seconda parte - voci di mamma e papà - i

Nove mesi o dieci lune

Ti ho fatto forte, piccolo Lupo,
con il mio sangue
con la mia pelle
E se tu sei una Lupa
ti ho fatta tenera e forte
Già là dove sei
tu sei mia madre
Figlia degli uomini, senza la quale noi non saremmo
vieni nella mia roulotte
esplodi alla luce, io proteggerò i tuoi occhi
esplodi al vento, io proteggerò la tua pelle
esplodi all’acqua, lei e io purificheremo il tuo corpo
perchè tu sarai figlia o figlio della pioggia e del vento
e fratello o sorella del sole

La canzone della Legge dei Gitani

Io gli parlo. Anche durante le altre gravidanze gli parlavo! Sono incinta di sette mesi. Quando parlo tranquillamente, nel mio utero si formano bolle di benessere. È incredibile quello che succede col bambino; quando non mi manda segnali e non risponde ai miei pensieri, mi preoccupo. Quando provo contentezza parlando col bambino, capita qualcosa di bello. Il mio ventre allora è pieno d’aria. Se son triste, irritata, il bambino diventa duro, dentro di me, ma se gli parlo diventa morbido, si distende e mi dà dei colpetti. Quando sono triste e piango diventa come una palla; e se non ci sono litigi e tutto torna tranquillo, resta tranquillo anche lui.


Donna india brasiliana, cit. da Paciornik

Una emorragia intorno al primo mese, ho pensato… ma no, questo piccolo fagiolo è ben tenace e resistente.


E così pian piano cresci. Mi ritrovo una cara compagna di viaggio. Insieme al lavoro, a fare due passi, ti parlo, balliamo.


In questo periodo sono molto rilassata, vedo e giudico in modo più distaccato, si affermano in me nuove priorità.


Verso il quinto mese comincio a sentirti. I tuoi piedini puntano sulla mia pancia e io ne percepisco la forma!


Mi sento in forma e ho una gran voglia di vederti. Credo che non avrò nostalgia della pancia.


La paura del parto è lontana, comincerà ad arrivare nelle ultime ore di attesa. Fondamentali saranno in quelle ore le lezioni sulla respirazione e le posizioni da assumere… un grande aiuto.


Ora eccoti qui, e la mia vita è stravolta meravigliosamente.

Raffaella (Italia)

Quando ho saputo di essere incinta per la terza volta, anche se non me lo aspettavo, mi sono sentita straripante di gioia. La Vita mi aveva scelto ancora una volta come sua custode e io mi sono aperta alla vita per farmi grembo e accogliere questo bimbo che aveva deciso di nascere e aveva scelto noi come suoi genitori. Ho pensato: “Che sia il benvenuto nella nostra famiglia!”

Elena (Italia)

In entrambe le gravidanze ho percepito immediatamente la sensazione di essere incinta. Non avrei avuto bisogno neanche di fare il test… Ho vissuto i mesi dell’attesa completamente rivolta all’interno di me. Le questioni esterne non mi toccavano più. Il bambino che portavo dentro era diventato il centro del mio interesse. Non c’era niente che mi attirasse maggiormente. La sensazione che provavo non riuscirei a definirla altrimenti che come “un aumento di bontà”.

Bettina (Italia)

Andrè è arrivato a sorpresa, inaspettato ma graditissimo perché io lo desideravo segretamente. Così l’ho tenuto nascosto dentro di me per almeno quattro mesi. In realtà lo sapevano mio marito e alcune amiche ma non la mia famiglia. Quei quattro mesi sono stati lunghi ma buffi e bellissimi. Era un segreto meraviglioso. Mi piaceva che fosse un segreto.


Mi sarebbe piaciuto che fosse una femmina: essendo il terzo, sapevo anche sarebbe stato l’ultimo e così ci sono rimasta un po’ male quando mi hanno detto che era un maschio. Ma poi sono stata felice: pensavo che fosse speciale… e lo penso ancora.

Chiara (Italia)

Durante la gravidanza da noi le donne devono osservare tutta una serie di regole: durante i primi tre mesi non devono mangiare né papaya né aceto; devono tenere i capelli legati (li scioglieranno solo al momento del parto); durante le eclissi di sole o di luna non devono né mangiare né bere; non devono uscire quando è buio e se lo fanno devono tenere in mano dell’aglio o un pezzo di ferro come protezione. Per protezione contro il malocchio si legano in vita un filo nero.


Durante la gravidanza, specialmente gli ultimi tre mesi, la donna da noi deve mangiare molto pesce, cucinato con foglie di patate dolci perchè si dice che queste contengano molto ferro. Un altro cibo particolarmente indicato è la parte interna del fiore di banano.


