EPILOGO

Diventare genitori

Prepararsi alla gravidanza: concepire una nuova anima, crescere un figlio nel proprio corpo, darlo al mondo con il parto, prendersi cura di un neonato vulnerabile: esperienze forti che implicano grande gioia e grande responsabilità, e che sono il principio del viaggio, lungo una vita, da genitori.


Attraverso questo libro mi sono sforzata di offrire spunti e informazioni per decidere in modo informato, per far sì che i futuri padri e le future madri possano scegliere quel che è giusto per sé, per il loro bambino e per l’intera famiglia. A volte si tratterà di scelte in linea con le aspettative culturali e i pareri convenzionali dei medici; altre volte le scelte giuste per una famiglia saranno radicalmente opposte a quelle della massa, se non addirittura alle proprie precedenti convinzioni. Il messaggio finale che mi auguro possiate trarre da questo libro è l’importanza di prendersi il tempo di pensare e di sentire: di usare istinto e intelligenza, cuore e cervello, al momento di scegliere quel che sarà meglio per il figlio in arrivo, per la famiglia, per noi stessi.

Quando le cose non vanno per il verso giusto

Non sempre gli eventi si svolgono come abbiamo sperato, neppure con le migliori intenzioni e con le decisioni più sagge. Il parto, la maternità e la paternità, così come la vita, possono portare con sé esiti inaspettati, deludenti, persino tragici per noi e per i nostri piccoli, spingendoci a domandarci se i risvolti sarebbero stati diversi se accompagnati da scelte diverse. In altri casi potremmo non trovare né spiegazioni, né ragioni, risolvendoci, infine, ad accettare che non c’era modo di evitare l’imprevedibile.


Dopo spiacevoli esperienze, che possono riguardare parti definibili “normali” ma che hanno comportato paura, impotenza, confusione, o terrore, è importante riconoscere i nostri dubbi e le nostre delusioni, meglio se con l’aiuto di un compagno, del marito, di un amico fidato, o di un professionista. Potrebbe essere un modo per aprirsi a emozioni profonde quali tristezza, dolore, rabbia. Possiamo contribuire a risolvere sentimenti tanto coinvolgenti attraverso una profonda riflessione: il continuo confronto con amici comprensivi, il sostegno di un professionista o di gruppi di autocura (tra cui i circoli femminili), o altre forme di terapia. In teoria lavoreremo con individui che hanno esperienza e competenza nel trattamento dei traumi legati alla nascita e alla genitorialità.


Riconoscere il trauma e chiedere aiuto sono i primi passi fondamentali; tuttavia, se lo desideriamo, la guarigione può avvenire in modo semplice e soprattutto autonomo: attraverso tecniche quali la redazione di un diario o il disegno. In alcuni casi si dimostrano efficaci alcune forme di terapia fisica, quali l’osteopatia, la chiropratica, la terapia cranio-sacrale, l’omeopatia o la medicina cinese, specie se le nostre esperienze hanno leso il nostro organismo. Saranno d’aiuto anche gruppi e risorse on-line – per un elenco di siti web utili si veda all’indirizzo www.sarahjbuckley.com.


Qualsiasi sia il percorso di guarigione scelto (e confideremo sui suggerimenti del nostro intuito) è fondamentale, sopraffatte della gravità degli eventi e durante il percorso di recupero, usarsi amore e gentilezza. Avremo bisogno anche di concederci lo spazio e il tempo di intraprendere il percorso di guarigione, nel rispetto degli impegni familiari, il che implicherà lo sforzo di trasmettere la grandezza e l’importanza di questo lavoro al compagno, alla famiglia, e agli amici.


Ricordiamo che anche i compagni, mariti o amici potrebbero nutrire sentimenti forti nei confronti dell’esperienza del parto e della genitorialità, specie se erano presenti, e per esprimere le proprie paure, i propri sentimenti – e compiere il proprio percorso di guarigione – potrebbero aver bisogno di sostegno e di sentirsi al sicuro. È fondamentale che gli interessati si concedano il tempo necessario per esprimere le proprie esperienze ed emozioni, muovendosi verso la risoluzione.


