In questo ambito, le proposte e gli strumenti operativi sono stati:
1. L’ambiente preparato:
- un luogo in cui “stanno bene” sia i bambini, sia gli adulti che vi lavorano; un luogo di vita dai contorni coerenti, nel quale i piccoli hanno modo di realizzare esperienze significative, trovando ciascuno il proprio ritmo e le occasioni di condivisione, di comunicazione, di attività, di gioco, il meno possibile promosse e/o guidate da un adulto;
- un ambiente protettivo, curato, attraente, funzionale al fare da sé e alla scelta diretta dell’oggetto amato;
- un ambiente come “casa” (anche il mobilio non è di tipo istituzionale), nel senso della quiete, dell’intimità domestica, degli affetti rassicuranti. Una casa dove ogni bambino può ripetere a piacere l’attività che lo interessa secondo un tempo personale, prendendo a poco a poco coscienza delle diverse opportunità; Un ambiente quindi maieutico, promotore di crescita per i bambini come per gli adulti;
- un ambiente in cui la scansione dello spazio è “a misura” di bambino, in modo da privilegiare percorsi esplorativi aperti, immediatamente individuabili e riconoscibili: percorsi in grado di collegare tra di loro, in modo organico e non discontinuo, le varie zone dello spazio/Nido, tali da favorire le relazioni, poiché anche queste, per essere protette e per poter progredire, hanno bisogno di spazi e di tempi adeguati.
Tutti i luoghi del Nido, ben differenziati in base alle attività per le quali sono stati organizzati attraverso la realizzazione di zone attrezzate, possono ospitare di volta in volta anche attività che vanno oltre l’originaria destinazione d’uso. Come avviene in una casa progettata perché ci si possa “vivere bene”, a “propria misura”, nei nostri Nidi ci si può permettere di riorganizzare gli spazi per scopi particolari o per necessità temporanee, senza correre il rischio che gli ambienti perdano la loro connotazione originaria. Questo è molto importante per i processi di identificazione affettiva dei bambini e per il loro bisogno di continuità nei confronti degli stimoli e dei riferimenti spazio-temporali.
Accanto alla funzionalità, non è da trascurare l’aspetto estetico degli spazi. Il colore occupa un posto importante nella progettazione degli ambienti e nella scelta degli arredi: è uno dei temi intorno a cui abbiamo lavorato con maggiore attenzione. Nel Nido, proprio per l’età dei bambini ospitati che, come sappiamo, sono particolarmente influenzabili dagli stimoli del mondo circostante, l’intervento del colore richiede gusto, sensibilità, misura. Per la sua capacità di incidere sulla qualità della luce, il colore ha una funzione fondamentale nel calibrare e nel definire l’atmosfera di un Nido. Le tinte e i motivi decorativi sono ben armonizzati tra di loro e usati secondo un preciso intento educativo.
2. Il materiale: una cura particolare è posta nella scelta, sufficientemente ampia, dei motivi di attività e nella loro organizzazione in zone ben definite. L’attenzione costante a ogni tentativo di fare da sé e alla libera scelta di ogni azione, l’immissione nelle varie attività di possibili mezzi di autocontrollo, che il bambino stesso può gestire (tramite il rumore, il fragile, il bagnato o l’asciutto, lo sporco o il pulito …) fanno sì che ogni oggetto – di facile uso, interessante, non deludente – sia promotore di sviluppo.
Pensato per dimensione, quantità e qualità in base ai bisogni reali dei bambini, il materiale tiene conto degli interessi esplorativi che sono loro propri.
3. Il personale: un gruppo di persone cresce nella propria professionalità se può confrontarsi con regolarità e in modo costruttivo rispetto al progetto educativo che si è proposto. L’organizzazione del lavoro delle educatrici dei nostri Nidi prevede un tempo settimanale e/o mensile di lavoro comune – nel normale “monte ore” in rapporto alle situazioni e alle relazioni con i singoli bambini.
Questi sono divisi in tre gruppi di età diverse, con tre o quattro educatrici per gruppo a seconda del numero dei bambini iscritti, assicurando il massimo possibile di compresenza attraverso una programmazione, attenta e flessibile, dei turni di lavoro.
Lo strumento guida è l’osservazione costante, vista come mezzo di formazione permanente in relazione alla qualità degli interventi e degli atteggiamenti, come pure di conoscenza di ciascun bambino, cui si guarda come persona attiva e competente, ma bisognosa di circostanze adeguate per crescere, manifestarsi e comunicare.
Il personale ausiliario e di cucina partecipa anch’esso al progetto educativo, poiché tutto (anche il cibo, le pulizie, le attività di riordino) è previsto in funzione dei bisogni e dei tempi dei bambini.
A “nodi” centrali si aggiungono:
4. La considerazione che per i bambini ogni momento di vita, ogni esperienza sono ugualmente importanti, per cui i tempi dedicati al cambio, al pasto, al sonno sono essenziali quanto un gioco liberamente scelto o una proposta fatta dall’educatrice.
5. La continuità nella vita di relazione tra bambini e tra adulti e bambini come elemento determinante per la stabilità psichica e lo sviluppo armonico di ciascuno di loro.
6. L’aiuto ai genitori come atteggiamento di ascolto e di disponibilità da parte del personale, perché essi riescano a “sentire” i figli come persone da accompagnare e da sostenere nei primi passi della loro vita, rispettandone l’individualità e i bisogni più autentici. Questo aiuta i genitori a capire le proprie difficoltà in modo che non vadano a sovrapporsi a quelle dei loro bambini. Genitori e figli: entrambi hanno bisogno che la loro relazione venga protetta.