capitolo iv

Il lavaggio dei pannolini

Diciamo piuttosto che non riformeremo forse il mondo, ma almeno noi stessi che, dopo tutto, siamo una piccola parte del mondo; e che ciascuno di noi ha sul mondo più potere di quanto non immagini…

Marguerite Yourcenar

E veniamo a un argomento clou per chi sta valutando l’utilizzo dei pannolini lavabili. Come si gestiscono tutti gli aspetti legati al lavaggio? Quanti bucati alla settimana? Con quale detersivo? E se i pannolini restano macchiati?


Cerchiamo di fare chiarezza sui vari punti, sempre facendo tesoro dell’esperienza delle mamme e dei papà.

Conservare i pannolini prima del lavaggio

Abbiamo appena cambiato il nostro bambino. E ora? Cosa facciamo con il pannolino sporco? Il procedimento più semplice e veloce consiste nel metterlo in un bidone dotato di coperchio, in attesa del lavaggio1. Sul fondo del bidone si può aggiungere qualche cucchiaino di bicarbonato che elimina gli odori.


Alcune mamme inseriscono nel contenitore anche un batuffolo di cotone o un fazzolettino imbevuto con alcune gocce di olio essenziale alla lavanda (o altra essenza gradita), facendo però attenzione a non mettere a contatto oli essenziali e pannolino (la parte esterna in PUL potrebbe infatti rovinarsi).


E il pannolino resta lì, fino al giorno del bucato2.

Se si utilizza un modello di pannolino con inserti che si staccano, si separano inserti e parte esterna: se quest’ultima non si è bagnata/sporcata si riutilizza con un nuovo inserto e si mettono a lavare solo gli inserti sporchi. Lo stesso vale per chi usa fitted, prefold, muslin più la mutandina esterna: vanno nel bidone solo le parti bagnate.

Se invece anche la mutanda esterna è bagnata, si può decidere se inserirla nel bidone in attesa del bucato o sciacquarla direttamente a mano. Le mutandine in materiale sintetico si asciugano molto rapidamente e in questo modo si possono riutilizzare in tempi brevi.


In commercio si trovano anche delle borse apposite (alcune fatte a rete, alcune intere) da inserire nel bidone: i pannolini finiscono nella borsa e quando è il momento di fare il bucato, si estrae tutta la borsa e si infila direttamente in lavatrice. Non sono accessori indispensabili, li segnaliamo per chi volesse lavare i pannolini con il resto del bucato sì, ma riposti nella loro rete e/o per chi apprezza l’idea di svuotare il bidone con un’unica mossa (anziché tirare fuori i pannolini uno a uno).


Alcune mamme che seguono il sistema di “stoccaggio a secco” appena descritto, preferiscono sciacquare sempre il pannolino prima di riporlo nel bidone, perché hanno l’impressione che in questo modo si evitino i cattivi odori e le macchie si eliminino più facilmente. Il suggerimento è di usare acqua fredda/tiepida (l’acqua calda rischia di fissare la macchia), strizzare bene il pannolino e poi procedere con il lavaggio in lavatrice entro il giorno successivo.


Un’altra possibilità è quella di conservare il pannolino nel nostro bidone dotato di coperchio, ma immerso in acqua fredda, con un paio di cucchiai di bicarbonato. Questa soluzione è indicata per chi effettua lavatrici frequenti, poiché i pannolini non possono restare in ammollo per tempi lunghi!


Il bidone potrà essere collocato in bagno, accanto alla lavatrice, o fuori sul balcone, in base alle preferenze della famiglia e agli spazi a disposizione. È importante ricordarsi di lavarlo regolarmente con acqua e un po’ di sapone.


Per chi non ha spazio per un contenitore, una soluzione può essere quella di utilizzare una borsa con cerniera da appendere in bagno.


Ci sono infine famiglie che hanno destinato allo stoccaggio dei pannolini due contenitori: uno per gli inserti e uno per la parte esterna dei pannolini (per chi usa modelli AI2) e per le cover indossate sopra a fitted/prefold/ muslin. Chi sciacqua inserti e pannolini subito dopo il cambio spesso non ha bisogno di un contenitore dotato di coperchio e può lasciarli in una bacinella dei panni, in attesa del lavaggio.

Se il pannolino è sporco di pupù

Se il bimbo ha fatto la cacca, prima di riporre il pannolino nel bidone si devono buttare le feci nel water: se utilizzate il velo raccogli-feci biodegradabile eliminate tutto insieme, se non lo usate potete aiutarvi con della carta igienica per rimuovere eventuali residui.


Ricordiamo che il procedimento con gli usa e getta è identico, perché (anche se non tutti lo sanno) le feci non dovrebbero mai essere buttate nella pattumiera insieme al pannolino.


Se il bimbo è piccolissimo e le feci sono liquide (caratteristica dei piccini allattati), si può sciacquare la parte macchiata con acqua fredda e strizzare il pannolino, prima di metterlo nel bidone in attesa del bucato.

Il bucato dei pannolini

I pannolini si possono lavare insieme al resto del bucato oppure da soli, facendo una lavatrice ad hoc; in questo caso aspettando però di averne accumulati a sufficienza per fare un lavaggio a pieno carico. Per quanto riguarda questo aspetto, ogni famiglia potrà scegliere la soluzione che ritiene più comoda e/o alternarle a seconda della necessità.


In generale possiamo dire che, se non ci sono infezioni particolari in corso, non è assolutamente necessario separare i pannolini dagli indumenti del resto della famiglia.


Chiarito questo punto, vediamo alcune indicazioni tecniche per gestire al meglio il lavaggio, in modo da ottenere pannolini ben puliti e farli durare nel tempo.

I pannolini si lavano a una temperatura compresa tra 40° e 60°3. Non è necessario ricorrere a temperature superiori per garantire un’igiene adeguata, anzi è sconsigliato poiché c’è il rischio di rovinarli e si aumentano i consumi inutilmente. Questa l’indicazione generale.

L’altra è di leggere sempre le istruzioni del produttore, poiché ci sono modelli e tessuti per cui è sconsigliato superare i 30°. Le informazioni relative al lavaggio in genere sono disponibili sulle etichette e, per chi acquista online, alcuni siti mettono a disposizione dei vademecum da consultare e/o scaricare. Chi acquista in un negozio reale potrà chiedere consiglio direttamente al venditore.


Inserti in fibre naturali, fitted, prefold, ciripà, muslin, se la famiglia lo desidera, di tanto in tanto si possono lavare a una temperatura superiore, ma ribadiamo, un lavaggio a 60° è garanzia di igiene adeguata. Per quanto riguarda la centrifuga, quando nel bucato ci sono anche dei pannolini, il consiglio è di scegliere l’opzione 800-900 giri.

