capitolo iii

Il cambio del bebè

Mentre tenete in braccio il neonato, gli toccate le mani e i piedini, lo stringete contro di voi, fate di lui il vostro bambino e di voi stesse la sua mamma.

Daniel Stern

Si impara ad amare non perché ce lo insegnano, ma per il fatto di essere amati.

Ashley Montagu

Come si gestisce il cambio del bebè quando si usano i pannolini lavabili? Quali accortezze sono necessarie per prendersi cura della sua pelle delicata? E ancora, quali pannolini sono adatti per la notte? Vediamo insieme come organizzarsi per i cambi del piccolo, e come superare eventuali difficoltà: ad esempio, se si verificano arrossamenti, o se il pannolino perde…

Cambio del bebè: come si procede

Quando si ha un bimbo neonato, soprattutto se è il primo figlio, l’operazione del cambio può sembrare davvero complicata. Non è facile maneggiare un bebè tanto piccino! Sentirsi un po’ impacciati è normale, ma basteranno pochissimi giorni per diventare esperte e sicure di sé.


Il cambio per chi usa i pannolini lavabili prevede gli stessi gesti che si farebbero con un pannolino usa e getta. Quando il pannolino è sporco o bagnato, si toglie e si mette da parte, si porta il piccolo in bagno per sciacquare sederino e genitali con acqua tiepida, si asciuga tamponando con una salvietta, e si riporta il bimbo sul fasciatoio o sul lettone per indossare il pannolino e rivestirsi. Si prepara il pannolino pulito ben aperto e vi si posa sopra il bebè, oppure si stende il bimbo, si sollevano delicatamente le gambine e si infila sotto il sederino il pannolino ben aperto.


Si copre il bimbo con la parte davanti del pannolino. Si chiude il pannolino con i velcri o con i bottoncini.

Per chi usa pannolini Tutto in Uno non c’è nulla da preparare, il pannolino è sempre pronto. Per chi usa pocket e Tutto in Due, il pannolino deve essere preparato prima del cambio, rispettivamente inserendo l’inserto nella tasca o fissandolo tramite bottoncini alla parte interna1.


Molte famiglie si trovano bene inserendo tra il pannolino e la cute del bebè un velo raccogli-pupù, che velocizza l’operazione del cambio, poiché le feci si asportano insieme al velo e si buttano nel water (se il velo è in materiale biodegradabile). Nei primi mesi di vita le feci del neonato allattato sono di consistenza liquida e non tutti i veli riescono a trattenerle bene; conviene provare e stabilire se il cambio è più agevole con o senza velo2.

Cambio del pannolino e “pieno” di coccole!
Tocco e parola: ecco la chiave magica per aprire il cuore di ogni bambino.

Elena Balsamo


Può capitare di pensare all’operazione come a un’incombenza poco gradevole (soprattutto se nel pannolino c’è la cacca), ma quello del cambio può essere anche un bel momento di coccole con il bebè.


Una volta messo da parte il pannolino sporco e sciacquato il sederino, con il piccolo steso sul lettone o sul fasciatoio, ci si può concedere qualche minuto di baci, pernacchie e solletico al pancino, ai piedini nudi, alle gambine. In genere al bimbo questi momenti piacciono tantissimo e ben presto gli strappano delle sonore risate3.


Solo, tenete a portata di mano un asciugamano… soprattutto i maschietti quando sono liberi dal pannolino possono decidere che è il momento giusto per fare pipì!

Quanti cambi?

Quante volte è necessario cambiare il pannolino nel corso della giornata e della notte? La risposta è immediata: ogni volta che è sporco. Se il bimbo ha fatto cacca è opportuno cambiarlo il più rapidamente possibile per evitargli il fastidio di restare a contatto con le feci e perché questo contatto non irriti la cute. Più difficile è accorgersi subito se il piccolo ha fatto pipì, ma vale l’indicazione offerta dai pediatri di cambiare il pannolino ogni tre ore circa.

Attenzione, questo a prescindere dal tipo di pannolino, come specifica la pediatra Elena Uga, riferendosi agli usa e getta: “la superassorbenza dei pannolini tradizionali induce il genitore a cambiare il bimbo meno spesso, esponendo la cute del sederino a rischi di irritazioni cutanee nella regione genitale”4.

Cambiando spesso il pannolino si prevengono fastidiose irritazioni e si garantiscono le giuste condizioni igieniche al piccolo. Durante la notte sono concesse pause un po’ più lunghe se il bimbo non ha evacuato, per favorire… la sopravvivenza della mamma!


Nelle prime settimane di vita, i cambi nel corso delle 24 ore possono essere anche più frequenti, perché ci sono bimbi che evacuano ad ogni poppata, il che significa anche dieci (o più) volte al giorno!


Con il trascorrere dei mesi anche i ritmi intestinali si regolarizzano e i pannolini da cambiare diventano meno numerosi; fino ad attestarsi, superati i primi mesi, intorno ai 6 pannolini al giorno.

