuove generazioni a comprendere che l’umanità intera tende a unirsi in un solo organismo.

Questo concetto non deve essere dato come un ideale fatto per guidare le azioni degli uomini, ma come una realtà già esistente, benché ancora in via di attuazione. Non si tratta cioè di spingere a una cooperazione tra gli uomini per indurli a unirsi tra loro, ma di far sorgere la coscienza verso un fatto che esiste e che esige l’adattamento conscio degli uomini allo stato reale di cose in cui essi vivono.

Un grande cambiamento nella civilizzazione è sensibilmente percepito in modo universale. L’evidenza è data dai progressi del mondo esterno davanti alla “intelligentia” ed è data dai rapporti materiali di tutta la società dove i vari gruppi umani – a qualunque grado di progresso interno si trovino – devono partecipare a una vita d’insieme che li trascina nel campo comune anche contro la loro volontà.

I più potenti e progrediti tra i popoli scoprono se stessi in uno stato di reale dipendenza da altri popoli minori e sono costretti a considerare con prudenza anche le minime parti: le minoranze. Tutta l’umanità risulta oggi organizzata in un solo insieme che funziona similmente a un organismo vivente, dove le varie parti sono tutte necessarie, e il male di una parte porta dolore e malattia a tutto l’insieme.

Nel passato quando l’evoluzione umana era ancora in uno stato di disorganizzazione delle parti, ci fu per esempio il fenomeno degli Imperi che si proponevano la conquista di altri popoli o del mondo intero. Oggi questi tentativi falliscono perché sono assurdi: essendo avvenuta già una organizzazione del tutto, nessuna parte può prevalere sulle altre, senza portare con sé dei perturbamenti universali – appunto come in un organismo la prevalenza di un organo – il cuore per esempio – (se ammalato) porta pericoli mortali a tutto l’insieme.

Non è una questione di scelta o di pareri, ma un fatto realmente esistente che nessuna forza di volontà potrebbe combattere.

La necessità è che gli uomini si rendano consapevoli di questa situazione e comincino perciò a cooperare consciamente con essa, comprendendo che tutta l’umanità, in tutti i suoi diversi gradi di evoluzione, deve essere unita anche nei sentimenti e nella comprensione reciproca e che un certo grado di livellamento medio deve essere raggiunto tra i vari gruppi che costituiscono l’umanità civilizzata, così come oggi si trova sulla Terra.

L’aiuto a quelli che sono ancora in condizione inferiore o a quelli che hanno minime risorse materiali, è un modo di assicurare la salvezza di tutto l’insieme: è perciò interesse di tutti. Le vere difese contro il sopravvenire di guerre o di rivoluzioni consistono principalmente nel “livellare” i troppo rudi dislivelli tra i gruppi umani e nel procurare a tutti i mezzi più efficaci per farli partecipare all’insieme.

Se si pensa che l’unità umana è un fatto già largamente iniziato e che va completandosi con fantastica rapidità, viene di conseguenza che l’educazione assume un’enorme importanza. Poiché la parte materiale dell’organizzazione sociale esiste, è necessario “preparare gli uomini” ad adattarsi alle condizioni presenti dell’esistenza.

L’educazione deve “operare” l’adattamento delle nuove generazioni. Poiché, se continua la presente incoscienza – e la cecità all’evidenza – e i gruppi continuano a voler prevalere sugli altri, servendosi dei mezzi prodigiosi che la scienza mette a disposizione degli uomini, è chiara la minaccia di una distruzione universale (…).
Come arrivare a un tale fine con l’educazione, è il nodo del problema. Ora ci sono due vie che devono egualmente concorrere a questo fine: una è direttamente educativa sui sentimenti umani ed è – si può dire in breve – [quella] di suscitare il worschip71 per l’umanità, il rispetto e la considerazione dell’individualità umana; l’ammirazione verso questa suprema creatura che ha saputo trasformare la Terra mettendola a servizio di un maggiore benessere per gli uomini la venerazione per il suo potere, perché si è fatto re della superficie della terra, dei mari e dell’aria, cosa che nessun sogno imperiale avrebbe mai potuto concepire.

E la riconoscenza per gli eroi della storia – che procurarono tutte le conoscenze e tutto lo scibile ed elaborarono tutti gli aiuti pratici nelle scoperte geografiche, nelle scoperte scientifiche come in quelle storiche. Il riconoscimento dei poteri supernaturali di questo Mago che ha potuto studiare le cose immensamente lontane nell’universo stellato e [che] – ancora più ammirabile – ha saputo riconoscere ciò che è scomparso dalla superficie terrestre, ma che pure esiste come una realtà: egli è veramente degno di invadere l’atmosfera e di abitare l’aria, come i pesci abitano gli spessori degli oceani da milioni di anni.

(…) Essere uomini deve destare un tale orgoglio da suscitare responsabilità e devozione (quasi) religiosa. Chi ha questo sentimento diventa “rispettoso e conservativo” non solo della vita umana, ma di tutte le cose che esistono perché da tutte l’uomo trae la grandezza delle sue opere.