Quante lavatrici?

Uno dei timori quando si prendono in considerazione i pannolini lavabili è quello di essere costretti a fare lavatrici a oltranza… In realtà, anche usando i lavabili in modo esclusivo si è visto che è sufficiente una lavatrice ogni due o tre giorni, per lavare il normale bucato di famiglia cui si aggiungono i pannolini. Per le famiglie numerose, dove la lavatrice è già in funzione a giorni alterni, non cambia molto, per le coppie al primo figlio si tratterà di aggiungere un lavaggio (o due, a seconda delle loro abitudini precedenti) alla settimana.


Solo chi ha un numero ridotto di pannolini (meno di dieci) dovrà intensificare i ritmi di bucato oppure alternare lavabili e usa e getta.

Detersivo: quale e quanto

Una particolare attenzione, quando si parla di lavaggio dei pannolini, va riservata alla scelta del detersivo. L’impatto di questa scelta riguarda infatti il benessere del nostro bambino e, allargando lo sguardo, il benessere dell’intero pianeta.


La pelle del bambino resta a contatto con il pannolino giorno e notte ed è fondamentale che nei tessuti che lo avvolgono non siano presenti residui di detersivi che contengono sostanze nocive. A questo proposito, citiamo l’esperimento suggerito da Rachel Strauss esperta di tematiche ambientali:


Immergete un panno asciutto appena lavato in una bacinella di acqua calda e poi strizzatelo: la schiuma bianca che si forma è il residuo dei detersivi.

La pelle è porosa e in grado di assorbire le sostanze dall’esterno. (…) si è scoperto che fino al sessanta per cento delle sostanze chimiche penetrano nella pelle per semplice contatto superficiale4.


La prima indicazione riguarda quindi la quantità di detersivo: per lavare i pannolini, usatene sempre una dose ridotta! Una raccomandazione che è valida sempre, anche per il resto del bucato e anche per le pulizie domestiche eseguite usando detergenti industriali.


Per evitare sprechi, e per non entrare in contatto con residui di sostanze chimiche, il gruppo “ACP Pediatri per un Mondo Possibile” raccomanda di dimezzare le dosi raccomandate dall’azienda produttrice.


Per quanto riguarda il discorso dell’impatto ambientale, i detersivi non ecologici, gli ammorbidenti, gli sbiancanti, ovvero tutti quei prodotti che la maggior parte delle famiglie utilizza normalmente per il bucato, possono avere effetti davvero importanti sulla salute del pianeta.


Citiamo Maura Gancitano:

I danni sugli animali e sull’ambiente sono notevoli. Per fare solo due esempi, gli sbiancanti ottici e alcune fragranze tendono ad accumularsi negli organi animali e nelle radici delle piante, e hanno bisogno di centinaia di anni per essere smaltite. In Italia ogni anno un milione e mezzo di tonnellate di sostanze di sintesi, in parte derivate dal petrolio, sono utilizzate per la pulizia, e in media una famiglia consuma circa 25 chili di prodotti detergenti, che in gran parte finiscono nelle acque di scarico5.


E così arriviamo alla seconda indicazione: quella di acquistare un detersivo ecologico; magari dovremo spendere un po’ di più, ma avremo un notevole ritorno in termini di salute famigliare e ambientale.

Leggere le etichette!

Come riconoscere un buon detersivo ecologico? Oggi sono arrivati anche negli scaffali dei supermercati prodotti che riportano nell’etichetta la dicitura “naturale”, “ecologico”, “verde”. Non sempre però si tratta di detersivi davvero privi di sostanze nocive. In alcuni casi questi prodotti risultano sì meno inquinanti rispetto agli altri (e questo è già un bel passo avanti), ma contengono comunque alcune sostanze dannose6.


Per farci un’idea più precisa della qualità di un detersivo non c’è che un modo, lo stesso che ci permette di giudicare gli alimenti, ovvero… controllare gli ingredienti! Nel manuale Primi passi verdi troviamo questa indicazione:


Un buon detersivo ecologico non contiene materie prime di origine petrolchimica o animale, fosfati, EDTA, coloranti, cloro, formaldeide, corrosivi, enzimi, ammorbidenti, isothiazolinoni (conservanti)7.


A proposito dei petrolati, che sono gli scarti della lavorazione del petrolio, Maura Gancitano sottolinea:


I petrolati sono stati inseriti dall’Unione Europea tra i ‘cancerogeni di classe II’, ovvero sostanze potenzialmente tumorali dal momento che esiste la possibilità che siano ancora presenti al loro interno componenti attive del petrolio8.


Leggere le etichette dunque. Ecco l’abitudine che tutti noi consumatori dovremmo proprio acquisire. È anche vero, però, che non è semplice interpretare quei lunghi elenchi e orientarsi tra tanti termini spesso incomprensibili. Per fortuna in rete c’è uno strumento prezioso per decifrare le etichette e giudicare correttamente un prodotto; si tratta del Biodizionario9 che permette di verificare la qualità dei singoli componenti elencati nell’INCI (International Nomenclature of Cosmetics Ingredients), ovvero nell’elenco degli ingredienti riportati in ordine decrescente di quantità impiegata.

È sufficiente digitare il nome dei singoli componenti e per ognuno di essi appare un bollino rosso, verde o giallo. Il totale di promozioni e bocciature ottenute nell’insieme permette di valutare la qualità del prodotto, ricordando che i componenti sono segnalati sull’etichetta in ordine decrescente, quindi è importante che soprattutto i primi ingredienti superino l’esame.


In generale, ad offrire buone garanzie di qualità sono i detersivi ecologici, disponibili presso i negozi di prodotti biologici e/o acquistabili online.


Quando procurarsi un detersivo ecologico non è possibile (perché nella zona dove abitiamo non ci sono negozi biologici e preferiamo non fare acquisti tramite internet), il suggerimento è di consultare con attenzione l’INCI dei detersivi disponibili nel nostro negozio di fiducia, per individuare il prodotto migliore.


Un suggerimento pratico: chi ha la possibilità di scattare uno foto, potrà fotografare l’INCI del detersivo (o dei detersivi) direttamente in negozio per poi consultare il biodizionario una volta tornato a casa e in occasione della spesa successiva acquistare il detersivo “giusto”.