Al settimo mese, quando sono ormai passate le nausee e non c’è più pericolo di aborto, si fa una festa per la donna incinta: si invitano tutti i parenti e si cucinano cibi speciali, a base di pesce secco e vari tipi di salse e legumi. Si va in varie case a mangiare e si ricevono vestiti in regalo.

Emi (Bangladesh)

Mia mamma mi ha detto che in gravidanza non bisogna mangiare carne di scimmia perché altrimenti il bambino nasce troppo vivace e neanche kandja (una verdura) perché nasce troppo flaccido. Se si mangia lingrom (un mollusco) il bambino quando è nato tiene sempre la lingua fuori. Bisogna evitare anche di mangiare il riso bruciato, quello che rimane in fondo alla pentola ma io l’ho mangiato perché mi piace molto. Adesso però i giovani non credono più a queste cose.


Da noi al villaggio le donne quando sono vicine al parto vanno al mare a pescare o a fare il bagno perché c’è molto fango da attraversare ed è un’ottima ginnastica per prepararsi al momento del travaglio e del parto.

Sussamon (Guinea-Bissau)

Non ho mai mangiato tanta frutta come in gravidanza: ho fatto scorpacciate di ciliegie. Poi quando aspettavo la secondogenita mi è venuta una gran voglia di anguille e pesce marinato. A mia figlia piacciono molto e ancora oggi, che è grande, ogni tanto quando ha voglia di coccole mi dice: “Mamma, ci facciamo un’anguilla?”

Elisabetta (Italia)

Quando Marc era nella pancia ho ascoltato molta musica perché David, il primogenito, aveva bisogno di ninne-nanne per dormire… Così Marc è venuto fuori che, unico tra i suoi fratelli, ama molto la musica. Quando aspettavo Marc mangiavo solo cibi semplici e salutari, così lui anche ora ama pochi e semplici piatti.


Quando aspettavo suo fratello Andrè, invece, mangiavo molti cibi speziati e piccanti e lui ha sempre amato questi gusti particolari. Avete mai visto un bimbo di pochi mesi che rifiuta la sua pappina per un bel piatto al curry?

Chiara (Italia)

In Cina quando la donna è incinta deve ascoltare della bella musica e guardare delle belle immagini: si dice che così anche il bambino diventa bello.

Judy Wen (Taiwan)

Durante la gravidanza non mi sono riposata affatto: c’è stata una ristrutturazione, un trasloco, il matrimonio, due concorsi…


Quello che mi ha dato molto fastidio è stato diventare una donna “pubblica”: tutti che mi mettevano le mani sulla pancia…

Katia (Italia)

Ho passato tutte e tre le mie gravidanze a letto e in nessuna delle tre sono riuscita ad arrivare al nono mese… Però le ho vissute bene, forse perché non ho sperimentato altro. Non so cosa voglia dire una gravidanza “normale”. Con il primo figlio preparavo la tesi di laurea e avevo circondato il letto di libri e articoli in inglese da tradurre. Con il secondo ascoltavo molta musica classica e gli parlavo del fratello. Quando Stefano mi toccava il pancione io dicevo a Francesco. “Senti? Questa è la mano del tuo fratellino!”

Annalisa (Italia)

La gravidanza è stata perfetta, me la sono goduta, mi sono riposata. Ero molto tranquilla e questo mi ha aiutato a laurearmi.

Denise (Italia)

Non ho goduto la mia prima gravidanza, sia perché mia madre è morta quando ero al 3° mese di gestazione, sia perché per me era una cosa intima e mi sentivo come esposta al mondo e vivevo una sorta di vergogna. Dopo tanti anni credo di aver capito la ragione. Mia sorella maggiore era rimasta incinta prima di sposarsi e la mia famiglia ha vissuto una vergogna incredibile, cambiando anche città. Mi dispiace. Comunque Livia è stata voluta e programmata e io ero contenta.


Durante la gravidanza di Livia cantavo sempre. Sapevo che figli di musicisti si ricordavano da adulti delle musiche udite durante la vita prenatale anche se mai più ascoltate dopo il parto.


La seconda gravidanza è stata più faticosa: avevo 40 anni e una bambina di tre anni da prendere in braccio e accudire. Abbiamo cambiato casa poco prima che Lloyd nascesse e questa è un’esperienza veramente faticosa. Avevamo mille problemi finanziari, decisioni da prendere ma nel complesso io ero più serena anche se ho perso tutti i miei lavori più importanti. Parlavo tanto a Lloyd e gli dicevo quanto lo aspettavo e quanto ero contenta.

Susan (Stati Uniti)

Ho vissuto tutta la gravidanza di mio figlio Leonardo negli Stati Uniti.

