Contaminanti

Contaminanti naturali o ambientali, prodotti utilizzati nelle pratiche agricole (come insetticidi), nelle pratiche zootecniche (antibiotici, ormoni) o prodotti rilasciati dai materiali e dai contenitori di conservazione dell’alimento possono creare effetti avversi alla salute umana.


Molte di queste sostanze sono in grado di interferire con il sistema endocrino attivando, bloccando o alterando l’azione di un ormone e modificandone la normale funzione; per tale motivo vengono definite interferenti endocrini.


Durante le prime fasi dello sviluppo, il sistema nervoso centrale è particolarmente sensibile agli effetti negativi di queste sostanze. Per alcune esposizioni esistono evidenze sui nessi di causalità: maggior rischio di infertilità, abortività e di alcuni tipi di cancro, pubertà precoce nelle femmine e ritardata nei maschi, basso peso alla nascita, aumentato rischio di malformazioni ai genitali.


L’impatto di queste sostanze è notevole se consideriamo la loro presenza ubiquitaria, la loro natura “invisibile” e la persistenza di alcune di esse. Sono contenute nei cibi, negli strumenti che utilizziamo per cucinare, negli oggetti della vita quotidiana. Procurando inquinamento del suolo, dell’acqua, dell’aria, della terra raggiungono la catena alimentare e si accumulano soprattutto nel tessuto adiposo. Prove recenti suggeriscono che gli effetti di queste sostanze non danneggiano solo l’individuo esposto, ma anche la discendenza dell’individuo e le generazioni future.


Alcune sostanze sono già state vietate. È il caso del bisfenolo A che, dal 2011, è vietato nella produzione dei biberon. Altri interferenti sono ammessi in quantità regolamentate per prevenire rischi per la salute, prevedendo in particolare la riduzione del rischio tossicologico per i prodotti destinati ai lattanti e ai bambini.

Per approfondire l’argomento dei rischi derivanti dall’esposizione a tali sostanze, suggerisco di consultare un documento promosso dal Ministero dell’Ambiente e dell’Istituto Superiore di Sanità: “Conosci, riduci, previeni gli interferenti endocrini”60. Conoscere le fonti di esposizione e le possibili alternative esistenti ci consente di adottare scelte e comportamenti consapevoli con conseguente riduzione del rischio. Qualche esempio?

  • Acquistare frutta e verdura di stagione riduce la probabilità di contaminazione da micotossine perché si riduce il tempo di conservazione.
  • Ridurre il consumo di grassi animali ed eliminare le parti grasse dalle carni dove si concentrano gli inquinanti.
  • Preferire pesci di piccola taglia piuttosto che tonno e pesce spada che accumulano contaminanti.
  • Evitare frutta e verdura proveniente da paesi lontani perché maggiore è la distanza che deve percorrere e maggiore è la probabilità di trattamenti chimici.
  • Utilizzare contenitori integri per scaldare latte, bevande e pappe.
  • Lasciare che i liquidi caldi si raffreddino prima di travasarli in contenitori di plastica non destinati all’uso ad elevate temperature. Meglio utilizzare un contenitore di vetro o acciaio.
  • Per ridurre l’apporto di nitrati, conservare il brodo vegetale raffreddandolo rapidamente e separandolo dalle verdure, indi dividere in porzioni e congelare.
  • Lavare e strofinare bene frutta e verdura; se non biologica, togliere la buccia.
  • Evitare l’assunzione di cibi con parti carbonizzate.
  • Non utilizzare pentole antiaderenti che abbiano il rivestimento interno deteriorato.

Proteggiamo la salute dei bambini già durante il periodo fetale: l’esposizione materno-fetale a molecole neurotossiche capaci di attraversare la placenta e raggiungere il cervello, come metalli pesanti e pesticidi, è infatti tra le possibili cause dei disturbi del neurosviluppo.

Svezzamento: un affare di famiglia
Svezzamento: un affare di famiglia
Vera Gandini
A mangiare bene si impara da piccoli.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti.Un libro per riflettere (anche) su quello che portiamo in tavola e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. In una fase così importante e delicata come lo svezzamento, ogni genitore si interroga sul ruolo dell’alimentazione nella crescita del proprio bambino e si propone di utilizzare la modalità migliore, ma è solo grazie a osservazione e partecipazione che il bambino ci farà capire quando è pronto a iniziare, quando avrà fame e quando sarà sazio.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti. I bambini, infatti, ci osservano quando facciamo la spesa, quando cuciniamo, quando mangiamo, e l’esempio è, anche in questo caso, fondamentale.Lo svezzamento rappresenta quindi un’occasione per riflettere su quello che portiamo sulle nostre tavole e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. Le scelte alimentari dei primi anni di vita non influiscono esclusivamente sulla crescita e sulla salute a breve termine, ma si riflettono sul benessere delle età successive.Il libro Svezzamento: un affare di famiglia di Vera Gandini fa suo il motto “impariamo a mangiare bene da piccoli per stare bene da grandi”. Conosci l’autore Vera Gandini è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria. Ha conseguito il Master di secondo livello “Alimentazione ed educazione alla salute” presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.Promuove la prevenzione attraverso l’alimentazione e l’educazione a stili di vita sani, orientando le famiglie verso scelte consapevoli fin dalle prime età della vita.