Tra i fattori da tenere in considerazione nella scelta, c’è anche l’eventuale presenza del marchio Ecolabel, il marchio di qualità ecologica della Comunità Europea che prende in esame vari aspetti, quali l’impatto ambientale del processo produttivo, la composizione del detersivo (tutti i prodotti che contengono sbiancanti a base di cloro non possono ottenere il riconoscimento), la tipologia di imballaggio, la possibilità di smaltimento del prodotto.

Ecologico conviene?

È innegabile: i detersivi ecologici in vendita nei negozi specializzati costano mediamente di più rispetto al detersivo industriale che possiamo trovare in super sconto al supermercato. Non è altrettanto noto però che i detersivi ecologici sono molto più concentrati poiché non contengono additivi, sostanze destinate a migliorare l’aspetto e la consistenza del detersivo stesso, profumi… Ciò significa che potremo fare il nostro solito bucato con una quantità di detersivo molto minore, e di conseguenza il prodotto durerà più a lungo.


Sul lungo periodo, anziché rivelarsi più costosa, questa soluzione garantisce addirittura un risparmio economico importante alla famiglia10.

Per un lavaggio più efficace

Se i pannolini sono particolarmente sporchi possiamo pre-trattare le macchie a mano (di questo argomento parleremo più diffusamente nei paragrafi successivi) oppure metterli in lavatrice e fare un prelavaggio. A seguire un lavaggio (a 40°-60°) scegliendo un programma più lungo che garantisce migliori risultati su un bucato molto sporco.

Un consiglio che viene offerto da numerosi esperti di “eco-pulizie” è quello di utilizzare la pallina dosatrice che porta il detersivo direttamente dove serve e grazie alla sua azione meccanica11 favorisce la pulizia dei capi.


In mancanza della pallina dosatrice (per evitare di acquistare appositamente una confezione di detersivo che ne sia dotata) si può usare il tappo del flacone riempiendolo di una piccola dose di detersivo e mettendolo in lavatrice. Un’altra possibilità è quella di realizzare una pallina dosatrice fai da te, tagliando a qualche centimetro dalla base un flacone di shampoo o bagnoschiuma.

Attenzione al velcro

Prima di mettere in lavatrice i pannolini, bisognerebbe ricordarsi di chiudere le parti dotate di velcro per evitare che durante il lavaggio si attacchino ad altri indumenti. Un suggerimento aggiuntivo per chi vuole conservare i suoi pannolini come se fossero nuovi: per ripulire il velcro dai pelucchi, si possono usare uno spazzolino per le unghie o un pettine a denti stretti (di quelli che si usano anche per la crosta lattea del bebè).

Cure particolari per i tessuti “pelosi”

Un piccolo trucco per conservare al meglio i pannolini che hanno la parte esterna in minky (quel tessuto con un effetto morbido, simile a un peluche): pettinare il pannolino subito dopo il lavaggio e/o una volta asciugato con una spazzola per neonati.

Se usate i ciripà

Prima di metterli in lavatrice il suggerimento è di annodare i due lacci.

Ammorbidente, no grazie!

Quando si lavano i pannolini l’ammorbidente non si dovrebbe mai usare. Il primo motivo è molto pratico: c’è infatti il rischio di danneggiarli in modo serio. Questo perché l’ammorbidente crea sui tessuti una pellicola morbida, che compromette le caratteristiche di assorbenza e impermeabilità del pannolino. Come per il detersivo, c’è inoltre il discorso dei residui di sostanze tossiche nei tessuti:


Gli ammorbidenti depositano sui tessuti una serie di sostanze chimiche lubrificanti che li rendono più soffici al tatto (…) sono costituiti da fragranze sintetiche, tensioattivi e conservanti.

Le sostanze chimiche contenute negli ammorbidenti rimangono spesso intrappolate nei tessuti: di conseguenza si trovano costantemente a contatto con la pelle quando indossiamo abiti o dormiamo in lenzuola che sono state lavate con tali prodotti12.


A livello ambientale, l’impatto dell’ammorbidente è tra i peggiori. Scrive Elisa Nicoli:


Gli ammorbidenti contengono tra le sostanze più inquinanti del settore detergenza. Diventano quasi necessari solo in presenza di un’acqua particolarmente dura, in quanto i sali di calcio che in essa abbondano tendono a rimanere sulle fibre dei tessuti, indurendole13.

Per una morbidezza sicura

Fortunatamente, anche per quanto riguarda l’ammorbidente, abbiamo a disposizione delle valide alternative non dannose per la salute (nostra e dell’ambiente). Vediamole insieme.

Acido citrico

Per chi è affezionato all’ammorbidente e fatica a rinunciarvi, o per chi vive in una località dove l’acqua è particolarmente dura14, una buona soluzione è rappresentata dall’acido citrico anidro puro, una sostanza assolutamente naturale, presente in quasi tutta la frutta.


L’acido citrico viene venduto in polvere e deve essere diluito in acqua. Per preparare una soluzione da utilizzare in lavatrice si sciolgono 100-150 grammi di acido citrico in un litro di acqua tiepida15.


La soluzione così ottenuta sostituisce egregiamente l’ammorbidente industriale: è sufficiente versarne 100 ml nella vaschetta dell’ammorbidente.


Se l’acqua della nostra zona è molto dura si può provare a preparare una soluzione al 20%, (sciogliendo in un litro di acqua o acqua distillata 200 grammi di acido citrico); oppure mantenere la soluzione al 15% ma usarne 150 ml a ogni lavaggio, sempre versandola nella vaschetta dell’ammorbidente. Conviene fare qualche tentativo, per trovare la soluzione migliore per il nostro bucato.

Aceto bianco

Ci sono famiglie che hanno sostituito l’ammorbidente con l’aceto bianco. In questo caso l’indicazione è di aggiungerne qualche decina di millilitri direttamente nella vaschetta dell’ammorbidente o durante la fase di risciacquo. Come l’acido citrico, l’aceto elimina i residui di detersivo e calcare dalle fibre, per cui gli indumenti risultano più morbidi16.

Se i pannolini diventano duri
Se dopo vari lavaggi i pannolini di cotone, canapa e bambù sono diventati un po’ duri, si può sperimentare il suggerimento di Gloria Rossi, esperta di pannolini lavabili e titolare di Eco&Eco: “mettiamo i pannolini in ammollo in una bacinella con due o tre cucchiai di acido citrico ben diluito in acqua calda, per una notte. Al mattino laviamo come al solito in lavatrice. In questo modo, in genere, i tessuti naturali recuperano morbidezza.

Per chi ha l’asciugatrice, un giro in asciugatrice al bisogno restituisce morbidezza”. Un semplice accorgimento, per gli inserti in bambù che una volta asciutti non sono molto morbidi, è quello di stropicciarli con le mani: spesso è sufficiente!

