La perdita di peso
I neonati perdono peso, e dopo alcuni giorni lo recuperano di nuovo. Tutto questo è normale.
Di solito perdono da un 4 a un 6% del peso della nascita, e lo recuperano nell’arco di una settimana. Alcuni perdono qualcosa in più, o ci mettono più giorni a recuperarlo, ma si accetta comunque come un fenomeno normale. Fino a quando (e fino a quanto) si può considerare normale? Per molto tempo i pediatri hanno affermato che il bambino poteva perdere massimo un 10 o addirittura un 12% del peso. Alcuni bambini che nascono con un peso molto elevato (come quattro chili o più) possono perderne un po’ di più, circa il 14 o 15%. Il peso così consistente alla nascita è dovuto a volte alla ritenzione idrica, e si perde tutto attraverso l’urina; questi bambini diminuiscono maggiormente e ci mettono più tempo a recuperare. Quando è stata somministrata un’elevata dose di soluzione fisiologica alla madre durante il parto, il bambino nasce a volte gonfio, e in poche ore perde molto peso che era dovuto solamente a un eccesso di liquidi. Come si capisce se ha perso grasso o solo acqua? Perché il grasso non si può perdere da un giorno all’altro, e il peso cala gradualmente in diversi giorni.
Sorprendentemente, fino all’inizio del XXI secolo non sono mai stati effettuati studi scientifici approfonditi sul tema della perdita di peso normale nei bambini allattati al seno. La dottoressa Bertini, in un ospedale italiano dove suppongo che sia davvero meraviglioso partorire (rispetto per il parto, contatto pelle a pelle, allattamento immediato e a richiesta…), rilevò che neanche uno tra più di 1.700 neonati aveva perso fino a un 10% del proprio peso; la media della perdita di peso era sotto il 6%. Si trattava solo di bambini nati con parto vaginale, senza complicazioni.
Poco dopo, negli Stati Uniti, la dottoressa Flaherman raccolse i dati di più di 100.000 bambini nati in vari ospedali che potremmo definire “normali”, che non fanno un grande sforzo per promuovere l’allattamento al seno. Riscontrò che molti bambini perdevano più del 10% del loro peso iniziale: 5 su 100 tra i nati con parto vaginale, e fino a 25 su 100 tra i nati con parto cesareo.
Per quanto riguarda la data limite per recuperare il peso della nascita, ci sono ancora meno dati. Alcuni autori parlano di due settimane al massimo, altri di tre, la maggioranza non dice semplicemente nulla. Sono evidentemente cifre arbitrarie e arrotondate. Personalmente ho seguito due bambine che ci hanno messo ventidue giorni a recuperare il peso della nascita.
Quel che non si può fare è restare a braccia conserte aspettando che il neonato ingrassi da solo. Di sicuro molti dei bambini che perdono un 8 o 10% di peso recupereranno spontaneamente in pochi giorni, indipendentemente da quel che fa la madre. Ma ce ne sono altri che continuano a diminuire, fino ad accusare gravi problemi. Arriva il momento in cui si entra in un circolo vizioso: il bambino è talmente debole che non piange, dorme soltanto, sembra tranquillo; e se, nonostante non pianga, lo attaccano al seno, quasi non succhia perché non ha la forza per poppare. Ci sono stati bimbi ricoverati in terapia intensiva dopo aver perso circa il 30% di peso. Altri sono morti. Non dico tutto questo per spaventare le future mamme; questi problemi sono rari e, soprattutto, prevedibili. Un bambino non perde il 30% di peso, così, da un giorno all’altro. Prima avrà perso un 10, un 15, un 20%. Ci vogliono molti giorni. Durante questi giorni, una persona che abbia esperienza nota che il neonato non sta poppando bene, che il suo comportamento non è normale, che è troppo addormentato. E, se manca l’esperienza, una semplice bilancia ci avverte con sufficiente anticipo che bisogna prendere provvedimenti. Bisogna fare qualcosa molto prima che perda un 10%. Bisogna fare qualcosa se non recupera il peso in alcuni giorni. Bisogna verificare che stia poppando nella posizione corretta e con un’adeguata frequenza, almeno otto o dieci volte al giorno (meglio se sono 12 o più). Non distraetelo perché “resista un po’ tra poppata e poppata”; al contrario. Non fategli perdere tempo con un succhiotto: il succhiotto non ingrassa! Non aspettate che pianga dalla fame per attaccarlo al seno. Bisogna stare attente ai segnali anticipati della fame: si sveglia, si agita, gira la testa in cerca di qualcosa, emette versi, muove labbra e lingua, porta le manine alla bocca…
Se nonostante tutto perde un 8%, conviene praticare la compressione mammaria (si veda più avanti), e se anche questo non funziona (o se vi rimane tempo), estraetevi il latte per darglielo dopo in un bicchierino o con un contagocce.
