prima parte - capitolo ii

Le condizioni ambientali

La sempre migliore comprensione dell’ecologia e dei sistemi a feedback ci ha permesso di riconoscere che ogni singolo organismo vivente è in costante contatto con l’ambiente circostante e viene di continuo influenzato da esso. Gli impulsi tattili, la postura del corpo, la temperatura ambiente, la fame o la sazietà sono solo alcuni dei tantissimi parametri che ci forniscono costantemente informazioni, le quali a loro volta influenzano il nostro funzionamento fisico e mentale senza che ne siamo consapevoli.


Tendiamo a credere che i nostri ritmi biologici siano indipendenti dall’ambiente, ma molti di essi li abbiamo originariamente acquisiti proprio grazie all’interazione con l’ambiente esterno. Non è un caso che il ciclo mestruale femminile corrisponda alle fasi del ciclo lunare, e neppure che tutti abbiamo un ritmo diurno approssimativamente della stessa durata. Vi è stato un tempo in cui la luce della luna e del sole di fatto hanno controllato in modo diretto queste funzioni, ma nel corso dell’evoluzione tali ritmi sono stati integrati nei nostri sistemi biologici.


Non appena nella pratica e nella letteratura medica è comparso il concetto di organismo quale entità olistica, si è iniziato ad accettare che corpo e mente siano interdipendenti. Tuttavia ad attirare l’attenzione è stata soprattutto la connessione tra corpo e mente in caso di reazione di attacco o fuga. Solo di recente si è iniziato a notare ed esplorare le interazioni tra corpo e mente (vale a dire fisiologiche e psichiche) coinvolte nella risposta di calma e connessione.

Stress costante – rara calma

Se è vero che siamo continuamente influenzati dall’ambiente, cosa succede se i segnali ambientali cambiano in modo radicale? Cosa succede se la proporzione tra situazioni in cui siamo in pericolo e quelle in cui ci sentiamo tranquilli si altera in modo duraturo? È lecito supporre che un disequilibrio possa indurre importanti effetti fisiologici e disturbare il nostro equilibrio interno.


Le lamentele sul livello di stress della cultura moderna occidentale sono così frequenti che non ci facciamo nemmeno più caso. Oggigiorno, la pressione sociale verso il successo e la prestazione è enorme. Il ritmo è frenetico, siamo inondati da un flusso continuo di informazioni e la competizione nel mercato del lavoro non perdona. Siamo costantemente assaliti da immagini, odori e soprattutto suoni. Non c’è dubbio che il sistema interno di attacco o fuga in risposta allo stress sia eccessivamente sovraccarico, stimolato oltre i suoi limiti.

Come se non bastasse, nella nostra società le tipiche situazioni che apportano pace interiore, rilassamento e intimità sono diventate più rare; di conseguenza, il nostro sistema biologico interno di calma e connessione viene attivato meno frequentemente.


Il tocco, come avremo modo di vedere, sembra essere una delle forme più efficaci per attivare il sistema di calma e connessione. Quando in seno alla famiglia, o in un altro gruppo di persone, si fa qualcosa assieme, il tocco, l’odorato e gli altri sensi svolgono un ruolo naturale nelle interazioni. La tendenza moderna verso una sempre maggiore indipendenza porta a una minore condivisione delle attività quotidiane e, di conseguenza, a una diminuzione delle sollecitazioni sensoriali. L’alterazione di questo modello riduce l’attività del sistema di calma e connessione e, alla fine, mette in pericolo la salute.


A me pare che le esperienze che alimentano il sistema di calma e connessione siano diminuite in modo drammatico, di pari passo con l’aumento di quelle che invece sollecitano il sistema legato allo stress. Questo aumento indiscriminato dello stress potrebbe avere serie conseguenze per il nostro benessere e, a lungo andare, compromettere la nostra salute, visto che la capacità del corpo di rilassarsi e recuperare modera le reazioni fisiche e psicologiche allo stress stesso e dal momento che molte malattie sono dovute, almeno in parte, allo stress.


Abbiamo bisogno di calma e connessione, non soltanto per evitare di ammalarci, ma anche per godere della vita, e sentirci curiosi, ottimisti, creativi. È difficile misurare in modo scientifico queste qualità. Tuttavia gli studi dimostrano che un ambiente piacevole e relazioni gratificanti migliorano la concentrazione e l’apprendimento. I bambini sotto stress hanno più difficoltà ad apprendere rispetto a quelli che sono calmi e si sentono al sicuro.

