Possibili cause dell’aborto ricorrente
Di seguito riportiamo un elenco dei fattori che sono stati presi in considerazione quali possibili cause di aborto spontaneo ricorrente.
Le anomalie genetiche e cromosomiche sembrano responsabili del 3-6% degli aborti spontanei ricorrenti. All’origine del problema genetico dell’embrione ci può essere un’anomalia cromosomica di cui almeno uno dei partner è portatore6. Una situazione quest’ultima che si verifica nel 3-5% delle coppie con storia di poliabortività. Per questo, in caso di aborto ricorrente è necessario procedere con lo studio del cariotipo della coppia.
Le alterazioni anatomiche sono collegate al 10-15% dei casi di aborto ricorrente. Tali anomalie possono essere congenite (utero unicorne, utero bicorne, utero didelfo, utero setto, anomalia dell’arteria uterina, ecc.) o acquisite (in seguito a precedenti revisioni della cavità uterina o endometriti, incompetenza cervicale da trauma o da pregresso intervento alla cervice uterina).
I disturbi ormonali sono presenti nel 10-20% dei casi. Le anomalie ormonali più frequentemente prese in considerazione sono il diabete mellito scompensato (ovvero non sotto controllo), e le disfunzioni tiroidee non trattate7.
I processi infettivi riguardano il 5% dei casi di abortività ricorrente e comprendono infezioni da batteri, virus, parassiti. Riguardo alle infezioni batteriche da Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum e Chlamydia trachomatis ci sono dati molto contrastanti, che non permettono di stabilire un nesso causale, né di escluderlo. Le infezioni virali da Citomegalovirus, Rubeovirus, Herpes-virus, Coxsackie e Parvovirus B19 sono associate all’aborto spontaneo (occasionale), ma non ci sono evidenze che lo colleghino all’aborto ricorrente8.
I problemi immunologici sono presenti nel 30-40% dei casi (ma secondo alcuni studi questa percentuale è decisamente più alta). Le donne che soffrono di una patologia autoimmune (lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, ecc.) incontrano difficoltà a portare a termine una gravidanza: in questo caso si parla di aborto autoimmune. La sindrome da anticorpi antifosfolipidi è chiaramente legata a complicanze della gravidanza tra cui la perdita del bimbo in un’epoca non precoce dell’attesa9 e l’abortività ripetuta. In presenza di abortività ricorrente si suggerisce di ricercare eventuali disordini immunologici (in caso di positività, è necessario un approccio multidisciplinare per la gestione della gravidanza).
Quando i meccanismi immunologici di protezione della gravidanza (i tessuti embrio-fetali e la placenta contengono antigeni di origine paterna, potenzialmente in grado di indurre una reazione immunitaria materna) non si attivano, si verifica un aborto alloimmune.
Le trombofilie congenite, ovvero le mutazioni genetiche di alcuni fattori della coagulazione (le più note sono il fattore V Leiden, iperomocisteinemia, mutazione della protrombina, deficit di proteina C ed S, deficit di antitrombina) aumentano il rischio di perdita fetale e di complicazioni ostetriche in un’epoca tardiva della gravidanza. Negli ultimi tempi sono, inoltre, state prese in considerazione quale causa anche nell’aborto ripetuto precoce.
In alcuni casi all’origine del problema non c’è un’unica causa, per questo l’iter diagnostico si avvale in genere della collaborazione di un team di specialisti. Ricordiamo infine che la causa dell’aborto ricorrente rimane sconosciuta per il 50% circa delle coppie che si sono sottoposte a un accurato iter diagnostico10.
In queste situazioni, un counselling incoraggiante, che assicuri alla coppia informazioni e supporto psicologico può essere di grande aiuto.