CAPITOLO XVI

Iniziative a favore dell'allattamento

Abbiamo visto quali siano gli interessi economici e le barriere che possono creare ostacoli alle madri che desiderano allattare. Tuttavia, c’è talmente tanto buon senso nel proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento che si moltiplicano le iniziative volte a rendere di nuovo questa pratica la norma nella nostra società: da quelle istituzionali a quelle informali, da quelle internazionali a quelle di quartiere. È un continuo fiorire di progetti, idee, impulsi che a mio avviso testimoniano quanto le cose stiano cambiando, grazie al lavoro e all’entusiasmo di mamme e papà, operatori sanitari, istituzioni locali e non. In questo capitolo, offriremo un breve excursus fra le principali iniziative.

La Strategia Globale per l’Alimentazione dei neonati e dei bambini e il Progetto Europeo


“Virtualmente ogni madre può allattare se ha accessoa informazioni accurate e sostegno all’interno della famiglia, della comunità eda parte del sistema sanitario… i Governi dovrebbero muoversi alla svelta perattuare questa importante strategia.”


(Lee Jong-Wook, direttore generale dell’OMS,in un comunicato stampa congiunto OMS-UNICEF, 23/3/04,Global Strategy: breastfeeding critical for child survival)


Con la Risoluzione 55.25 del maggio 2002, l’Assemblea Mondiale della Sanità ha approvato all’unanimità un documento molto forte, basato sui dati scientifici ed epidemiologici più affidabili, fondato “sull’importanza dell’alimentazione dei primi mesi e anni di vita, e sul suo ruolo determinante per raggiungere condizioni di salute ottimali” e in cui “si sottolinea la necessità di sostenere le madri e le famiglie nello svolgimento dei loro ruoli così importanti”. Si tratta della Strategia Globale per l’Alimentazione dei neonati e dei bambini1, frutto del lavoro congiunto dei maggiori esperti mondiali, che ha come scopo quello di “contribuire a creare un approccio capace di contrastare la tragedia di cui sono vittime i bambini del mondo (…) e portare a una durevole riduzione della povertà e della miseria”. Questo documento non è solo una presa di posizione e un richiamo ai governi su determinati punti, ma è anche e soprattutto una guida pratica all’azione, un modello di interventi concreti da attuare, volto a facilitare il non facile compito dei vari Stati nel compiere azioni per la tutela della salute dei più piccoli. “Non tutto il contenuto della Strategia globale è nuovo” si afferma nel testo, “ma innovativo è l’approccio integrato e a largo raggio e il grado d’urgenza con cui se ne chiede l’attuazione, affinché si affronti con decisione una sfida tanto elementare come quella di garantire a tutti i bambini del mondo un’alimentazione adeguata”. Per conseguire lo scopo, quindi, la Strategia si fonda su risorse e mezzi già esistenti, intesi come strutture sanitarie e affini, e punta su un approccio di tipo partecipativo, perché è soltanto con la collaborazione di tutte le parti in causa che si potranno ottenere risultati. Per questo, la Strategia non si rivolge soltanto ai governi ma anche alle associazioni sanitarie professionali, alle imprese commerciali, ai datori di lavoro, alle associazioni di volontariato e ad altri settori coinvolti (autorità scolastiche, mass-media e strutture per l’infanzia). In particolare, la Strategia contiene vari richiami alla protezione dell’allattamento esclusivo per sei mesi e protratto fino ai due anni di vita e oltre, e alla conoscenza e al rispetto del Codice Internazionale, anche attraverso la promozione negli Ospedali dell’Iniziativa Ospedale Amico dei Bambini.

I punti essenziali della Strategia Globale


Lo scopo di questa strategia è quello di migliorare, attraverso un’alimentazione ottimale, lo stato nutrizionale, la crescita, lo sviluppo, la salute e, in definitiva, la sopravvivenza di neonati e bambini.


La strategia si propone di raggiungere i seguenti obiettivi specifici:

  • diffondere la consapevolezza dei problemi legati all’alimentazione infantile, individuare possibili approcci risolutivi e fornire un quadro degli interventi essenziali;
  • far crescere l’impegno dei governi, delle organizzazioni internazionali e delle altre parti interessate in favore di pratiche di alimentazione ottimali per neonati e bambini;
  • creare un ambiente in cui le madri, le famiglie, i prestatori di cure in genere possano fare e attuare scelte informate in merito all’alimentazione ottimale per neonati e bambini.

Per fare questo, i Governi dovrebbero:

  • sviluppare una politica efficace per l’alimentazione infantile;
  • mettere a disposizione di ogni madre il necessario sostegno per iniziare e proseguire bene l’allattamento;
  • mettere in grado gli operatori sanitari di fornire assistenza adeguata all’allattamento;
  • far rispettare il Codice OMS mediante leggi nazionali;
  • proteggere il diritto di allattare delle donne lavoratrici mediante leggi appropriate.

