CAPITOLO VI

Alcune domande e risposte

Devo insegnargli a trattenere?

Nell’educazione al vasino bisognerebbe insegnare ai bambini a trattenere un po’ lo stimolo e fare “pipì” abbondanti e meno frequenti come noi adulti o far loro svuotare la vescica il più spesso possibile per evitare incidenti?


In alcuni manuali di educazione al vasino si consiglia una sorta di ginnastica della vescica (distensione vescicale)1, per insegnare ai bambini a trattenere la pipì e a far aumentare il volume della vescica.


Questo metodo è utile solo in determinati casi in cui il bambino per qualche motivo ritarda la sua continenza. In alcuni casi di enuresi notturna, per esempio, la distensione vescicale dà degli ottimi risultati. Tuttavia in un normale percorso di spannolinamento questa ginnastica sarebbe un inutile esercizio in più volto ad accelerare un processo che per definizione è lento, graduale e rispetta i tempi del bambino.


Un bambino che è pronto per l’educazione al vasino di solito deve fare pipì ogni ora e mezzo/due ore. Se si trova ancora nella fase in cui riesce a trattenere ma non avvisa il genitore che gli scappa, lo si può accompagnare senza insistere sul vasino o WC.

Bello stare nudi!

Caterina è bravissima e praticamente prende quasi tutte le pipì e le cacche, ma lo fa solo se è nuda e se siamo a casa dove ha il suo vasino e il riduttore sul WC.


Infatti sembra che le mutande la confondano e così si fa pipì addosso e non vuole fare pipì sollevata da terra… così le nostre uscite si riducono a brevi giri in paese in cui lei quasi fa sciopero pipì oppure le scappa e la fa…


È solo questione di tempo o c’è qualcosa che io posso fare per fare un passo avanti?


Michela mamma di Caterina (21 mesi)


Capita spesso che il bambino in estate preferisca stare tutto nudo in casa. Tuttavia, mentre in casa si riesce a stare nudi e a mantenere la routine giornaliera, fuori occorre vestirsi e diventa più difficile gestire un bambino che ha tolto il pannolino da poco poiché ci sono molti stimoli e tante distrazioni. Si tratta di una fase e innanzitutto il consiglio è quello di mantenere viva la comunicazione con i bambini raccontando loro tante curiosità sulla pipì e spiegando la differenza tra pannolino e mutandina.


Durante la passeggiata si può portare un vasino portatile: ne esistono di più piccoli del normale e anche alcuni modelli che hanno delle parti in plastica da ripiegare per risparmiare spazio.


La cosa migliore è non rinunciare alla passeggiata, ma portarsi appresso cambio di indumenti e salviette, così se capitano incidenti si può cambiare subito il bambino. Esistono anche le mutandine “training” lavabili che non sono proprio un pannolino, ma una mutandina imbottita di tessuto impermeabile ma traspirante, così da stare più tranquilli per le uscite. I bimbi sono legati alla routine: è buona regola quindi chiedere sempre, senza obbligare, se devono fare pipì prima di uscire, oppure appena si rientra in casa. Fare la pipì e la cacca all’uscita o al rientro diventerà una buona abitudine.

Viaggiare con un bambino in fase di apprendimento

Siamo in partenza per il weekend di Pasqua. Da qualche mese non metto più il pannolino a Fabio in casa e ora mi dice quando deve fare pipì o cacca. Cosa faccio ora che staremo tre giorni fuori? Non è in grado di fare pipì in piedi.


Vally, mamma di Fabio (23 mesi)



Io ovunque vada giro con vasetto e riduttore per il water… fanno parte del nostro bagaglio base.


Maria Cristina



Con Emma siamo senza pannolino in casa e fuori da un paio di mesi, abbiamo rischiato fin da subito anche gli spostamenti in auto senza protezione e non abbiamo avuto praticamente mai incidenti, il pannolino lo usiamo solo per la nanna notturna e spesso sono storie per farglielo indossare…


Alessia, mamma di Emma (22 mesi)



A un certo punto si è presentato un “intoppo”: in un bagno pubblico, in cui il bagno delle donne corrispondeva a quello per invalidi, c’era il water enorme e Giada si è spaventata. Da quel giorno, fino a un paio di settimane fa, ha sempre rifiutato di salire su un water, anche con il riduttore, così ho comprato dall’Inghilterra un vasino pieghevole e quest’anno lo abbiamo usato tantissimo.


Cinzia, mamma di Giada (35 mesi)


L’estate può essere un buon momento per il bambino per prendere consapevolezza del proprio corpo e dei suoi bisogni: con il caldo sperimenta il fatto di stare con pochi vestiti addosso e al mare o in casa può stare senza l’ingombro del pannolino, il che lo aiuterà a distinguere la sensazione di bagnato o di sporco.


L’estate è anche il momento in cui ci si sposta per le vacanze e si fanno viaggi lunghi in auto o in aereo, occasioni in cui non sempre è semplice gestire eventuali pipì di un bambino che ha appena iniziato a togliere il pannolino.


Che fare? Per prima cosa si può rimettere il pannolino al bambino, spiegandogli bene le ragioni. Altrimenti, se non si desidera interrompere l’educazione al vasino (anche solo momentaneamente), ecco alcuni suggerimenti per il viaggio:


- cercate di creare una routine prevedendo durante il tragitto pause pipì a intervalli regolari;


- portate con voi molti cambi di mutandine e indumenti per il bambino, asciugamani, salviettine (esistono in commercio anche salviettine imbevute di sola acqua che non irritano il sederino) e una borsa, meglio se impermeabile, dove riporre le cose bagnate;


- coprite il seggiolino della macchina con un telo cerato;


- quando si arriva in un posto, fate subito un sopralluogo per vedere dove si trovano i bagni;


- ci si può attrezzare con un vasino portatile, ce ne sono in commercio, sono più piccoli rispetto al normale standard e sono maneggevoli, possono stare in auto, dietro il sedile, nel bagagliaio, senza occupare tanto spazio.

