terza parte - capitolo vii

L'albero dell'ossitocina

Abbiamo appena visto gli effetti dell’ossitocina su vari sistemi fisiologici. Nonostante la notevole varietà, servono tutti a soddisfare il bisogno degli animali, incluso l’essere umano, di crescere e riprodursi.

Il principio della crescita

I molteplici effetti dell’ossitocina assomigliano ai rami di un grande albero. Ognuno di essi emerge dal tronco, cioè il principio di base associato all’ossitocina: lo stimolo alla crescita.


L’ossitocina stimola la crescita grazie alla trasformazione del cibo. Gli alimenti vengono usati in due modi nel corpo: possono essere bruciati direttamente, cioè fungere da combustibile e fornire energia ai diversi processi fisiologici, come quello di generare calore o movimento, oppure venir immagazzinati nei tessuti. Essi si depositano sotto forma di grasso nelle cellule adipose per essere usati successivamente come fonte di energia per i processi di crescita e guarigione.


L’effetto fondamentale dell’ossitocina sulla trasformazione degli alimenti all’interno del corpo è quello di stimolare la crescita. Sotto effetto dell’ossitocina, gli alimenti vengono usati per costruire i diversi tessuti. Il corpo lo fa in mille modi, che possono sembrare molto differenti se studiati separatamente, ma il principio di base è il medesimo.

Il processo della crescita

Il presupposto per la crescita, di qualunque tipo essa sia, è l’incorporazione degli alimenti nell’organismo. L’ossitocina soddisfa questo bisogno in vari modi, per esempio stimolando gli ormoni gastrointestinali, che a loro volta facilitano la digestione e lo stoccaggio dei nutrienti. Ma l’ossitocina agisce anche stimolando direttamente la secrezione da parte dell’ipofisi dell’ormone della crescita somatotropina. Grazie a questi meccanismi, i topolini appena nati a cui viene somministrata ossitocina crescono in modo più rapido e diventano anche più grandi da adulti. I topi femmina che ricevono iniezioni di ossitocina durante la gravidanza danno alla luce cuccioli più grandi, mentre i topi femmina adulti aumentano maggiormente di peso rispetto al gruppo di controllo.


È probabile che la crescita venga stimolata anche in modo indiretto. Visto che le ferite si rimarginano fino a due volte più in fretta con applicazione di ossitocina, si potrebbe dedurne che ciò dipenda dalla capacità dell’ossitocina di stimolare la divisione cellulare, vale a dire di accelerare la creazione di nuove cellule. L’ossitocina sembra anche aumentare la produzione dei fattori di crescita, sostanze presenti nel sangue che facilitano l’ingrossamento e poi la divisione cellulare.


Se l’ossitocina stimola la crescita, ci si può aspettare che sia coinvolta nella riproduzione. Infatti è stata trovata ossitocina sia nelle ovaie, dove stimola il rilascio degli ovuli, sia nei testicoli, dove stimola la produzione degli spermatozoi. La somministrazione di iniezioni di ossitocina può aumentare la fertilità e accelerare le prime divisioni cellulari dopo la fecondazione, aiutando l’embrione a crescere più in fretta. Insomma, dalle prime fasi di vita, l’ossitocina è costantemente al nostro fianco.


Gli esseri viventi devono immagazzinare nutrienti per crescere. Ogni divisione cellulare è preceduta da un aumento di dimensioni della cellula, dovuto all’immagazzinamento di nutrienti. Altrimenti è impossibile per una cellula riprodursi e una cellula staminale che non è più in grado di crescere è destinata a scomparire. Potremmo perfino pensare alla gravidanza e al parto come a una forma gigantesca di divisione cellulare, in cui l’unità originaria prima cresce di dimensioni e poi si divide in due. Personalmente, mi piace pensare all’intero processo riproduttivo come una variante complessa di questo principio vitale fondamentale dell’ossitocina, che genera vita prima stimolando la crescita e poi dando origine a due individui dalla divisione di quello originario.

