Il taglio cesareo
Nel mondo occidentale stiamo assistendo a un’epidemia di cesarei, tanto che in qualche modo siamo giunti a credere che si tratti di un modo sicuro – forse persino più sicuro – di partorire i nostri figli. Le evidenze mediche non sono a sostegno di quest’affermazione. Come vedremo nel capitolo IX il cesareo comporta un intervento di chirurgia addominale maggiore, con un rischio complessivo di morte materna quadruplicato249,250,251, e pressoché triplicato nel caso di intervento elettivo su madri e bambini sani252. Sempre più evidenze scientifiche suggeriscono che anche i nati con cesareo sarebbero anche più a rischio – persino quelli sani e a basso rischio253,254 – e che tali condizioni permangono anche nelle gravidanze successive, sia per la madre che per il feto, come vedremo al capitolo IX.
Con un cesareo il travaglio risulta assente o abbreviato, e il picco ormonale di ossitocina, endorfine e catecolamine annullato o ridotto. Nel cesareo elettivo il sistema a più fasi della secrezione di prolattina viene eliminato255.
Ancora, studi su bambini partoriti con cesareo elettivo mostrano livelli nettamente ridotti di ossitocina256, endorfine257, catecolamine258 e prolattina259,260. È possibile che alcuni dei rischi ampiamente accertati del cesareo derivino da tali deficit ormonali – per il bimbo in particolare il mancato picco di catecolamine. Ciò significa che i nati con cesareo sono a maggior rischio di crisi respiratorie261,262,263,264 fino a una settimana dal parto265, oltre che di ipoglicemia266 e scarsa termoregolazione267.
Rispetto al parto vaginale, subito dopo un cesareo l’ossigenazione cerebrale è minore268, probabilmente a causa dell’assenza di ridistribuzione sanguigna dovuta al picco di catecolamine e/o alla perdita di trasfusione placentare in seguito al parto cesareo269 (per saperne di più sulla trasfusione placentare si veda il capitolo VIII).
Recenti ricerche condotte sui ratti270, come abbiamo visto in precedenza, suggeriscono che l’ossitocina naturale prodotta durante il travaglio attraversa il cervello del feto, invertendo la funzione dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA), sostanza chimica prodotta dal cervello, e riducendo l’attività cerebrale con conseguente riduzione del fabbisogno di sangue e ossigeno. È probabile che lo stesso effetto neuroprottettivo valga anche per i cuccioli d’uomo, con la non disponibilità, di nuovo, per quelli nati con cesareo elettivo.
Tali modifiche spiegherebbero l’adattamento neurologico post-partum più lento nei nati con cesareo271,272,273, il che, a sua volta, ne spiegherebbe il ritardato adattamento a uno schema di sonno diurno274.
Recenti ricerche hanno rilevato differenze ancora maggiori nella fisiologia dei nati con cesareo, ad esempio nei livelli degli ormoni deputati al metabolismo del calcio275, degli ormoni renina-angiotensina (regolatori dei liquidi e della pressione sanguigna)276,277,278, del peptide natriuretico atriale umano (ormone prodotto dal cuore)279, del progesterone280, dell’enzima muscolare creatinchinasi281, dei circuiti dopaminergici cerebrali282, della sintesi di monossido di azoto283 (che contribuisce alla maturazione polmonare)284, dell’ormone insulinico IGFBP1285, della melatonina286, degli ormoni tiroidei (che in genere aumentano in travaglio fino a raggiungere il picco nelle ore successive al parto)287, e degli enzimi epatici288.
