CAPITOLO II

Cosa rende il latte materno così speciale

Il latte materno è un tessuto biologico vivo

Il latte dei mammiferi è un secreto specie-specifico, cioè le femmine di ogni specie producono un latte adatto alle esigenze di crescita, protezione e sviluppo del proprio particolare bebè. Quello che ormai è chiaro è che i nutrienti, ovvero la parte del latte necessaria al bambino per crescere bene, rappresentano soltanto una parte dei componenti del latte, che contiene molto di più per proteggere la salute del bambino e favorirne lo sviluppo, continuando ad agire durante l’allattamento – e anche dopo – sul funzionamento e la crescita dei suoi apparati gastro-intestinale, immunitario e neurologico. Ma non solo: gli studi sul latte materno chiariscono sempre più che non solo la sua specie-specificità non è imitabile, ma è proprio l’interazione fra i suoi componenti, piuttosto che i componenti singoli, a produrre degli effetti; diventa quindi comprensibile che non basta aggiungere questo o quell’altro ingrediente al latte artificiale per renderlo simile a quello umano.


Il latte materno cambia composizione senza sosta: accade lungo tutto il periodo dell’allattamento, durante la giornata e persino durante la singola poppata. Trasporta con sé enzimi, fattori immunitari e ormoni che regolano il metabolismo e lo sviluppo del lattante nel breve e lungo periodo. Per tutti questi motivi, dovrebbe essere chiaro che quando si parla di latte materno si fa riferimento a un tessuto biologico non strutturato, simile al sangue del cordone ombelicale, qualcosa di molto diverso da un semplice alimento. In questo senso, il seno materno riveste un ruolo molto simile a quello della placenta, poiché è l’organo attraverso il quale il bambino comunica al corpo materno ciò di cui ha bisogno e lo riceve, sia che si tratti di cibo, bevanda, anticorpi, ormoni, fattori di crescita o immuno-modulatori.


Ma vediamo nel dettaglio cosa c’è nel latte della nostra specie che non si trova altrove e che non si può riprodurre industrialmente.

Latte materno spremuto - Malgrado tutti i progressi della scienza, il latte artificiale non potrà mai somigliare neanche lontanamente a quello materno. Il latte materno è infatti un tessuto vivente che modula la funzionalità e l’integrità del tratto gastro-intestinale del lattante favorendone la colonizzazione da parte di una microflora benefica, e promuovendone la funzionalità e l’integrità, con effetti a lungo termine. Difatti i bambini non allattati sono predisposti in misura maggiore a infezioni, allergie, intolleranze e altre patologie che possono manifestarsi anche dopo anni, come la celiachia o il diabete.

Le proteine del latte materno

Il latte umano ha un contenuto relativamente basso di proteine (9g/l), in grado di sostenere la crescita del neonato. Di queste, una percentuale alta è costituita da proteine del siero, la più bassa da caseina, proteina più complessa da digerire. È significativo che la percentuale di caseina è del 10% all’inizio dell’allattamento, per poi aumentare gradualmente nei mesi fino a raggiungere, ad allattamento ormai avanzato, il 50%. Le proteine del siero sono in parte di tipo anti-infettivo, come ad esempio la lattoferrina, le immuno-globuline (anticorpi) e il lisozima1. Altri componenti di natura proteica sono gli enzimi, i fattori di crescita e gli ormoni. Alcuni enzimi contenuti nel latte si legano ad altri elementi aumentandone la biodisponibilità (ovvero l’assorbimento da parte dell’intestino del bambino) o la digeribilità. Ad esempio la lipasi aiuta il lattante a digerire i grassi per un loro completo assorbimento.


Oggi sappiamo che non solo una piccola parte delle proteine sono protette dalla digestione, ma addirittura alcuni prodotti provenienti dalla digestione parziale delle proteine del latte materno hanno una attività antibatterica distinta da quella della proteina madre.

Gli zuccheri del latte materno

Il lattosio, lo zucchero del latte, è composto dai due zuccheri semplici glucosio e galattosio, ed è abbondante nel latte umano, che è il più dolce presente in natura (7g/l). Questo perché il cervello del piccolo bebè è in rapidissima crescita, e necessita di un nutrimento continuo e facilmente disponibile. Il lattosio promuove l’assorbimento da parte del lattante di alcuni minerali, fra cui il calcio.


