terza parte - capitolo viii

Una scuola a misura di bambino

Alla richiesta di un mio contributo, in qualità di insegnante e formatrice montessoriana, a questo volume, ho ripensato, tra le tante, a un’esperienza di lavoro importante guidata da un’insegnante di Casa dei Bambini presso la Scuola Internazionale Montessori Nerina Noè di Roma.


Questa scuola vede raggruppati in un unico edificio molto bello, con un grandissimo giardino, l’Asilo nido, la Casa dei Bambini e la scuola elementare. È una scuola dove mettere in pratica il pensiero di Maria Montessori è prioritario, ma a volte le strutture, pur essendo ampie, non permettono di avere tutto lo spazio necessario occorrente, quindi le Direttrici e le insegnanti hanno studiato il modo di supplire a questa mancanza. La sala da pranzo riservata ai piccolissimi dell’Asilo nido è bella e preparata appositamente con tavoli e sedie in proporzione all’età. Un’altra sala da pranzo, destinata ad accogliere i bambini della Casa dei bambini e la prima classe della scuola elementare, ha richiesto la necessità di essere organizzata in modo che i due gruppi di scuola potessero alternarsi al pranzo. I bambini della Casa dei Bambini hanno la loro sala da pranzo pronta alle ore 12 e 10 minuti, perché sarà stata preparata da 4 o 5 camerieri che avranno lasciato la propria insegnante in giardino con i compagni e alle 11,45 si saranno recati a preparare l’accoglienza degli stessi, aiutati dalla “Dada” e da un’insegnante dell’Asilo nido. L’apparecchiatura accurata della tavola è un punto qualificante dalla scuola Montessori e costituisce un motivo di attività utilissimo per sviluppare l’osservazione, l’ordine, l’esattezza, per migliorare l’autocontrollo e il coordinamento dei movimenti. Il bambino apprende che per una giusta convivenza occorre l’aiuto reciproco, ossia una buona collaborazione per cui ognuno dà il suo apporto in misura delle proprie possibilità e capacità. Per questo a preparare la sala da pranzo ci sono bambini di 5, 4 e 3 anni che avranno già pranzato con i bambini più piccoli dell’Asilo Nido per essere liberi poi di aiutare a tavola i propri compagni. Questi cinque bambini, che si alternano tutti i giorni con altri bambini, indossano il grembiulino bianco dopo essersi lavati le mani, poi si dividono i compiti. Davanti all’armadio dispensa si preparerà il dispensiere e gli altri 4 sceglieranno i tavoli da apparecchiare. Uno alla volta i camerieri si recheranno dal dispensiere a prendere la tovaglia che stenderanno sui tavoli rotondi o quadrati. Poi il dispensiere metterà i piatti di porcellana su un vassoio nel numero indicato dai camerieri e questo li porterà sul tavolo e li posizionerà con garbo e attenzione. Seguiranno poi le posate, i bicchieri, i tovaglioli. Quando tutto sarà pronto, ogni cameriere si posizionerà in piedi accanto al tavolo per attendere i compagni che arriveranno con l’insegnante all’ora stabilita. Ora il dispensiere è dietro il carrello, pronto, con il mestolo in mano, a servire la pasta nel piatto portato dai camerieri. Quando tutti i bambini avranno avuto il primo piatto, verrà dato dall’insegnante il “buon appetito”, quindi ogni bambino inizierà a mangiare. I camerieri intanto verseranno l’acqua nei bicchieri e serviranno anche 4 bambini della scuola elementare, che pranzano insieme al gruppo della Casa dei Bambini perché nell’ora successiva saranno coloro che prepareranno la sala da pranzo per accogliere i bambini della scuola elementare. Al termine del pranzo, verrà riempito il carrello della Casa dei Bambini, che si distingue dagli altri per il colore, con i piatti da lavare e ordinare poi nella dispensa. Questo lavoro successivo verrà svolto dalla lavastoviglie e dalla “Dada”.