Questa parte educativa del sentimento, unito alla conoscenza dei poteri creativi dell’umanità, va insieme al rispetto per tutti quelli che lavorano oscuramente, ma infaticabilmente a “far vivere gli uomini”. La vita umana dipende dal lavoro di tutti: la casa che abitiamo, il frutto che mangiamo, il vestito che indossiamo, il carbone che ci riscalda, il letto che ci accoglie, tutto dobbiamo ad altri uomini. Chi sono quelli che lavorarono per dare a noi, a ciascuno di noi, le cose necessarie a vivere la vita giornaliera? Non sappiamo. Ignoti e oscuri, essi certo lavorarono per noi, cioè per gli altri e forse si sacrificarono col sudore della fronte, lavorando la terra, scendendo nelle miniere soffocanti, attaccati alle macchine (…).

“Non mangiare senza rivolgere un pensiero a quelli da cui la tua vita dipende”72.

L’altro lato dell’educazione è quello che riguarda la cultura73 che non deve essere data a parti separate e arbitrariamente scelte, ma deve essere disposta attorno a un centro: l’evoluzione cosmica dell’universo. L’evoluzione della vita è solo un dettaglio dell’evoluzione cosmica e questo “dettaglio” non può essere compreso, né studiato in se stesso, come fine unico di perfezionamento degli essere viventi. La vita è compresa solo quando la si consideri nella sua perpetua collaborazione al mantenimento e al progresso di un tutto insieme, di cui essa è solo un agente partecipante.
Allora è chiara la funzione vitale, quando appare che ogni vita è un operaio del bene universale – e non un (semplice) goditore dell’ambiente, né un adoratore del proprio perfezionamento.

La superficie della natura, la natura come l’ambiente civilizzato o “supernatura” – tutto è mantenuto in ordine da infiniti agenti di ogni livello biologico di sviluppo, ma tutti insieme come un esercito disciplinato contribuiscono a mantenere l’ordine della natura. L’uomo al di sopra di tutti gli altri (viventi) è sì, l’imperiale dominatore di questo pianeta che gira nel cielo tra le altre stelle, ma è anch’esso un agente della creazione, un operaio dell’universo.

Nel piano cosmico della cultura tutte le scienze si possono collegare, come raggi partenti da un centro brillante d’interesse, che chiarisce, facilita e spinge tutte le conoscenze.

Nel “piano cosmico” sta l’uomo, (…) la sua storia, la sua arte, il suo linguaggio e soprattutto il bambino, da cui ogni uomo ha origine e si sviluppa.

Il bambino è come la sintesi di questo universo, unito nell’intelletto e nel cuore degli uomini (…).

L’educazione cosmica può illuminare le coscienze e aiutare all’adattamento dell’intelligenza alle condizioni presenti (…). A traverso il bambino, aiutandolo nei suoi bisogni di crescenza, preparandogli un nuovo ambiente e un modo per le sue esperienze attive, a traverso il bambino, compreso, aiutato, è addirittura possibile una “migliore individualità umana” che ne può derivare. Uomini nuovi, nuovi cittadini di un mondo nuovo.”

Montessori: perché no?
Montessori: perché no?
Grazia Honegger Fresco
Una pedagogia per la crescita.Che cosa ne è oggi della proposta di Maria Montessori in Italia e nel mondo? Un testo fondamentale, corretto, ampliato e riproposto a distanza di anni, per chiunque si interessi alla vita e alle opere di Maria Montessori. Montessori: perché no? è un testo fondamentale per chiunque si interessi alla vita e alle opere della celebre pedagogista. Sull’onda del recente rinnovato interesse per la figura e il pensiero di Maria Montessori, il testo, già edito da Franco Angeli in 7 edizioni ed esaurito da anni, è stato curato da Grazia Honegger Fresco, corretto e ampliato con uno scritto della stessa Montessori relativo all’Educazione Cosmica e uno sull’apprendimento della nostra lingua per adulti migranti. Il bambino che ha sentito fortemente l’amore all’ambiente e agli esseri viventi, che ha trovato gioia ed entusiasmo nel lavoro, ci fa sperare che l’umanità possa svilupparsi in un senso nuovo. La nostra speranza per la pace futura non risiede negli insegnamenti che l’adulto può dare al bambino, ma nello sviluppo normale dell’uomo nuovo.Maria Montessori Conosci l’autore Grazia Honegger Fresco (Roma, 6 Gennaio 1929 - Castellanza, 30 Settembre 2020), allieva di Maria Montessori, ha sperimentato a lungo la forza innovativa delle sue proposte nelle maternità, nei nidi, nelle Case dei Bambini e nelle Scuole elementari. Sulla base delle esperienze realizzate con i bambini e i loro genitori, ha dedicato molte delle sue energie alla formazione degli educatori in Italia e all'estero.È stata presidente del Centro Nascita Montessori di Roma dal 1981 al 2003 e ne è stata Presidente onorario. È stata consulente pedagogica di AMITE (Associazioni Montessori Italia Europa) e nel 2008 ha ricevuto il premio UNICEF-dalla parte dei bambini.Ha pubblicato numerosi testi di carattere divulgativo.