Il latte umano contiene in piccola percentuale anche una miscela di circa 200 diversi tipi di zuccheri detti oligosaccaridi: si tratta di catene di zuccheri che creano un ambiente acido nell’intestino del lattante e favoriscono la proliferazione di una micro-flora batterica comprendente vari tipi di Lactobacilli e il Bifidobacterium bifidus. Questi batteri “buoni” crescono lasciando così meno possibilità a quelli pericolosi di moltiplicarsi. Per questo loro ruolo, vengono chiamati prebiotici. Gli oligosaccaridi, però, svolgono anche un altro ruolo, ovvero si legano a proteine formando complesse molecole che “imprigionano” i batteri pericolosi, impendendo loro di attaccare la mucosa intestinale del lattante.

I grassi del latte materno

I grassi, o lipidi, sono relativamente abbondanti nel latte umano, proprio perché entrano nella composizione delle membrane cellulari e quindi del cervello2. Nel latte umano sono la componente più variabile, in quanto variano sia come quantità sia come qualità. Il latte contiene infatti più o meno grassi a seconda del momento della poppata: il “primo latte”, quello che il lattante riceve non appena inizia a succhiare, contiene anche la metà di grassi rispetto al “secondo latte”, quello che viene secreto alla fine della poppata, quando il seno non è più turgido. Le differenze in contenuto di grassi a seconda del momento possono essere anche marcate, variando da 22 a 62 g/l. Per questo motivo è importante seguire il suggerimento di “guardare il bambino e non l’orologio” quando si allatta; infatti solo allattando a richiesta e non limitando la durata della poppata ci si potrà assicurare che il bambino assuma tutto il nutrimento di cui ha bisogno.


Il latte prodotto dalla madre dei neonati prematuri contiene una percentuale di grassi più alta per venire incontro ai bisogni speciali di questi lattanti.


A seconda della dieta materna, inoltre, varia il profilo di acidi grassi contenuti nel latte: questo si stima possa essere una sorta di “adattamento” del latte all’ambiente in cui vive il bambino, in epoche in cui la dieta delle popolazioni rispecchiava le produzioni locali. Oggi si consiglia alle donne in gravidanza e alle madri di preferire condimenti naturali come l’olio extra-vergine di oliva crudo, limitando il consumo di grassi animali e possibilmente eliminando quelli vegetali raffinati, di solito usati nei cibi industriali. Un’altra buona pratica in gravidanza e allattamento è quella di consumare regolarmente semi oleosi e pesce azzurro, per l’alta qualità dei grassi in essi contenuti.


Un’alta percentuale degli acidi grassi del latte umano è costituita da Acidi grassi polinsaturi essenziali a lunga catena (o LCPUFA da Long Chain Poli Unsaturated Fatty Acids) che, oltre ad essere indispensabili al normale sviluppo dell’apparato neurologico, servono al sano sviluppo dell’apparato circolatorio e di quello visivo, e hanno proprietà anti-infettive, potenziando le difese immunitarie. Alcuni acidi grassi a catena corta presenti nel latte hanno anch’essi azione anti-batterica e anti-virale. Il latte materno contiene poi colesterolo (un grasso tipico del mondo animale) che entra anch’esso nella composizione delle membrane cellulari.

I Fattori Immunologici del latte materno

Come detto in precedenza, il latte dei mammiferi contiene esattamente ciò di cui ha bisogno il cucciolo di quella specie: dal momento che il sistema immunitario del bambino impiega alcuni anni per maturare, il latte materno contiene numerose sostanze che lo proteggono dalle malattie come anticorpi, alcune proteine ed enzimi che uccidono o rendono inoffensivi i micro-organismi patogeni, e addirittura delle cellule vive, cioè alcuni globuli bianchi. Una peculiarità dell’allattamento è costituita dal fatto che, già dalla gravidanza, alcuni globuli bianchi provenienti dall’apparato gastro-intestinale e respiratorio della madre migrano, via sistema linfatico, nel seno, ove producono anticorpi specifici per i micro-organismi che vivono nell’ambiente materno. È poi noto da anni che, mediante la poppata, il bambino può segnalare alla madre di quali anticorpi ha bisogno, così che l’organismo materno possa produrli e passarli al bambino nella poppata successiva! Oltre a conferire immunità passiva, che compensa l’immaturità delle difese del lattante con effetti immediati (come ad esempio fanno gli anticorpi del latte materno), l’allattamento offre anche immunità attiva, ovvero stimola il sistema immunitario del bambino a funzionare e a crescere con effetti che durano presumibilmente tutta la vita.


