Ho allattato i miei due primi figli per 4 anni e il terzo per due: un totale di 10 anni di allattamento! È cosa rara qui in Italia, per me facilitata dal fatto di avere un marito africano che mi ha sempre appoggiato in questa scelta. L’inizio è stato faticoso con entrambi. La prima bimba è nata con taglio cesareo e allattare in uno stretto letto d’ospedale, con una ferita all’addome, una flebo nel braccio e le infermiere che approfittavano di ogni occasione per dissuaderti non è stata impresa facile… Di notte tenevo la bimba con me nel letto, in modo che potesse succhiare a suo piacimento ma quando arrivava l’infermiera di turno, protestava che non era quella l’ora di mangiare e metteva la bambina nella culla. Non appena se ne era andata io la tiravo su con grande sforzo e me la rimettevo accanto. Dopo tre giorni di questa ginnastica non ne potevo più così ho deciso di tornare a casa e le cose sono andate subito meglio. Ho allattato i miei figli dappertutto: in macchina, in treno, in aereo, in barca, al ristorante, in chiesa, finanche camminando per strada o quando avevo la febbre alta. Hanno ciucciato nelle posizioni più strane, come delle caprette… L’allattamento è stato per me e per loro un’esperienza meravigliosa. Per me è stata un’ancora di salvezza dopo la delusione del parto, vissuto come un fallimento; poi è stato un modo per conoscere meglio i miei bambini, per sentirli più vicini, capire subito quando non stavano bene o erano tristi o spaventati. Per loro è stato oltre che strumento fondamentale per un’ottima crescita, consolazione nei momenti di tristezza, sicurezza nei momenti di paura e di incertezza, base da cui lanciarsi per andare alla scoperta del mondo, porto sicuro in cui ritornare per ricaricarsi e poter ripartire. È stato uno dei pilastri della loro felicità. Il “delizioso latte di mamma, dal gusto celestiale” rimarrà per i miei bambini uno dei ricordi più belli della loro vita e nemmeno io potrò mai dimenticare la loro gioia e felicità di quando si addormentavano beati al mio seno o il senso di riconoscenza che una volta mia figlia mi espresse, indirizzandomi a voce a due anni la sua prima lettera: “Cara mamma, grazie per avermi fatto ciucciare tanto”.
Elena (Italia)