Non soltanto un ormone femminile
Da molto tempo è noto che la vasopressina sia un fattore importante per il meccanismo di attacco o fuga nei mammiferi, dato che, tra l’altro, mantiene in equilibrio il volume dei liquidi corporei e contribuisce ad aumentare la pressione sanguigna. Assieme ad altre sostanze più note, come l’adrenalina, la vasopressina rientra negli ingredienti del power drink interno che permette il meccanismo di difesa e gli adattamenti fisici e comportamentali necessari alla lotta e alla protezione del territorio. Si tratta di comportamenti spesso considerati tipicamente maschili.
L’ossitocina, al contrario, è stata sempre considerata un ormone femminile, dato che è stata scoperta in associazione al parto e all’allattamento. Quando iniziai a interessarmi all’ossitocina, tuttavia, sospettai subito che il suo ruolo fosse ben più significativo di quel che si era in precedenza pensato. Sembrava infatti essere coinvolta non solo nel parto, nell’allattamento e nel comportamento materno, ma anche in altre funzioni, che non erano, né sono ancora, state chiarite. Per questo motivo, assieme ai miei colleghi, ho avviato una serie di esperimenti per esplorare gli effetti dell’ossitocina da una prospettiva più ampia.
In questi esperimenti, per lo più, abbiamo somministrato ossitocina a topi e poi verificato quali comportamenti e funzioni corporee ne venissero influenzati. Nella maggior parte dei casi i topi erano sedati, ma a volte era necessario che fossero svegli. A mio parere questi esperimenti non sono stati dolorosi per gli animali. Successivamente, alcuni risultati degli esperimenti su animali sono stati verificati con l’osservazione e l’esame nell’essere umano, soprattutto nelle donne che allattano.
Maschi e femmine producono ossitocina in svariate situazioni, e i nostri esperimenti indicano che i suoi effetti sono evidenti in entrambi i sessi. Con una serie di studi abbiamo dimostrato che, in risposta a un tocco caldo e ritmico, persone di entrambi i sessi liberano ossitocina facilmente e in quantità paragonabile. Il sistema dell’ossitocina non è dunque affatto prettamente femminile, ma si rivela di importanza cruciale sia per i maschi che per le femmine, nell’essere umano così come negli altri mammiferi.
Esiste tuttavia una correlazione tra ossitocina ed estrogeno, l’ormone sessuale femminile, così come tra vasopressina e testosterone, l’ormone sessuale maschile. Ne riparleremo in seguito. Gli effetti dell’ossitocina rimandano a qualità considerate abitualmente femminili: ricettività, vicinanza, apertura verso le relazioni e disponibilità a nutrire, sia in senso stretto del termine che affettivo. Oggigiorno è diventato meno comune attribuire simili atteggiamenti principalmente al sesso femminile, visto che molti uomini li hanno scoperti e coltivati.
Anche se i risultati dei nostri esperimenti su animali non possono essere trasposti in maniera diretta all’essere umano, la natura ci ha gentilmente offerto un “esperimento spontaneo” per esaminare gli effetti dell’ossitocina nella nostra specie. Studiando le donne che allattano, infatti, possiamo ottenere informazioni dirette sugli effetti dell’ossitocina, dato che ne liberano una grande quantità. Per approfittare dell’opportunità, ho avviato una colla-borazione fruttuosa e duratura con le ostetriche del Karolinska Hospital di Stoccolma. Abbiamo misurato il livello di ossitocina nella donna durante la poppata assieme ad altri indicatori fisiologici, come la pressione sanguigna, e allo stesso tempo abbiamo raccolto le testimonianze delle donne sull’intensità delle loro emozioni, per esempio di ansia. In ogni singolo individuo il livello di ossitocina è naturalmente influenzato da molteplici fattori, come l’eredità familiare e il contesto di vita. Eppure i nostri risultati indicano che il tasso di ossitocina nel sangue durante l’allattamento è correlato a manifestazioni fisiche misurabili nella madre, e a un vissuto soggettivo di calma, assenza di stress e qualità dell’interazione con il bambino.
Successivi esperimenti con le mucche mentre allattavano il vitellino hanno portato a un risultato pressoché identico: l’aumento del livello di ossitocina va di pari passo con maggiore calma e interazione reciproca. Tutto ciò, inoltre, conferma l’ipotesi secondo cui l’ossitocina produce gli stessi effetti in tutti i mammiferi.