Sonno del bebè: facciamo chiarezza

È bravo, dorme?
Ecco la domanda di rito che viene rivolta alla maggior parte delle neomamme.

E che, se ci pensiamo, non ha affatto senso.
Tutti i bimbi dormono. Tutti i bimbi sono bravi, anzi bravissimi. E (quasi) tutti i bimbi si svegliano durante la notte.
Il bimbo appena nato non è fatto per dormire tutta la notte. Perché ha bisogno di nutrirsi, ma anche perché i suoi ritmi sonno-veglia sono diversi da quelli dell’adulto.
Nei primi mesi di vita, il bebè dorme e dorme anche parecchio, di giorno e di notte, ma il suo sonno è intervallato da risvegli che possono essere più o meno frequenti.
Le fasi di sonno REM (dall’inglese Rapid Eye Movements, cioè rapidi movimenti oculari) che corrisponde al sonno più leggero, e le fasi di sonno non-REM, ovvero più profondo, non sono ancora ben definite e nei momenti di passaggio tra stadi di sonno diversi è più facile che il neonato si risvegli.
Lungi dall’essere un’anomalia, i risvegli nei piccolissimi sono necessari per il corretto e fisiologico sviluppo del loro sistema nervoso.
Un breve risveglio alla fine di ogni ciclo di sonno è normale anche per gli adulti che però riprendono sonno immediatamente e al mattino non conservano memoria di questi risvegli.
Pian piano le fasi di sonno si “regolarizzano”, ma i bimbi possono svegliarsi ancora una o più volte ogni notte per vari motivi: dal fastidio legato alla comparsa dei dentini, al raffreddore che rende difficile respirare, alla sete, al bisogno di contatto…
Verso l’ottavo mese, il bimbo si rende conto di essere un individuo e non un tutt’uno con la mamma. Questo è un progresso importante, ma porta con sé un po’ di ansia: la cosiddetta “ansia di separazione”, che può associarsi a risvegli notturni più frequenti.
Bambini che dormivano tutta la notte, spesso iniziano a svegliarsi quando la mamma riprende il lavoro. È come se dovessero “recuperare” la vicinanza perduta di giorno. Si tratta di una fase: quando il bimbo si abitua alla novità torna a riposare meglio.
E in generale i cambiamenti (trasloco, ingresso all’asilo nido, nascita di un fratellino) possono provocare un po’ di agitazione notturna. Capita anche a noi adulti, se non siamo sereni, il sonno può risultare più disturbato.
Alcuni bimbi iniziano a dormire tutta la notte a un anno, alcuni a un anno e mezzo, alcuni a due. Non c’è una data precisa in cui i risvegli notturni diminuiscono fino a scomparire. Si è visto però, che intorno al terzo compleanno, la durata e la distribuzione delle fasi di sonno più profondo e più leggero corrispondono a quelle degli adulti.
E diventa difficile svegliarli al mattino!

La nanna è facile!
La nanna è facile!
Giorgia Cozza
Suggerimenti da seguire ed errori da evitare per garantire un sonno sereno a tutta la famiglia.Una piccola guida che unisce il rigore dell’informazione scientifica all’immediatezza di brevi testi e simpatiche vignette: una formula originale per informare, sostenere, ma anche, perché no­, regalare un sorriso a chi la riceve. Quando le notti sono bianche e tutti vi chiedono “È bravo? Dorme?” come se le vostre occhiaie non parlassero per voi.Quando le informazioni sono un po’ confuse (ma non doveva mangiare e dormire?) e secondo la nonna, la vicina di casa e la zia, la colpa se il bebè fa fatica ad addormentarsi, non dorme tutta la notte o non vuol dormire da solo, è tutta vostra. È il momento di sedersi. E di aprire questo libro. La nanna è facile! è ricco di consigli firmati Giorgia Cozza, molto utili anche per prevenire quanto sopra. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.