Prodotti per l’igiene intima

La soluzione più indicata per lavare il sederino del bambino è quella di sciacquarlo direttamente con acqua tiepida. E se il piccino ha fatto cacca si usa un po’ di sapone delicato. Utilizzare detergenti ad ogni cambio è invece sconsigliato, come sottolinea il pediatra Lucio Piermarini: “Poiché la pipì non contiene grassi e le feci ne contengono pochissimi, sarà quasi sempre sufficiente lavare solo con acqua così da non togliere alla pelle il suo strato difensivo. Il sapone, uno qualunque, lo userete quando vi sembrerà che la pelle sia un po’ untuosa o se noterete un residuo di cattivo odore. La sorpresa sarà scoprire che in questo modo i bambini non si arrossano praticamente mai”5.


A sostegno di questa soluzione si è espressa anche la pediatra Maria Edoarda Trillò:


Dato che la pelle trattiene l’acqua, ma assorbe le sostanze con cui viene a contatto, è molto importante stare attenti ai prodotti usati per la pulizia e la cura del corpo. Gli scaffali dei supermercati e delle farmacie sono colmi di liquidi detergenti, lozioni, bagnoschiuma, shampoo, salviettine, oli per massaggi… tutti contengono sostanze chimiche e profumi che, oltre ad essere irritanti, confondono l’olfatto del bambino. In realtà per preservare la salute della pelle del bebè, è necessario rispettarne la fisiologia: deve essere mantenuto il film lipidico e non devono essere usati prodotti aggressivi che lo distruggono.


Per la pulizia dei genitali e della zona ricoperta dal pannolino è necessaria la sola acqua ed è importante, nelle femminucce, procedere dal davanti verso il dietro (ovvero, lavando prima i genitali e poi il sederino), per evitare di trasportare i germi delle feci verso la vulva, e nei maschietti pulire accuratamente tra le pieghe dello scroto e del pene, avendo cura di non tirare il prepuzio (che può essere un po’ stretto e si allenterà con la crescita).


A scopo protettivo può essere usato il comune olio extravergine d’oliva (sì, quello usato per condire l’insalata!) che ha anche potere detergente e idratante6.


Molte famiglie si sono trovate bene utilizzando delle pezzuoline in stoffa morbida7, imbevute di qualche goccia d’olio di oliva o di mandorla. Una soluzione naturale e rispettosa della cute delicata del bebè, oltre che economica.

Salviettine umidificate?

Molto utili in alcune situazioni particolari, come un viaggio in auto o in treno o una gita in mezzo alla natura, quando non è possibile lavare il bimbo con acqua ed eventualmente un po’ di sapone, le salviettine umidificate usa e getta sono riuscite, senza ragionevole spiegazione, ad entrare nel protocollo quotidiano del cambio. Per effetto, probabilmente, della pubblicità che ne sottolinea le caratteristiche emollienti, idratanti, rinfrescanti (per cui il loro utilizzo sembra apportare notevoli benefici al bebè), le salviettine hanno cominciato a essere ritenute la “norma” e a essere usate anche in casa, magari a ogni cambio, in sostituzione del lavaggio. Un’abitudine discutibile dato che le sostanze detergenti di cui sono imbevute non vengono sciacquate via dalla pelle (con il rischio, tra l’altro, di reazioni allergiche) e deleteria per l’ambiente poiché va ad aumentare la mole di rifiuti da smaltire. Oltre a ciò, si tratta anche di una spesa decisamente superflua!

Al potenziale rischio di reazioni allergiche per la cute del bambino e alla composizione delle salviettine umidificate ha dedicato un interessante articolo il Settimanale dei Diritti, dei Consumatori e delle Scelte “Il Salvagente”8, che ha riportato i risultati di uno studio realizzato da tre dermatologhe dell’Università di Bologna. Le conclusioni del lavoro che ha messo sotto esame gli ingredienti di ventitré marche di salviettine in commercio in Italia, sono state pubblicate sulla rivista scientifica inglese “Contact Dermatitis”9 nel 2006 e hanno evidenziato la presenza di ingredienti descritti nella letteratura scientifica come fonte di allergia in 21 dei 23 prodotti esaminati. Per quanto riguarda i conservanti utilizzati, in 19 casi, si trattava di possibili allergeni.

Se compare un’infiammazione

Può capitare in vari momenti della crescita che il sederino e/o i genitali si arrossino. Accade con gli usa e getta e accade anche con i pannolini lavabili. È una conseguenza del contatto con pipì e cacca, dell’ambiente caldo-umido10 generato dal pannolino, del fatto che la pelle del bambino è delicata. Ci sono bimbi che soffrono di irritazioni frequenti e altri che si arrossano solo in certi periodi come, ad esempio, in occasione dell’eruzione di un dentino11 o dell’introduzione di qualche cibo nuovo nella dieta. Quando le feci sono più acide il sederino può infiammarsi. Oppure l’irritazione è la conseguenza di una bella notte di sonno: il bebè ha dormito più del solito, i genitori pure (giustamente!) ma al mattino il sederino è arrossato.