La Commissione Europea, da parte sua, ha promosso un progetto (UEN. SPC 2002359) intitolato Promozione dell’allattamento al seno in Europa2, da cui è stato sviluppato un Programma d’Azione presentato a Dublino il 18 giugno 2004. Questo ha recepito a livello europeo le indicazioni contenute nella Strategia Globale, elaborando delle linee guida europee per i vari piani di intervento, fra cui formazione e informazione, ricerca, promozione, protezione e sostegno3.

La policy italiana e il Comitato Nazionale Multisettoriale per l’allattamento

In Italia il Ministero della Salute ha elaborato, sulla base delle raccomandazioni europee, le proprie linee guida per l’allattamento4. In seguito, è stato istituito con Decreto Ministeriale del 15 aprile 2008 un Comitato Nazionale Multisettoriale per l’allattamento, con funzioni di coordinare e orientare gli sforzi a livello nazionale per promuovere, proteggere e sostenere l’allattamento secondo le indicazioni contenute nelle Linee Guida Nazionali. Il Comitato si riunisce con cadenza mensile e vi partecipano le principali società scientifiche e di professionisti sanitari (pediatri, ostetriche, infermieri), le associazioni di volontariato che si occupano di allattamento, il Comitato Italiano per l’Unicef e IBFAN Italia. Il Ministero coordina ogni anno in occasione della festa della mamma la campagna “Il latte della mamma non si scorda mai” che nei primi due anni ha portato in giro un camper attrezzato in alcune città del sud d’Italia in concomitanza con lo svolgimento di eventi di promozione all’allattamento5.


Molte regioni hanno attualmente avviato programmi di promozione dell’allattamento, fra cui Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio e Toscana, prima regione in cui una delibera sancisce dal novembre 2004 il rispetto del Codice Internazionale e delle successive risoluzioni all’interno delle strutture sanitarie.

Iniziative a livello locale

Mentre dall’alto si moltiplicano le iniziative volte a proteggere e a favorire l’avvio e il proseguimento dell’allattamento, le madri si organizzano “dal basso” in gruppi di auto-aiuto per l’allattamento e il dopo-parto, per l’alimentazione dei bambini e l’autosvezzamento, per un consumo più critico e uno stile di vita più in sintonia con i valori etici di sostenibilità ed equità.


Questi gruppi oggi hanno trovato nella rete e nei social network un nuovo modo di incontrarsi e scambiarsi opinioni, idee, esperienze.


Personalmente preferisco le esperienze e i confronti reali a quelli virtuali, ma trovo che internet e i forum possano rappresentare una ottima risorsa di sostegno e informazione per i vari temi connessi alla genitorialità, compreso l’allattamento. Si troveranno nella parte dedicata alle risorse alcuni indirizzi di siti che offrono informazioni o aiuto per l’allattamento e l’alimentazione infantile. Mi preme tuttavia ricordare che in Italia tutti i gruppi, i singoli, le associazioni che in qualche modo si occupano di allattamento sono reperibili sul sito del Movimento Allattamento Materno Italiano, che funge da punto di riferimento e ha lo scopo di mettere in rete le realtà esistenti. A questo scopo, oltre che del sito, il MAMI si avvale della newsletter, del blog e ora anche di una pagina facebook. Il MAMI coordina anche ogni anno, nella prima settimana di ottobre, la SAM (settimana mondiale dell’allattamento), traducendo il materiale informativo e divulgandolo attraverso il suo sito, offrendo consulenze a chi desidera organizzare iniziative durante la settimana (ognuno può farlo, anche seguendo il “pacchetto delle idee” che viene anch’esso tradotto e diffuso ogni anno) e poi raccogliendo e mettendo in rete le testimonianze relative agli eventi realizzati. Facendo parte di WABA, il MAMI rispetta il Codice Internazionale e invita a rispettarlo chiunque organizzi eventi per la SAM.