Sbiancanti e igienizzanti

Anni e anni di pubblicità ci hanno abituato ad associare l’idea di pulito al “bianco che più bianco non si può” e a quel buon profumo di detersivo… In realtà, dopo il lavaggio, un pannolino non dovrebbe avere alcun profumo (se profuma è il segnale che è stata usata una dose eccessiva di detersivo) e la presenza di una macchia o di un alone non significa che il tessuto non sia pulito. A proposito del profumo di detersivo, Rachel Strauss scrive:


La maggior parte delle fragranze si ottiene con una miscela di derivati dal petrolio, talvolta con diverse migliaia di sostanze chimiche, senza che i produttori siano obbligati a elencare sull’etichetta gli ingredienti usati. Le fragranze non hanno alcuno scopo pratico, dal momento che non aumentano l’efficacia del prodotto17.

Per quanto riguarda i prodotti presenti sul mercato che hanno la funzione di igienizzare il bucato del bebè, ricordiamo che in assenza di infezioni particolari, non è affatto necessario ricorrere a questi prodotti, anzi!


Un pannolino ben lavato è un pannolino pulito. L’eccesso di igiene non fa bene. Se poi in nome dell’igiene si utilizzano sbiancanti a base di cloro, ecco che oltre a non avere vantaggi, si va incontro anche a una serie di svantaggi.


Vediamo nel dettaglio perché è sconsigliato usare questi prodotti (è sconsigliato per il bucato in generale e ancor di più per i pannolini e i vestitini del nostro piccino).

Candeggina: perché no

Quando sul nostro bel pannolino notiamo un alone o una macchia gialla, la tentazione di ricorrere alla candeggina può essere forte. Ma la candeggina, che tanto spesso viene usata come sbiancante e disinfettante, contiene ipoclorito di sodio ed è altamente inquinante.


Nella Guida ai detersivi bioallegri redatta dal Gruppo Mondo Nuovo18, si legge:


I composti del cloro producono tossicità e alterazione nel sistema riproduttivo, nel sistema endrocrino, nel sistema immunitario e possono indurre patologie tumorali. Il cloro si accumula nell’ambiente, formando composti intermedi tossici, che si inseriscono nella catena alimentare e arrivano all’uomo con il cibo19.


Un articolo di Greenpeace del 2002 denunciava:

In conclusione i composti organici del cloro sono, fra le sostanze sintetizzate dall’uomo, quelle più pericolose sia per la salute pubblica che per l’ambiente”20.


Ma già nel 1990 il Clean Air Act, un provvedimento legislativo degli Stati Uniti, aveva incluso il cloro tra gli inquinanti atmosferici pericolosi. Rachele Strauss scrive:


Alcuni sostengono che (il cloro) non sarebbe nocivo, poiché in natura si scompone in sale e acqua; in realtà i sottoprodotti di tale processo (clorofluorocarburi e diossina) rimangono nell’ambiente molto più a lungo. Tali sostanze si riversano nei fiumi e nei canali inquinando le acque; i pesci contaminati introducono nella catena alimentare una miscela velenosa di sostanze chimiche che finiscono anche sulle nostre tavole. Si pensa che ogni giorno molte persone ingeriscano una dose di diossina da trecento a seicento volte superiore a quella considerata “sicura” dalla Environmental Protection Agency, l’ente statunitense che si occupa della salvaguardia ambientale. Una volta nell’organismo, tali sostanze si accumulano nei tessuti adiposi provocando scompensi ormonali, diabete, cancro, inibizione del sistema immunitario, endometriosi, disturbi dell’apparato riproduttivo e malformazioni del feto durante la gravidanza21.


Nel manualetto Primi passi verdi si legge:

Attenzione ai prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati che smacchiano già a 30°: sono un concentrato di sostanze nocive per l’ambiente e per la pelle. Sull’etichetta di uno dei più diffusi sbiancatori/smacchiatori da usare in lavatrice per esempio sono elencati ben tre tipi di enzimi che “possono provocare una reazione allergica”22.


Insomma, c’è di che riflettere!

Un’alternativa naturale: il percarbonato

Un’alternativa per igienizzare il bucato, non inquinante e non dannosa per la pelle del bebè, è rappresentata dal percarbonato (da non confondere con il perborato che invece ha un elevato impatto ambientale!). Il percarbonato di sodio viene venduto in polvere ed esercita un’azione igienizzante e sbiancante, liberando ossigeno e anidride carbonica. È sufficiente aggiungerne un cucchiaio per una lavatrice a pieno carico. Perché sia efficace è indicato lavare ad almeno 40°, meglio se a 60°. Ribadiamo che di norma non è necessario aggiungere alcunché al detersivo ecologico con cui lavate i pannolini, ma se vi piace l’idea di un piccolo surplus di igiene e di bianco, di tanto in tanto potete ricorrere a questo prodotto23.


Viene venduto nei negozi di prodotti biologici, ma di recente è arrivato anche in alcune catene di supermercati in confezioni da uno o due chili (che hanno un prezzo contenuto). Per avere la certezza di acquistare percarbonato senza aggiunta di sgraditi componenti tossici, come al solito è necessario controllare l’etichetta e leggere l’INCI.


Fare meglio con meno

Con i lavabili risparmiamo il costo degli usa e getta. Ma non solo. La gestione ottimale di questo tipo di pannolino richiede infatti di “togliere”, diminuire, consumare e spendere meno. Meno detersivo. Niente ammorbidente. Nessun prodotto sbiancante o igienizzante. E non per risparmiare, ma proprio perché per fare bene, per conservare al meglio i nostri pannolini, è indispensabile evitare certi prodotti e diminuire le dosi di altri. Un bell’esempio di come si possa fare meglio con meno!


Trucchi anti-macchia

Abbiamo già specificato che se il pannolino è stato lavato a 40°-60° con la sua giusta dose (cioè piccola dose) di detersivo… è pulito. A volte però può capitare che nella parte interna e sugli inserti restino delle piccole macchie o degli aloni. Si tratta di un fatto esclusivamente estetico che di solito si risolve nei lavaggi successivi poiché di volta in volta l’alone si attenua, ma se la macchia vi disturba, ecco alcuni rimedi naturali per far tornare bianco il pannolino.


Il sole. Naturale e a costo zero, il sole esercita una potente azione sbiancante. È sufficiente stendere i pannolini all’aperto (con la parte macchiata rivolta verso l’esterno) perché il sole migliori la situazione. In inverno, quando non è possibile stendere fuori, si può sistemare il pannolino macchiato dietro al vetro della finestra in modo che venga raggiunto dai raggi solari.