La premessa da tenere a mente è che si tratta di una situazione abbastanza comune e che non dipende dai lavabili. Probabilmente sarebbe successo anche con gli usa e getta. Oppure con gli usa e getta ci sarebbe stato un problema diverso, la classica dermatite da pannolino. Quando si sceglie una strada non è mai dato sapere come sarebbe andata imboccandone un’altra.


Ora però vediamo quali accorgimenti possono aiutarci a prenderci cura della pelle del bebè, prevenendo o risolvendo arrossamenti e infiammazioni.


La prima indicazione è sempre quella di cambiare spesso il pannolino. Questa è per certo la forma di prevenzione più efficace. Cambiare il pannolino ogni tre ore circa e non appena ci si accorge che il piccolo ha fatto la cacca. Se, nonostante questa accortezza, il sederino si è arrossato conviene intensificare i cambi e se possibile lasciare il piccolo senza pannolino per alcune ore, in diversi momenti della giornata. Con indosso solo una mutandina o una ghettina di cotone la pelle respira meglio e guarisce più in fretta. Naturalmente in questi momenti di libertà bisognerà collocare sotto al bimbo un asciugamano e, se l’avete, una traversa impermeabile.

Alcune mamme hanno trovato utile tamponare il sederino con una pezzuola di cotone imbevuta di olio di oliva o di mandorle, in occasione del cambio. Altre mamme si sono affidate a creme alle calendula prive di ingredienti chimici e derivati del petrolio (attenzione: leggere molto bene l’etichetta di ogni prodotto prima di usarlo sulla pelle del bebè!).


Un’altra possibilità è quella di utilizzare a contatto con la pelle un inserto di seta buretta12 che ha proprietà rinfrescanti e lenitive.

In pochissimi giorni, la situazione tende a migliorare.

In caso di irritazioni frequenti

Se le irritazioni fossero molto frequenti conviene tenere sotto osservazione il piccolo per capire se magari la sua pelle non tollera bene un determinato tessuto naturale (ad esempio il cotone e il bambù), o sintetico. È sufficiente fare delle prove con un modello di pannolino diverso per verificare se la situazione migliora. Se il problema fossero i tessuti naturali, si può inserire nel pannolino – a contatto con la pelle – un sottile velo in pile.


Se utilizzate salviettine usa e getta conviene sospenderne l’uso, poiché potrebbero contenere qualche ingrediente che irrita la pelle.


Un ultimo accorgimento riguarda il lavaggio. A volte arrossamenti e irritazioni sono dovuti a residui di detersivo sul tessuto dei pannolini: è importante usare sempre una minima quantità di detersivo13 e, se l’irritazione persiste, conviene fare un paio di lavaggi senza detersivo, per rimuovere qualunque residuo fosse rimasto tra le fibre, oppure aggiungere un risciacquo extra dopo il normale lavaggio.

In caso di dermatite

Se, invece di un normale arrossamento, ci troviamo alle prese con una dermatite, cosa dobbiamo fare? Utilizzare a ogni cambio una crema all’ossido di zinco può servire per prevenire questa situazione?


Ecco le risposte della pediatra Elena Uga: “La pasta all’ossido di zinco è una crema protettiva con effetto anti-infiammatorio utile nel caso di dermatiti (da pannolino, ma non solo). L’abitudine di utilizzarla sulla cute sana ha solo un fine commerciale.


Il corretto uso dei lavabili con un cambio frequente del pannolino previene l’insorgenza di dermatiti e altre problematiche della pelle. Qualora queste insorgano comunque, vanno trattate nello stesso modo di quando


si utilizza l’usa e getta. L’applicazione di crema (quella all’ossido di zinco o altre) è sconsigliata quando si usano i pannolini in tessuto perché può comprometterne l’assorbenza, ma se è necessario per l’insorgenza di una dermatite si può applicare interponendo fra cute e pannolino il velo di carta raccogli-feci (peraltro non indispensabile in caso di cute sana)”.

In caso di Candida albicans

Quando il pediatra diagnostica una Candida albicans, ovvero un’infezione dovuta a un fungo, ci si attiene alle sue indicazioni per quanto riguarda il ricorso a eventuali pomate specifiche. Restano validi i suggerimenti già dati, quindi cambiare spesso il bimbo, e se si applica una crema/pomata utilizzare i veli raccogli-feci per proteggere il pannolino.


Pasta all'ossido di zinco autoprodotta

Abbiamo visto che la pasta all’ossido di zinco non andrebbe utilizzata ogni volta, ma solo al bisogno, se compaiono eritemi o irritazioni. Prima di tutto perché per la cute sana non serve, e poi perché si rischia di creare una barriera che ne impedisce la normale traspirazione.


Se in presenza di una dermatite il pediatra vi consiglia di fare ricorso a questo rimedio, conviene controllare gli ingredienti per verificare che oltre all’ossido di zinco non ci siano derivati del petrolio o altre sostanze potenzialmente dannose14.


Maura Gancitano, esperta di cosmesi e igiene naturale, sottolinea che: “le creme in commercio a base di ossido di zinco sono, purtroppo, piene di sostanze dannose, soprattutto di petrolati”15.