Per tutti noi l’esperienza del parto può scatenare ricordi e sentimenti appartenenti alla nostra stessa nascita e ai primissimi momenti di vita, gestibili attraverso l’omeopatia, le essenze floreali, la terapia cranio sacrale e altri metodi di cura. Alcuni professionisti tratteranno in maniera più diretta le esperienze legate al parto attraverso tecniche quali l’ipnosi, il rebirthing e il bodywork, individualmente o in gruppi e laboratori (per ulteriori informazioni vai all’indirizzo www.sarahjbuckley.com). Osservare e lenire le nostre esperienze di parto significa anche prepararsi in modo significativo al parto, iniziando semplicemente con il chiedere a nostra madre come siamo nati noi.


Molte donne hanno utilizzato il dolore e la passione scaturiti dagli eventi inattesi del proprio travaglio e parto, specie quando sembra esserci state carenze a livello di assistenza, a sostegno di scelte più idonee e di una migliore assistenza a favore delle altre donne. Alcune delle attiviste della nascita più impegnate del mondo hanno vissuto parti traumatici e deludenti, spesso seguiti da un risveglio della coscienza e ulteriori parti consapevoli, e si sono impegnate affinché le altre donne avessero la miglior esperienza possibile.

Guarire i nostri figli

Potremmo anche considerare di parlare di tali vissuti ai nostri figli, specie se avvertiamo che le esperienze precoci abbiano influito sul loro benessere. Sarà d’aiuto iniziare esprimendo i nostri sentimenti con semplicità, sottolineando il nostro interesse e la nostra preoccupazione, e il rammarico per l’eventuale sofferenza. I nostri bambini avranno il proprio vissuto, forse addirittura ricordi coscienti, e apprezzeranno di cuore la conferma dei loro ricordi e delle loro sensazioni.


Si tratta di una condivisione che, nella sua semplicità, può donare profondo sollievo, persino ai più piccoli che non hanno consapevole comprensione delle nostre parole. Alcuni genitori hanno condiviso questi sentimenti nel cuore della notte, mentre i figli dormivano profondamente, vivendo profonde trasformazioni e risoluzioni.


Per i piccoli si può rivolgersi a terapie dolci. Chiropratica, osteopatia e terapia cranio-sacrale, in modo particolare, sono in grado di risolvere lievi disfunzione derivanti dagli effetti del parto sull’organismo, a volte risolvendo in maniera netta i problemi legati all’allattamento, alla digestione e al sonno dei neonati e dei bambini più grandicelli.


I lattanti e i bimbi più grandi possono avere ereditato emozioni violente, quali traumi e paura, dal parto e da vissuti precoci. Anche in questo caso, terapie dolci come quelle elencate in precedenza sono in grado di lenire i ricordi del corpo; esistono specialisti che, in alcuni contesti, lavorano sui bambini che hanno vissuto un trauma, dal momento del concepimento per tutta l’infanzia (per ulteriori informazioni si visiti www.birthpsychology.com).


Possiamo aiutare i nostri figli, piccoli o più grandicelli, a guarire da soli incoraggiandoli a esprimere le proprie emozioni, stringendoli con amore se piangono o mostrano rabbia (vai ai testi di Aletha Solter nell’elenco delle risorse). Con i bambini più grandi si possono suggerire, prendendovi addirittura parte, giochi in cui si rimettano in atto esperienze difficili: un sacco a pelo sarà un ottimo inizio per rappresentare la nascita, oppure indossare una maglietta molto grande, in cui potersi infilare.


Il bisogno dei bambini di raccontare la propria storia con le parole, il gioco ripetuto, le domande, le fiabe, l’espressione dei propri stati emotivi e molto altro può manifestarsi, a più riprese, per lungo tempo. Una necessità che potrebbe riaffiorare grazie ad altri spunti, quali un compleanno, momento perfetto per riflettere sulla storia della nascita del bambino, o per tornare a raccontarla; oppure la nascita di un fratellino, che può rappresentare un vissuto di profonda guarigione.


