capitolo vi

Conferme

La Ricerca è il linguaggio della nostra societàche dà autorevolezza al sapere, ma non è il sapere.

(Verena Schmid)1


Arrivate a questo punto, forse le ricerche scientifiche non interesseranno a quelle lettrici che allattano con soddisfazione per anni senza soffrire i commenti negativi che potrebbero ricevere… e neppure a tutte coloro che allattano per il piacere di farlo; sapere che l’allattamento protegge la loro salute e quella dei loro figli è soltanto un piacevole valore aggiunto. È ovvio, l’allattamento dovrebbe essere una di quelle consuetudini che fanno parte della nostra vita di madri, senza bisogno di chiedere l’autorizzazione di nessuna autorità scientifica.


Che allattare a lungo sia vantaggioso non deve servire da stimolo a farlo:lo si fa perché l’umanità l’ha sempre fatto e, di conseguenza,è biologicamente vantaggioso

(Maria Ersilia Armeni)2

In attesa, però, che l’allattamento naturale ritorni la norma e che si possa allattare i nostri figli con la sicurezza di sentirci sempre e ovunque “protette” e al riparo da critiche, a molte di noi mamme del XXI secolo farà forse piacere ricevere una rassicurante conferma del nostro buon senso nelle evidenze scientifiche più aggiornate e accreditate in merito alla durata dell’allattamento.

Le raccomandazioni attuali

Le più autorevoli entità in ambito di salute e nutrizione infantile a livello mondiale da molti anni sono impegnate a favore dell’allattamento oltre i primi mesi, dal momento che le ricerche scientifiche dimostrano che le meravigliose proprietà del latte materno non si esauriscono dopo pochi mesi, né l’allattamento perde il suo valore psico-affettivo-relazionale nelle cure parentali quando il bambino inizia con i cibi solidi. Ecco qui di seguito alcuni esempi:

l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, o WHO) raccomanda l’allattamento esclusivo per i primi sei mesi di vita del bambino e protratto fino a due anni di vita o anche oltre, secondo i desideri di madre e bambino3.


L’Accademia Americana di Pediatria raccomanda l’allattamento per almeno il primo anno di vita, e dopo finché lo desiderano madre e bambino4.


L’Accademia Americana dei medici di famiglia5 afferma che “L’allattamento oltre il primo anno di vita offre considerevoli benefici sia alla madre che al bambino, e dovrebbe proseguire finché è desiderato da entrambi. (…) Se il bambino ha meno di due anni, lo svezzamento dal seno lo pone a maggior rischio di malattia”.


L’Associazione Internazionale dei Consulenti Professionali in Allattamento (ILCA) si esprime così: “Le ricerche indicano che la durata dell’allattamento umano nel mondo è di due o più anni, e che sia le madri che i bambini più grandi beneficiano dalla prosecuzione dell’allattamento. Quindi ILCA ritiene che le donne dovrebbero allattare tanto quanto lo desiderano”6.


Nel 2006 sono state pubblicate le Raccomandazioni Standard per l’Unione Europea sull’alimentazione dei lattanti e dei bambini piccoli7 della Commissione Europea in cui si può leggere che “il latte materno (…) deve rimanere la fonte primaria di nutrienti per tutto il primo anno di vita” e poi “Dando per scontato che sono le madri a dover decidere quanto a lungo desiderano allattare, è importante offrir loro tutto il sostegno e l’aiuto di cui hanno bisogno per continuare con l’allattamento al seno fino a due anni e oltre, come consigliano l’OMS, l’UNICEF e la maggioranza delle politiche e delle raccomandazioni nazionali e professionali”.


La Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha pubblicato nel 2002 le proprie Raccomandazioni8, in cui consiglia la “Prosecuzione dell’allattamento al seno anche dopo l’inizio dello svezzamento e in base al desiderio della coppia madre-bambino, anche oltre il secondo anno di vita”.