Quanto lavoro importante hanno fatto le menti e le mani di questi bambini ? Tantissimo. Senza tralasciare di pensare al cuore affettuoso che rende piacevole il pasto dei compagni, le testoline dei camerieri avranno fatto tanta matematica. Avranno risolto il problema di definire quanti piatti ci volevano per ogni tavolo per permettere a 30 compagni di pranzare più 4 bambini della scuola elementare. Avranno contato posate, bicchieri, tovaglioli. Le mani avranno lavorato con perizia per allineare bene le posate, per accostare con garbo la sedia al tavolo, per riempire i piatti di pasta. La caraffa dell’acqua non doveva essere piena, perché altrimenti sarebbe stata troppo pesante e anche i bicchieri non dovevano essere riempiti fino all’orlo. I bambini hanno coordinato la mano con la vista, hanno fatto corrispondenze (tanti bambini = tanti piatti), hanno stabilito delle quantità e hanno rispettato un ordine.


Attività di questo tipo sono in uso da sempre nelle Case dei Bambini e anche a Bologna, dove ho insegnato, nelle scuole Montessori il pasto è un momento felice e naturale. Sono momenti di scambi, di aiuti reciproci, il livello di socializzazione è alto, perché sono presenti bambini piccoli e grandi che si confrontano nel lavoro. L’impegno in questo caso richiede rispetto dei compiti assegnati e aiuto a chi non è in grado di eseguirlo bene in quel momento. La realtà del fare richiede la capacità di adattarsi alle situazioni, di agire, di utilizzare l’ambiente e gli oggetti per i propri bisogni, che diventano i bisogni dei compagni. È stato interessante osservare questi bambini quando arrivavano in sala da pranzo: erano consapevoli del compito che li attendeva e andavano a lavarsi le mani senza tergiversare e giocare con l’acqua come erano soliti fare in altri momenti, poi mettevano il grembiule aiutandosi l’un l’altro e infine andavano a scegliere il tavolo o i tavoli da apparecchiare. Ma era interessante anche guardare quando arrivavano i compagni: sulla soglia della sala da pranzo sostavano un attimo e poi via, andavano a sedersi alla tavola scelta. Non tutti riuscivano ad andare al tavolo che avrebbero preferito, ma dopo un attimo si guardavano attorno e trovavano dove c’era ancora una seggiolina vuota, si sedevano e quasi subito si sentiva un sussurrare sommesso e poi piccoli dialoghi, anche a livello non verbale, come spostarsi leggermente con la sedia verso il compagno o la compagna alla propria sinistra invece che verso destra, il voltarsi a guardare dove si trovava il compagno del cuore, oppure dove era seduta l’insegnante. Più tardi si vedrà qualche mano alzata, è il segnale per indicare che si gradisce ancora del cibo, i camerieri soddisfano questa esigenza, distribuendone ancora in quantità controllata, perché il cibo non va sciupato e neppure buttato.


In sintesi io vorrei affermare che il bambino, nella Casa dei Bambini, coordinato e guidato da un esperto educatore, ha la possibilità di ricevere molte stimolazioni culturali ed è favorito per uno sviluppo sano e armonico, perché vengono privilegiati contatti interpersonali, è aiutato nei rapporti sociali e nel buon vivere civile. La famiglia trarrà grande beneficio da un bambino che è alla ricerca della propria autonomia e che viene aiutato a comprendere la realtà. Allorché i bambini avvertiranno che i genitori e gli educatori procedono in accordo, che affrontano i problemi assieme, si sentiranno più sicuri e assumeranno un positivo atteggiamento di disponibilità verso le persone della famiglia e della scuola. La scuola Nerina Noè mi ha indotto a pensare che cosa sia una scuola che offre un ponte tra la famiglia e il mondo esterno ed è capace di offrire delle risposte adeguate ai conflitti e alle contraddizioni che nascono tra il bambino e l’ambiente.


Paola Collina, insegnante e formatrice Montessori (Bologna)

Sono qui con te - 2a edizione
Sono qui con te - 2a edizione
Elena Balsamo
L’arte del maternage.Uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita perinatale, per affrontare gravidanza, parto e primi mesi con il bambino con serenità e consapevolezza. Elena Balsamo offre uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita prenatale e sulla nascita.Nella prima parte l’autrice mira a esplorare le pratiche di maternage nelle diverse culture, mentre nella seconda offre al lettore un vero e proprio strumento terapeutico per rivedere la propria vita alla luce dell’esperienza intrauterina e del parto.Basato su un’accurata documentazione scientifica, Sono qui con te si rivolge ai genitori, nonché agli operatori socio-sanitari che desiderano comprendere meglio l’universo del maternage. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.