Per quanto riguarda il sistema immunitario e circolatorio i bambini nati con cesareo presentano funzione neutrofila289 e sopravvivenza290 depresse; neutrofili, linfociti e cellule killer naturali (tutti i globuli bianchi che combattono le infezioni) ridotti291; IgG (un tipo di immunoglobuline o anticorpi) più basse292; una diversa funzione fagocitaria (ingestione di batteri da parte di un globulo bianco – differenza che persiste per sei mesi)293; ematocrito più basso, espressione di un numero più ridotto di globuli rossi294, minor quantità di eritropoietina (sostanza che indica la produzione di globuli rossi)295, ridotto passaggio di anticorpi anti Herpex simplex attraverso la placenta296, minore attivazione dei monociti (globuli bianchi che producono anticorpi)297, ridotta capacità, nei monociti, di produrre citochine (distruttrici di cellule estranee)298, adrenorecettori linfocitari sottoregolati299; alterazioni dei fattori coagulanti300, e livelli inferiori di leucotriene (che interviene nelle infiammazioni e nella cicatrizzazione)301.
Pure le funzioni gastrointestinali sono diverse nei bambini nati con cesareo. Dopo il parto i loro stomaci risultano meno acidi di quelli dei nati per via vaginale302, e secernono meno gastrina303 e somatostatina304, entrambi ormoni enterici. I piccoli nati con cesareo presentano una flora intestinale alterata rispetto ai bambini nati per via vaginale, e tale alterazione perdura per almeno sei mesi, e probabilmente per tutta la vita305. Queste anomalie (dovute alla mancata esposizione alla flora batterica intestinale materna) spiegherebbero la maggior esposizione dei nati prematuri con cesareo alle infezioni intestinali neonatali306, e forse il maggior rischio di asma307,308 e allergie309 (tra cui quelle alimentari310) per i nati con cesareo nel corso degli anni (per approfondire il tema della flora batterica intestinale del neonato vai ai capitoli IV e IX).
È noto che il processo del travaglio e del parto producono stress ossidativo nel bambino311, aggravato dal contatto improvviso con l’ambiente saturo di ossigeno del dopo parto. Il travaglio a termine produce un aumento degli antiossidanti nel sangue fetale che fungerebbero da protezione dall’improv-visa iperossia (livelli elevati di ossigeno)312. (Per ulteriori informazioni sulle proprietà antiossidanti della bilirubina vai anche al capitolo VIII).
Un ulteriore sistema protettivo è il trasferimento, durante il travaglio, dell’aminoacido triptofano dalla madre al bambino, che lo utilizza per la sintesi della chinurenina. Questa sostanza protegge il vulnerabile cervello del neonato, ad esempio, dalle crisi o dalle lesioni cerebrali prodotte da livelli di ossigeno ridotti. Nei bambini nati con cesareo tale trasferimento risulta limitato313.
Molte di queste differenze sarebbero riconducibili alla ridotta attivazione degli ormoni dello stress con un parto cesareo, specie se elettivo: si ritiene che, in un travaglio normale, essi attivino molti dei sistemi ormonali e metabolici appena descritti. Più semplicemente potremmo dire che i processi di travaglio e parto sono concepiti per il pieno risveglio del bimbo in vista della vita extra uterina.
Gli ormoni dello stress – tra cui cortisolo, ormone adrenocorticotropico (ACTH, che rilascia cortisolo dal surrene), arginina vasopressina (AVP, nota anche come ormone antidiuretico, ADH), oltre a beta-endorfine e catecolamine314 – seguono lo schema ormonale, descritto in precedenza, dei nati per via vaginale: livelli elevati durante il travaglio, picco alla nascita, lento declino. I livelli nei bambini nati con cesareo sono, nel complesso, ridotti e anche lo schema potrebbe risultare diverso: per esempio le beta-endorfine registrano livelli elevati alla nascita che tuttavia si mantenengono tali, oppure salgono nelle ore successive315, forse a dimostrazione dell’assenza della normale preparazione al parto nel bambino nato con cesareo, che quindi vive una condizione di massimo stress nelle ore successive.
Di solito, dopo un cesareo, madre e figlio vengono separati per alcune ore (il che potrebbe rappresentare un’ulteriore motivo di stress nei neonati venuti al mondo in questo modo); in genere quindi la prima poppata risulta ritardata. Oltre a ciò subiranno entrambi, in qualche modo, l’effetto dei farmaci somministrati durante l’intervento (epidurale, spinale o anestesia generale) e per l’analgesia post operatoria.