Ho scoperto lì di aspettare un bambino. Io ero appena arrivata, ancora confusa, non padrona della lingua, non sapevo come fare, a chi rivolgermi.


Una mattina poi mi sono alzata con strane perdite: aiuto! Non avevo ancora scelto un medico né fatto nessuna visita. Fortunatamente avevo conosciuto una ragazza di Ferrara, che mi ha fatto da coperta di Linus per tutta la gravidanza e insieme a lei sono andata al pronto soccorso. Appena arrivata un’infermiera mi ha messo un aggeggio nell’orecchio (nel 1995 ancora non c’erano i termometri così a Roma) per misurarmi la temperatura, dopo un po’ ne è arrivata un’altra, mi ha messo un altro aggeggio su un dito per controllare la circolazione sanguigna, infine mi hanno dato una camiciola da indossare (proprio come quelle dei telefilm che vedevo a casa!). Mi sentivo così strana! Io mi curo con l’omeopatia da 20 anni, dottori e ospedali non ne ho frequentati molti, mi sentivo un po’ su Star Trek, mi aspettavo l’arrivo del Dottor Spock da un momento all’altro. Fortunatamente è andato tutto bene, mi hanno consigliato dove andare per farmi seguire nella gravidanza.


Di ecografie ne ho fatta solo una, quella morfologica del 5° mese: per loro credo sia un problema economico ma a me andava bene così. Trovo che la gravidanza sia un fatto naturale, meno interventi medici ci sono meglio è.

Cristina (Italia)

Non ho mai avuto molta fiducia nei medici. Avevo sentito delle cose orrende da mie amiche che avevano partorito qui in Italia ma nonostante tutto avevo deciso di farmi seguire da un ginecologo durante la gravidanza e avevo trovato l’amica della cugina di mio marito. Mi sembrava una garanzia di sicurezza. In realtà mi sono trovata di fronte a una persona chiusa e scontrosa, che si rifiutava di parlarmi o di rispondere alle mie domande. Io avevo paura anche perché l’Italia non è il mio paese e non conoscevo, essendo straniera, il vocabolario medico. Volevo solo essere tranquillizzata. Invece lei mi diceva ogni volta che mi avrebbe parlato la volta successiva. Mi ha fatto fare l’amniocentesi che per me è stata uno shock terribile per il corpo, la pancia e l’anima e poi costava un milione di vecchie lire. Una mattina, lavorando, prima di uno spettacolo, ho perso un po’ di sangue, un po’ tanto. Ero sconvolta e impaurita e non riuscivo trovare la ginecologa neanche pagando. Io non pretendevo che fosse a mia disposizione, ma che facesse parte di una équipe e che qualcuno fosse disponibile sempre, 24 ore su 24, sì! Non l’ho voluta più vedere.


Per fortuna, grazie a un’amica, ho trovato un’ostetrica. La prima cosa che mi ha chiesto è stata come avrebbe potuto aiutarmi: io sono scoppiata a piangere. Con lei ho trovato una mamma, un medico, una psicologa, un sostegno e una protezione. Mi ha fatto iniziare subito il corso pre-parto per avere una fonte di compagnia, conforto e risposte alle mie domande. Non mi ha più lasciato.

Susan (Stati Uniti)

La gravidanza per me è stata un’esperienza bellissima: ha dato un senso alla mia vita.


Sono cambiata completamente come donna. È stata la prima volta che nella mia vita ho avuto la sensazione della felicità. Mi sono coccolata tanto la mia pancia.

Beatriz (Angola)

Sono qui con te - 2a edizione
Sono qui con te - 2a edizione
Elena Balsamo
L’arte del maternage.Uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita perinatale, per affrontare gravidanza, parto e primi mesi con il bambino con serenità e consapevolezza. Elena Balsamo offre uno sguardo nuovo e rivoluzionario sulla vita prenatale e sulla nascita.Nella prima parte l’autrice mira a esplorare le pratiche di maternage nelle diverse culture, mentre nella seconda offre al lettore un vero e proprio strumento terapeutico per rivedere la propria vita alla luce dell’esperienza intrauterina e del parto.Basato su un’accurata documentazione scientifica, Sono qui con te si rivolge ai genitori, nonché agli operatori socio-sanitari che desiderano comprendere meglio l’universo del maternage. Conosci l’autore Elena Balsamo, specialista in puericultura, si occupa di pratiche di maternage e lavora a sostegno della coppia madre-bambino nei periodi della gravidanza, del parto e dell'allattamento.Esperta di pedagogia Montessori, svolge attività di formazione per genitori e operatori in ambito educativo e sanitario.