Alla ricerca della calma

Per fortuna siamo in molti a comprendere, in modo più o meno intuitivo, il bisogno di ripristinare regolarmente le nostre riserve di calma e di ritrovare in qualche modo benessere e felicità, a dispetto dell’ambiente stressante che ci circonda.


Quando una persona molto stressata si rivolge a un medico convenzionale, spesso resta delusa. Molti di coloro che soffrono di mal di stomaco cronico, per esempio, non sono soddisfatti finché non provano forme di terapia alternativa, grazie alle quali a volte guariscono. Il gran bisogno di bilanciare lo stress con il rilassamento e il contatto fisico potrebbe in parte spiegare il grande successo e la diffusione di questi trattamenti, anche se in genere non sono rimborsati. Sembrerebbe proprio che manchi qualcosa alle cure altamente tecnologiche offerte oggi nella maggior parte dei casi e che questo “qualcosa” apparentemente possa essere trovato invece nei trattamenti alternativi. È ovvio che, quando una malattia è correlata allo stile di vita o a un certo vissuto personale, non sempre la diagnosi può essere accurata se si basa soltanto sui risultati di esami del sangue o altri test di laboratorio.


Molte persone partecipano a seminari per la gestione dello stress o studiano trattamenti alternativi, in cui il tocco svolge un ruolo di rilievo. L’importanza terapeutica del tocco rende importanti le persone coinvolte: da un lato il terapeuta che tocca, dall’altro il paziente che ha bisogno di essere toccato, perché malato o con disagi. Forse, in futuro, simili terapie saranno ben accette e considerate preziose alleate delle cure mediche convenzionali, poiché controbilanciano gli eccessi di un approccio tecnologico con l’integrazione del contatto umano. Nei capitoli 9, 11, 12 e 13 mi addentrerò maggiormente sul significato del tocco e della relazione per il sistema dell’ossitocina.

Dal punto di vista degli operatori

Mi capita spesso di tenere conferenze per fisioterapisti, infermieri, ostetriche e altri operatori, nonché per psicologi e medici. Spesso ho la forte sensazione che il pubblico non solo capisca di cosa sto parlando, ma accolga anche volentieri il mio messaggio. Gli operatori sanitari a diretto contatto con i pazienti sono felici di una definizione del sistema di calma e connessione e di una presentazione dei suoi benefici sul piano fisico e mentale, poiché la maggior parte di loro sa per esperienza dell’esistenza di tali effetti. Sa, inoltre, di poter entrare in relazione con i pazienti con le mani e trasmettere una sensazione di calma, ma non aveva ancora trovato riferimenti nella letteratura scientifica di come ciò sia un fenomeno fisiologico. Al contrario, i risultati positivi dipendenti dall’attivazione del sistema di calma e connessione sono stati sempre attribuiti a un effetto meramente psicologico o, in passato, a una “guarigione spontanea”, altrimenti chiamata miracolo.


Non appena ai loro gesti terapeutici quotidiani viene riconosciuta una base scientifica, il senso di identità professionale ne esce rafforzato. Comprendono che la loro competenza ha una spiegazione fisiologica, cioè dipende dalla loro capacità di attivare il meccanismo corporeo endogeno che facilita guarigione e crescita. È davvero necessario iniziare a riconoscere il valore di tale competenza. L’attuale fede cieca verso una medicina incentrata sulla terapia farmacologica e sull’uso massiccio della tecnologia ha minato la fiducia di questi operatori nella loro modalità terapeutica, nonostante le testimonianze dei pazienti che ne hanno saggiato l’efficacia.


Quando illustro alcuni degli effetti dell’ossitocina a coloro che conoscono dal punto di vista empirico le caratteristiche del sistema di calma e connessione, spesso facilmente aggiungono quello che non ho detto. Per loro, infatti, sono ovvi determinati effetti associati, come il rilassamento, la diminuzione della pressione sanguigna e la maggiore tolleranza del dolore. Molti fisioterapisti si sono accorti che, dopo una serie di trattamenti, gli effetti diventano duraturi e si possono diradare gli appuntamenti. Come vedremo nel capitolo 7, questo fenomeno è coerente con il profilo del funzionamento dell’ossitocina.