E suggerisce una ricetta semplice e immediata per autoprodurre questa crema usando 50 g di ossido di zinco e 50 g di olio di oliva. Ecco come procedere: si versa in una ciotola l’ossido di zinco e si aggiunge a poco a poco l’olio di oliva mescolando con un cucchiaino. Quando l’impasto risulta denso e omogeneo si versa in un vasetto chiuso. La pasta all’ossido di zinco così prodotta si conserva per sei mesi16.


Pannolini: assorbenza e tenuta

Gli usa e getta devono la loro grande capacità di assorbenza ai gel petrolchimici. I lavabili affidano la loro assorbenza al tessuto di cui sono confezionati, quindi il funzionamento è un po’ diverso. Mentre i primi sono tutti uguali, i lavabili si adattano al singolo bambino, devono aderire bene al corpo per evitare fuoriuscite di pipì e contenere gli inserti giusti per garantire una buona tenuta. Con i lavabili il genitore ha un ruolo più attivo, osserva le prestazioni del pannolino e, se necessario, ne rinforza la tenuta inserendo più inserti o provando inserti di materiale diverso (ad esempio il bambù è un tessuto che garantisce un’assorbenza elevata).


Se il pannolino è a taglia unica, è il genitore che adatta la misura usando i bottoncini automatici per ridurne le dimensioni o allargarle al bisogno.


Ci sono pannolini più adatti al giorno, quando i cambi sono più frequenti (quindi non è indispensabile una lunga tenuta) e soluzioni più indicate per la notte, quando le pause tra un cambio e l’altro si allungano e quindi serve maggior assorbenza perché bimbo e lenzuola restino asciutti.


Infine, ricordiamo che i bimbi crescono e i pannolini… devono crescere con loro! Può capitare dunque che un pannolino, che ci ha servito molto bene per mesi, a un certo punto non offra più la stessa tenuta: forse dobbiamo regolare i bottoncini automatici per stringere/allargare, dimensionare meglio il pannolino perché vesta bene il bimbo, e/o aggiungere un inserto oppure inserti di materiale più assorbente.

I pannolini per la notte

Qual è il pannolino giusto per la notte? Per questa domanda non c’è una risposta univoca perché come abbiamo visto lo stesso pannolino veste in modo differente bambini diversi, e ogni bimbo è a sé: c’è quello che durante la notte poppa spesso al seno e fa molta pipì, c’è quello che beve meno… In generale, però, l’assetto notturno necessita di un rinforzo rispetto a quello diurno; quindi, se durante la giornata è sufficiente un inserto, per la notte è opportuno inserirne un secondo. Se i genitori si accorgono che non è sufficiente possono potenziare ancora il pannolino con un terzo inserto. Non ci sono regole predefinite, bisogna osservare come va, quanto e come tiene il pannolino e agire di conseguenza.


Via libera anche agli inserti di tessuto diverso: chi usa i pocket può farcire la tasca, iniziando a inserire un inserto in microfibra che assorbe più rapidamente (cattura la pipì in tempi più brevi rispetto ai tessuti naturali) a ridosso della parte interna del pannolino e poi inserendo dietro (verso l’esterno) un inserto in bambù che risulta molto assorbente.


Non è necessario utilizzare solo gli inserti ricevuti in abbinamento con il pannolino; gli inserti si possono gestire liberamente, passandoli da un pannolino all’altro, sostituendoli e/o aggiungendo inserti confezionati da noi, in flanella o cotone. Con i pannolini pocket si regolano gli inserti nella tasca; con i Tutto in Uno o Tutto in Due, si possono comunque aggiungere degli inserti sopra o sotto quelli di cui è già dotato il pannolino. Ora, qui abbiamo elencato una serie di possibili interventi per potenziare il pannolino notturno. Naturalmente, si procede con questi aggiustamenti solo se necessario. Ci sono bimbi che dormono tranquilli con indosso il loro pocket con due inserti nella tasca, senza perdite o fuoriuscite. In questo caso, meglio così!


Se però il genitore non fosse soddisfatto dell’assorbenza o della tenuta del pannolino notturno, allora è importante non scoraggiarsi e sapere che ci sono ampi margini di intervento per individuare la soluzione migliore.

Il sistema a due pezzi

Molte famiglie si sono trovate bene ricorrendo al sistema a due pezzi per la notte. Usando un fitted (che è un pannolino vero e proprio, non impermeabile ma assorbente) o un rettangolo/quadrato di tessuto ben sagomato intorno al corpo del bimbo, la superficie assorbente è maggiore, in pratica tutto il pannolino assorbe, mentre la cover, ovvero la mutanda esterna impermeabile, evita le fuoriuscite, lasciando traspirare la pelle.


Se necessario, l’assetto notturno si può incrementare prevedendo un inserto aggiuntivo nel pannolino assorbente o inserendo una salvietta che è diventata un po’ rigida (sono quelle più assorbenti) ripiegata ad hoc, tra il pannolino assorbente e la cover esterna impermeabile. Per i bimbi dormiglioni che di notte non vengono cambiati per molte ore di seguito, l’esperienza delle mamme suggerisce il sistema a due pezzi con una cover in lana, che garantisce una buona tenuta e anche una buona traspirazione.


