I bisogni del bambino

Il periodo successivo alla nascita è chiamato “esogestazione” per sottolineare la continuità con il periodo precedente di “endogestazione”. La simbiosi tra mamma e bimbo ha garantito la sopravvivenza e la crescita del bambino durante la gravidanza e continua a garantirla nei suoi primi mesi di vita fuori dal pancione.
Per nove mesi, ovvero tutta la sua vita, il bambino non è mai stato solo. Ha vissuto sempre e soltanto insieme alla sua mamma, un tutt’uno con lei. Poi improvvisamente nasce, una manciata di ore di travaglio, pochi minuti in caso di cesareo, ed eccolo catapultato in un altro mondo dove tutto è nuovo e sconosciuto. L’unica cosa che conosce già in questo strano mondo, persi tutti i punti di riferimento della vita di prima, è la mamma. Ecco perché per sentirsi al sicuro, per stare bene, ha bisogno di lei.
Immaginate di trovarvi su un altro pianeta, completamente diverso dalla Terra. Da soli.
No, non è la mamma che insegna al neonato a stare in braccio. Il neonato cerca istintivamente quell’abbraccio per ritrovare le condizioni di benessere sperimentate nella sua vita prenatale: contenimento, calore, rassicurazione.
Quando il bimbo ha fame, sete, freddo, caldo, mal di pancia non ha alcuna possibilità di risolvere il suo disagio da solo. E allora piange. Piange perché non ha altro modo di esprimere il suo bisogno.
E ricordiamo che il fatto stesso di aver bisogno è, per il neonato, una novità. Nel grembo della mamma non esistevano fame, sete, mal di pancia, solitudine. Qualunque necessità era immediatamente soddisfatta, senza che il piccolo arrivasse ad avvertirla.
Non attribuiamo ai bambini intenzioni e atteggiamenti che sono propri solo degli adulti. Un bimbo di pochi mesi non si percepisce come individuo distinto dalla madre. Questa consapevolezza è un’importante tappa dello sviluppo, ma si raggiunge gradualmente verso il settimo, ottavo mese di vita.
A volte si dice che quando nasce un bebè ci vorrebbe il libretto di istruzioni. Be’, noi ce l’abbiamo. Siamo geneticamente programmati, ad esempio, per accorrere al suo pianto. Un recente studio ha dimostrato che il pianto di un neonato attiva i centri emotivi del nostro cervello in cento millisecondi, ovvero, nel tempo di un battito di ciglia.
Grazie alla risposta del genitore, il bambino si scopre competente: è capace di chiamare a sé la mamma e il papà. Ed è così che si pongono le basi della sua fiducia in se stesso.
E si pongono anche le basi della sua fiducia in quanti lo circondano.
Se invece non si risponde al suo pianto, il bimbo impara che non è in grado di chiamare a sé mamma e papà, che il suo linguaggio è inefficace, che quando ha bisogno nessuno arriva ad aiutarlo.
Il bimbo che “vuole stare sempre in braccio” non sta facendo “capricci” e non ha “vizi” (bruttissimo termine che con i neonati non ha proprio nulla a che fare!), ma sta semplicemente comportandosi come la sua stessa natura gli impone: l’istinto del cucciolo è, infatti, quello di stare con la madre e la separazione viene vissuta come situazione di pericolo.
Quando il bebè è piccolissimo, la sua esigenza di latte, contatto e vicinanza, naturalmente non si esaurisce al calar del sole; quindi è normale che abbia bisogno della presenza rassicurante di un genitore per prendere sonno e poi tornare ad assopirsi quando si sveglia durante la notte.
La risposta amorevole con cui i genitori accolgono i bisogni anche notturni del bambino pone le basi della sicurezza e dell’autonomia dell’individuo.

Neomamma è facile!
Neomamma è facile!
Giorgia Cozza
Suggerimenti da seguire per vivere con gioia e serenità i primi mesi con il proprio bambino.Una piccola guida che unisce il rigore dell’informazione scientifica all’immediatezza di brevi testi e simpatiche vignette: una formula originale per informare, sostenere, ma anche, perché no­, regalare un sorriso a chi la riceve. Diventare mamma è un’avventura meravigliosa e travolgente. Nei primi tempi è necessario un po’ di rodaggio per prendere confidenza con il bebè. Quando il bimbo piange e non sappiamo perché.Quando siamo stanche, anzi stanchissime, e chi ci sta intorno elargisce consigli spesso contraddittori e non ci risparmia critiche antipatiche. È il momento di sedersi. E di aprire questo libro. Neomamma è facile! è ricco di consigli pratici firmati Giorgia Cozza e simpatiche vignette. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.