Espulsione

Il secondo ramo dell’albero dell’ossitocina riguarda la capacità espulsiva, o di eiezione, innanzitutto grazie al ben noto effetto dell’ossitocina sulla muscolatura liscia dell’utero per far uscire il feto o i feti e, successivamente, sui muscoli delle mammelle per far uscire il latte durante la poppata. Quindi è possibile per un organismo dividersi prima in due – vale a dire, partorire – e poi trasmettere energia sotto forma di nutrimento alla discendenza. L’ossitocina induce questi effetti stimolando i muscoli di coordinazione nell’utero e nelle mammelle, che a loro volta provocano l’effetto espulsivo.

Socialità, curiosità e accoppiamento

Il terzo ramo dell’albero riguarda la capacità dell’ossitocina di stimolare un comportamento sociale e curioso, come trovare il coraggio di avvicinarsi a un altro individuo e interagire con lui, e in seguito essere in grado di riconoscerlo e scegliere eventualmente di restargli vicino. Questo ramo regola le interazioni sotto forma di comportamenti materni e sociali.


Un certo grado di socialità è necessario alla propagazione della specie, ovvero per l’accoppiamento, l’allattamento e l’accudimento. Quando due persone sono vicine, intessono connessioni emotive privilegiate, a volte estemporanee, ma spesso durature. Questa particolare dinamica interessa le relazioni d’amore, il rapporto tra genitori e figli e le amicizie. Diventa più facile aprirsi all’altro se, alla base, c’è un legame o un buon contatto. Le relazioni, che siano d’amore, d’amicizia, di accudimento o professionali, sono in genere molto più fruttuose e stabili se i partner riescono ad avvicinarsi e aprirsi l’un l’altro.


L’effetto ansiolitico dell’ossitocina si trova anche probabilmente su questo ramo. La fiducia, che implica un basso livello di ansia, è un presupposto indispensabile affinché un essere umano o un animale osi avvicinare uno sconosciuto.

I diversi rami sono connessi

Come abbiamo visto prima, la vasopressina è coinvolta nei comportamenti difensivi, aggressivi e di marcatura del territorio. L’ossitocina, al contrario, induce comportamenti legati all’interazione sociale, all’amicizia e alla curiosità. I topi che ricevono ossitocina preferiscono la vicinanza all’isolamento, e questa situazione di promiscuità dà avvio a una dinamica circolare virtuosa, dato che il contatto provoca un ulteriore rilascio di ossitocina, da cui a sua volta si crea attaccamento, o bonding, tra i singoli individui. L’ossitocina rafforza la dinamica di attaccamento, che vediamo all’opera in ogni relazione significativa, come quella tra genitori e figli e quella di coppia, e in certi comportamenti fisiologici.


Due dei maggiori effetti dell’ossitocina, crescita e guarigione da un lato, attività e competenza sociale dall’altro, a prima vista possono sembrare completamente differenti, ma considerati da una prospettiva più ampia emergono essere complementari e paralleli. I mammiferi sono il chiaro esempio di essere vivente che cresce, si “divide” e resta accanto ai propri cuccioli per il loro bene. Dopo aver partorito, la madre letteralmente si lega ai neonati, è socievole con loro e se ne occupa con dedizione. Li nutre, li scalda, li tiene puliti, li coccola e si accoccola assieme a loro. L’attaccamento materno, nutrito e sostenuto dall’ossitocina, è uno dei punti chiave per la propagazione della specie. Anche il legame che si instaura tra i cuccioli è importante. Proprio come le cellule di uno stesso tessuto, o di uno stesso organismo, che non possono aggredirsi a vicenda senza mettere a repentaglio la vita, tutta la cucciolata deve andare d’accordo, e lo fa se l’ossitocina è all’opera.

