Nel capitolo precedente (Fisiologia del portare) è stata esposta e illustrata teoricamente tramite i quattro elementi contatto, movimento, spazio e legame.
Ora si torna alla pratica di come la fisiologia del portare può essere vissuta concretamente nella realtà. Questo passo è logico quanto indispensabile (qualcuno dirà che finalmente si arriva agli aspetti concreti), perché si tratta di una pratica e la teoria prima esposta è nata da essa e non viceversa.
A questo punto devo fare due avvertimenti per non creare delle aspettative sbagliate nei confronti di questo capitolo e del prossimo. Il primo è che principalmente parlare o scrivere degli aspetti pratici di una pratica costituisce di per sé un controsenso, perché per comprendere veramente il portare bisogna provare, passare dalle proprie esperienze e affrontare praticamente il proprio, personale, individuale percorso. Nessun libro potrà mai sostituire l’esperienza pratica e neppure dare risposte esaurienti e cancellare dubbi e incertezze a priori sulla carta. Inoltre questo libro non è un manuale d’uso e non cercherà di dare risposte semplici e consigli d’uso universali per tutti.
Il secondo avvertimento si riferisce al fatto che la pratica occidentale del portare è una pratica giovane, in fase di sviluppo, che si deve ancora confermare attraverso un vissuto sperimentale più ampio e affermare nel tempo e nei diversi ambiti e ambienti di vita reale. Questo comporta una naturale apertura generale degli aspetti esposti nella discussione. Con il tempo, sulla base dell’esperienza di un numero crescente di genitori che portano, sicuramente ci saranno degli sviluppi ulteriori.
Il capitolo è strutturato in modo tale che nella prima parte III.1. espongo gli aspetti pratici in generale con un’attenzione particolare ai sottocapitoli portare e pianto e portare e sonno. Ho dedicato poi il capitolo III.2. al portare con la fascia lunga, non perché si tratti del supporto migliore, ma perché evidenzia al meglio la fisiologia del portare e perché merita semplicemente un capitolo a sé. D’altronde la mia esperienza si riferisce soprattutto alla fascia lunga e il concetto della fisiologia del portare è nato sulla base di questa. Il capitolo III.3. infine si occuperà di alcuni casi particolari, in cui il portare è indicato come supporto alla prevenzione o alla terapia.