Quando un bambino sta succhiando male, quale che sia il motivo, togliersi il latte porta molti vantaggi: si stimola la produzione, si vede il latte (e questo può mettere a tacere tutti quelli che dicono: “Non hai latte”), si può dare con altri metodi e far sì che ingrassi. Se si estrae il latte e si prova a darlo al bambino ma lui lo rifiuta e non lo beve, se si deve buttare il latte perché non si sa che cosa farsene, allora potete stare sicure che il problema non è la mancanza di latte, e che non si potrà risolvere con un biberon. Se il bimbo non ingrassa, ma nello stesso tempo non vuole una maggior quantità di latte, probabilmente gli sta succedendo qualcosa. Il vostro pediatra dovrà osservarlo a fondo.
Molto importante: togliersi il latte non è semplice, e all’inizio non esce niente. Questo non vuol dire che non avete latte, ma solo che non lo sapete estrarre. Avrete bisogno di alcuni giorni per imparare. Una cosa fondamentale: cominciate a togliervi il latte non appena sperimentate le prime difficoltà con l’allattamento, e fatelo varie volte al giorno, almeno sei o otto, continuando a insistere anche se esce solo qualche goccia. È molto triste osservare un bambino di poche settimane o pochi mesi di vita con un grande deficit di peso. “Ti sei tolta il latte?”, “Ci ho provato un paio di volte, tre settimane fa, ma siccome sono riuscita a estrarre solo 5 ml alla fine ho lasciato perdere”. Beh, se solo questa mamma si fosse tolta 5 ml per otto volte al giorno, ora avrebbe ben 40 ml. E se lo avesse fatto per molti giorni di seguito, presto avrebbe ottenuto forse 10, 20, o 30 ml a ogni sessione. Quando il bambino smette di poppare rimane sempre un po’ di latte. Soprattutto se il bambino poppa male (motivo per cui non prende peso, perché se poppasse nella maniera corretta sarebbe già ingrassato). Estraendo quegli ultimi 5 ml di latte si trasmette al seno l’ordine di produrre più latte. Se il latte non viene tolto, il seno pensa: “Non c’è bisogno di produrre più latte, sono avanzati 5 ml”. Il seno non ha modo di sapere se il bambino sta prendendo peso o meno, tutto ciò che “sa” è quanto ha poppato. Se il bambino, per qualsiasi motivo, poppa troppo poco, il seno crede che sia avanzata una gran quantità di latte e decide che non è necessario produrne così tanto. Inoltre, durante le prime settimane, il seno solitamente reagisce molto bene: non appena si comincia ad estrarre il latte con regolarità, la produzione aumenta rapidamente. Anche dopo qualche mese è possibile aumentare la produzione di latte, ma il processo è molto più lento e richiede sforzi maggiori.
Quando il problema è serio e richiede un aumento rapidissimo della produzione di latte, è molto utile iperstimolare il seno mediante l’estrazione intensiva del latte, quella che ora viene chiamata “estrazione potente”. Il procedimento consiste nell’estrarre il latte per dieci minuti (cinque minuti a seno) ogni ora, oppure ogni tre quarti d’ora, nell’arco della giornata, e almeno una volta durante la notte. Oltre a continuare ad allattare. Quando si ottengono circa 15 o 20 ml all’ora, bisogna passare a estrarre il latte per 10 minuti a seno, ogni due ore. E solo quando si ottengono 40 ml da ogni estrazione si può tornare al ritmo normale: quindici minuti a seno, sei o otto volte al giorno. Di norma, in pochissimi giorni si può ottenere tantissimo latte. Troverete maggiori dettagli digitando l’espressione “extracción poderosa” sul sito www.albalactanciamaterna.org. Ma attenzione! Questa stimolazione intensiva è necessaria solo quando il problema è estremamente serio. Se il bambino ha solo bisogno di ingrassare “un pochino di più”, allora limitatevi a dargli un po’ più di latte: non è necessario ritrovarvi con un’eccedenza di mezzo litro al giorno.
Bertini G, Breschi R, Dani C, Physiological weight loss chart helps to identify high-risk infants who need breastfeeding support, in “Acta Paediatr”, 4 Ott 2014.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/apa.12820/pdf
Flaherman VJ, Schaefer EW, Kuzniewicz MW, et al., Early weight loss nomograms for exclusively breastfed newborns, in “Pediatrics”, num. 135, 2015, pp. 16-23.
http://pediatrics.aappublications.org/content/135/1/e16