Sono molte le cause che, nell’arco del XX secolo, hanno portato all’abbandono dell’allattamento materno1. L’interferenza durante il parto e nel post-parto, i cambiamenti sociali, il lavoro… ma la pubblicità dei produttori di latte artificiale merita un discorso a parte.
Nel 1981, l’OMS promulgò il Codice internazionale di commercializzazione dei sostituti del latte materno, le cui principali disposizioni sono:
- Si applica a tutti i sostituti del latte materno, anche a quelli inadeguati (come succhi o infusioni), e ai biberon e alle tettarelle.
- Proibisce ai produttori di distribuire materiale educativo (volantini, libri, video…), a meno che le autorità sanitarie lo abbiano sollecitato previamente per iscritto; e anche in questo caso limita il contenuto di tali materiali, che devono mettere in guardia sui pericoli del biberon e non possono citare marche specifiche.
- Non verrà fatta alcuna pubblicità diretta al pubblico attraverso alcun mezzo di comunicazione, nemmeno offerte o sconti.
- La pubblicità per i professionisti si limiterà a dati scientifici e obiettivi.
- Proibisce il contatto a livello professionale del personale addetto alla commercializzazione di questi prodotti con madri e donne incinte.
- Proibisce la distribuzione di campioni gratuiti, specialmente attraverso il sistema sanitario.
- I centri sanitari non esibiranno cartelli e prodotti.
- Proibisce l’utilizzo dei termini umanizzato o maternizzato, così come le immagini che idealizzino questi prodotti.
Posteriori risoluzioni dell’OMS chiarificano o modificano alcuni punti. Tutti i testi possono essere consultati in Internet.
In Spagna viene applicato il Reale Decreto 867/2008, che raccoglie la maggior parte delle disposizioni del Codice, ma che non viene applicato al latte per il proseguimento, né ai biberon né alle tettarelle2. Tutte queste norme cercano di proteggere le madri e i bambini contro le pubblicità ingannevoli. Affinché possiate decidere liberamente su come alimentare vostro figlio, senza pressioni e senza lavaggio del cervello.
La pubblicità utilizza strategie sottili. I cartelloni, i calendari, gli opuscoli delle aziende di solito mostrano l’immagine di un bambino bello e sorridente (cos’avrà mangiato per essere così in forma?), da solo, in primo piano. L’immagine di un bambino solo, non è mai appartenuta alla nostra cultura fino al XX secolo, per mano della pubblicità; fino ad allora, i bambini erano rappresentati sempre nel grembo della madre. Quando in un annuncio o su di un volantino pubblicitario appare un bambino attaccato al seno, si tratta sempre di un bimbo molto piccolo, quasi neonato (che contrasta anche con le immagini delle madonne che allattano, in cui il Bambino Gesù di solito ha un paio d’anni). Nelle immagini e sui volantini pubblicitari, la mamma che allatta di solito si trova nella sua stanza, in camicia da notte o quasi nuda, con vestiti e pettinature passate ormai di moda. Invece, la madre che dà il biberon veste abiti moderni, pratici, e dà l’impressione di una donna attiva e dinamica. Il linguaggio suggerisce sempre che allattare è difficile (“Se ci riesci, provaci”, “Se per qualsiasi motivo il tuo latte non andasse bene o non bastasse…”).3
IBFAN è una rete internazionale di gruppi che difendono il diritto all’allattamento. Consultate questo sito, troverete informazioni interessanti.
Organización Mundial de la Salud, Código Internacional de Comercialización de Sucedáneos de la Leche Materna, Ginebra, in OMS, 1981
www.ibfan-alc.org/codigo/main.htm
Real Decreto 867/2008, del 23 maggio, attraverso il quale viene approvata la Regolamentazione tecnico-sanitaria specifica dei preparati per lattanti e dei preparati per la continuazione. BOE 30 maggio 2008.
http://noticias.juridicas.com/base_datos/Admin/rd867-2008.html
IBFAN, «International Baby Food Action Network» www.ibfan.org
IBFAN «América Latina y Caribe» www.ibfan-alc.org/4