Secondo la mia esperienza i ricordi di un bambino riguardo la propria nascita e i primi momenti di vita possono risultare coscienti e accessibili a partire dai due anni circa. Porre semplici domande contribuirebbe a rievocarli. Il mio atteggiamento, quando i miei figli mi fanno l’onore di condividere questi ricordi, è di rispetto e di silenzioso apprezzamento. Tengo a mente che si tratta di storie loro, e quindi chiedo sempre prima di condividerle con altri (per esempio pubblicando la storia della nascita di ognuno di loro sul mio libro).


Le pratiche di guarigione, integrazione e accudimento delle difficili esperienze di parto possono aiutarci a intraprendere il viaggio da genitori con forza e saggezza.

Il cammino del genitore

Essere genitori comporta, inevitabilmente, sfide e traumi, invitandoci a osservare e rinnovare i nostri comportamenti e le nostre aspettative, e a guarire i traumi della nostra stessa infanzia. Questi aspetti della genitorialità, non sempre affrontati, possono tuttavia annoverarsi tra i doni più preziosi che ci regalano i nostri figli. Ostetrica e madre di sei figli, Jeannine Parvati Baker osservò: “I nostri figli ci rendono di gran lunga migliori di quanto abbiamo mai desiderato”.


Il cammino da genitori risulterà incommensurabilmente più semplice e più disteso se ci lasceremo guidare dai nostri figli, sin dalla culla, come abbiamo visto in queste pagine. Quando permettiamo al nostro bambino di indicarci la strada, creiamo un’occasione per soddisfare appieno i suoi bisogni unici e individuali, più difficili da distinguere, se non addirittura invisibili, se abbiamo l’abitudine di imporre le nostre idee o le soluzioni preconfezionate degli esperti. Quest’atteggiamento di fiducia, per di più, genera iniziativa nei nostri figli, oltre alla certezza di poter imprimere cambiamenti nel mondo, qualità che non solo ci renderanno più semplice essere genitori negli anni dell’adolescenza, ma che daranno ai nostri figli gli strumenti per essere punti di riferimento e di rinnovamento per la generazione successiva.


Seguire la strada che ci indicano i figli non significa ignorare i nostri bisogni. In realtà io mi batto con forza affinché siamo genitori centrati, perseguendo le nostre necessità in modo da poterci prendere cura dei nostri bambini partendo da un contesto di accudimento amorevole. Essere genitori centrati è la compensazione essenziale a un tipo di genitorialità centrata sul bambino: sono entrambi aspetti che possono essere realizzati se si cerca di soddisfare i bisogni di tutti. Per conoscere tecniche genitoriali specifiche vai all’articolo sulla disciplina dolce su www.sarahjbuckley.com. Inoltre tra gli strumenti educativi pratici ed efficaci consiglio la PET (Parent Effectiveness Training, metodo che consente di essere genitori efficaci) e la Comunicazione non violenta (CNV).

Genitori perfetti, genitori imperfetti

Nel corso degli anni in cui saremo impegnati a fare i genitori ci saranno tanti momenti in cui perderemo la trebisonda: quando non ci raccapezziamo più, quando facciamo la cosa sbagliata, provocando danni grandi e piccoli agli altri o a noi stessi. In questi casi le cose più utili da fare sono due: riconoscere i nostri errori, almeno a noi stessi, farsene carico e respirare. In questo modo faremo sì che affiorino i sentimenti di rammarico, tristezza, fors’anche di vergogna, per concentrarci allo stesso tempo sull’amore e l’accettazione di sé e dei nostri figli.


In situazioni come queste è particolarmente importante evitare il biasimo e rendersi conto che si sta facendo del proprio meglio con le conoscenze e le risorse a propria disposizione. Possiamo altresì accettare che essere genitori è un’arte imperfetta e che la ricerca della perfezione rischia di produrre stress e sensi di colpa, demolendo la sicurezza in se stessi e l’autostima e, di fatto, impoverendo la qualità del nostro accudimento.