Effetti di attivazione a breve termine

Un altro ramo dell’albero dell’ossitocina riguarda alcuni effetti a breve termine, che vanno in senso opposto rispetto a quelli a lungo termine. Una singola perfusione di ossitocina aumenta temporaneamente la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la secrezione degli ormoni dello stress. Questi effetti legati a un’attivazione moderata sono complementari a quelli che promuovono la crescita. Talvolta è necessario, per esempio, investire energia nelle interazioni sociali, per non parlare di quanta ne richiede partorire! Durante il travaglio, la pressione sanguigna materna deve aumentare per rispondere in modo adeguato al bisogno di irrorazione sanguigna del bambino. Gli effetti a breve termine in risposta a uno stress sono utili per reagire di fronte a situazioni inconsuete, o del tutto nuove. Potrebbe essere rischioso, se non addirittura fatale, rilassarsi prima di esplorare un nuovo ambiente per verificare se è del tutto sicuro. La sicurezza richiede vigilanza.

Riduzione duratura dello stress a lungo termine

Un grosso ramo dell’albero dell’ossitocina comprende invece effetti antistress potenti e duraturi. Come abbiamo visto, l’ossitocina ha la capacità di abbassare la pressione sanguigna e il battito cardiaco, ridurre il livello degli ormoni dello stress, aumentare la tolleranza al dolore e promuovere l’apprendimento e il senso di calma. Questi effetti in genere appaiono soltanto dopo un po’ di tempo, poiché solo dopo un certo periodo di vigilanza un animale, o un essere umano, ha la certezza di essere al sicuro e può mettersi comodo e rilassarsi.


L’ossitocina a lungo termine induce una condizione fisiologica diametralmente opposta a quella di stress. Si riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, con un abbassamento della pressione sanguigna e del livello ematico di ormoni dello stress. Allo stesso tempo, si attiva parte del sistema nervoso parasimpatico, per rallentare il ritmo cardiaco e migliorare la digestione e l’immagazzinamento di elementi nutritivi. Gli effetti antistress del sistema di calma e connessione hanno molteplici funzioni, ma in ogni caso creano le condizioni necessarie per la crescita e la riproduzione. Tutte le attività fondamentali correlate alla crescita sono facilitate, quando l’individuo è calmo e sta bene.


Gli effetti antistress a lungo termine non sono provocati direttamente dall’azione dell’ossitocina, che viene rapidamente eliminata dal sangue, quanto piuttosto dalla sua propensione ad attivare altri meccanismi fisiologici. Questi effetti possono durare molti giorni, se non intere settimane, dopo l’ultima somministrazione di ossitocina.


Gli scienziati non sanno ancora con esattezza come venga raggiunto l’effetto antistress, ma sono stati scoperti alcuni meccanismi fisiologici che potrebbero fornire una spiegazione parziale. I neurotrasmettitori noradrenalina e adrenalina, per esempio, sono elementi chiave del sistema di controllo cerebrale dello stress. Agiscono grazie a specifici recettori sovrapposti, soprattutto quelli di tipo alfa e beta. Con iniezioni ripetute di ossitocina, aumenta l’attività dei recettori alfa a discapito di quelli beta, e l’effetto della noradrenalina dipende dai recettori a cui si lega. Ne deduciamo che la somministrazione ripetuta di ossitocina può invertire gli effetti della noradrenalina, innescando una sorta di “retromarcia”.


L’aumento duraturo della tolleranza al dolore dopo iniezioni ripetute di ossitocina provoca a sua volta un sottogruppo di effetti antistress. La maggiore tolleranza al dolore sembra essere legata all’aumento della secrezione di endorfine, dette anche morfina endogena, uno dei componenti più importanti dell’azione antalgica. Inoltre, il fatto che le iniezioni di ossitocina influenzano i centri cerebrali deputati al controllo della secrezione di cortisolo potrebbe essere correlato alla diminuzione del suo livello nel corpo.


Altri rami minori dell’albero dell’ossitocina rappresentano gli effetti sulla fame e la sete, oltre al suo presunto ruolo per il rafforzamento del sistema immunitario. Queste diramazioni, assieme a molte altre ancora, si profileranno senz’altro con maggiore chiarezza grazie a ulteriori ricerche.