Il percarbonato. Come abbiamo visto, un cucchiaio di percarbonato aggiunto durante il lavaggio in lavatrice esercita un’azione sbiancante.

Il bicabornato. Anche il bicarbonato è una sostanza innocua24 che può essere usata per pre-trattare la macchia prima del lavaggio. Se ne sistema un pizzico direttamente sulla macchia e aggiungendo un po’ di acqua tiepida si crea una specie di pasta morbida; si sfrega la macchia e si lascia agire.


L’acqua ossigenata (o perossido di idrogeno). Esercita un’azione disinfettante e candeggiante e può essere utilizzata per rimuovere le macchie dagli indumenti bianchi. L’indicazione è di versarne alcune gocce direttamente sulla macchia prima del lavaggio.


Il limone. Questo agrume ha un lieve potere sbiancante che può essere sfruttato per rimuovere le macchie. Possiamo provare a spremerne alcune gocce direttamente sulla macchia, oppure immergere il pannolino macchiato in una bacinella con acqua fredda o tiepida dove è stato versato il succo di mezzo limone per un breve ammollo prima del lavaggio in lavatrice25.


Detersivo per i piatti. Per le macchie più ostinate si può fare un tentativo con alcune gocce di detersivo per i piatti, che ha un alto potere sgrassante.


Intervento tempestivo. Un’altra possibilità è quella di intervenire subito sulla macchia, dopo il cambio di pannolino, sfregandola con acqua fredda o tiepida (non usare acqua calda che tende a fissare la macchia), eventualmente usando una spazzolina per le unghie o un po’ di sapone naturale. Se si usa il sapone è importante sciacquare bene prima di mettere il pannolino nel bidone in attesa del lavaggio in lavatrice26.


Un po’ di pazienza. Macchie e aloni in genere tendono a regredire (in certi casi fino a scomparire) di lavaggio in lavaggio.

Attenzione al PUL

Se l’operazione di smacchiatura riguarda un pannolino con rivestimento esterno in PUL, ecco un piccolo accorgimento, suggeritoci da Luisa Maria Orsi, esperta di lavabili, per non rovinare la parte impermeabile: “Il PUL del pocket soffre molto la smacchiatura. Il mio trucco è imbottire il pocket con uno straccio mentre lo smacchio con la spazzolina, poi lavaggio a una temperatura massima di 40 gradi. Sempre in un’ottica di miglior conservazione del PUL, sarebbe bene evitare la torsione del pannolino quando si strizza”.

Un aiuto dai veli raccogli-feci

I veli raccogli-feci biodegradabili e i veli in pile offrono una discreta protezione dalle macchie. Soprattutto quando il bimbo allattato inizia lo svezzamento e le feci diventano solide, in molti casi, grazie al velo il pannolino non arriva a macchiarsi (o si macchia meno).


Lozione smacchiante autoprodotta

Nella lotta alla macchia, si può ricorrere anche all’autoproduzione, ovvero a lozioni naturali create con ingredienti sicuri. Di seguito riportiamo la ricetta di Maura Gancitano per smacchiare abiti, assorbenti e pannolini lavabili. Ingredienti:

  • 50 g di acqua ossigenata 

  • 10 g di acido citrico 

  • 40 g di acqua (distillata) 

  • 3 gocce di olio essenziale di limone 

  • 3 gocce di olio essenziale di tea tree

Procedimento: versate in un contenitore l’acido citrico, aggiungete l’acqua e poi, piano piano, l’acqua ossigenata. A questo punto misurate gli oli essenziali. Se volete, potete aggiungere a questa lozione 20 grammi del vostro normale detersivo per piatti o per il bucato.


Emulsionare direttamente sulla macchia e risciacquare con abbondante acqua. Tempo di conservazione della lozione: sei mesi.27


Pannolini: come si asciugano

Abbiamo lavato i nostri pannolini e ora? L’ideale è stenderli all’aria aperta (con la parte interna assorbente rivolta verso l’esterno) perché i raggi del sole possano smacchiare e igienizzare i tessuti, oltre a farli asciugare rapidamente28. Quindi in giardino, in balcone, sullo stendino appeso alla finestra, finché la stagione e le condizioni atmosferiche lo consentono. Anche nelle giornate nuvolose, l’azione del vento ammorbidisce e rinfresca i tessuti.

Durante l’inverno e nelle giornate di pioggia si stende in casa: se si ha fretta di far asciugare i pannolini e gli inserti in tessuto naturale, si possono mettere direttamente sul calorifero. Attenzione, la parte esterna dei pannolini, quella impermeabile, e le cover in tessuti sintetici non devono mai essere stese sul calorifero. In ogni caso i tessuti tecnici non impiegano molto tempo ad asciugare, quindi è bene non rischiare di rovinarli collocandoli troppo vicini a una fonte di calore.


Lo stesso discorso vale per le mutande di lana, da stendere possibilmente in posizione orizzontale, lontano dai caloriferi. Quando il clima lo consente, via libera allo stendino all’aperto anche per la lana, ma non esposta direttamente ai raggi del sole.


Per quanto riguarda i tempi di asciugatura, sono più brevi per i pannolini e gli inserti in materiale sintetico, mentre pannolini e inserti in bambù possono impiegare anche un paio di giorni per tornare disponibili.

In asciugatrice

Oggi sono in aumento le famiglie che, a causa dell’umidità della propria abitazione e/o della mancanza di spazi per i panni stesi, hanno deciso di utilizzare l’asciugatrice. In questo caso si possono far asciugare i pannolini con il resto del bucato, programmando un ciclo delicato, a temperature medio-basse.


Ci sono mamme che hanno usato l’asciugatrice per tutti i loro pannolini senza problemi. Altre, per non rischiare di rovinare la parte impermeabile esterna29 o di far invecchiare i pannolini prematuramente, hanno preferito evitarne l’uso. Il suggerimento è di regolarvi in base alle necessità della vostra famiglia!30


Il bucato dei pannolini in sintesi

  • Lavare i pannolini a una temperatura di 40°-60°.

  • Se si usa un detersivo industriale dimezzare le dosi rispetto alle istruzioni riportate sulla confezione.

  • Privilegiare se possibile un detersivo ecologico.

  • Non usare ammorbidente. Questo prodotto si può sostituire con acido citrico o aceto bianco.

  • Non usare prodotti igienizzanti e sbiancanti. Questi prodotti si possono sostituire se necessario con percarbonato.

