Ho letto e riletto queste pagine decine di volte prima di affidarle definitivamente alla stampa.
Il fatto che questo libro sia stato scritto con una pancia sempre più ingombrante a frapporsi tra me e la tastiera, in un periodo di tempo che va da poche settimane dopo la scoperta di una gravidanza inattesa, la terza, e gemellare, fino alle soglie dell’arrivo di questi due cuccioli, investe questo lavoro anche di un valore affettivo inconsueto e impastato ancora una volta della mia storia personale che fa spesso capolino tra le riflessioni più pedagogiche.
Ho già scritto di come le mie due figlie siano state negli ultimi cinque anni il motore propulsore di una ricerca che, sempre presente, si è fatta dopo la maternità ancor più necessaria, e ringrazio a maggior ragione questi due piccolini che costringendomi per alcuni mesi ad una vita di maggior riposo mi hanno dato modo di fermarmi a mettere ordine nelle tante suggestioni e pensieri educativi che hanno attraversato la mia mente e la mia vita negli ultimi vent’anni.
In questi mesi, pur in una relativa immobilità fisica, mi sono confrontata con tante persone su quello che stavo elaborando e ho trovato tantissimi uomini e donne affamati di orizzonti dove poter ritrovare opportunità per pensare all’educazione e all’istruzione dei propri figli in formule diverse da un pensiero unico che pare indiscutibile.
Scrivo queste ultime righe con la preoccupazione di non aver potuto, per ovvie ragioni di spazio, approfondire gli autori e le esperienze educative che nei vari capitoli ho provato a presentare, ma con la convinzione positiva di aver mostrato che, sì, è possibile un’altra scuola, che l’abbiamo già nel nostro cuore e che alla domanda iniziale esistono risposte ancora più numerose di quelle che abbiamo qui raccontato e di cui io so troppo poco o forse nulla, ma che invece stanno prendendo vita proprio vicino a voi, nella scuola poco distante dalla vostra casa o nell’ecovillaggio avviato da alcune famiglie di vostra conoscenza o ancora da qualche valido gruppo che sta iniziando a diffondere la sua proposta pedagogica con ottimi risultati.
Qui ho voluto raccontarvi di chi ho io incontrato sulla mia strada.
Tra questi incontri c’è anche quello con un uomo che sa raccontare il mondo con gli occhi dei bambini, che usa le parole facendo con esse magie che aiutano il nostro cuore e la nostra mente a guardare nel profondo con la leggerezza di chi sa volare.
Ho aperto questo libro con le sue rime e lascio ancora ad esse la conclusione, con una domanda che, come quella del titolo, spero possa trovare parziale risposta anche grazie alle finestre che abbiamo aperto su mondi, e scuole, possibili.