Enuresi
I bambini si sviluppano e crescono e così la loro capacità di controllare la vescica. C’è un’ampia fascia di “normalità” per quanto riguarda l’indipendenza notturna dal pannolino. Bagnare il letto, ossia l’enuresi, è molto comune fra i bambini, con una più alta percentuale tra i maschi rispetto alle femmine. Dal momento che quasi la metà dei bambini di tre anni e fino al 40% dei bambini di quattro anni bagnano il letto di notte molte volte la settimana, l’enuresi è considerato un comportamento normale a questa età. Inoltre dal 20 al 25% dei bambini di cinque anni e dal 10 al 15% dei bambini di sei anni non stanno asciutti durante la notte. All’età di nove anni solo il 5% dei bambini bagna il letto, molti dei quali lo fanno solo una volta al mese2. Più il bambino cresce, meno incidenti notturni avrà.
In Europa, secondo alcune ricerche, soffrono di enuresi più di cinque milioni di bambini, negli Stati Uniti dai cinque ai sette milioni. Il disturbo può comparire in modo continuo tutte le notti oppure in modo occasionale e più il disturbo è severo (cioè si presenta per più di tre notti a settimana) fin da bambini, più tende a procrastinarsi in età adulta3.
Per definizione l’enuresi notturna primaria si riferisce a quei bambini che non hanno mai acquisito il controllo notturno della diuresi e si caratterizza come il secondo disturbo più diffuso dopo le allergie4.
L’enuresi notturna secondaria è invece il disturbo per cui un bambino dopo un periodo di diuresi regolare per almeno sei mesi torna in seguito a “bagnare il letto”. Questo a volte è dovuto a cambiamenti di stile di vita o eventi emotivi stressanti (per esempio la nascita di un fratellino, l’inserimento a scuola, tensioni familiari), oppure a ragioni mediche come un’infezione alla vescica o ai reni. Se il vostro bambino da un giorno all’altro cambiasse repentinamente le sue abitudini riguardo al bagno, consultate presto un medico per indagare se non dovesse esserci una piccola infezione da curare. Una volta risolte queste problematiche in genere anche il disturbo scompare.
Recenti ricerche5 hanno invece messo in luce grosse novità per quanto riguarda le cause dell’enuresi primaria. A oggi si sa con evidenza scientifica che l’enuresi notturna primaria è dovuta a cause fisiologiche identificabili in un’iperproduzione di orina durante la notte6, una disfunzione della vescica (il 93% degli enuretici ne soffre), disturbi del sonno o una combinazione di questi tre fattori. Importante è anche la predisposizione genetica, dal momento che circa i due terzi dei bambini che soffrono di enuresi hanno uno o entrambi i genitori con storie pregresse di enuresi. A sorpresa, invece, nell’enuresi notturna primaria le componenti emotive e psicologiche non hanno un ruolo rilevante, anche se l’80% dei genitori di bambini enuretici le ritiene responsabili del disturbo del loro bambino.
Sino a poco tempo fa si pensava che l’enuresi fosse associata alla caratteristica di avere il sonno molto profondo, ma le ricerche scientifiche hanno evidenziato proprio il contrario: un’alta percentuale di bambini enuretici presenta una qualità del sonno peggiore rispetto agli altri. Il sonno risulta frammentato a seguito delle stimolazioni della vescica e la capacità vescicale in questi soggetti risulta ridotta del 44% rispetto a quella attesa per la fascia di età. Siamo quindi di fronte a dei problemi oggettivi e fisiologici per i bambini che soffrono di enuresi notturna primaria: il bambino bagna il letto in modo del tutto inconsapevole e al di fuori della sua volontà.
Ma la cosa più importante è che questi parametri possono essere migliorati dalla terapia e sono quindi reversibili. L’International Children Continence Society consiglia infatti di intervenire tramite una terapia che porta alla risoluzione del problema nel 90% dei casi. Se non curato, il rischio è che il problema si protragga in età adulta.
Ma quando è il caso di intervenire nel caso il nostro bambino soffra di enuresi? Nella maggioranza dei casi, il problema svanisce senza che i genitori usino uno speciale trattamento. In generale si consiglia di provvedere a una terapia solo quando vi è un’esplicita richiesta del bambino o dell’adolescente, oppure quando rappresenta un problema nei rapporti interpersonali e influenza negativamente l’immagine di sé. Se per esempio vostro figlio tende a evitare situazioni sociali perché ogni tanto bagna il letto, si consiglia ai genitori di non sottovalutare il problema, di parlarne con un esperto e informarsi sulle terapie più adatte, come per esempio un piccolo allarme, esercizi per la vescica, oppure una breve terapia comportamentale.
In generale, nei casi di enuresi è molto importante l’atteggiamento dei genitori: costituiscono fattori di mantenimento del disturbo sia un atteggiamento rigido e colpevolizzante, sia uno di tipo permissivo e negligente.
Non pensate che sia colpa vostra, si tratta di una tappa di crescita che va superata senza ansia e che prima o poi sarà risolta nel massimo rispetto del bambino, senza colpevolizzazioni e vergogna.