  • Stendere al sole, per sfruttare la sua azione sbiancante e igienizzante, non appena possibile.


Il primo lavaggio

I pannolini e gli inserti nuovi devono essere lavati prima di essere utilizzati. L’indicazione generale è di sottoporli a tre lavaggi: il primo con detersivo ecologico (per la temperatura è bene attenersi alle istruzioni dei singoli modelli) per rimuovere i residui della lavorazione, i due lavaggi successivi senza detersivo per migliorarne l’assorbenza31.


Questo perché i pannolini lavabili esprimono al meglio le loro potenzialità solo dopo alcuni lavaggi (tre o più in funzione dei tessuti). Quindi l’assorbenza aumenta di lavaggio in lavaggio.


Per i pannolini in microfibra, sono sufficienti uno o due lavaggi preventivi. Per chi usa il sistema a due pezzi, per la cover impermeabile nuova il lavaggio è uno solo.


La comodità per chi eredita o acquista pannolini usati è che è sufficiente un unico lavaggio per rinfrescare il pannolino, mentre per quanto riguarda l’assorbenza il pannolino è già efficiente!

Sempre più assorbenti…

A proposito di assorbenza di pannolini e inserti in tessuti naturali, Barbara D’Este, esperta di lavabili, spiega che: “Il cotone avrebbe bisogno indicativamente di 3-5 lavaggi per raggiungere una buona assorbenza, al cotone biologico ne servono almeno cinque. Canapa e viscosa di bambù in media necessitano di 7 lavaggi (ma l’assorbenza migliora ancora nei lavaggi successivi). In ogni caso i pannolini possono essere già usati dopo un paio di lavaggi avendo cura, le prime volte, di non lasciarli indosso al bimbo troppo a lungo”.

Manutenzione straordinaria dei pannolini

Dopo diversi mesi di utilizzo può essere utile procedere con una manutenzione straordinaria, per eliminare eventuali residui di detersivo accumulati nelle fibre e migliorarne in questo modo l’assorbenza.


Il termine tecnico che viene usato per indicare questa operazione è “strippare” (dall’inglese to strip che significa denudare).


Il procedimento è semplice: si tratta di effettuare tre lavaggi consecutivi, il primo a 60° con una dose minima di detersivo ecologico e/o con un cucchiaio di percarbonato per igienizzare e i due successivi a 40° senza alcun prodotto, ma con uno o più risciacqui aggiuntivi32. Un’altra possibilità è fare due lavaggi a 60° (il primo con dose minima di detersivo e cucchiaio di percarbonato), il secondo senza nessun prodotto, entrambi i lavaggi con un paio di risciacqui aggiuntivi.


Questa manutenzione straordinaria può rappresentare la soluzione per due tipi di problema: quando si ha l’impressione che la tenuta, ovvero la capacità di assorbenza dei pannolini sia diminuita e nel caso in cui i pannolini, dopo il normale lavaggio e una volta asciutti, abbiano un cattivo odore.

Odori, se il problema non si risolve

Se avete effettuato i tre lavaggi ma il problema degli odori sgradevoli persiste, potete provare a modificare le abitudini di stoccaggio dei vostri pannolini sporchi. Se riponete i pannolini direttamente nel bidone conservandoli a secco, provate a sciacquarli con acqua tiepida subito dopo il cambio. Se siete soliti sciacquarli, provate a stoccarli a secco (ricordando di mettere un po’ di bicarbonato che assorbe gli odori, sul fondo del contenitore). Se non funziona, potete tentare un ammollo in acqua fredda, procedendo però in tempi rapidi con il lavaggio in lavatrice.


Se la situazione non si risolve, si può intervenire sulle modalità di lavaggio, usando una temperatura più alta del consueto (chi lava a 30° può provare un programma a 40° e/o a 60°). In alternativa fare un prelavaggio con acqua fredda in lavatrice prima del consueto lavaggio (a 40° o 60°).


L’arrivo della bella stagione con i panni stesi all’aria aperta e al sole, in genere aiuta!

Manutenzione delle cover in lana

Per il lavaggio delle cover in lana indossate sopra pannolini in fibre naturali, è necessaria una gestione a parte. La lana ha infatti bisogno di qualche attenzione in più, per conservare al meglio le sue proprietà.


Queste cover dovranno essere lavate con acqua fredda, a mano o in lavatrice, selezionando il programma dedicato agli indumenti in lana (con temperatura mai superiore a 30°), e fatte asciugare lontano da fonti di calore diretto33.

La buona notizia è che questo copripannolino ha una caratteristica molto speciale: in genere non è necessario lavarlo se si è solo bagnato di pipì. Può sembrare strano, ma le mamme garantiscono che, grazie al potere rigenerante della lana, è sufficiente lasciar asciugare bene la cover per poterla riutilizzare, e questo senza che sul tessuto resti alcun odore. Sarete voi, quindi, a valutare con che frequenza procedere con il lavaggio; in genere si parla di una volta al mese, circa.


Lavare è invece indispensabile se dopo aver lasciato asciugare la cover si nota un odore sgradevole, se ci sono state fuoriuscite di cacca, se è particolarmente bagnata perché la perdita di pipì è stata consistente, se ci si accorge che è diminuita la tenuta. In alcuni casi, se la macchia è molto piccola, anziché lavarla tutta, si può intervenire solo sulla macchia con acqua tiepida e una piccola dose di sapone o detersivo naturale.


Dopo il lavaggio, la cover dovrà essere sottoposta a un particolare trattamento con la lanolina che ne garantisce l’impermeabilità. La lanolina viene venduta in bustine sotto forma di balsamo e in flaconi sotto forma di granelli (della grandezza di un pisello) e si può trovare nei negozi di prodotti biologici.


Ecco come si procede: si fa sciogliere un pisello di lanolina (o si versa la quantità di balsamo indicata nelle istruzioni del prodotto) in una bacinella di acqua tiepida e poi si immerge la cover che dovrà restare in ammollo per un breve periodo (per i tempi, seguire le istruzioni sulla confezione).


Si strizza molto, molto delicatamente oppure, soluzione migliore, la si posa su un asciugamano e si arrotola l’asciugamano in modo da assorbire il grosso dell’acqua. Infine si lascia asciugare, preferibilmente all’aria aperta e in posizione orizzontale.