Un avvertimento per chi usa le cover in lana: il body o il calzoncino del pigiama deve vestire largo, infatti gli indumenti che stringono la cover interferiscono con la sua azione e si bagnano. Se il piccolo indossa il body converrà non chiudere i bottoncini o ricorrere a una misura più grande (in modo da poterlo chiudere senza che risulti troppo aderente sulla lana).


Soluzioni fai da te per "allungare" i body

Può capitare che i body indossati sui pannolini lavabili tirino o, che indossati sopra una cover in lana stringano troppo provocando delle perdite. A volte è sufficiente non chiuderli, ma se il bimbo durante la notte si agita molto c’è il rischio che il body salga lasciando la pancia scoperta.


Una soluzione fai da te per allungare i body a costo zero, a portata anche di mamma senza particolare confidenza con ago e filo, è quella di procurarsi due nastrini lunghi circa 15-20 centimetri. Si fissa con due o tre punti l’estremità di un nastrino sull’orlo del body, a livello della chiusura (dove ci sono gli automatici). Si ripete l’operazione con l’altro nastrino, cucendolo dall’altra parte, sempre dove ci sono gli automatici. Quando il piccolo lo ha indossato, il body si chiude usando i nastrini e facendo un fiocchetto (più stretto o più largo a seconda di quanto largo si vuole lasciare il body).


Cosa fare quando il pannolino “perde”

Può capitare con i lavabili, come anche con gli usa e getta, che qualche volta si verifichi una fuoriuscita. Se si tratta di un episodio occasionale, direi che non sono necessari accorgimenti particolari; forse il pannolino non era ben aderente in vita perché chiudendolo lo abbiamo lasciato un po’ largo; o se la fuga di pipì è avvenuta dal giro coscia forse era allentato a livello delle gambe. Ma cosa fare se le fuoriuscite sono frequenti? Ovviamente si tratta di un disagio notevole, per il bimbo e per i genitori che devono lavare, oltre al pannolino, vestitini e lenzuola. Ecco alcune semplici indicazioni per risolvere il problema.


Il primo suggerimento è di controllare come veste il pannolino. Abbiamo visto che per una buona tenuta è fondamentale che il pannolino risulti ben aderente (senza arrivare a segnare la pelle!). Non devono quindi restare spazi vuoti che fungono da via di fuga per cacca e pipì. Se il pannolino veste largo, in vita o al giro coscia è probabile che ci siano delle perdite. Quindi assicurarsi che la misura sia giusta per il piccolo e che il pannolino sia ben messo. Se usiamo un pannolino taglia unica, riduciamolo usando il sistema di bottoni automatici; se, anche stringendo al massimo, il pannolino è largo non resta che metterlo da parte e riprenderlo quando il bimbo sarà un po’ cresciuto.


Se questo primo accorgimento non è risolutivo, passiamo a controllare gli inserti. Forse un inserto (o due) non sono più sufficienti. Potenziamo l’assetto del pannolino aggiungendo un inserto o sostituendo quelli in uso con inserti in tessuto molto assorbente come il bambù.


Un’altra variabile che potrebbe essere la causa delle fuoriuscite è la frequenza dei cambi. Forse, semplicemente, dobbiamo cambiare il piccolo più spesso. Proviamo e vediamo come va.

Se il pannolino è “cerato”

Se nonostante questi accorgimenti il nostro pannolino continua a tradirci, allora possiamo ipotizzare che la sua capacità di assorbenza sia effettivamente diminuita. I motivi possono essere: l’uso del sapone direttamente sul tessuto assorbente (ad esempio per pre-trattare qualche macchia difficile), l’applicazione di creme e oli sul sederino del bebè, il ricorso a una quantità eccessiva di detersivo per il lavaggio in lavatrice.


Il sapone (se usato spesso e/o non risciacquato immediatamente) e le creme possono “cerare” il pannolino, ovvero creare una patina che poi impedisce al tessuto di assorbire il bagnato in modo adeguato. Il detersivo può lasciare dei residui tra le fibre che, lavaggio dopo lavaggio, compromettono l’assorbenza (se non c’è più spazio libero tra le fibre, la pipì non viene assorbita dal tessuto, ma scivola via).


Come risolvere la situazione? In tutti e tre i casi il suggerimento è di lavare il pannolino a 60° (se le istruzioni per il modello in questione non ammettono alte temperature, procediamo a 40° provando a fare due lavaggi consecutivi), magari aggiungendo nel cestello un cucchiaio di percarbonato, ma senza usare detersivo e risciacquando due volte (o più, se si notano residui di schiuma in lavatrice).


In genere questo trattamento è sufficiente per recuperare il pannolino. Naturalmente, in seguito si dovranno modificare le proprie abitudini: quindi, no al sapone per trattare le macchie, ridurre le dosi di detersivo utilizzate per il lavaggio e, se si usano creme per il bebè, inserire sempre un velo raccogli-feci (biodegradabile o in pile) tra la cute e il tessuto del pannolino.

