La frutta e la verdura

Lasciamoci guidare dalla stagionalità per quanto riguarda la scelta degli ortaggi e della frutta. Perché proporre un brodo con patata, carota e zucchina come base per le pappe indipendentemente dalla stagione? La natura offre alimenti di colore diverso a seconda delle stagioni. Non è un caso se durante l’inverno troviamo verdura e frutta arancioni quali zucca, arancia, caco, ricche di vitamina A e C, sostanze che svolgono una potente azione antiossidante e in grado di stimolare il sistema immunitario, in vista del rischio dei malanni di stagione. Ogni verdura ha le sue proprietà, pertanto è bene variare.


Come far apprezzare la frutta e la verdura ai nostri figli?

Innanzitutto la loro presenza quotidiana in casa e sulla tavola è una strategia educativa potente. Per stimolare il gusto possiamo offrire, oltre alla pappa preparata con brodo vegetale con più verdure, assaggi di verdura offerta singolarmente; in alternativa utilizziamo un ortaggio prevalente nella preparazione del brodo. Daremo così la possibilità al bambino di apprezzare e conoscere in modo più chiaro e definito il sapore e il colore dell’ortaggio che proponiamo, allenando i suoi sensi.


Non facciamo percepire ai bambini le verdure come un contorno o un accessorio di cui si può fare a meno; trattiamole come ogni altro cibo. Presentiamole in modo originale, sfruttando i colori diversi che le caratterizzano. Proponiamole crude, a pezzettini o grattugiate oppure cotte, sminuzzate o schiacciate con la forchetta, dopo aver eliminato eventuali parti fibrose o filamenti.


Coinvolgiamoli nella preparazione del pasto e nella scelta della verdura durante la spesa. Provate a fargliele coltivare: l’insalata può crescere anche in un vasetto sul terrazzo o alla finestra.


Presentare un nuovo alimento insieme a un sapore già noto e gradito al bambino è un’altra strategia utile a favorire il gradimento.


La frutta può essere offerta alla fine della pappa o del pasto, fresca, grattugiata, frullata, sminuzzata oppure cotta; in alternativa possiamo proporla come spuntino a metà mattina. Evitiamo i succhi di frutta industriali o i nettari di frutta, che spesso vengono addizionati con zucchero o dolcificanti. Se volete, potete prepararli in casa, utilizzando un estrattore a freddo che consente una migliore conservazione dei nutrienti.


La frutta a guscio quali noci, pistacchi, anacardi, mandorle, fonte di acidi grassi insaturi, proteine, fibre, vitamine e minerali, può essere somministrata sotto forma di creme o tritata con il tritatutto.


Proponiamo frutta e ortaggi di stagione. Se consumati nel periodo dell’anno in cui avviene la loro maturazione naturale, offrono il massimo delle loro caratteristiche qualitative, sia per quanto riguarda il gusto che per il profumo. Il cibo locale, essendo consumato poco tempo dopo la raccolta, è molto più fresco e quindi mantiene intatto tutto il suo sapore. Inoltre, la frutta di stagione cresce naturalmente più forte e subisce in misura minore gli attacchi di insetti e parassiti. La conseguenza è che avrà bisogno di meno pesticidi per arrivare a una maturazione ottimale. Infine i prodotti di stagione, rispetto a quella coltivati fuori periodo, sono più ricchi di principi attivi, micronutrienti, vitamine, minerali, antiossidanti che fanno bene al nostro organismo. Hanno anche un costo più basso, legato alla maggiore offerta e al minore impatto dei costi legati al trasporto. La stagionalità, inoltre, insegna ai bambini il significato dell’attesa. Sosteniamo l’economia locale e ricominciamo ad acquistare cibi freschi per i nostri figli e per tutta la famiglia.

Verdura di stagione


Frutta di stagione


TestimonianzaLa verdura no!

Chiara è la mamma di Francesco, 5 mesi e di Filippo, 4 anni.

Si presenta alla visita con il figlio più piccolo, Francesco. Vuole iniziare lo svezzamento, ma è preoccupata. Ha paura di sbagliare, come ha fatto con Filippo, dice lei. Filippo non mangia verdure, a casa non le vuole nemmeno vedere nel piatto; all’asilo le maestre dicono che qualche volta le assaggia. Chiara e il marito sono onnivori, mi dice che sono “abbastanza abituati” a mangiare le verdure, sebbene non le assumano durante tutti i pasti.


Chiedo a Chiara come ha condotto lo svezzamento del suo primogenito: prima la frutta in vasetto (mela, pera), poi la pappa del mezzogiorno con brodo vegetale (patata, carota, zucchina), crema di cereali, carne, olio e parmigiano per un mese e quindi ha iniziato la pappa della sera con il formaggio. Nei mesi successivi ha introdotto altri ingredienti secondo lo schema che le è stato consigliato.


