Le dimensioni e i formati

Nel corso del primo anno di vita il bambino va incontro a una progressione di capacità emergenti che lo porteranno a mangiare il cibo degli adulti. Le competenze motorie necessarie al consumo di cibi frullati, purè e pappe servite con il cucchiaino compaiono intorno al 4° mese di vita, mentre le abilità necessarie per assumere cibo di consistenza maggiore, passato, tritato, a pezzettini compaiono comunemente intorno al 5°-7° mese di vita. Aver raggiunto tali competenze non significa che sia necessario procedere con lo svezzamento ai 4 mesi. A 7 mesi il lattante è pronto a morsicare, schiacciando le sue gengive l’una sull’altra. Lo verificherete perché farà lo stesso anche con le vostre dita o i giochi. Inizierà così a staccare e a gestire in bocca piccoli frammenti. In questa fase è probabile che si verifichino episodi di tosse o conati di vomito (riflesso faringeo) come reazioni fisiologiche alle consistenze nuove e ad abilità non ancora raffinate.


Intorno agli 8-9 mesi si può passare ad alimenti sminuzzati, più grandi, offerti con il cucchiaio o a un’autoalimentazione con finger food, ossia cibo a pezzi impugnabile con le mani con prensione palmare, anche in assenza di denti. Dai 9 mesi circa la maggior parte dei lattanti è in grado di alimentarsi da sola, bere da una tazza usando entrambe le mani e condividere i cibi della famiglia, con alcuni adattamenti. Dai 12 mesi quasi tutti i piccoli hanno la capacità di condividere la stessa tipologia di cibo che assume il resto della famiglia. Sebbene possa risultare più facile e veloce proseguire nella somministrazione di consistenze cremose, è importante aumentare gradualmente la solidità degli alimenti offerti in parallelo al crescere dell’età del bambino al fine di esercitare la muscolatura del cavo orale e di accrescere le sue competenze. Diamo loro la possibilità di imparare a utilizzare ausili specifici, quali cucchiaio o bicchiere, entro i primi 3 anni di vita.


La consistenza e il taglio con il quale offriamo i cibi sono importanti. Se volete proporre alimenti sotto forma di finger food, assicuratevi che siano lunghi almeno quanto il pugno del bambino, su almeno un lato del cibo; gli ortaggi possono essere cotti al vapore e tagliati a bastoncino, la pasta deve avere forme come spaghetti o fusilli, il pane può essere offerto in strisce tostate (meglio se prodotto con farine meno raffinate tipo 1 e 2 o integrale, a lievitazione naturale e senza sale o a ridotto contenuto di sale).


Con l’esperienza e l’allenamento, la masticazione si farà sempre più strutturata e continuativa finché il bambino sarà in grado di gestire tutti i cibi che assume l’adulto.


Alcune evidenze suggeriscono l’esistenza di una finestra temporale critica per l’introduzione di alimenti grumosi attorno ai 9-10 mesi, a seguito della quale ci sarebbe un aumentato rischio di difficoltà alimentari.

Svezzamento: un affare di famiglia
Svezzamento: un affare di famiglia
Vera Gandini
A mangiare bene si impara da piccoli.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti.Un libro per riflettere (anche) su quello che portiamo in tavola e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. In una fase così importante e delicata come lo svezzamento, ogni genitore si interroga sul ruolo dell’alimentazione nella crescita del proprio bambino e si propone di utilizzare la modalità migliore, ma è solo grazie a osservazione e partecipazione che il bambino ci farà capire quando è pronto a iniziare, quando avrà fame e quando sarà sazio.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti. I bambini, infatti, ci osservano quando facciamo la spesa, quando cuciniamo, quando mangiamo, e l’esempio è, anche in questo caso, fondamentale.Lo svezzamento rappresenta quindi un’occasione per riflettere su quello che portiamo sulle nostre tavole e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. Le scelte alimentari dei primi anni di vita non influiscono esclusivamente sulla crescita e sulla salute a breve termine, ma si riflettono sul benessere delle età successive.Il libro Svezzamento: un affare di famiglia di Vera Gandini fa suo il motto “impariamo a mangiare bene da piccoli per stare bene da grandi”. Conosci l’autore Vera Gandini è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria. Ha conseguito il Master di secondo livello “Alimentazione ed educazione alla salute” presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.Promuove la prevenzione attraverso l’alimentazione e l’educazione a stili di vita sani, orientando le famiglie verso scelte consapevoli fin dalle prime età della vita.