Ammettere, accettandola, la nostra imperfezione ci rende umili, e ci aiuta a perfezionare l’arte della scusa, altrettanto raccomandata. Nulla è più dolce di esser perdonati dai nostri figli, che, in genere, si mostrano assai più benevoli nei nostri confronti di quanto non lo siamo noi stessi. Il loro perdono è in grado non soltanto di intenerirci nel profondo, ma anche di sciogliere le ultime tracce di asprezza e di senso di colpa che gravano sul nostro carico di genitori.


Essere realisti, chiedere aiuto, guarire le nostre ferite e i nostri traumi, ammettere i nostri sbagli, usare compassione ai nostri compagni e ai nostri figli, essere benevoli verso noi stessi, apprezzando i nostri sforzi e perdonandoci: ecco gli atteggiamenti che saranno d’aiuto e di sostegno lungo il cammino del genitore, dove le imperfezioni rendono davvero perfetti.

Per concludere

Mi auguro che questo libro vi abbia dato informazioni, ispirazione, nutrimento e sostegno nel corso dell’enorme passaggio al ruolo di genitori – il compito più importante dell’uomo.


Mi auguro che, nel progredire lungo questo percorso, la fiducia in voi stessi sbocci con lo sbocciare della consapevolezza che siete voi gli esperti di vostro figlio, unico nella sua maturazione e meritevole delle vostre amorevoli premure e di scelte su misura.


Mi auguro poi che guardiate a eventuali consigli e opinioni, compresi quelli presenti in questo libro, con sano scetticismo, accettando soltanto quel che fa al caso vostro e della vostra famiglia, giudicando attraverso criteri di massima sensibilità.


Mi auguro, infine, che abbiate fiducia nel vostro istinto e che prestiate ascolto ai segnali del vostro bambino ricorrendo a tutti i sensi e a tutta la vostra sensibilità.


Unendo istinto e ricettività, amore e saggezza, possiate voi e la vostra famiglia conoscere gioia e appagamento, diritti di nascita del genitore così come del bambino. Attraverso l’accudimento dolce, possiate contribuire alla rivoluzione mondiale che ci condurrà, tutti, alla pace, alla partecipazione, alla compassione, all’unione.


E così sia.

Partorire e accudire con dolcezza
Partorire e accudire con dolcezza
Sarah J. Buckley
La gravidanza, il parto e i primi mesi con tuo figlio, secondo natura.Un manuale rivoluzionario per le future mamme e i futuri papà che desiderano vivere gravidanza, parto e primi mesi di vita del bambino in modo naturale. Partorire e accudire con dolcezza è un manuale rivoluzionario, nel quale Sarah J. Buckley, esperta di gravidanza e parto apprezzata in tutto il mondo, fa luce sull’evento della nascita e sui primi mesi da genitori, mettendo a disposizione delle future mamme e papà conoscenze attinte sia dalla saggezza antica che dalla medicina moderna.Il libro presenta approfondimenti sulla fisiologia del parto naturale (o, come lo definisce l’autrice, “nascita indisturbata”) che mostrano quanto vada perso quando tale esperienza viene vissuta meramente come evento medico.Nella prima parte, alla scrupolosa descrizione di gravidanza e parto medicalizzati (che prevedono il ricorso a ultrasuoni, epidurale, induzione e cesareo) e delle scelte più naturali (parto in casa, rifiuto dell’epidurale o di farmaci durante la fase espulsiva) si intreccia il racconto dell’attesa e della nascita dei quattro figli dell’autrice, tutti dati alla luce tra le mura domestiche. La seconda parte prende invece in esame gli studi scientifici su attaccamento, allattamento materno e sonno infantile, ed esorta i neogenitori a operare scelte attente e amorevoli durante i primi mesi con il proprio bambino. Conosci l’autore Sara J. Buckley è medico di famiglia e autorità di fama internazionale in materia di gravidanza, parto e genitorialità. Vive a Brisbane, in Australia, con il marito e i quattro figli. Sarah Buckley è preziosa perché bilingue: sa parlare il linguaggio di una madre che ha dato alla luce i suoi quattro figli in casa, e sa parlare dadottore. Attraverso la fusione del linguaggio del cuore con quello della scienza essa impartisce alla storia del parto una direzione nuova, rivoluzionaria e illuminante.Michel Odent, medico chirurgo, autore e pioniere del parto naturale