Se il pannolino è rovinato

Può capitare che un pannolino, che ha sempre funzionato bene, a un certo punto non garantisca più la consueta assorbenza, per cui troviamo il piccolo con il body o i pantaloncini bagnati. Quando la parte esterna del pannolino in materiale impermeabile si bagna, e gli accorgimenti già elencati non risolvono la situazione, il pannolino potrebbe essere rovinato.


Per verificare se è il PUL che non fa più il suo lavoro, e quindi non tiene, c’è un metodo semplice e veloce: si tratta della “prova del bicchiere”.


Tolti gli inserti, si versa mezzo bicchiere di acqua, lentamente, all’interno del pannolino. Il pannolino va tenuto un po’ sospeso, in posizione a coppa, in modo che l’acqua non possa scivolare fuori dai lati. Se il pannolino perde, ovvero l’acqua passa attraverso il tessuto, allora il PUL è rovinato.

In questo caso purtroppo non c’è molto da fare; chi è esperta di cucito può acquistare del PUL e sostituire la parte esterna, altrimenti non resta che mettere da parte il pannolino e conservarlo per i giochi in giardino durante la bella stagione o le giornate al mare, seduti sulla sabbia17.


Se però il pannolino fosse un acquisto recente, si può valutare la possibilità di chiedere un rimborso o la sostituzione al venditore.


A questo proposito, Luisa Maria Orsi, esperta di pannolini lavabili e titolare di Naturalmamma, spiega:


Nel caso in cui il PUL perda nell’immediato periodo successivo alla vendita, il prodotto è certamente coperto da garanzia, da far valere rispetto al venditore del prodotto (pertanto chi ha battuto lo scontrino). È però giusto ricordare che trattandosi di un capo di abbigliamento, anche il pannolino non è eterno e che in base al numero di volte in cui viene utilizzato è soggetto ad un deterioramento che non rientra nei cosiddetti “difetti di fabbrica” e non è coperto da garanzia.


Affermare che un pannolino duri con certezza oltre i due anni è, a mio avviso, sbagliato. Ci sono tipologie di prodotti che si prestano a durare più a lungo e tipologie di prodotti che invece fisiologicamente sono più delicati. Nel caso in cui un pannolino si usuri dopo molti mesi di utilizzo, non si può pretendere la sostituzione o il rimborso, anche se non sono trascorsi i due anni. Il punto centrale del diritto di garanzia18 è che tutela il consumatore rispetto a difetti che non sono sopraggiunti con l’uso ma che erano presenti già nel momento della vendita.

Gestire il cambio fuori casa

Come si gestisce il cambio pannolino quando si è fuori casa? E quando si è in viaggio? È sufficiente portare con sé due o tre pannolini puliti (a seconda di quanto tempo si resta fuori) e una busta/borsa impermeabile dove riporre il pannolino sporco. In pratica, la gestione è uguale a quella degli usa e getta che, in mancanza di un cestino dei rifiuti, devono essere riposti in un sacchetto o in una borsa. E per pulire il sederino, se il bimbo fa la cacca on the road, dove non abbiamo accesso a un bagno pulito, si possono usare delle salviettine. Ogni famiglia sceglierà se acquistare una piccola confezione di salviettine umidificate o prepararne alcune casalinghe versando su dei quadrati di cotone (o su fazzoletti) qualche goccia di olio di mandorle, olio di oliva, camomilla19. Chi opta per le salviettine fai da te dovrà trasportarle in un contenitore dotato di coperchio per evitare perdite.

Gestire il cambio in vacanza

Ci sono famiglie che non rinunciano ai lavabili neppure quando sono in ferie e si gestiscono bene portandone una bella scorta in appartamento o in campeggio.


Per chi invece trascorre le vacanze in albergo o in un villaggio turistico dove non è possibile disporre di una lavatrice, ecco che si rivela utile una confezione di usa e getta… Anche se in spiaggia e per il bagno in mare naturalmente sono più comodi i nostri lavabili, da indossare senza inserti, al posto del costumino.



Pannolini di stoffa e tenerezza

Con l’usa e getta il cambio va in automatico: tolgo il pannolino sporco, lo getto e ne metto un altro. Non c’è da scegliere, non c’è da pensare. È un’operazione molto veloce. Gli usa e getta sono tutti uguali, si indossano tutti nello stesso modo. I lavabili, lo abbiamo visto, sono piccoli capi di abbigliamento. Da scegliere di volta in volta, in base alle esigenze: il momento della giornata, la pelle del bimbo, l’assorbenza che desidero (dobbiamo uscire? È notte? Il pannolino deve tenere parecchio?), il pannolino che mi piace di più.