Ricorda come Filippo abbia sempre fatto fatica ad assaggiare le verdure, soprattutto quelle verdi come gli spinaci o i broccoli. È altrettanto consapevole dell’importanza di frutta e verdura nell’alimentazione, per cui chiede il mio aiuto per il prossimo svezzamento.


Innanzitutto la rassicuro: se lei ha mangiato verdura durante la gravidanza, Francesco li ha già incontrati quei sapori.


Spiego alla signora che, per favorire l’accettazione delle verdure, anche quelle più amare, è bene che gli vengano proposte fin da subito affinché possa conoscerle e diventino per lui familiari. Le suggerisco di utilizzare pertanto ortaggi di stagione per preparare il brodo, variandoli e alternandoli, preparando qualche volta il brodo con una verdura prevalente in modo che possa apprezzarne il gusto oppure proponendo assaggi di una verdura proposta singolarmente, non necessariamente nel brodo, ma cotta e passata o schiacciata con la forchetta.


Le propongo di inserire la frutta nella dieta del suo bambino in un secondo momento, dopo aver introdotto i cereali e la verdura, per ridurre la possibilità che la frutta possa favorire la predisposizione al gusto dolce.


È importante che Francesco veda che anche gli altri membri della famiglia mangiano la verdura tutti i giorni, a ogni pasto. Può essere utilizzata come contorno, ma anche come condimento per un primo o, perché no, come antipasto. Condivido con Chiara che il loro esempio può aiutare ad avvicinare alla verdura anche il figlio maggiore, Filippo. La stimolo ad acquistare prodotti di stagione, meglio se locali e biologici. Mi racconta che vicino a casa sua una volta alla settimana si svolge un mercatino con i prodotti dei contadini della zona. Perché non approfittarne? Non esistono solo i supermercati e la grande distribuzione! Cambiare la sede di acquisto dei prodotti ci aiuta a variare maggiormente le scelte di acquisto, oltre a evitare un eventuale rischio di accumulo di contaminanti qualora i vegetali fossero trattati con prodotti chimici. Può andare al mercatino con i suoi bambini cosicché possano scegliere insieme a lei i prodotti, che cambieranno a seconda del periodo dell’anno e della disponibilità.


Infine invito la mamma ad essere meno rigida nell’introduzione degli alimenti e meno ripetitiva: non sono necessari schemi che guidino i tempi di introduzione dei vari alimenti, anche cibi una volta considerati da posticipare per il loro rischio di scatenare allergie, come il pesce o l’uovo possono essere introdotti gradualmente dopo i 6 mesi. Le raccomando inoltre di variare la dieta sin da subito in modo da presentare al suo piccolo sapori e consistenze nuove e diverse. Tale varietà andrà mantenuta anche nelle età successive. Mi capita spesso di assistere a genitori che ruotano le creme di cereali nella prima fase dello svezzamento per poi arrivare a somministrare la pasta di grano duro e offrire sempre quella tutti i giorni, come se fosse l’unica fonte di carboidrati che conosciamo. Ricordiamoci di alternare i cereali. Lo stesso vale per le proteine: perché offrire carne a un lattante tutti i giorni per un mese a pranzo? Abituiamo fin da subito i nostri bambini alle proteine vegetali dei legumi: lenticchie rosse decorticate, piselli spezzati oppure passati sono perfetti per iniziare.

Svezzamento: un affare di famiglia
Svezzamento: un affare di famiglia
Vera Gandini
A mangiare bene si impara da piccoli.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti.Un libro per riflettere (anche) su quello che portiamo in tavola e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. In una fase così importante e delicata come lo svezzamento, ogni genitore si interroga sul ruolo dell’alimentazione nella crescita del proprio bambino e si propone di utilizzare la modalità migliore, ma è solo grazie a osservazione e partecipazione che il bambino ci farà capire quando è pronto a iniziare, quando avrà fame e quando sarà sazio.Mamma e papà, attraverso scelte consapevoli, hanno l’opportunità di condizionare le abitudini alimentari dei loro figli, abitudini che tendono a persistere da adulti. I bambini, infatti, ci osservano quando facciamo la spesa, quando cuciniamo, quando mangiamo, e l’esempio è, anche in questo caso, fondamentale.Lo svezzamento rappresenta quindi un’occasione per riflettere su quello che portiamo sulle nostre tavole e migliorare il modello nutrizionale di tutta la famiglia. Le scelte alimentari dei primi anni di vita non influiscono esclusivamente sulla crescita e sulla salute a breve termine, ma si riflettono sul benessere delle età successive.Il libro Svezzamento: un affare di famiglia di Vera Gandini fa suo il motto “impariamo a mangiare bene da piccoli per stare bene da grandi”. Conosci l’autore Vera Gandini è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Pediatria. Ha conseguito il Master di secondo livello “Alimentazione ed educazione alla salute” presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.Promuove la prevenzione attraverso l’alimentazione e l’educazione a stili di vita sani, orientando le famiglie verso scelte consapevoli fin dalle prime età della vita.