Situazioni particolari: se c’è un’infezione

Per garantire un’igiene adeguata dei pannolini non è necessario lavare ad alte temperature, ma come gestire il lavaggio quando c’è un’infezione in corso, ad esempio, in presenza di Candida albicans o di un’infezione gastro-intestinale? La pediatra Elena Uga spiega: “Il lavaggio a 60° è sufficiente per igienizzare a fondo il pannolino, quindi in caso di infezioni è meglio utilizzare questa temperatura e lavare a parte i pannolini anziché con il resto del bucato, ma questo solo perché altri tessuti a quelle temperature verrebbero danneggiati. Non vanno mai utilizzati prodotti disinfettanti per bucato che sono irritanti e inutili.”

Prendersi cura dei pannolini

In questo capitolo abbiamo preso in considerazione le possibili soluzioni per lavare, sbiancare, conservare al meglio i nostri pannolini.


Considerazioni generali degli esperti, rimedi “della nonna”, suggerimenti da mamma a mamma ci hanno offerto un quadro – spero – abbastanza esaustivo della gestione dei pannolini. Gestione che non si riassume in un aumento delle lavatrici da fare, ma che si traduce in un vero e proprio prendersi cura. Prendersi cura dei pannolini del nostro piccino, scegliendo di volta in volta le soluzioni più adatte per i diversi modelli e tessuti, e a volte inventando le soluzioni, quando quelle già note non ci hanno portato i risultati sperati.


Non tanto o non solo lavoro in più, ma attenzione e creatività, questo sì. Doti che ai genitori tornano sempre utili. Mi piace questa immagine del prendersi cura dei pannolini di stoffa, perché credo sia un modo, uno dei tanti, tantissimi modi, in cui può esprimersi il nostro amore di genitori.

Voci di mamme e papà

Ho scoperto l’esistenza dei lavabili grazie all’animo ecologico di mia moglie e l’ho subito sostenuta: benessere del bimbo e benefici per l’ambiente mi hanno immediatamente convinto. Mi sono fatto carico della gestione dei panni mettendo a punto la seguente strategia: lavatrice notturna, stendere la mattina presto prima della colazione, ritiro la sera al rientro dal lavoro, mattina presto successiva piega e “rimessa in opera” dei panni…

Carlo, papà di Anna-Lucia, 20 mesi


Pensavo fosse molto difficoltoso gestire le lavatrici e i cambi, invece sono orgogliosa di usare i lavabili e mi piace anche dedicarmi al veloce prelavaggio per quelli più macchiati di popò. Mi sembra di dedicarmi ai miei bambini anche in questo modo.

Valeria, mamma di Lorenzo, 3 anni, Sebastiano, 10 mesi


Io credo che il segreto di un ménage familiare che funzioni sia dividersi il carico. Noi lavoriamo entrambi fuori casa e ci occupiamo della casa, dei bimbi e delle incombenze quotidiane sempre al 50%.


Per i pannolini lavabili facciamo un bucato una sera sì e una no. Usiamo circa 7/8 pannolini al giorno, quindi dopo due giorni arriviamo giusti giusti con i quindici che abbiamo. Mio marito arriva dal lavoro alle 18 e attiva la lavatrice, verso le 20 io scendo a metterli in asciugatrice. Mettiamo a letto i grandi e poi io preparo i pannolini per i due giorni successivi (inserisco gli inserti nei pocket e metto i veli cattura pupù). Ripongo i pannolini nel cassetto del fasciatoio in modo che siano sempre pronti per chi deve cambiare il bambino.

Alessia e Roberto, mamma e papà di Federico e Vittoria, 3 anni, Cristiano, 3 mesi


Abbiamo iniziato appena usciti dall’ospedale, in modo praticamente esclusivo. Nei primi 20 giorni l’aiuto della nonna materna è stato importante. Per il resto si è trattato di fare qualche lavatrice in più e in media 10-15 minuti di lavoro al giorno per pretrattare con sapone di marsiglia i pannolini.

Andrés, papà di Ruben, 4 mesi


Io non ho trovato alcuna difficoltà. Le lavatrici con una bimba piccola in casa si fanno comunque, ogni 2 o 3 giorni mi basta prendere il sacco che tengo in terrazza, aprire la zip sul fondo e mettere tutto in lavatrice. I pannolini escono da soli durante il lavaggio, non devo nemmeno toccarli. Ho iniziato a lavarli con la biancheria anche perché effettivamente dalla lavatrice esce tutto pulito. Il momento dell’assemblaggio cerco di trasformarlo in un gioco con la mia bimba.

Francesca, mamma di Gemma, 2 anni, in attesa di Mattia


I pannolini si usano, si mettono in un sacco fatto apposta che ha una zip sul fondo, al momento del lavaggio si prende il sacco, si apre la zip e si butta tutto così com’è in lavatrice.

Sara, mamma di Mattia ed Emanuele, 30 mesi


Penso sia un bel modo di dimostrare alla mamma che si ha voglia di condividere le incombenze della pulizia del bambino e della casa. Da quando abbiamo avuto un numero sufficiente di pannolini, fare qualche lavatrice in più non è molto più complicato che lavare i piatti la sera o caricare una lavastoviglie! Diventa un’abitudine quotidiana, che non porta via molto tempo ma porta molti vantaggi, all’ambiente e al bambino.

Benjamin, papà di Elba, 3 mesi


Un risciacquo preventivo ai pannolini e poi il bucato si fa insieme alla biancheria del bimbo o di casa.

Serena, mamma di Flavio Maria, 5 mesi e mezzo


Ogni difficoltà è stata superata grazie alla collaborazione del papà! Sono convinta che si debba essere in due e dividersi i compiti domestici. Ci siamo organizzati, facciamo un lavaggio di pannolini ogni due giorni, e la sera mentre io stendo lui cucina o viceversa. È anche un bel modo per conoscere meglio la nostra piccolina, occuparsi con più attenzione dei suoi bisogni.

Ilena, mamma di Elba, 3 mesi


Il lavaggio deve essere abbastanza “immediato” altrimenti si fatica un po’ a togliere le macchie con lavaggi standard non troppo aggressivi (e soprattutto senza sostanze chimiche che possano fare male alla bimba e/o danneggiare l’ambiente). La soluzione è metterli a bagno e togliere almeno il grosso delle macchie se non si possono lavare entro poco tempo.

Valentina, mamma di Emma, 13 mesi


All’inizio avevo difficoltà nello stoccaggio dei pannolini sporchi e li passavo tutti a mano, poi ho visto che venivano benissimo anche senza questa fatica inutile e ho cominciato a metterli in un bidoncino vicino al portabiancheria e quando facevo una lavatrice infilavo un paio di pannolini.

Simona, mamma di Daniel, 2 anni


Una difficoltà iniziale è stata la rimozione delle macchie di cacca, che però vengono via grattando con uno spazzolino per unghie e se proprio non vengono perfetti… amen!