In occasione delle mie conferenze, le domande e i commenti che mi vengono posti dagli operatori mi forniscono quasi sempre nuovi spunti per la ricerca. Il loro riscontro mi ha convinta del fatto che senza dubbio resta ancora molto da chiarire sul sistema di calma e connessione.

La necessità di ulteriori ricerche

Il meccanismo fisiologico descritto nel presente libro non implica affatto la scoperta di un nuovo sistema neurologico, ma una comprensione nuova dell’influsso dell’ambiente circostante su di esso e di come lo possa attivare per generare calma e connessione. Mi auguro che presto il meccanismo di calma e connessione sarà accettato come sistema fisiologico a sé stante, e non più come semplice assenza di stress: il suo funzionamento può contrastare gli effetti di uno stato continuo di tensione; il cervello può andare in “retromarcia” e cambiare direzione per raggiungere calma, riposo e guarigione senza bisogno di farmaci o tecnologie sofisticate.


Personalmente mi sembra non vi siano dubbi sulla necessità di intensificare le ricerche sull’ossitocina e sulle diverse terapie che, probabilmente, ne attivano la liberazione. Il meccanismo di calma e connessione è un sistema essenziale e ingegnoso del nostro corpo, che influenza crescita, guarigione, recupero di energie e interazioni sociali. Sono convinta che una migliore conoscenza dell’ossitocina fornirà nel tempo una spiegazione dell’efficacia di varie medicine alternative. Inoltre potrebbe aiutarci a individuare nuovi modi per ritrovare il benessere nella società di oggi, così complessa ed esigente. Saremo così in grado di apprezzare meglio il bisogno di trovare un equilibrio tra attività e riposo, tra lavoro rivolto verso l’esterno e riflessione interiore, tra aprirsi al contatto verso l’altro e porre dei limiti. A quel punto probabilmente saremo più propensi a scegliere uno stile di vita, una professione e delle attività che ci permettono di affrontare le situazioni quotidiane di stress senza perdere l’equilibrio. Questa è la via per una salute migliore, su scala sia individuale sia sociale.

Ossitocina, l'ormone dell'amore
Ossitocina, l'ormone dell'amore
Kerstin Uvnäs Moberg
Fonte di calma, rigenerazione e guarigione.Un libro che descrive le innumerevoli funzioni dell’ossitocina: un ormone finora poco studiato ma che gioca un ruolo chiave nel nostro organismo. Negli ultimi anni sono state fatte importanti scoperte riguardo all’ossitocina, un ormone che gioca un ruolo chiave nell’ organismo per quel che riguarda la riproduzione, i legami affettivi, le interazioni sociali, i processi di guarigione e, più in generale, la capacità di mantenere uno stato di calma e rilassamento. L’autrice Kerstin Uvnäs Moberg da tempo si dedica, insieme al suo gruppo di ricerca a Stoccolma, allo studio dell’ossitocina. Già si sapeva della correlazione tra ossitocina e allattamento, ma i risultati delle sue ricerche forniscono una spiegazione scientifica dell’effetto benefico del massaggio, del tocco, e di quanto essi siano importanti. Tra i sensi, infatti, il tatto si distingue come via d’elezione per la secrezione di ossitocina. Ossitocina, l’ormone dell’amore, primo libro ad affrontare l’argomento con un taglio divulgativo, è un ponte tra fisiologia e psicologia. In esso, l’autrice presenta nel suo insieme quello che ha chiamato “sistema di calma e connessione”, modulato dall’ossitocina, ma che coinvolge molte sostanze, e suggerisce modi per attingere alla preziosa fonte di calma e rigenerazione che ognuno ha dentro e della quale ha bisogno, non soltanto per evitare di ammalarsi, ma anche per godere della vita e sentirsi curioso, ottimista e creativo. Conosci l’autore Kerstin Uvnäs Moberg è considerata la maggior esperta a livello mondiale sull’ossitocina. Ha condotto le sue ricerche presso il Karolinska Institute a Stoccolma e la Swedish University di Scienze Agrarie di Uppsala, dov’è Professore di Fisiologia. Autrice di più di 400 articoli scientifici e di un libro, Kerstin Uvnäs Moberg tiene spesso conferenze in Europa e negli Stati Uniti.Il suo lavoro ha influenzato molte discipline, come l’ostetricia, la psicologia, l’allevamento degli animali, la fisioterapia, la pediatria e lo sviluppo nell’infanzia.Madre di quattro figli, vive a Djursholm, in Svezia.