Mentre, da parte del Ministero della Salute, sono state emanate nel 2007 le Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione e il sostegno dell’allattamento al seno9 in cui si afferma che “Gli effetti positivi sulla salute del bambino e della madre, perdurando, fanno della protezione, promozione e sostegno all’allattamento al seno uno degli interventi di salute pubblica più rilevanti in termini di efficacia e di rapporto costo/beneficio.

Il Ministero della Salute, in conformità con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), raccomanda, perciò, come misura di salute pubblica, che i bambini siano allattati esclusivamente al seno fino a sei mesi e che l’allattamento continui poi, con adeguati alimenti complementari, fino a che la madre ed il bambino lo desiderino, anche dopo l’anno di vita”. E più avanti: “Gli operatori, in particolare, si impegnino affinché le madri e future madri ricevano informazioni e consigli in accordo con le linee di indirizzo nazionali” e “Il Ministero della Salute, in accordo con il Ministero del lavoro e previdenza sociale, con il Dipartimento delle politiche per la famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sentite le organizzazioni sindacali e quelle dei datori di lavoro, si impegna a verificare le misure necessarie a far sì che le madri lavoratrici possano allattare fino a quando lo desiderino, anche oltre l’anno di vita, nel rispetto della disciplina normativa e contrattuale vigente in materia”.


Tutte queste dichiarazioni chiariscono una volta per tutte che l’allattamento è una pratica di salute pubblica che può e, anzi, dovrebbe proseguire molto oltre i primi mesi di vita del bambino.

In particolare, oggi sappiamo che:

  • il latte materno e il contatto fisico intimo e frequente derivanti dall’allattamento sono elementi importanti per lo sviluppo dell’apparato neurologico del bambino. Il cervello del bambino cresce principalmente nei primi due anni di vita.

  • Circa mezzo litro di latte materno nel secondo anno di vita fornisce al bambino più o meno un terzo del fabbisogno calorico giornaliero, il 50% delle proteine, il 75% della vitamina A, il 90% della vitamina C.

  • Il livello degli anticorpi rimane invariato al calare della quantità di latte assunto dal bambino, quindi questi diventano via via più concentrati quanto più diminuisce la quantità di latte assunto. Anche una o due poppate giornaliere, per un bambino che frequenta il nido o la scuola materna, offrono una sorta di piccola protezione quotidiana!

  • Come è facile constatare, l’istinto naturale di suzione nel bambino dura anni, e non mesi. Mentre il seno materno favorisce uno sviluppo naturale della bocca, senza controindicazioni in questo senso per tutta la sua durata, qualsiasi altro oggetto (ciuccio o tettarella) può provocare alla lunga deformazioni e malformazioni nella delicata e plasmabile bocca del lattante10.

  • Non a caso, oggi i dentisti scoraggiano l’uso del biberon oltre l’anno di vita (vedi raccomandazioni della Accademia Americana di Pediatria), mentre l’uso routinario del succhiotto è associato a vari tipi di disturbi fra cui una maggiore incidenza di malattie respiratorie e gastro-intestinali, carie dentali e malocclusioni, incidenti (soffocamento e inghiottimento di pezzetti), candida orale e, secondo alcuni studi, otite.

  • La madre che allatta, e per tutta la durata dell’allattamento, ha nel sangue un più alto tasso di prolattina rispetto a quando non allatta. Per quanto riguarda l’altro ormone dell’allattamento, l’ossitocina, sappiamo che i tassi di madri che allattano esclusivamente i primi 6 mesi, e poi proseguono, addirittura aumentano. Questi ormoni favoriscono il legame con il bambino, donando sensazioni di calma, di relax, di appagamento e di amore.

  • Anche il figlio continua a ricevere attraverso il latte ormoni tranquillizzanti e favorenti il benessere e la relazione, e a produrne grazie al contatto intimo con il seno materno.

  • Molti degli effetti benefici dell’allattamento sulla salute della donna aumentano con la sua durata, come ad esempio la protezione da tumori della sfera riproduttiva (seno, ovaie, utero), da osteoporosi e frattura del femore nonché dal diabete di tipo 2.