Affinché il piccino lo indossi bene, anche una volta che si è diventate pratiche, serve un minimo di attenzione, giusto il tempo di controllare che sia ben aderente, che non ci siano spazi vuoti ma che non stringa troppo: il cambio con il lavabile richiede qualche istante in più. È un momento di relazione tra mamma e bimbo, un momento in cui il genitore coccola il suo piccino anche scegliendo il pannolino giusto per lui e mettendolo con cura perché risulti confortevole. È un abbraccio morbido quello dei pannolini di tessuto. Meno plastica, più tenerezza!

Il fatto di perdere un pochino più di tempo a stenderli e riporli lo considero una cura in più nei riguardi della mia bambina. Così come serve un po’ più di tempo al momento del cambio, ma è l’occasione di fare qualche coccola extra, giocare col pannolino stesso. Trovo sia un modo per essere ancora più coinvolti, un ulteriore gesto d’amore, prendendosi tutto il tempo necessario.

Daniela, mamma di Maia, 13 mesi


Trovo che rispetto all’usa e getta i lavabili creino più intimità nel momento del cambio, che richiede più tempo e più attenzione. Questo aspetto è molto bello.

Stefano, papà di Chiara, 2 anni e mezzo, Simone 11 mesi


Quello del cambio è un momento di intimità fra madre/padre e figlio: l’usa e getta è veloce, si cambia e si butta, secondo me riflette il modo di vivere di oggi. Il lavabile si ama, si cambia, si ripone nel secchio, si lava, si asciuga e può diventare anche un momento di gioco colorato quando è il momento di assemblare i pannoli. Se poi si pensa all’attenzione che serve a fasciare un neonato con un ciripà è ancora più evidente come questo possa diventare un momento di coccole.

Francesca, mamma di Gemma, 2 anni, in attesa di Mattia

Voci di mamme e papà

La piccola reagisce benissimo ai lavabili, semplicemente desidera essere cambiata appena più spesso che con gli usa e getta. Io, che sono la regina della pigrizia, posso dire che cambi più frequenti vengono automatici e non pesano affatto. E poi il fatto che i bimbi si sentano bagnati è uno dei vantaggi, visto che questa caratteristica dei lavabili porta i bimbi a disfarsi dei pannolini più in fretta!

Irene, mamma di Anna, 6 mesi


Con la prima bimba non abbiamo cominciato subito, ma verso i 9 mesi. Ci siamo trovati bene e con il secondo abbiamo cominciato dalla nascita. Non so molto di tipologie, li riconosco come ‘quello a righe’, ‘quello con le chitarre’ o ‘quello che non so usare’ (dice mia moglie che quello è il prefold), ma sono convinto che siano una scelta giusta per motivi ecologici oltre che economici.


All’inizio mi perdevo perché non sono tutti uguali, alcuni non li sapevo (e non li so) assemblare, alcuni non li sapevo mettere con il resize giusto e perdevano, ma alla fine ho imparato anch’io a gestirli!

Stefano, papà di Chiara, 2 anni e mezzo, Simone 11 mesi


Inizialmente la difficoltà maggiore è stata quella di capire i resize del pannolino taglia unica: capire se era largo, stretto, lungo, corto… E a ogni errore ecco il body o la tutina bagnati. Ovviamente l’esperienza ha fatto sì che in poco tempo ci si facesse l’occhio…

Alessia, mamma di Federico e Vittoria, 3 anni, Cristiano, 3 mesi


Devo ammettere che non sono un gran cambiatore di pannolini, e ancora adesso non li conosco proprio bene nei dettagli. Però una sera ho stupito mia moglie, che non era in casa e quando è rientrata ha trovato il bimbo cambiato di tutto punto (il pannolo che gli avevo messo era un pocket e non era ancora stato farcito, ho fatto tutto da solo!). Ogni tanto faccio confusione e li metto al contrario (!) e non sono esperto di tessuti, però ho le mie preferenze almeno sul piano estetico: mi piacciono molto i pannolini colorati e pieni di disegni! E per quanto riguarda la chiusura, quella a velcro.

Domenico, papà di Matilde, 6 anni, Leonardo, 14 mesi


La prima difficoltà superata è stata l’assorbenza insufficiente. Nostro figlio era cresciuto e la sua produttività era inaspettatamente aumentata. I bellissimi pannolini in microfibra che ci avevano regalato notti asciutte e lunghe giornate all’aperto senza mai un incidente, iniziavano a dare segni di sofferenza, non riuscivano a sostenere quella mole di pipì. In prima battuta abbiamo aggiunto un inserto in bambù sotto gli altri e questo ci ha permesso di avere circa tre ore di autonomia. Di notte però il problema permaneva, ci siamo dovuti arrendere ad un cambio di tipologia, ci voleva il due pezzi, pieghevoli o fitted coperti da una mutandina impermeabile. Siamo rinati.


Un altro problema, se così si può definire, che si è presentato con alcuni pannolini è stata la magrezza delle cosce di nostro figlio, in qualche caso ho cucito un elastico supplementare sul bordino del giro coscia, per altri non c’è stato resize o velcro che risolvesse il problema, abbiamo dovuto abbandonare quei pannolini. In fin dei conti non è stato un grave danno, scambiandoli abbiamo avuto la possibilità di provarne altri.