Frequentare i bagni pubblici

Il problema è portare Silvia fuori casa, perché nei bagni che “non conosce” proprio non la fa, ma da brava mamma viaggio con almeno un cambio nella mia grande borsa, in caso di perdite.


Federica, mamma di Silvia (3 anni)


Se ci si trova fuori casa l’uso dei bagni pubblici può diventare un problema; spesso i bagni non sono puliti e alcune persone temono seriamente di poter contrarre delle malattie. La questione è soprattutto femminile, poiché sono le femmine che si devono sedere sulla tavoletta per fare pipì.


In questi casi, o si sceglie di non usare il bagno pubblico oppure anche solo fare pipì diventa una faccenda lunga e laboriosa: il water viene letteralmente “mummificato” di carta igienica, perché si teme ci possano essere microbi pericolosi e si fa attenzione a non toccare niente (maniglie delle porte o lavandini).


In realtà, anche se spesso i bagni pubblici non si trovano nelle migliori condizioni di pulizia, alcuni studiosi hanno dimostrato che la tazza del water è proprio il posto più pulito di tutto il bagno, perché o le persone che usano il bagno si rifiutano di sedervisi oppure la puliscono sempre con la carta igienica. Anche se nell’ambiente del bagno vi possono essere alcuni batteri che trasmettono malattie, le precauzioni da adottare per la frequenza di questo luogo sono uguali a quelle che si adottano in qualsiasi altro luogo pubblico. In primis, dopo avere utilizzato il bagno la cosa più utile in assoluto da fare, per evitare che eventuali batteri prolifichino, è quella di lavarsi bene le mani.


Ovvio che più pulito è un bagno pubblico, più volentieri lo si frequenta, ma non ci sono davvero motivi per trasmettere al nostro bambino la fissazione che il bagno pubblico non sia da usare. Trattenere la pipì o la cacca non è una buona abitudine; inoltre è consigliato insegnare ai nostri figli che il sistema immunitario è ben equipaggiato per gestire i germi del mondo esterno. Non ci sono studi a dimostrare che spruzzare i bagni pubblici con antibatterici potenzi la salute; al contrario l’istillazione culturale della paura è molto più pericolosa e debilitante, a lungo termine, di qualsiasi germe con cui si possa entrare in contatto. D’altronde la pelle del sederino è un epitelio stratificato squamoso dotato di ghiandole sebacee che costituiscono una barriera molto efficace contro l’invasione dei germi.


La paura del bagno pubblico è quindi un’elaborazione psicologica più che una sana regola di igiene2.


Per viaggiare con un bambino in fase di allenamento al vasino occorrerà attrezzarsi e ogni famiglia potrà usare le accortezze con cui si trova meglio. Se per taluni è fuori discussione entrare in un bagno pubblico, ci si può attrezzare con un vasino portatile, oppure un riduttore da appoggiare sui water che trova lungo il viaggio; un’altra soluzione ancora è quella di fare pipì all’aperto, avendo cura di non lasciare “tracce” del nostro passaggio, sia quando si tratta di boschi sia quando si tratta di giardinetti pubblici, anche se è “solo” la pipì di un bambino. Sta al genitore trovare la soluzione migliore secondo le proprie preferenze.

Via il pannolino!
Via il pannolino!
Elena Dal Prà
Come dare l’addio al pannolino in una prospettiva educativa, etica ed ecologica.Suggerimenti e consigli pratici per togliere il pannolino, affrontando il percorso dello spannolinamento in modo sereno e senza forzature. Togliere il pannolino è una delle fasi più importanti nel percorso di crescita del bambino. Il percorso di apprendimento è duplice: non si tratta solo di imparare a usare il vasino, ma anche di abbandonare l’uso del pannolino.Via il pannolino! illustra quale sia il percorso più semplice e piacevole per togliere il pannolino , senza che vengano a generarsi forzature e conflitti, ma tenendo presente che non esistono ricette precostituite e che, anzi, molto dipende dal temperamento del bimbo e dall’effettiva disponibilità del genitore.Nel suo libro, Elena Dal Prà sfata così i miti più comuni sull’educazione all’uso del vasino, sull’enuresi e sull’età in cui dovrebbe iniziare il processo di “spannolinamento”, e prende in considerazione i diversi approcci esistenti, alla luce delle più recenti ricerche scientifiche e con la consapevolezza di come questo particolare momento della crescita rappresenti una pietra miliare nella maturazione fisica e psicologica del bambino, nonché uno dei primi passi che conducono alla sua autonomia, il tutto in un’ottica educativa, etica ed ecologica.Il volume è arricchito da numerose testimonianze di mamme e papà che hanno voluto condividere le loro esperienze per aiutare gli altri genitori che sono alla ricerca di consigli e suggerimenti e che desiderano informarsi per poter affrontare questo percorso in modo sereno, aiutando il bambino a leggere i segnali del proprio corpo. Conosci l’autore Elena Dal Prà è pedagogista e insegnante di massaggio infantile, approfondisce tematiche legate all’allattamento, alla crescita dei bambini, alla disciplina dolce e in particolare alle questioni educative e ambientali relative allo svezzamento da pannolino.Dal 2005 svolge attività di consulenza per enti pubblici e associazioni per il sostegno della donna, madre e lavoratrice. Scrive per il web aggiornando siti dedicati alla genitorialità e moderando forum di discussione.