    In particolare, per quanto riguarda la protezione dal cancro al seno premenopausa “una meta-analisi della letteratura fatta su ben 47 studi epidemiologici effettuati in 30 Paesi diversi su oltre 147.000 donne ha calcolato come la riduzione del rischio di cancro al seno sia del 4,3% per ogni 12 mesi di allattamento al seno in aggiunta a un calo del 7% per ogni nascita
    11.

  • Per quanto riguarda il lattante, sono numerosissimi gli studi che indicano effetti avversi sulla salute a breve e lungo termine derivanti dalla mancanza di allattamento, o da una sua breve durata12. Gli studi fatti tuttavia riguardano bambini allattati per mesi o al massimo fino all’anno di vita. Dal momento che non esistono studi che abbiano valutato la differenza in termini di esiti di salute fra bambini allattati uno, due, tre anni o più, nessuno può dire se ci sono differenze o meno. In attesa di eventuali ulteriori ricerche, oggi sappiamo che l’allattamento protegge il bambino da: diarrea, infezioni dell’apparato respiratorio, otite, disturbi cardio-circolatori, obesità, diabete, alcuni tipi di tumore e che i bambini non allattati sono statisticamente soggetti a un inferiore sviluppo intellettivo.

Possiamo concludere ribadendo quindi che il latte materno non perde il suo valore nutritivo e immunitario con il passare del tempo, né si perde di valore l’aspetto emotivo-relazionale dell’allattamento. Inoltre è ormai indiscutibile che le maggiori autorità in campo sanitario infantile – a livello mondiale, europeo e nazionale – riconoscono che nessuno meglio di mamme e bambini può dire quanto a lungo deve durare l’allattamento, perché le persone veramente esperte in materia sono proprio loro, i diretti interessati! Il compito dei professionisti della salute dovrebbe quindi essere quello di offrire informazioni complete e basate sulle attuali evidenze scientifiche, volte a promuovere l’allattamento almeno fino al compimento dei due anni.

Qualche suggerimento pratico sul come usare le evidenze scientifiche

Se hai trovato utili le informazioni riportate in questo capitolo, forse vorrai usarle allo scopo di migliorare la qualità della tua vita di madre che allatta. Ecco alcuni suggerimenti:

  • puoi procurarti le fonti bibliografiche essenziali sull’importanza dell’allattamento nei primi anni di vita del bambino e condividerle con il partner, con i nonni, con le amiche, con le educatrici dell’asilo nido, con il pediatra o con altri specialisti che hanno in cura te o il bambino.

  • Quando qualcuno ti fa obiezioni sul fatto che stai ancora allattando, ricordagli che oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allattare fino a due anni e anche oltre.

  • Ricorda a te stessa e agli altri che quanto più prosegue, tanto più l’allattamento protegge la salute tua e dei tuoi bambini, anche per malattie importanti e anche per gli anni a venire.

  • Ricorda a te stessa e ai tuoi familiari che anche una o due poppate giornaliere offrono al bambino grandicello un concentrato di anticorpi e altri fattori immunitari che nessun altro cibo, bevanda o medicina può offrire, perché specifici per i batteri che vivono nell’ambiente che vi circonda.

  • Ricorda che nessuno ha il diritto di dirti quanto a lungo dovrai allattare; infatti, tutte le maggiori autorità scientifiche concordano sul fatto che, in merito alla durata dell’allattamento, i maggiori esperti siete tu e i tuoi figli!