Ecco i principali fattori immunologici del latte materno:


ANTICORPI – (o immunoglobuline) fanno parte delle proteine del siero. Il tipo che si trova più in abbondanza nel latte materno è l’Immunoglobulina A secretoria, indicata con la sigla SIgA. È caratterizzata da una componente cosiddetta “secretoria” che rende questi anticorpi resistenti alla digestione da parte del lattante, passando quindi direttamente nell’intestino dove sono attivi. La SIgA rappresenta l’80-90% degli anticorpi del latte, il colostro ne contiene in concentrazione altissima, ovvero12 gr/l (contro 1 g/l del latte maturo). Un bebè di un mese, ne riceverà con il latte 125 mg al giorno per ogni chilo di peso corporeo, contro i 40mg/kg/giorno prodotti da un adulto! Esistono vari tipi di SIgA per vari tipi di batteri: in primo luogo quelli presenti nell’intestino della madre ma anche quelli nel suo tratto respiratorio. Agiscono legandosi ai batteri specifici e impedendo così che questi si attacchino alle mucose, che costituiscono le principali vie di infezione batterica. Il tutto senza creare infiammazione: senza, quindi, far consumare energia al bambino. Sono attive anche contro virus e tossine batteriche.


LATTOFERRINA – è una proteina del siero presente nel colostro e nel latte maturo. Inibisce la crescita di alcuni tipi di batteri sottraendo loro il ferro, che necessitano per crescere. È attiva contro il batterio Escherichia coli, il fungo Candida albicans e altri micro-organismi, fornendo una protezione contro la diarrea. Come le SIgA, anche la lattoferrina riesce a passare in parte indigerita nel tratto intestinale del lattante, e ad esempio è stata ritrovata sia intera che in frammenti nel tratto urinario del lattante dove probabilmente ha un’azione protettiva contro le infezioni. Ha azione anti-infiammatoria e agisce anche contro virus e alcuni funghi (Candida).


α-LATTALBUMINA – è una proteina del siero, presente soltanto nella ghiandola mammaria umana e soltanto durante l’allattamento. Si è visto che, in vitro, è attiva nell’uccidere alcuni batteri, e inoltre si è scoperto che nella ghiandola mammaria può legarsi a un acido grasso, l’acido oleico, formando un complesso detto HAMLET, che distrugge le cellule maligne (e solo queste). L’ambiente acido presente nell’intestino del bambino allattato favorisce la formazione di questo legame fra α-lattalbumina e acido oleico. Il complesso HAMLET, in esperimenti condotti in laboratorio, si è dimostrato attivo contro oltre 40 tipi di cellule tumorali, e si ipotizza quindi che potrebbe avere un ruolo nella protezione dai tumori sia per il lattante che per la ghiandola mammaria materna stessa.


LISOZIMA – è un enzima che appartiene alle proteine del siero. Ha il potere di distruggere le pareti dei batteri patogeni, combattendo quindi le infezioni insieme a SIgA e lattoferrina, anch’esso senza provocare infiammazione. Viene normalmente prodotto a livello delle mucose, ma non in quelle del bambino piccolo. Quindi la normale concentrazione di lisozima nel tratto gastro-intestinale e bronchiale del lattante dipende esclusivamente dall’allattamento. Contrariamente a SIgA e lattoferrina, la sua concentrazione nel latte materno aumenta con il passare dei mesi.


LEUCOCITI – o globuli bianchi, ovvero delle vere e proprie cellule che dal tessuto mammario materno penetrano nel latte. Si dividono in fagociti (che distruggono i micro-organismi inglobandoli e assorbendoli) e linfociti, attivi contro i virus.


LIPIDI ANTIVIRALI: alcuni prodotti dalla digestione dei grassi del latte materno, come acidi grassi liberi e monogliceridi, possono danneggiare la membrana protettiva di cui si rivestono alcuni virus, inattivandoli.


NUCLEOTIDI – sono composti a base azotata a basso peso molecolare, che, unendosi fra loro, formano gli acidi nucleici (DNA e RNA). Oltre a svolgere questa importante funzione, favoriscono nel lattante la maturazione e crescita del tratto gastro-intestinale, sono attivi nel metabolismo energetico e nelle reazioni enzimatiche. Inoltre stimolano la proliferazione dei linfociti e la produzione di anticorpi.


CITOCHINE E CEMIOCHINE – sono detti agenti “immunomodulatori” il cui ruolo è quello di attivare il sistema immunitario per proteggere il bambino dalle infezioni, e di stimolarne la crescita e lo sviluppo. Sono attive anche nella ghiandola mammaria intervenendo probabilmente in caso di infezione.