Far valere i diritti dei più deboli: la campagna di boicottaggio contro Nestlè

Non cerchiamo scuse: le multinazionali non sono quei mostri imbattibili che noi immaginiamo, ed il loro comportamento dipende dalle nostre scelte” afferma Francuccio Gesualdi, il direttore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo e autore di vari testi sul consumo critico. E continua: “Scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo al sistema i metodi produttivi che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In fin dei conti, il consumo si può utilizzare come una forma di voto, che può influenzare le scelte economiche molto di più del voto elettorale”. Accanto al consumo critico, il boicottaggio, inteso come il rifiuto di acquistare un prodotto di una determinata marca al fine di indurre il produttore a modificare un comportamento, è uno dei mezzi più diffusi, pacifici e civili che da sempre le collettività hanno avuto a loro disposizione per manifestare il proprio dissenso o attirare attenzione su un problema. La campagna di boicottaggio contro Nestlè è una delle più celebri. È nata verso la metà degli anni ’70 del secolo scorso, dopo che l’organizzazione umanitaria inglese “War on want” pubblicò The baby killer, un opuscolo che voleva richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sugli effetti dell’alimentazione artificiale in condizioni di povertà e scarsa igiene. L’opuscolo andò a ruba, e venne presto tradotto in tedesco e altre lingue. Sorsero quindi vari gruppi di pressione in vari Paesi europei e non, che decisero di concentrare la campagna sull’azienda maggiormente responsabile perché più grande. L’attenzione pubblica su questo problema fu di grande aiuto affinché le autorità discutessero e approvassero il Codice Internazionale. Dopo qualche anno, la pressione su Nestlè fu allentata perché sembrava che la multinazionale elvetica avesse interrotto le proprie pratiche di marketing. Ma i progetti di monitoraggio rivelarono che le violazioni sistematiche del Codice da parte di Nestlè continuavano, più aggressive e minacciose che mai, e la campagna riprese, ed è attiva ancora oggi in una ventina di nazioni.


Anche se non è riuscita a far cessare alla multinazionale svizzera le sue violazioni al Codice, la campagna di boicottaggio ha contribuito a rendere più evidenti queste pratiche, costringendo la Nestlè a porvi dei limiti e facendola sentire costantemente sotto pressione. Ovviamente ciò che si prefigge la campagna non è di incidere sulle vendite di quello che è un vero e proprio colosso presente in tutti i Paesi del mondo, quanto di colpire la sua immagine di credibilità e attendibilità nei confronti dell’opinione pubblica, allo scopo di convincerla ad abbandonare le pratiche commerciali che insidiano l’allattamento, decidendosi una volta per tutte a rispettare il Codice Internazionale6.

Nestlè investe molto per dimostrare al pubblico la sua attenzione ai problemi sociali, e afferma di rispettare il Codice Internazionale. Vediamo qui un esempio del fatto che non lo sta facendo: un omogeneizzato promosso dal IV mese di vita! Molte testimonianze di violazioni da parte di Nestlè sono raccolte in tutto il mondo. Recentemente, addirittura, le principali agenzie umanitarie presenti in Laos hanno rifiutato di ricevere aiuti umanitari dalla azienda, scrivendo al suo direttore con i motivi del rifiuto e la richiesta invece di iniziare una volta per tutte a rispettare il Codice Internazionale nel Laos e in tutti i Paesi del mondo.

Quando l’allattamento non funziona

Sappiamo che virtualmente ogni mamma o quasi può allattare, ma abbiamo visto che la maggior parte ricorre, presto o tardi, al latte artificiale. In questa sede abbiamo tentato di offrire un quadro circa le modalità con cui a mamme e bambini viene impedito, o reso estremamente difficile, l’allattamento; talvolta gli ostacoli sono tali da mettere a dura prova le migliori intenzioni e motivazioni, come si è visto nella seconda parte del libro, e l’alimentazione artificiale diventa una via di uscita quasi scontata.


Molte madri, dopo qualche tentativo insoddisfacente, si sentono finalmente liberate da un peso quando smettono di allattare e passano al biberon. Altre faticano ad accettare come normali le cure prossimali di cui l’allattamento rappresenta una parte importante e piuttosto che vivere con convinzione un allattamento a richiesta, fatto di poppate frequenti e di molto contatto fisico, lo subiscono. In questi casi, biberon e succhiotto possono rappresentare una risorsa che permette loro di accudire i figli secondo uno stile più adatto alla loro sensibilità, secondo il principio per cui è meglio allattare al biberon con serenità piuttosto che allattare se non si è convinte di farlo.


Nella mia esperienza però sono molte di più le madri che, dopo una insoddisfacente esperienza di allattamento, sentono di aver perso qualcosa di importante e si trovano ad affrontare sentimenti di dolore, rabbia, impotenza e sensi di colpa che possono continuare per anni.


Per tutti questi motivi, capita spesso che chi parla dei rischi legati all’uso del latte artificiale venga accusato di mettere il dito nella piaga, facendo sentire ancora più in colpa le madri che per qualche motivo sono passate al biberon anzitempo, o facendole passare come mamme di serie B. Ricordiamo che la stragrande maggioranza degli allattamenti sono brevi non per colpa della madre che, come abbiamo visto, trova innumerevoli ostacoli lungo il percorso, difficoltà che spesso iniziano ancora prima della partenza!


Il problema è complesso perché va a toccare corde profonde e delicate, che mettono in moto sentimenti riguardanti le convinzioni personali, gli istinti, le scelte, come siamo stati accuditi quando eravamo piccoli.