Rami che si muovono assieme

Presentare i vari effetti dell’ossitocina come se fossero rami di un unico albero, tentando di descriverli singolarmente, è una semplificazione che funziona solo in teoria. Nella vita reale, i vari effetti sono in costante interazione, sotto l’influenza dei fattori ambientali esterni e delle sostanze endogene prodotte dal corpo. A volte certo si agita al vento un solo ramo dell’albero dell’ossitocina, ma nella maggior parte dei casi più rami si muovono assieme.


Le ricerche che descrivono gli effetti isolati dell’ossitocina si basano su esperimenti con animali ed è legittimo supporre che, in una certa misura, alcune delle situazioni che creano calma e benessere anche nell’essere umano siano associate alla liberazione di ossitocina. Gli esperimenti con animali hanno contribuito a individuare le possibili situazioni da esplorare ed, effettivamente, spesso sono stati rilevati livelli considerevoli di ossitocina pure nell’essere umano. La ricerca ha dimostrato, per esempio, che il livello di ossitocina nel cervello aumenta durante l’allattamento, i pasti, i rapporti sessuali e, più in generale, quando c’è contatto fisico.


L’attività per eccellenza in cui viene liberata una gran quantità di ossitocina e si muovono diversi rami dell’albero dell’ossitocina è l’allattamento. Durante la poppata, quando il latte fuoriesce dal seno, madre e bambino assaporano entrambi uno stato di pace e rilassamento. Inoltre la loro interazione reciproca migliora e i processi digestivi e lo stoccaggio di elementi nutritivi diventano più efficienti.


Un altro esempio tipico di attività in cui si muove il ramo della socialità e allo stesso tempo si riduce l’ansia è il massaggio. Mentre una persona riceve un massaggio, spesso si accorge di iniziare a considerare il massaggiatore una persona di fiducia, con cui avrebbe voglia di confidarsi. Ritorneremo sugli effetti del massaggio nel capitolo 13.

Il bisogno di crescere e difendersi

I due principali sistemi, quello di calma e connessione e quello di attacco o fuga, che sono l’oggetto di questo libro, possono essere considerati la manifestazione complessa di due processi fisiologici elementari, che possono essere osservati anche a livello cellulare. Il principio di base dell’ossitocina è quello di permettere alla cellula di assorbire gli elementi nutritivi, immagazzinarli e poi dividersi, senza perdere il contatto con le altre cellule, vale a dire conservando la permeabilità della membrana. Il principio opposto è quello di convertire il nutrimento in energia, ovvero movimento o calore, e rendere la cellula impermeabile interrompendo, di conseguenza, il contatto.


Ogni essere vivente, che sia un’unica cellula o un organismo organizzato, dispone di due modalità digestione dell’energia: la immagazzina come potenziale di riserva, oppure la utilizza per l’azione. Entrambi i processi sono necessari per svilupparsi e “fiorire” (thrive, prosperare, sbocciare). Nel taoismo, filosofia tradizionale cinese, si parla di equilibrio tra i due principi vitali yin e yang, entrambi indispensabili alla vita. Soltanto raramente yin e yang si trovano in perfetto equilibrio e, sempre secondo il taoismo, una costante interazione tra questi due aspetti energetici è alla base di ogni forma di vita nonché ogni forma di sviluppo. L’equivalente biologico di quanto affermato in questa antica filosofia sarebbe l’interazione dinamica tra il sistema di calma e connessione e quello di attacco o fuga. Quest’ultimo è stato studiato a fondo, di conseguenza è molto ben conosciuto, e viene oltremodo sopravvalutato nella nostra cultura. Ora è giunto il momento di identificare con precisione l’altro principio vitale e riconoscerne il giusto valore.