Michela e Marco, mamma e papà di Serena, 4 anni, Angela, un anno


In genere riuscivo ad accumulare i pannolini sporchi in un contenitore sul terrazzo e a lavarli in lavatrice una volta a settimana, talvolta due volte a seconda del bisogno. Se particolarmente sporchi riservavo una lavatrice solo per pannolini e biancheria sporca lavando a 60°, altrimenti li lavavo a 30°, tranquillamente insieme ad altri vestiti. E per gli aloni di cacca che inevitabilmente qualche volta restano ho scoperto che è sufficiente stendere al sole per sbiancare magicamente tutto!

Alice, mamma di Leonardo, 4 anni


Il carico di lavoro è maggiore di prima. Devo fare uno/due lavaggi in più; per noi sono in media 3 ore di utilizzo in più della lavatrice alla settimana. Ma non è certo impossibile. Quando il cesto è pieno, chi fra me e mio marito è libero fa partire la lavatrice, idem per stenderli. O facciamo la lavatrice il fine settimana, oppure la programmiamo la mattina presto nelle ore in cui l’energia costa meno.

Giuliana, mamma di Irene, 10 mesi


I lavaggi sono semplici: si prende il bidone (ogni 3 giorni circa), un lavaggio di risciacquo e poi il lavaggio vero e proprio; un passaggio in asciugatrice se è inverno o brutto tempo e il gioco è fatto.

Gigi, papà di Edoardo, 11 mesi


Non ho mai sentito il peso dei lavaggi, anzi, caricare una lavatrice con solo i vestitini dei bimbi è uno spreco, aggiungendo i lavabili le lavatrici si fanno a pieno carico. In inverno lavo i pannolini a giorni alterni, perché ne possiedo solo quindici; in estate un lavaggio ogni due o tre giorni!

Catia, mamma di Sophia, 11 mesi


Il lavoro procurato dai lavabili non è granché. Ho acquistato una rete porta bucato che uso come contenitore per i pannolini sporchi. Quando è ora infilo la rete in lavatrice, poi li stendo (parliamo di 10/12 pezzi, ci vuole un attimo) o li infilo direttamente in asciugatrice et voilà, fatto. Il problema maggiore potrebbe essere quello delle asciugature che, in effetti, in stagioni piovose con termosifoni spenti può essere un aspetto piuttosto dolente. Io in quei casi uso l’asciugatrice, ma la questione si può risolvere procurandosi venti pannolini anziché i 12/13 che uso io.

Irene, mamma di Anna, 6 mesi


Faccio le lavatrici di notte per risparmiare l’energia elettrica e stendo al mattino prima di uscire. Ho un filo sotto la tettoia per quando piove, uno stendino davanti al termosifone e qualche pannolo in più rispetto al minimo indispensabile per quando non riesco a lavare e asciugare in tempo.

Laura, mamma di Luca, 4 anni, Matteo, 2 anni


Non ho avuto particolari difficoltà a parte i tempi di asciugatura in inverno. Il problema è stato ovviato con l’utilizzo dello scaldasalviette.

Agnese, mamma di Azzurra, 3 mesi


Facevo una lavatrice di ciripà ogni due giorni. Avevo sempre pronta una bacinella con acqua insaponata, dove li buttavo prima del lavaggio in lavatrice. In più utilizzavo un inserto di carta rilavabile (anche 5/6 volte): se facevano la pipì mettevo l’inserto nella bacinella, se facevano la pupù buttavo tutto nel water così non avevo problemi di odori sgradevoli. Alla sera stendevo e al mattino ritiravo. Piegare i ciripà e i triangoli mi rilassava moltissimo.

Angelica, mamma di Luca e Mia, 3 anni


La difficoltà principale è legata banalmente alla gestione, bisogna essere sistematici nei lavaggi e non sempre noi ce l’abbiamo fatta. C’è stata una certa alternanza con gli usa e getta, dato che i lavabili non reggevano tutta la notte, e anche per via di alcuni “intoppi” nella rotazione che finivano con l’esaurire i lavabili disponibili, nonostante la ventina di pezzi acquistati.

Fabrizio, papà di Lorenzo, 3 anni, Sebastiano, 10 mesi

Non mi occupo io della lavatrice, aiuto solo a stendere, ma la gestione quotidiana dei bucati mi sembra sempre la stessa, sarà che in quattro è comunque un continuo fare lavatrici e non sono i pannoli a cambiare il ritmo!

Stefano, papà di Chiara, 2 anni e mezzo, Simone 11 mesi


Se devo essere sincera, mi diverte occuparmi dei pannolini lavabili. Caricare la lavatrice, stenderli e osservarli tutti colorati sullo stendino, ritirarli e prepararli con cura, abbinando l’inserto giusto al pocket, spazzolando i pannolini in minky

Cristina, mamma di Lorena, 9 anni, Luca 6, Diego, 22 mesi

Pannolini lavabili
Pannolini lavabili
Giorgia Cozza
Guida all’uso dei pannolini di tessuto dalla nascita al vasino.Come scegliere e usare i pannolini lavabili: idee, spunti e suggerimenti per utilizzare con soddisfazione i pannolini in tessuto. Sono sempre più numerose le famiglie interessate al mondo dei pannolini lavabili: genitori e futuri tali, preoccupati per il forte impatto ambientale degli usa e getta, che desiderano fare un passo avanti verso un futuro più sostenibile, per il bene del pianeta, dei figli e di tutta l’umanità.Pannolini lavabili vuole dare una risposta ai dubbi che possono sorgere quando si abbandonano gli usa e getta per sperimentare questo percorso alternativo.I pannolini in stoffa, oltre a essere rispettosi dell’ambiente, sono più confortevoli e “sani” per il bambino, e anche vantaggiosi a livello economico.Ma come “funzionano” questi pannolini?Come orientarsi nella scelta di modelli, taglie e tessuti?Quali accorgimenti sono necessari per il lavaggio, l’asciugatura e la conservazione?Giorgia Cozza offre la risposta a tutti questi interrogativi e tanti suggerimenti pratici per usare con soddisfazione i pannolini lavabili.Le numerose testimonianze dei genitori, i consigli degli esperti, la consulenza di una pediatra e le indicazioni utili per orientarsi nell’acquisto fanno di questo libro uno strumento prezioso per chi muove i primi passi nel mondo allegro e colorato dei pannolini lavabili, con anche un’appendice dedicata al fai da te e le istruzioni passo passo per chi vuole provare a realizzare i pannolini del suo bambino. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.