Io ritengo che ogni madre meriti di essere ascoltata e accettata, e che il senso di colpa in fondo è un fardello che noi donne ci portiamo comunque dietro, qualsiasi sia la nostra scelta e il nostro percorso, pronto a saltar fuori per qualsiasi motivo. Un senso di colpa può però maturare in una presa di coscienza, aiutandoci a fare tesoro delle esperienze passate per fare fronte alla realtà, cercando di fare il meglio possibile con quello che abbiamo. Può essere la base da cui partire, per trasformare un sentimento negativo in qualcosa che ci aiuti ad elaborare le passate esperienze, in modo da affrontare il futuro con maggiore serenità e consapevolezza. Di certo però il senso di colpa non può essere una giustificazione per mettere sullo stesso piano allattamento e alimentazione artificiale: le mamme sono tutte di serie A ma i latti no, e far finta del contrario è controproducente e non aiuta a rimuovere i sensi di colpa, mentre può forse aiutare le madri future a compiere una scelta e gli operatori sanitari a motivarsi nel sostegno all’allattamento!


La società può e deve rimuovere le barriere ancora esistenti all’allattamento e favorire questa pratica, senza che nessuna madre si senta obbligata ad allattare o a farlo secondo modalità o periodi di tempo stabiliti da qualcun altro. È tuttavia quantomeno sconcertante il fatto che nella nostra società si possa arrivare a parlare della questione in termini di conflitto fra diritti, quello del bambino ad essere allattato e quello della madre a non allattare.

Conclusioni

Come donna e madre, credo nell’allattamento perché penso che abbia una grande potenzialità. Ad esempio, ritengo che allattare possa contribuire a rendere questo mondo migliore a cominciare da ciò che abbiamo di più prezioso, noi stesse e i nostri figli. Allattare può essere visto come il primo gesto pratico da compiere contro il consumismo, la logica del profitto sopra ogni cosa, il dissesto ecologico del pianeta, contro l’ingiustizia e per la sopravvivenza di tanti bambini. Un gesto allo stesso tempo semplice e tuttavia rivoluzionario, individuale ma dalla portata globale.


A parte tutte queste considerazioni, devo dire che per molte donne (me compresa) allattare è o è stato la cosa normale da fare con un bambino piccolo, senza neppure prendere in considerazione altre alternative.


Vedo che se le madri possono scegliere, avendo tutti gli elementi per farlo, sono più soddisfatte.


So anche che l’allattamento non va bene per tutte le donne: esistono anche altre strade percorribili e in questo senso il latte artificiale è sicuramente un’invenzione utile. Ogni madre merita rispetto e sostegno. Io tuttavia ho provato la strada dell’allattamento e mi ci sono trovata bene. Per questo, e per tutto quello che ho scritto in questo libro, continuo a promuoverlo, proteggerlo e sostenere le madri con gioia ed entusiasmo.

Tutte le mamme hanno il latte - 2a edizione
Tutte le mamme hanno il latte - 2a edizione
Paola Negri
Quello Quello che tutti dovrebbero sapere su allattamento e alimentazione artificiale.Allattamento e alimentazione artificiale: quali sono i motivi che portano oggi moltissime madri a ricorrere al latte artificiale? Il latte materno ha da sempre costituito il nutrimento per la specie umana, sostenendola da tempi remoti.Allora perché nel ventesimo secolo si è assistito a una drammatica diminuzione dell’allattamento al seno, a favore del latte artificiale?Quali implicazioni sta avendo questo cambiamento di stile di vita sulla salute psico-fisica e sullo sviluppo dei bambini?È proprio vero che allattare è una questione di fortuna, o sono altri i motivi che portano molte mamme a ritenere di non avere latte a sufficienza, o che il loro latte non sia adeguato?Paola Negri, consulente professionale IBCLC ed educatrice perinatale, in Tutte le mamme hanno il latte vuole dare una risposta a queste domande, spiegando in modo chiaro ed esauriente i motivi che portano oggi moltissime madri a ricorrere al latte artificiale.Non si tratta di un testo rivolto esclusivamente a genitori e futuri genitori, ma anche a educatori, medici, operatori sanitari e a tutti coloro che hanno a che fare con mamme e bambini piccoli. Conosci l’autore Paola Negri si occupa di allattamento da oltre 15 anni; è stata consulente volontaria per La Leche League Italia e successivamente è diventata consulente professionale IBCLC ed Educatrice Perinatale, lavorando con donne in attesa e madri, e nella formazione specifica a gruppi di auto-aiuto e operatori sanitari. Opera da anni in associazioni come MAMI e IBFAN Italia (di cui è presidente) in attività di sostegno, promozione e protezione dell’allattamento.Si occupa inoltre di decrescita e di alimentazione, per cui ha scritto diverse pubblicazioni.