Recuperare e ripristinare l’equilibrio

Sono stati riscontrati alti livelli di ormoni dello stress in topolini appena nati, le cui madri non avevano ricevuto abbastanza cibo durante la gravidanza. Il loro peso alla nascita era nella norma, ma successivamente non crescevano come avrebbero dovuto. Tuttavia, la somministrazione tempestiva di iniezioni di ossitocina li aiutava a ritrovare livelli normali di ormoni dello stress e una normale curva di crescita.


Un sovraccarico del sistema dello stress può essere equilibrato con l’attivazione della risposta di calma e connessione. È come se la natura ci stesse instancabilmente ripetendo che non si tratta di una scelta “o/o”, ovvero di un sistema a discapito dell’altro. Gli esseri viventi crescono e si sviluppano meglio con “e/e”, ovvero utilizzando entrambe le vie metaboliche vitali. Se comprendiamo ciò, sappiamo anche come raggiungere una forma migliore, sia fisica sia psicologica.


Non si tratta di nulla di nuovo. Sono state sviluppate in modo empirico, senza la minima conoscenza sull’ossitocina o qualsiasi altra sostanza coinvolta, molte tecniche tradizionali che generano calma e connessione. Ora siamo sul punto di scoprire, misurare e spiegare cosa succede su di un piano fisiologico durante quei trattamenti così spesso inseriti nei programmi di benessere, come il massaggio e altre terapie basate sul tocco. Prima di addentrarci nella correlazione tra l’ossitocina e il tocco, andiamo a incontrarla là dove è stata scoperta per la prima volta: nell’allattamento.

Approfondimenti bibliografici

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Ossitocina, l'ormone dell'amore
Ossitocina, l'ormone dell'amore
Kerstin Uvnäs Moberg
Fonte di calma, rigenerazione e guarigione.Un libro che descrive le innumerevoli funzioni dell’ossitocina: un ormone finora poco studiato ma che gioca un ruolo chiave nel nostro organismo. Negli ultimi anni sono state fatte importanti scoperte riguardo all’ossitocina, un ormone che gioca un ruolo chiave nell’ organismo per quel che riguarda la riproduzione, i legami affettivi, le interazioni sociali, i processi di guarigione e, più in generale, la capacità di mantenere uno stato di calma e rilassamento. L’autrice Kerstin Uvnäs Moberg da tempo si dedica, insieme al suo gruppo di ricerca a Stoccolma, allo studio dell’ossitocina. Già si sapeva della correlazione tra ossitocina e allattamento, ma i risultati delle sue ricerche forniscono una spiegazione scientifica dell’effetto benefico del massaggio, del tocco, e di quanto essi siano importanti. Tra i sensi, infatti, il tatto si distingue come via d’elezione per la secrezione di ossitocina. Ossitocina, l’ormone dell’amore, primo libro ad affrontare l’argomento con un taglio divulgativo, è un ponte tra fisiologia e psicologia. In esso, l’autrice presenta nel suo insieme quello che ha chiamato “sistema di calma e connessione”, modulato dall’ossitocina, ma che coinvolge molte sostanze, e suggerisce modi per attingere alla preziosa fonte di calma e rigenerazione che ognuno ha dentro e della quale ha bisogno, non soltanto per evitare di ammalarsi, ma anche per godere della vita e sentirsi curioso, ottimista e creativo. Conosci l’autore Kerstin Uvnäs Moberg è considerata la maggior esperta a livello mondiale sull’ossitocina. Ha condotto le sue ricerche presso il Karolinska Institute a Stoccolma e la Swedish University di Scienze Agrarie di Uppsala, dov’è Professore di Fisiologia. Autrice di più di 400 articoli scientifici e di un libro, Kerstin Uvnäs Moberg tiene spesso conferenze in Europa e negli Stati Uniti.Il suo lavoro ha influenzato molte discipline, come l’ostetricia, la psicologia, l’allevamento degli animali, la fisioterapia, la pediatria e lo sviluppo nell’infanzia.Madre di quattro figli, vive a Djursholm, in Svezia.