ORMONI E FATTORI DI CRESCITA – Sappiamo che il sistema immunitario del neonato è strettamente correlato al sistema neuro-endocrino. Il latte umano contiene vari ormoni, veri e propri “segnali” dalla madre al bambino, che stimolano alcune funzioni o inducono dei comportamenti. Gli ormoni tiroidei prevengono l’ipotiroidismo, altri ormoni aiutano la digestione, le beta-endorfine, particolarmente abbondanti nel colostro, promuovono nel bambino un senso di benessere, di rilassamento e di attaccamento alla madre (necessario per la sua sopravvivenza), stimolando l’assorbimento gastrico dei nutrienti. La colecistochinina favorisce la digestione, il relax e il benessere. La leptina è l’ormone che regola il senso di sazietà. La prolattina promuove lo sviluppo dei linfociti. I fattori di crescita, presenti a maggiori concentrazioni nel colostro, promuovono la maturazione dell’intestino del neonato, aumentando le difese attive e passive dalle infezioni; fra questi ricordiamo il Fattore di crescita dell’epidermide (EGF) molto concentrato nel colostro, che stimola la proliferazione della mucosa intestinale, aumentandone l’effetto barriera ai micro-organismi e ad eventuali sostanze estranee.


CELLULE STAMINALI – Recentemente sono state scoperte nel latte umano cellule staminali, ovvero cellule indifferenziate con la potenzialità di svilupparsi in vari tipi di tessuto vivente. Questa scoperta è attualmente oggetto di grande interesse e le ricerche sono volte a chiarire il ruolo e la funzione di queste cellule nel latte, e gli eventuali effetti sul lattante; attualmente le ipotesi indicano una possibile attività di regolazione, da parte di queste cellule, sul potenziale genetico del lattante, che verrebbe così influenzato in modo tale che la sua espressione rispecchi le caratteristiche più favorevoli possibile all’ambiente in cui vive il bambino3. Gli scienziati si chiedono inoltre se sia possibile usare il latte umano come fonte accessibile e non invasiva di cellule staminali da impiegare per scopi terapeutici.

Quale altro cibo richiede così poca fatica ad essere preparato, proteggendo insieme la salute di chi lo dà e chi lo riceve mentre fornisce a entrambi alcuni ormoni che favoriscono il legame e il benessere?

Altri ingredienti

Il latte materno contiene anche vitamine e sali minerali nelle giuste proporzioni per soddisfare le esigenze del lattante umano senza affaticare il suo metabolismo. Circa l’87% del latte è poi costituito da acqua, che mantiene il lattante idratato anche in climi caldi, senza che per i primi sei mesi di vita ci sia bisogno di altro: è sufficiente allattare ogni volta che il bambino lo richiede. Il latte è così digeribile che può essere offerto al lattante anche dopo poco che ha poppato; anzi, la maggior parte dei lattanti preferisce poppate brevi e frequenti anche oltre i primi mesi di vita. Il latte di mamma è l’unico latte adatto al bebè umano per i primi anni della sua vita, e finché un bambino poppa il latte sarà lì, pronto e disponibile, nutrizionalmente sempre adeguato: l’essere umano è l’unico mammifero che sostituisce il proprio latte con quello di un’altra specie dopo un periodo più o meno breve di allattamento!

Tutte le mamme hanno il latte - Seconda edizione
Tutte le mamme hanno il latte - Seconda edizione
Paola Negri
Quello Quello che tutti dovrebbero sapere su allattamento e alimentazione artificiale.Allattamento e alimentazione artificiale: quali sono i motivi che portano oggi moltissime madri a ricorrere al latte artificiale? Il latte materno ha da sempre costituito il nutrimento per la specie umana, sostenendola da tempi remoti.Allora perché nel ventesimo secolo si è assistito a una drammatica diminuzione dell’allattamento al seno, a favore del latte artificiale?Quali implicazioni sta avendo questo cambiamento di stile di vita sulla salute psico-fisica e sullo sviluppo dei bambini?È proprio vero che allattare è una questione di fortuna, o sono altri i motivi che portano molte mamme a ritenere di non avere latte a sufficienza, o che il loro latte non sia adeguato?Paola Negri, consulente professionale IBCLC ed educatrice perinatale, in Tutte le mamme hanno il latte vuole dare una risposta a queste domande, spiegando in modo chiaro ed esauriente i motivi che portano oggi moltissime madri a ricorrere al latte artificiale.Non si tratta di un testo rivolto esclusivamente a genitori e futuri genitori, ma anche a educatori, medici, operatori sanitari e a tutti coloro che hanno a che fare con mamme e bambini piccoli. Conosci l’autore Paola Negri si occupa di allattamento da oltre 15 anni; è stata consulente volontaria per La Leche League Italia e successivamente è diventata consulente professionale IBCLC ed Educatrice Perinatale, lavorando con donne in attesa e madri, e nella formazione specifica a gruppi di auto-aiuto e operatori sanitari. Opera da anni in associazioni come MAMI e IBFAN Italia (di cui è presidente) in attività di sostegno, promozione e protezione dell’allattamento.Si occupa inoltre di decrescita e di alimentazione, per cui ha scritto diverse pubblicazioni.