Risorse bibliografiche essenziali per i genitori

  • American Academy of Pediatrics, Breastfeeding and the use of Human Milk, Policy Statement, “Pediatrics”, Vol. 115 No. 2, February 2005; il testo integrale dell’articolo si può scaricare, tradotto in lingua italiana, dal sito

  • Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: Raccomandazioni standard per l’Unione Europea. Chiare e tradotte in italiano. Corredate da ricchissima bibliografia scientifica. Aggiornate. Possono essere scaricate da internet e stampate, per mostrarle al pediatra o a chi ha dubbi; vedere al seguente indirizzo:

    http://www.burlo.trieste.it/old_site/Burlo%20English%20version/Activities/research_develop.htm

  • Rischi dell’alimentazione artificiale: una breve bibliografia commentata a cura di INFACT Canada. Anche questo utile documento è disponibile in italiano su internet all’interno del sito del MAMI – www.mami.org).

  • R. Davanzo, I. Bruno, Salute della donna e lattazione articolo pubblicato su “Medico e Bambino” 2/2003.

  • P. Negri, Tutte le mamme hanno il latte – Rischi e danni dell’alimentazione artificiale, Il leone verde 2005.

Sapore di mamma
Sapore di mamma
Paola Negri
Allattare dopo i primi mesi.Perché è importante allattare ben oltre i primi sei mesi canonici. La meravigliosa esperienza di proseguire per molti mesi, come consiglia anche l’OMS. Sapore di mamma parla di allattamento prolungato, una pratica che si sta diffondendo grazie a iniziative e interventi per la sua promozione. Sono infatti sempre di più le donne che allattano secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero fino e anche oltre ai due anni di vita del bambino. C’è una bella differenza però fra allattare un neonato e allattare un bambino di uno, due o più anni, e non sempre le mamme riescono a trovare informazioni specifiche, coerenti e aggiornate su questo argomento.Come se non bastasse, le donne che decidono di continuare ad allattare il bambino dopo il primo anno si sentono spesso isolate e non trovano occasioni in cui scambiare opinioni ed esperienze con altre mamme. Anzi, spesso si scontrano con l’ignoranza e la disapprovazione del prossimo (il compagno, i parenti, il proprio ginecologo o il proprio pediatra), intrisa di luoghi comuni. Chi ha il diritto di decidere sulla sua durata?Su quali basi può deciderlo?Cosa vuol dire, oggi, allattare fino all’anno e oltre?Cosa comporta questo per la madre, il padre e il bambino?È vero che l’allattamento prolungato rende le madri succubi dei figli, e questi ultimi viziati, dipendenti e mammoni?Ma soprattutto, perché molte persone si sentono in diritto di dire alla madre quello che deve fare riguardo all’allattamento, in tante situazioni così diverse l’una dall’altra e senza che venga richiesta la loro opinione in merito? In questo libro, Paola Negri, consulente professionale IBCLC ed educatrice perinatale, offre tutte le informazioni affinché ogni madre trovi le proprie personali risposte a queste domande, ragionando sul valore dell’allattamento come forma normale di accudimento anche quando i bambini non sono più neonati, unitamente a spunti di riflessione sui vari aspetti di questa pratica, che vanno ben oltre quello puramente nutritivo.Gli operatori sanitari e le figure che si trovano a lavorare con mamme e bambini piccoli troveranno una chiave per entrare con maggiore rispetto nel delicato mondo della coppia madre-bambino, comprendendone meglio vissuti, bisogni e sentimenti, in modo da offrire un’assistenza più rispettosa, mirata, consapevole ed efficace. Il libro è inoltre arricchito da numerose testimonianze di mamme che hanno scelto di continuare a nutrire al seno il proprio bambino per consolarlo nei momenti difficili e addormentarlo con dolcezza. Conosci l’autore Paola Negri si occupa di allattamento da oltre 15 anni; è stata consulente volontaria per La Leche League Italia e successivamente è diventata consulente professionale IBCLC ed Educatrice Perinatale, lavorando con donne in attesa e madri, e nella formazione specifica a gruppi di auto-aiuto e operatori sanitari. Opera da anni in associazioni come MAMI e IBFAN Italia (di cui è presidente) in attività di sostegno, promozione e protezione dell’allattamento.Si occupa inoltre di decrescita e di alimentazione, per cui ha scritto diverse pubblicazioni.