Silvia, mamma di Ottavio, 21 mesi


Al primo cambio, i bimbi erano tutti bagnati. Ho avuto un attimo di perplessità ma subito ci siamo accorti di aver regolato male l’elastico sulle gambine. A dire il vero, le difficoltà maggiori le abbiamo sempre avute con gli usa e getta!

Davide, papà di Mattia e Emanuele, 30 mesi


Qualche perdita dovuta al resize non adatto alle dimensioni della bimba o perché avevo chiuso male io il pannolino. Càpitano! Ma si risolvono con un po’ di allenamento (e dando a papà e nonni quelli col velcro e non con i bottoncini).

Flaminia, mamma di Matilde, 9 mesi


Passaggio della pipì dai bordi: abbiamo risolto ponendo maggiore attenzione mentre mettevamo il pannolino alla bambina e, quando questo non era sufficiente, cambiando modello.

Daniele, papà di Gemma, 2 anni


Il pannolino usa e getta secca troppo la pelle e può causare eritemi. Eritemi ancora peggiori sono dati dalla reazione alle sostanze di cui sono composti. Io da quando sono nati i bambini ho un unico tubetto di crema lenitiva che credo proprio butterò via ancora quasi intera…

Sara, mamma di Mattia ed Emanuele, 30 mesi


La mia seconda figlia aveva dei problemi di arrossamenti e solo con i pannolini di micropile o di microsuede risolvemmo il problema. Dopo il suo primo compleanno iniziai a cimentarmi nella produzione di pannolini fatti con scarti di stoffa che avevo in casa e riuscii con varie prove a confezionare quello perfetto per noi.

Edel, mamma di Thomas 4 anni, Flora, 2 anni e mezzo


La mia bambina non ha mai avuto alcun tipo di irritazione alla pelle e non le metto mai creme protettive; forse questo è dovuto al fatto che il suo culetto è sempre a contatto con un tessuto naturale.

Erika, mamma di Irene, 6 mesi

Gestire i pannolini sporchi quando si è fuori casa non è il massimo, ma si può fare. Smacchiamo il pannolino molto velocemente con un pochino di sapone e lo riponiamo in una bustina che sistemiamo in una tasca separata della borsa del cambio.

Cinzia, mamma di Margherita, 14 mesi


Quando si esce di casa per un giro o per tutto il giorno bisogna avere una busta solo per i pannolini puliti e una vuota per quelli sporchi; se si usano quelle con chiusura ermetica non si hanno cattivi odori.

Mirko, papà di Misol dodici mesi


In camper li lavavo a mano con sapone di marsiglia e brusca20 per i panni, e li mettevo ad asciugare al sole sul filo della biancheria attaccato tra un albero e il camper stesso. Mi sono trovata benissimo. Ovviamente se piove si possono mettere all’interno, vicini (non appoggiati) alla stufetta del camper.

Sara, mamma di Misol, 12 mesi

Pannolini lavabili
Pannolini lavabili
Giorgia Cozza
Guida all’uso dei pannolini di tessuto dalla nascita al vasino.Come scegliere e usare i pannolini lavabili: idee, spunti e suggerimenti per utilizzare con soddisfazione i pannolini in tessuto. Sono sempre più numerose le famiglie interessate al mondo dei pannolini lavabili: genitori e futuri tali, preoccupati per il forte impatto ambientale degli usa e getta, che desiderano fare un passo avanti verso un futuro più sostenibile, per il bene del pianeta, dei figli e di tutta l’umanità.Pannolini lavabili vuole dare una risposta ai dubbi che possono sorgere quando si abbandonano gli usa e getta per sperimentare questo percorso alternativo.I pannolini in stoffa, oltre a essere rispettosi dell’ambiente, sono più confortevoli e “sani” per il bambino, e anche vantaggiosi a livello economico.Ma come “funzionano” questi pannolini?Come orientarsi nella scelta di modelli, taglie e tessuti?Quali accorgimenti sono necessari per il lavaggio, l’asciugatura e la conservazione?Giorgia Cozza offre la risposta a tutti questi interrogativi e tanti suggerimenti pratici per usare con soddisfazione i pannolini lavabili.Le numerose testimonianze dei genitori, i consigli degli esperti, la consulenza di una pediatra e le indicazioni utili per orientarsi nell’acquisto fanno di questo libro uno strumento prezioso per chi muove i primi passi nel mondo allegro e colorato dei pannolini lavabili, con anche un’appendice dedicata al fai da te e le istruzioni passo passo per chi vuole provare a realizzare i pannolini del suo bambino. Conosci l’autore Giorgia Cozza è una mamma-giornalista, specializzata nel settore materno-infantile, autrice di libri per bambini e numerosi manuali per genitori, divenuti un importante punto di riferimento per tante famiglie in Italia e all’estero.È stata relatrice in numerosi congressi per genitori e operatori del settore e ospite di trasmissioni televisive per rispondere a quesiti legati all’accudimento dei bimbi e a uno stile genitoriale ecocompatibile.