Le conseguenze materne di un così radicale allontanamento dal nostro disegno genetico vengono delineate nell’opera di alcuni ricercatori australiani che intervistarono 242 donne al termine della gravidanza e, di nuovo, dopo il parto. Il 50 per cento delle intervistate, che aveva partorito spontaneamente per via vaginale, dopo la nascita registrava un sensibile miglioramento del tono dell’umore e una maggiore autostima. Al contrario il 17 per cento, quelle sottoposte a cesareo, aveva una maggior probabilità di incorrere in un peggioramento del tono dell’umore e dell’autostima. Il restante numero di intervistate aveva partorito con l’ausilio del forcipe o della ventosa: umore e autostima risultavano, in media, invariati316.
Un altro studio si concentrava sugli ormoni dell’allattamento, prolattina e ossitocina, in seconda giornata, mettendo a confronto donne che avevano partorito per via vaginale e donne sottoposte a cesareo d’urgenza. In quest’ultimo gruppo i livelli di prolattina non crebbero, come ci si aspetta, con l’allattamento, e gli impulsi di ossitocina risultarono ridotti o assenti. In questa ricerca la prima poppata era avvenuta in media dopo 240 minuti dalla nascita con cesareo e in media dopo 75 minuti dal parto vaginale. Gli autori dello studio ritengono che tali differenze risiedano in parte nel ritardo della prima poppata, concludendo:
I dati indicano che l’allattamento immediato e la vicinanza fisica sarebbero ricollegabili non solo a una maggior interazione madre-bambino, ma anche a modificazioni endocrine [ormonali] nella madre.317
Le possibili conseguenze di queste modificazioni ormonali sono oggetto di indagine di uno studio recente su 185 neomamme che allattavano i propri bambini. Da questo studio risultò che i nati da cesareo sani e allattati al seno presentavano, nei primi sei giorni, un’assunzione di latte materno nettamente inferiore a quella dei bambini nati con parto normale, anche dopo verifica della precedente esperienza di parto e di allattamento e del ritardo della prima poppata. I ricercatori notarono che solo il 20 per cento dei nati con cesareo aveva riacquistato, al sesto giorno, il peso alla nascita, contro il 40 per cento di quelli nati per via naturale318. La conclusione degli autori è che, dopo un cesareo, vi sia un ritardo nel trasferimento del latte materno (BMT, Breast Milk Transfer).
Un’altra ricerca ha evidenziato che l’attacco immediato e frequente al seno influisce in maniera positiva sulla produzione di latte e sulla durata dell’allattamento319,320.
Molti altri studi e riviste hanno illustrato una considerevole riduzione nelle percentuali di allattamento al seno a seguito di taglio cesareo321,322,323, possibile riflesso degli effetti testé descritti. Questi dati sottolineano la necessità di ulteriore assistenza, per la madre e per il neonato, nell’avvio dell’allattamento.
Gli studi sul cesareo indicano non soltanto relazioni significative tra parto, ormoni e allattamento al seno, ma mostrano altresì quanto un’esperienza di parto ottimale sia finalizzata a favorire il benessere a lungo termine di madre e bambino. Un allattamento riuscito e duraturo, ad esempio, presenta vantaggi, per la madre, quali una riduzione del rischio di tumore alla mammella o di osteoporosi e, per il bambino, un rischio minore di diabete e di obesità, oltre a un’intelligenza più spiccata, a lungo termine (per saperne di più vai al capitolo XII).
La relazione tra gli eventi del parto e il benessere a lungo termine necessitano, com’è ovvio, di ulteriori approfondimenti324. Tuttavia non possiamo permetterci di attendere anni e anni prima che i ricercatori provino i vantaggi di una nascita indisturbata. Forse il meglio da fare è fidarsi del proprio istinto, affidandosi al proprio corpo che dà la vita, optando (e sostenendo) modelli di assistenza che aumentino le probabilità di nascita indisturbata – quindi più sicura, più agevole, più estatica.